martedì 28 febbraio 2017

Senza dignità.

Sabrina De Sousa, l'unica agente dei servizi nordamericani che condussero e diressero il rapimento di Abu Omar a Milano, non andrà in prigione. Pur essendo stata estradata dal Portogallo, prima di arrivare si è vista condonare da Sergio Mattarella solo quell'anno di carcere che l'avrebbe reclusa. Grazia parziale, minuetto da ruffiano, dono regale ad hoc. Un giurista che non crede alla giustizia, se non nelle sue forme flessibilissime, formalistiche, intervenuto penosamente per non far alterare il padrone americano ed esponendosi ad una ritorsione, nei fatti e per nulla imprevdibile; quanto al merito lascio al lettore giudicare, trattandosi di un atto di compiacimento bellico. Paese servo. L'Italia è un paese ipocrita che sistematicamente dà colpi al cerchio ed alla botte, agisce sul proscenio interno ed internazionale come un suonatore di bongo, indifferente alle figure meschine che fa internamente ed internazionalmente. Non sorprende che il nostro mentore designato sia stato Matteo Renzie, buon ultimo dopo Monti-Fornero e Letta, non sorprende che a promulgare l'atto di "clemenza" sia stato il giudice costituzionale artefice, prima di esserne insignito,  del "mattarellum", formula mediana e conservatrice di tutti i pastrocchi d'Italia, con la quale la già vecchia guardia dei rottamatori, vorrebbe al più presto rivotare. A questo punto, non si può che solidarizzare con Abu Omar e con tutti gli altri rapiti e deportati a Guantanamo. Non sarebbe avvenuto se i nostri governanti avessero mostrato un minimo di dignità, virtù ostativa, evidentemente, in politica. Che le disgrazie di Bettino Craxi siano cominciate con l'opposizione all' arbitrio americano sul nostro suolo?

La dimensione del dolore.

