domenica 12 novembre 2017

La spinta a sprovincializzarsi.

Il riposizionamento delle entità e strutture politiche, improntate alla retorica politica e morale, va lentamente configurandosi. Gestito con cura e preveggenza, porterà nel tempo i destinatari a scoprire dimensioni inesplorate perchè troppo assorti in equilibrismi adeguatori.
Le notizie scemano e rimangono confinate nel loro stagno, da quelle recenti del secessionismo repubblicano della  Catalogna, agli acquitrini nei quali si è mimetizzato, per poi certamente uscirne, Igor della bassa.
Ogni vicenda cronachistica resterà ibernata, dopo essere stata inizialmente spesa, fino a che, se e quando tornerà d'attualità.
Allora si sprecheranno le analisi diacroniche, accumulate ed accantonate nel frattempo.
Non si tratta solo di spendibilità informativa, ma, in particolare nell'era del digitale, di una studiata politica di accentuazione-rimozione, secondo il tattico schieramento riposizionabile o confermabile, a seconda degli stati inerziali o degli interessi agguantabili.
La retorica di principio è sistematicamente contraddetta dai fatti empirici, in lontananza ma anche in prossimità: i principi non contano, servono solo a interpretare e a sorvolare: solo i fatti sono incontrovertibili.
Le disamie psicologiche, sociologiche eccetera, sono utili ed interessanti, ma sono estranee ai fatti nudi e crudi.
Il diritto che li amministra, autonomo in dottrina, deve però applicare la legislazione parlamentare, schierarsi, senza dichiararlo, con le gerarchie di fatto, con gli obiettivi e gli interessi prevalenti coalizzati, espressi cioè dalle coalizioni traditrici delle aule legiferatrici.  Che poi tutto venga ricondotto nell'alveo del diritto dottrinario e procedurale dalle commissioni tecniche, che traducono in norme le espressioni legislative della confusa rappresentanza politica, riafferma solamente il pendant reciprocamente compensatorio e dipendente.
Ne conseguono le spartitorie remunerazioni ed i privilegi burocratici.
Le sinergiche spirali mantengono la loro credibilità assolutizzatrice sull'appeasement popolare che si adagia sul gioco da altri preordinato e garantito, secondo la dinastica discendenza immutabile dei posti assegnabili.
Le solidarietà identitarie riguardano tutti gli strati sociali, dai più vaghi, sensitivi e generalisti, pro quota, a quelli di fortificazione dei privilegi intangibili.
Infatti, per attaccarsi alla coda della cometa, bisogna intercettarla a latitudini lontane da quelle presso le quali si è nati e dove si sono acquisite le basi di un'affermazione altrimenti impedita.
Mettendosi al servizio, non dei raccomandati, ma di progetti industriali, in qualsiasi campo, sanità compresa, per i quali altri paesi chiedono competenze, qualcuno, da emigrante, riesce ad emergere faticosamente, a differenza di quelli che hanno sempre avuto la testa fuori dall'acqua.
Insomma, la lotta non riportabile si consuma senza gran cassa, in maniera isolata, debole, aggredibile e, soprattutto, tenuta ai margini di un confine insuperabile.
Meglio portarsene fuori.

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