lunedì 25 dicembre 2017

Il paradosso della libertà.

Solo il pensiero straniero può riempire il vuoto, la sterilità della gestione dell'inesistente.
L'unico pensiero estraneo è quello di Francesco I.
Anche ha oggi ha profferito una verità politica apparentemente profetica, ma che ha in realtà solo rilevato la nevroticità di una contraddizione in mala fede. "questo modello di sviluppo  che sta per essere superato e che nei pochi decenni di infatuazione pubblicitaria ha apportato solo povertà e disgregazione, razzismo"  e populismo di destra.
Populismo di destra non lo ha detto, ne è una conseguenza minore, ma la prima parte della frase è sua e attinge all'analisi dialettica della fine dell'utilità, solo per chi la proprugna, di un modello economico o di un regime politico.
Ancora una volta è stata una parte della Chiesa a cogliere il punto di rottura e ad anticiparlo.
La ferita, per molti mortale, è stata inferta e il prossimo futuro dovrà essere democratico.
Per poterlo essere dovrà collocarsi necessariamente all'opposizione e questo il gesuita Bergoglio, ma non la gerarchia e qualche pretino appiccicato a qualche vescovo utilitaristicamente conservatore, lo ha compreso e promulgato.
Fallita la riforma ratzingeriana della Curia, il vecchio Bergoglio l'ha proseguita con ridotti risultati, stante la potenza fortificata della chiesa rotaryana, ma l'ha ampliata portandosi, con evangelica decisione, sulla zattera dei declassati disprezzati, il cui numero si mantiene costante, quando non si incrementa, di generazione in generazione, agli angoli delle strade e nelle retrovie nascoste della disperazione.
L'unico a riscattare il pensiero è il Papa che ricolloca, attraverso la fede che spiana le montagne, la Chiesa apparente ai vertici del pensiero indipendente: è un paradosso, uno dei tanti, nel quale la cultura  ibrida, attinta dal rovesciamento della prassi ebraica, alla quale è strettamente connessa, si ritrova profeticamente a fianco dei deboli contingenti.
Culturalmente pescatrice di uomini.
Con la stessa disinvolta eterogenesi potrà domani tornare al fianco del trono per poi litigarvi, perchè è una sintesi evoluta e coltivata per secoli al riparo da un libero dibattito, che si svolge, ma senza la sua partecipazione intorno ad essa, ma non dentro di essa.
Al di dentro, come in qualsiasi corte si muovono le congiure di potere, che non possono concepire che la salvaguardia dei privilegi e l'agitarsi proselitistico e raggruppante delle parrocchie.
Pur non credendo che questo sia l'esito del bimillenario, ondivago percorso, sono a supporto di questa figura rara e preziosa,in quanto paradossalmente libera.

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