Il dibattito fuorviante e secondario sul testamento biologico, sul fine vita e il suicidio assistito, sta montando sulla spinta pubblicitaria dell'ultimo decesso, almeno dell'ultimo  noto. La spinta idealistica e civilizzatrice, eugenetica per menomazioni intervenute, dei radicali non è credibile. Costoro sono una lobby...di omosessuali, che fanno ideologicamente della dissipazione vitale una delle loro roccaforti minoritarie, mosche cocchiere di altri interessi più pragmatici. E' evidente che l'eliminazione dei pesi morti, degli esuberi sociali, che già si esplica e vieppiù si esplicherà attraverso la diminuzione delle prestazioni sanitarie, il loro già presente ritardo e la somministrazione di farmaci secondari, è un obiettivo vicario delle stesse "agenzie" che, quarant'anni fa predicarono la diminuzione della natalità nei paesi che meno ne avevano bisogno in termini di sostenibilità economica industriale, mettendo progressivamente in crisi le famiglie con più di due figli e che non avevano le risorse per aderire al consumismo. Alla fin fine, anche la politica degli aborti selettivi, temporalmente e per patologie, non aveva e no ha tanto lo scopo di consentire ai più disagiati, economicamente e culturalmente, di evitare alla proprio incontrollata discendenza di avere un destino peggiore del loro, quanto di suggerire un'attitudine più consumistica, nascondendone l'intenzione dietro un velo di evolutivi proprositi. Questo per quanto attiene alla "ratio" politica generale; altra cosa sono i casi singoli, l'unica dimesione nella quale sono valutabili, salva restando la libera determinazione dei soggetti giuridici. Giuridici, appunto, perché un conto è il principio e poi il precetto giuridico fattuale, un'altra la dimensione morale, che, a mio avviso, deve essere sempre personale, individuale e mai di principio esogeno, totalitario. Quando queste pulsioni di morte si saranno affermate, l'eliminazione ospedaliera dei vecchietti e dei malati terminali conoscerà un'accelerazione, per la quale non ci sarà bisogno dell'azione nelle corsie di infermiere in stato di eccitazione allucinatoria e di medici con la stessa patologia di Menghele e di altri sanitari sadico-sperimentali, durante il nazismo o in combutta con mantidi sessuali desiderose di selezionare i propri parenti e far fuori i più molesti, consentendo al medico complice di fare l'angelo della morte.  Il pervertimento della professione.  Il suicidio, osteggiato dalla morale cattolica, è pratica di molte civiltà, al ricorrere di determinati eventi ( in versione moderna, anche il fallimento lavorativo o la scoperta corruzione economica, costumi in via di modernizzazione, cioè in rapida discesa ) ed era attitudine dei ricchi e delle personalità nella Roma antica, che ne delegavano l'esecuzione ai loro schiavi. Per la gente comune c'era sempre il fai da te, in un atto che era, per coraggio e disperazione, grandioso e rivalutativo. Per i poveracci, neanche questo  . E' questa ossessione da servizio che tradisce una sordida intenzione politica  su cui speculare in solido. La rapida eliminazione svizzera e in altri paesi del nord europa che, in passato, condivisero, nell'ignoranza dei più, metodi di sterilizzazione dei "tarati" e anche da chi risultava affetto da malattie genitiche, in atto o trasmissibili, non è dunque una aprticolarità: segue un tracciato artefatto. Oggi, in caso di analisi sierologiche e di ricoveri ospedalieri viene chiesto il consenso a raccogliere e detenere i dati genetici dei pazienti, per "studi prospettici sulla statistiche delle malattie". Ci credete? Una volta acquisiti, il oro utiIizzo è mutevole. Il  dibattito che si è riaperto e che conoscerà un'involuzione ideologica, cioè sulle astrazioni generaliste pro e contro, che si sinergizzeranno e daranno luogo al costituirsi di fortilizi contrapposti, mentre alla fine, con qualche foglia di fico all'italiana, la sostanza dei provvedimenti "europei" sarà accolta. Comunque, queste case della "carità", versione laica, non sono, come quelle di molte istituzioni religiose o meglio ecclesiastiche del passato, gratuite o senza scopo politico e di lucro: per uno smaltimento consumato in poche ore dopo l'arrivo, si arriva a spendere diecimila euro, non di sola prestazione, del tutto analoga a quella per induzione venefica nelle carceri americane e a quella che si usa nella cliniche veterinarie, per gli animali domestici. La morte "pietosa" è sempre stata praticata, così come l'aborto e non è di fatto perseguibile, individuabile, stimabile, ne io voglio ergermi a moralista di realtà complesse. Ma, ribadendo tutto questo, trovo profondamente disgustosa l'esibizione strumentale del dolore altrui a fini promozionali, non giustificata da comparazioni, pur reali, con comportamenti nascostamente diffusi e non rilevabili. Anche Lucio Magri, ex utopista marxista, senza patologie in atto, scelse una morte procurata, per il venir meno di un' aspirazione. non certamente sana se la sua perdita ha dato luogo ad un gesto gratuitamente autolesionistico. Ho rispetto per i suicidi, non per chi cerca la comodità anche nell'atto finale e più innaturale, frutto di un costume che non conosce  e rifiuta la dimensione del dolore.  Le valutazioni " condivisibili" su atti così privati, sono simili agli attentati per condizionare un evento, sono un rito subdolo e delinquenziale, sotto mentite spoglie.

lunedì 27 febbraio 2017

Dilemmi non semplificabili.

