martedì 6 marzo 2018

La terza guerra mondiale a spicchi.

Vladimir Putin, l'oligarca vincitore di Russia, il trait d'union fra la versione sovietica dell'Imperium, che ha conosciuto dal di dentro, e quella attuale in via di consolidamento, non ha abbandonato i costumi spionistici del recente passato, così come non sono cessati gli scambi di delatori.
Lo spionaggio russo conserva però un'allure romantica: si vendica ed uccide a distanza di tempo i suoi traditori, casomai dopo averne fatto merce di scambio.
E' uno spionaggio conservatore, più incline a non farsi contaminare che a portarsi dinamicamente all'esterno; è un'intelligence egoistica e chiusa al mondo ostile, tanto da tutelarsi attraverso la creazione artificiale di cuscinetti sottoposti o annessi.
Le spie russe che vivono a Londra, testa di ponte europea degli Stati Uniti, vengono raggiunti ed avvelenati dalla longa manus  della grande e santa Madre Russia.
La piovra euroasiatica è, nel suo arcaismo, identica ad ogni altra mafia.
E' guerra di posizione fra la placca continentale russa e le altre aree geostrategiche del mondo, con tutte le possibili alleanze, il loro scioglimento o riforma, gli interventi mirati, da un lato a mantenere una base di staticità e, dall'altro a dissolvere in un movimento distruttivo ed autorigenerativo, ogni impedimento alla sua cupio dissolvi pre ricostruzione 
La politica americana di Trump non ostacola il ritorno al passato, che reclama per l'america conservatrice e profonda, tanto è vero che il suo protezionismo di ritorno è stato informaticamente favorito dai russi, che assistono e finanziano molti movimenti nazionalisti dell'altra parte dell'europa, non ultima la Lega nazionale di Salvini.
Come l'arcaismo imperiale e munifico russo, la base economica ed elettorale del palazzinaro repubblicano, reclama la tutela dell'identità, attraverso le barriere, i dazi, il lavoro autoctono.
Ecco che le alterità si ibridano e che i potenziali contendenti del prossimo futuro sono adesso elasticamente alleati, pur non lesinando le dosi di veleno necessarie ad eliminare coloro che hanno barato al gioco del domino, tralasciando le appartenenze.  

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