mercoledì 14 marzo 2018

Il senso raro dell'esistenza.

Stephen Hawking è ritornato alla terra dopo aver volato nell'etere cosmico, anzi nel vuoto cosmico, vettore di colleganze - o iterazioni inutili? - inspiegabili per l'antropoide evoluto, ma malvagio, che ha preso il sopravvento su questa biglia galattica.
Non è vero che sono arido: di quasi tutte le morti non mi importa nulla, delle glorie storiche ancor meno, ma sono capace di sincera emozione quando una mente che è andata al di là della stupidità querula o rimbomante di ogni ora molesta, prima si appalesa e poi si congeda.
Per sempre.
E' stato un grande e, infatti, uno stupido barista, questa mattina, mentre buttava l'occhio sul suo corpo deforme, sollevato a braccia dentro un simulatore di microgravità, commentava disgustato: ma chi è quello lì?
Un corpo immobile e contorto, una mente libera e nondistratta dal vociare e dall'agitarsi del mondo circostante: un mondo piccino e senza senso nella sua ripetitività. Una mente atemporale, proprio perchè priva delle sue facoltà coordinatrici del corpo, concentrata sugli studi e sulla riflessione, un intelletto luminoso, capace di considerazioni profane rivelatrici dei suoi moventi, ironiche e realistiche.
Grandissima anche la donna che ha voluto accompagnarlo anche dopo che la sua malattia si era manifestata e dopo che, a ventuno anni, gliene ne erano stati attribuiti altre due, al massimo.
Non credo che si sia trattato di ammirazione, proprio perché sarebbe stata precoce, ma di quell'amore di cui solo poche donne, ma comunque donne, con quasi insignificanti eccezioni nel mondo maschile, sono capaci e che danno, sole, la misura della loro grandezza.
Con quel corpo inerte muscolarmente ha pure prodotto due figli; avrà dovuto fare tutto lei; stimolarlo, penetrarsi, andare su e giù, controllando che non morisse.
Due successori, almeno anagrafici, sani.
Non è stato Einstein, diceva oggi un imbecille, schiavo delle comparazioni insulse della borghesia incolta, ma Einstein stava bene e non si cimentava - non ne aveva bisogno - con l'idiozia comune.
Hawking aveva la SLA fin da adolescente, ma non ha mai chiesto di morire: l'intelligenza, i contenuti lo hanno trasportato fino a settantasei anni, a dimostrazione della vacuità disperante che porta al suicidio assistito, al testamento biologico, alla crescente carenza di cure per gli anziani e domani per i poveri.
Il lume si è spento, ma la luce della stella morta continuerà a illuminare la ricerca arricchita di tanti ricercatori intorno a quel rebus inimmaginabile, eppur così per noi circoscritto, dello stato dell'arte primitiva che ci ha portato fin qui: forse in un luogo ancora remoto e primitivo, del quale, avendo voluto intraprendere l'investigazione, non possiamo più rinunciare all'approfondimento.
Anche l'esperienza dell'intelligenza prospettica si ripeterà sicuramente.

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