Se, fra ventitre anni, Bossetti, il sudicione omicida di quella povera bambina, che puntava quando usciva dalla palestra, uscisse in semilibertà? Se quel minus habes che, appena incarcerato cercava di flirtare con un'altra detenuta intravista, dando dimostrazione del movente sordido, ma imamturo dal quale era dominato e che non conosceva scrupoli, il suo istinto ad un appagamento primordiale e, come tale, violento, come si estrinseca nell'anarchia bellica, nel vuoto della relegazione "cambiasse" o fosse reso innocuo o ritenuto tale e potesse riassaporare almeno il sentore della normalità, mentre di quella poverella rimarrebbero solo le ossa, che cosa direbbero i parenti, i testimoni sopravvissuti di quel fatto? Che si dice di Alberto Stasi che tra soli sedici anni sarà di nuovo libero? Lui è comunque un borghese, come lo sono Raffaele Sollecito e Amanda Knox, sicuri, quanto assolti, omidici della coetanea studentessa inglese dell'Università di Perugia. Nulla, mi pare. E' dunque l'estrazione sociale a determinare il giudizio e, ancor più, l'imperituro rancore? Se, d'altra parte, questa sensibilità giuridica e civile fosse, nell'empirica banalità dei fatti e degli interpreti, astrusa, avulsa dalla realtà ed infondata e se queste persone fossero troppo incistate di cattiveria, alimentata dall'ignoranza o dall'insensibilità, per essere trattati secondo canoni di una civiltà astratta, per loro irraggiungibile? Se i ricchi e viziati rampolli di una borghesia benestante, liberi per questo da qualsiasi remora morale, al di là del bene  e del male, nel cui ambiente il riflesso condizionato di farsi sostituire,  con speciosi tentativi di coinvolgere rappresentanti di categorie inferiori, come l'impiegato riesumato dalla famiglia Stasi - dalla madre in particolare - possono farsi strafottentemente beffe delle più elementari norme di giustizia, beh, allora, tutto l'impianto giuridico sarebbe pretestuoso e l'unica garanzia alla quale è preposto sarebbe il mantenimento di questo o di quello statu quo, nel nostro caso la gerarchia della responsabilità all'incontrario. Se però i primitivi assassini fossero irrimediabilmente tarati, che senso avrebbe riconoscergli una resipiscenza, mentre altri, nelle medesime condizioni si preparano a ripetere un rito che è vecchio quanto l'uomo, se non meritassero pietà, allora perché non ucciderli? Libererebebro il piccolo mondo che li ha subiti e che li conosce dal timore di poter essere ancora in loro balia, mentre è potenzialmente in balia di anonimi soggetti , innocui per gli uni, letali per altri, che vivono e si muovono intorno a noi. Sono come una malattia subdola, un evento non preventivato, perché sconvolgente, che, con indifferenza alle nostre aspirazioni, alla nostra fatica, ai nostri progetti, li manda in fumo. C'è una cura? Vale la pena curarla?

Gli elementi incongrui.

