domenica 17 dicembre 2017

L'improprietà.

C'è molto di improprio nel reimpatrio delle ossa di re sciaboletta ( come lo chiamavano i fascisti che aveva fatto entrare a Roma ), subito dopo quella della sua triste consorte dinastica, belga, triste e socialista, senza che nessuno l'avesse annunciata ed a bordo di un volo di Stato, miltare per di più.
Da anni si parlava di questa ipotesi simbolica: il significato storico dell'esilio non ne modificava la realtà temporanea, ma ne metteva in evidenza la negatività politica e l'inettitudine istituzionale, comprovata, alla fine, dall'ingloriosa fuga a Brindisi, in quel sud sanfedista che voterà massicciamente per la monarchia al referendum che detronizzò il re di maggio.
La comunità ebraica ne ha colto tutto il significato recondito, aggravato e reso possibile dai tempi che corrono: si è ridato risalto e riconoscimento al sovrano dcadente ed abdicante che istituzionalizzò anche l'alleanza bellica con il nazismo, il colpo di Stato di Badoglio, per poi darsi alla latitanza, deposto dall'incalzare del vento del nord: quello salubre, non quello salviniano.
E' una mossa scoordinata e rivelatrice di una dicotomia assoluta fra l'Italia laboriosa e resistenziale e quella sanfedista e reazionaria che aprì la strada alla dittatura, mentre ne poteva evitare l'insorgenza.
La monarchia, come il fascismo sono stati parentesi storiche di un'Italia pura espressione geografica che la monarchia non unificò.
Quella dicotomia è ancora presente, anzi è insuperabile: è un rientro improprio di un fascismo risorgente in un paese decaduto.
E' stata sancita istituzionalmente, respingendo nel puro movimentismo di massa la difesa della democrazia.
Avviene da molto tempo.

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