mercoledì 30 agosto 2017

Per ordinaria immoralità.

Come potrebbe un piccolo Paese, come il nostro, difendere la memoria di un connazionale, adoperandosi fino in fondo per il disvelamento della sua soppressione, se, come fa anche sul fronte bellico, per lui umanitario, in missione all'estero, si mette d'accordo con i capi-fazione e si serve di loro per ottenere i suoi scopi securitari?
Quanto dichiarato a proposito delle intese prezzolate con due milizie libiche, comandate da due fratelli, per impedire le migrazioni verso le nostre coste, non era inaspettato da nessuno. Mancava solo l'ufficialità e la descrizione dell'avvenuto, attraverso anche l'assunzione nel corpo del governo libico dei due fratelli, fra interessi privati e forma istituzionale parziale, come avviene per il partitino personale e le cariche lucrate da Angelino Alfano.
Un'altra trattativa fra lo Stato italiano e la mafia, una delle tante, a testimoniare la nostra connivenza o, nella migliore delle ipotesi, la nostra impotenza.
Sapevamo tutti che la sceneggiata per Giulio Regeni, sarebbe stata interpretata come da copione stantio, anteponendo una real politic da straccioni a qualsiasi orgoglio valoriale e politico, così come si è trascianata per anni la sciarada dei pistoleri di marina La Torre e Girone.
Così, per ordinaria immoralità, si reiterano le criminali figuracce di una nazione imbelle e screditata.
Su tutto, all'occorrenza, fiorirebbero gli omissis, i segreti di Pulcinella dello Stato, l'arrogazione dei ruoli istituzionali intangibili e, se fosse, nonostante tutto, necessario, il salvataggio interpretativo o decisionale di qualche Corte interscambiabile.

Nessun commento:

Posta un commento