Il più giovane, anzi il meno anziano dei fratelli Savi, può uscire dal carcere, recarsi in una comunità protetta per ritornare nel suo antro alle venti e trascorrervi la notte. I parenti delle sue vittime hanno avuto giustificate parole dure, i rappresentanti delle istituzioni parole di circostanza a cui ha fatto eccezione il Procuratore Giovannini del Tribunale di Bologna, pubblico accusatore al processo, che ha ventilato la possibilità di rendere irredimibili alcuni reati. Legittima e giustificata anche quest'ultima posizione. Il "giovane" Savi, almeno, ha scontato ventire anni di segregazione: quanti delitti che hanno segnato persone e famiglie sono rimasti ignoti e impuniti? Chi ha scontato la "loro" pena rimanendo menomato nello spirito e nella volontà?  Non entro nel merito, né giuridico, né morale della decisione e dell'evento, non posso farlo e, istintivamente, sono anzi intimorito, non so se razionalmente, dal girovagare, sia pur controllato a distanza, di una fiera affrancata per caso o per errore, dalla sua gabbia, ma nello stesso tempo, la mia natura ingenua  coglie qualche possibilità  umanamente sostenibile; ma solo perché ha pagato ed alla contabilità della pena credo poco. E' indispensabile che la pena ci sia. Anche la sua vita, per contrappasso, è comunque segnata ed in questo si esplica la vendetta sociale, tanto parziale, in genere,  nel suo riconoscimento e nella sua applicazione. Da un "inferno" carcerario, nel quale si esercitano normalmente - con qualche eccezione e il carcere padovano dove è rinchiuso farà forse eccezione -  brutalità ed omissioni, passa, dopo un lungo periodo di "normalizzazione" al purgatorio diurno della comunità protetta. Pensare che un "pentimento" durato diciassette anni - quanti ne sono intercorsi dalla sua osservazione - sia stato solo dettato dal desiderio di uscire ( per lo meno dopo il suo inizio ), durante tutto il percorso, che redime in funzione della tortura senza esito, foss'anche la morte, di chi la sconta, ancora vivo e biologicamente, neurofisiologicamente coinvolto come prima, ma in un recinto che ne modifica le possibilità di estrinsecazione, che,con il vuoto, sollecita un riempitivo, un sostitutivo, una catarsi, all'inizio forse strumentale, col tempo "ingiudicabile", invalutabile. Giustamente - lo penso anch'io - chi ha visto uccidere fisicamente i suoi figli - altri non conoscono le cause del loro digradare, altri ancora non sanno e talvolta non possono o vogliono affrofondirne le cause - pone come ristoro parziale alle sue angosce, la "scomparsa" degli aguzzini ed assassini, eppur viventi e, dalla giovinezza ai confini dell'anzianità, suscettibili ancora di cambiamenti, non dissimili da quelli che avvengono nella fisiologia dei "liberi". Avviene, se avviene, in un altro contesto. Fanno ancora paura, per questo devono stare reclusi, per questo vengono a loro volta uccisi. Anche gli altri fratelli Savi hanno presentato domande per la semilibertà, ma sono state rigettate: anche quest'ultima è stata contrastata. Cambiamo la legge, a prescindere, oppure secondo l'entità del "peccato", come avviene nell'organizzazione penitenziera della Chiesa cattolica, che recentemente è stata accordata non a "vescovi", ma a semplici officianti sacerdotali. Si ripropone la dicotomia fra "giustizia" e misericordia, fra la legge del taglione ed "i delitti e le pene" dell'illuminismo, nel nostro caso lombardo.  Perché, altrimenti, non menomarli, lasciarli in questo stato e, alla fine, ma solo allora, eliminarli fisicamente? I Savi, almeno i più grandi, erano poliziotti, se non sbaglio ed avevano sposato, sotto mentite spoglie, la causa del crimine e dell'arricchimento, forse neppur pensando di potersela cavare per sempre, ma scegliendo, secondo un'ideologia molto diffusa in certi ambienti, di vivere un giorno da leoni, colpendo ignari impiegati, commessi e clienti, passanti occasionali ed invalidandone altri, come si fa, senza pagarne il fio, nelle guerre; tendendo un agguato ai giovani carabinieri che stavano per  intercettarli, spegnendone le esistenze.  E' possibile che tutti, ora, almeno tutti quelli che hanno opinioni "persecutorie", alzino la voce? E' possibile che vi siano voci dissonanti che preferiscano tacere per non essere investite dall' "ira bona" dei ben pensanti, ma anche dei conformisti pubblici? Escludo, fra costoro, i parenti, gli amici ed il Procuratore Giovannini. C'è anche da chiedersi che cosa penserà, in cuor suo, il cinquantaduenne Savi quando, alle otto antimeridiane, esce di prigione, si confonde con i frequentatori per lavoro dei mezzi pubblici, raggiunge la sua casa protetta e vi soggiorna, fino al tragitto contrario, nel buio della notte incipiente, almeno in questa stagione - fino al rientro, alle venti, nel carcere-dormitorio. Il suo "sentimento" è per forza limitato alla deroga osservativa e ridottamente partecipativa, sempre al chiuso, non gli consente di vagheggiare un recupero, in termini casomai emendati, di una vita normale. Potrà sentirsi affrancato, di nuovo libero e immemore delle cause che lo hanno portato in questa condizione? "Mors omnia solvit", la vita, finchè si protrae  non è semplificabile, rimane intrisa di ogni contraddizione, anche se il dolore straziante ed insopportabile  non sarà rimosso e resterebbe tale anche se un assassino, come tanti altri che usufruiscono degli stessi benefici, non uscisse mai più dalle sue segrete.

sabato 25 febbraio 2017

La terapia dell'anima.

