domenica 8 ottobre 2017

Il delirio virale.

C'è un'epidemia di demenza che tracima nel web.
Nulla di imprevedibile, se non che l'uso e l'abuso diretto delle lievitazioni immaginifiche, viene rilanciato acriticamente da legioni di disonesti e di ignoranti.
L'ignoranza è madre della cattiveria e l'uso plebeo dei social network ne è una dimostrazione.
La leggenda, basata su convenzioni pregiudizievoli, interseca le masse, le chiama a raccolta, le fomenta e le costituisce in movimento, che neppur sa verso cosa si muove, anche se avverte, in cuor suo, che solo la sua rabbia e frustrazione ne sono il propellente.
Aver compagno al duol è mezzo gaudio e così le peggiori accolite delle cause prime ed ultime ad uso dei riflessi più irriflessi, si danno la voce, inanellano una catena di sant'Antonio dietro l'altra, allo scopo di trovare consenso immediato, attraverso i loro filtri.
Dopo il passaggio delle dittature, l'analisi critica dei fatti era stata affidata, per quanto attiene alla cronaca, ai giornali più qualificati ed alle sue firme prestigiose. Vi si abbeveravano in pochi, ma agli sconvolti restavano solo il barbiere, il bar, il mercatino rionale e le sacrestie.
La malìa era oppressiva e discriminatoria e si esercitava vigliaccamente su obiettivi vicini.
Si rifaceva ad un dogma, ad un'ideologia diffusa, desunta a priori da aprioristiche dottrine, ma non aveva agio che di presumersi uniformemente condivisa, essendo impossibilitata ad espandersi.
I riferimenti totalizzanti sono oggi internazionalizzati, attraverso l'omogeneizzazione del cretinismo in Rete che, pur non essendo in grado di far danni nei confronti di chi ha risorse esegetiche o semplicemente critiche, può alimentare l'embrassons nous di movimenti populisti, di dittature mediatiche volatili come gli asini che volano, infingitrici, infondate, palesemente assurde eppur mistificabili all'occasione.
Una ribollita fatta di scarti, per palati rozzi.
Il web veicola superficialmente l'informazione pettegola e popolaresca e la pone al servizio delle retroguardie di tutte le più becere influenze politicamente coagulatrici di una riconoscibilità nell'assurdo.
Un utilizzo alleggeritore dell'onere di pensare e di cercare riscontri e negazioni di un'ipotesi, per le masse ignoranti non è proponibile.
Casomai diversamente ignoranti, ma unite nella lotta.
Non è neppur proponibile la coerenza logica, perché è usufruibile solo la superficialità dell'assunto aprioristico.
I sentimenti più reazionari, più egoisticamente agitabili convergono nella furia alienata di una comunità di sconosciuti, coalizzati nell'improperio e nell'indicazione dei capri espiatori della loro pretestuosità.
Eppure anche le ideologie si presumevano diffuse, ma lo erano solo laddove l'influenza e la sovrapposizione neppur dichiarata, al seguito di nazioni profane o di masse immaginarie, solo culturalmente desunte, lasciava il campo ai conquistatori ed alle loro scolastiche asserzioni.
Catechistiche, scolastiche, sovrastrutture dell'assurdo giustificativo di ogni illogicità e di ogni presa d'atto dell'apparenza empirica, ora di destra, nelle sue formulazioni più evolute, come quella nazista e in quella comunista, nella sua ventiseiennale esperienza staliniana.
Un coevo di Hitler.
La Chiesa cattolica poggiava le basi del suo nuovo gregge inconsapevole e suggestionabile, al seguito delle potenze coloniali, contro le quali aveva combattuto, per fini propri assolutamente profani, valendosi di alleanze variabili ed essendo mollata, ripresa, scaricata.
Eppure, per grazia gesuitica, è ancora lì a galleggiare e a modulare il Vangelo secondo le sue esigenze politiche. Politica della quale è intrisa molto più che della religione.
Insomma, le studiate strategie di illusione, illuminazione e controllo viaggiavano più sui dogmi di riferimento, dei quali, dove non erano praticati, si parlava in termini demoniaci.
Adesso l'inutilità del web è ricercata nella massificazione dei contributi, così affini alla pubblicità per i gonzi.
Per questo, la Rete non può essere contrabbandata come strumento di governo.
Il grano e il loglio devono rimanere, senza che nessuno, da nessun punto di vista debba investirsi della sua tutela, del censorio controllo pro domo sua. 
In ogni cosa soccorre lo spirito critico, la conoscenza progressiva della complessità.
Per la maggioranza, la canea ghettizzatrice dell'orda primitiva, del primo senso comune, così diverso dalla mitologia del buon selvaggio.

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