Quando il cervello divaga ed è occupato, in ogni momento, da influssi non attinenti ad uno scopo pratico e contingente , si vive inavvertitamente una nevrosi, suscettiblie di trasformarsi in depressione. La ragione "magica" per la quale, fin dai tempi più antichi, si attribuisce il colore azzurro ai maschi e quello rosa alle femmine, consiste nella convinzione, di qualche cultura d'esportazione, attribuente significati ai colori, che l'azzurro proteggesse dalle interferenze degli spiriti e che gli uomini in fieri ne fossero più soggetti. Vien fatto di dubitarne: con espressioni molto diverse l'impazzimento domina gli umani e  le umane, in forme incompatibili e competitive, dopo periodiche "lune di miele" od una sola, allorquando, nella migliore delle ipotesi, i coniugi diventano, invecchiando, dei buoni amici, ma non di rado delle persone arricciate in se stesse e che non si sopportano, unite solo da una socialità interindividuale, perché economica. Ho riletto da poco "Un amore" di Dino Buzzati e sto rileggendo "Il male oscuro" di Giuseppe Berto, due ottime narrazioni della nevrosi "dall'interno", in un infernale continuum di associazioni d'idee, se così si possono chiamare, di condizionamenti o assenza di qualsiasi riferimento ai costumi sociali, all'emersione-sommersione di contrasti inconsci con figure affettive, di status o parentali, in un caleidoscopio di sovrapposizioni, rimozioni, superamenti in via di fatto o semplice ignoranza, scalzata da riesumazioni improvvise ed inaspettate. Non è forse solo questo, ma il nevrotico è certamente anche questo; il suo morbo sacro, la sua infermità, del tutto analoga a qualsiasi altro organo non pensante, ma influente organicamente sul cervello, espressa inappropriatamente con delle parole dall'etimologia diversa, omologate in traduzione secondo archetipi riconoscibili, colonialisti, che ne alterano e ne nascondono la genesi profonda, da dove riemergono le sensazioni e le induzioni inconsce, per questo misconosciute, che producono  una sofferenza inafferrabile - per i profani - e interminabile.
La terapia psichiatrica e psicanalitica ( a quella psicologica credo poco: è interessante solo come oggetto di studi accessibile ) è, dovunque, strettamente privata. Esistono, è vero, dei presidi territoriali di salute pubblica, è vero che forniscono farmaci ai pazienti indigenti, ma è altrettanto vero che queste casematte terapeutiche sono praticate da medici frettolosi, per i quali il presidio è uno dei tanti impegni a pagamento, di norma una volta alla settimana, che non approfondiscono, se non attraverso i sintomi, la cause del disagio dell'anima, Psiché.  Infatti, la psicanalisi richiede una cultura adeguata,a  cui si associa, anche se non sempre, un reddito adeguato. Se c'è solo il reddito, la "pazzia impazza". Il tema de "Il male oscuro" è strettamente autobiografico ed è un excursus apparentemente disordinato, ma condotto da un filo (psico)logico, di una logica cioè strettamente intrinseca, ai luoghi oscuri, ma non per questo paurosi, dell'inconscio. Interiormente, le convenzioni significanti della nostra vita, i sensi di colpa o di infervoramento, d'inferiorità e di superiorità, d'indifferenza e di autosegregazione, vengono messi in crisi da libere e caotiche alla coscienza interazioni intervenienti ed inaspettate, di un'indagine senza esito, senza obiettivo, sull'essenza vissuta o non vissuta, sognata o vagheggiata, negata e contraddetta, in una aspirazione a liberarci dei condizionamenti stretti e arbitrari , a cominciare da quelli della propria famiglia d'origine, dalle figure parentali, per poi trapassare a quelle amicali, sociali, della nostra costituta famiglia e dell'interazione discosta e competitiva fra famiglie, accompagnati cioè dal tarlo di un'identità soffocata e messa in crisi dal disagio della civiltà.  Fra l'altro, una civiltà accessibile a tutti, o meglio da tutti adottabile: una civiltà insoddisfacente.   
    

venerdì 24 febbraio 2017

"Beato" chi ci crede.

Il presidente proprietario sella Roma A.C., l'italo americano Pallotta, ha dichiarato che senza uno stadio di proprietà, venderà tutti i giocatori migliori. Dev'essere per questo che l'italo candese Saputo non si perita neppure di acquistarli e punti tutto su di una speculazione immobiliare e possibilmente di servizi.
Il modello industriale applicato allo spettacolo calcistico ha prodotto un impoverimento tecnico del nostro campionato e ha relegato le società minori ad una mediocrità declinante. I progetti contrabbandati sono identici a quelli di tutte le altre aziende private, nelle quali si chiede molto in cambio del minimo sindacale e, talvolta, neppure di quello. In realtà, l'obiettivo è solo quello dell'imprenditore di ottimizzare i suoi profitti, mettendo alla stanga tutto il personale di base e chiedendo ai sostenitori di seguire la squadra a prescindere. Venuto meno il parterre di visibiltà, da spendere in politica o da collegare ad altri affari, ecco che, per ottenere una visibilità pari alla loro ricchezza, sbarcano nei grandi club i cinesi, gli avvocati americani si fanno mediatori per investimenti nel pallone nostrano e, con le buone uscite, si comprano anche squadrette da sfruttare mediaticamente in uno scenario delizioso.  Ma i giocatori più importanti non sposano il progetto interminabile dei presidenti-imprenditori, vogliono tanti doldi, maledetti e subito, per una carriera che li ha sottratti per caso ad un avvenire da operai o da disoccupati, se non peggio e che non durerà a lungo. Tutte le altre sono "palle", che solo chi detiene, a qualsiasi titolo, tanti denari, può avvertire, scoprire e fuggire. 

La morale censitaria.

Il bando della Regione Lazio, volto a compensare, in termini pericolosamente ghettizzatori per loro, i ginecologi che non si rifiutano, nelle strutture pubbliche, di praticare aborti a richiesta delle gestanti, è già oggetto di polemiche sanfediste e radicali.
La legge 194 ne dispone l'attuabilità, ma i medici che non vogliono essere relegati solo in sala operatoria, hanno opposto una percentuale spropositata di obiettori per carriera.
Solo in poche regioni, fra queste l'Emilia Romagna, la legge è applicata e, proprio per questo, si sono incrementate le veglie di preghiera all'esterno del reparto di ostetricia del Sant'Orsola.
Il problema viene spostato, quindi, dalla conformità, senza penali, alla legge, di nuovo ai principi e alle dottrine, con sceneggiate pubbliche ed invasioni periodiche di corridoi e di reparti.
Codesti contestatori, che violano, se non altro, la privacy  delle gestanti e del personale, non sono mai citati dalla stampa, né mai equiparati agli "autonomi" che attentano alle sacre icone della destra.
In termini civilistici, la facoltà di abortire è prevista, ma non sempre garantita; il dettato della norma è sotto attacco sitematico, per cercare di svuotarlo dall'interno.
Le ritorsioni di fatto contro i medici non obiettori, condotte fra le quinte colonne da Comunione e liberazione, rappresentano una delle tante forme di mobbing disincentivante e nessuno venga a sostenere che si tratta dell'adesione e difesa di principi indefettibili: si tratta solo di una guerriglia politica.
Le cliniche di proprietà della Chiesa cattolica, assumono solo ginecologi obiettori e si sa che le lobby rappresentano per chi le detiene ed organizza e per chi desidera ingrassarvi all'interno, dei fortilizi che si pongono al di fuori della legalità in via di fatto o di..tentativo, assoldando allo scopo schiere di avvocati altrimenti disoccupati.Che in italia una qualsiasi struttura possa applicare dei criteri difformi rispetto a quelli generali è indicativo delle lotte fra fazioni che si svolgono all'interno di un'istituzionalità di facciata: non spetta ai medici, né agli infermieri determinare se svolgere parzialmente il loro compito e creare dei ghetti per chi vi si applica, insinuando una discriminante morale laddove deve vigere solo il primato della legge.
La legge 194 è stata amanata esclusivamente a beneficio delle donne povere, perché le altre non ne hanno mai avuto bisogno: nessuna madama ha mai presentato il suo aborto come tale e, tanto meno, lo ha mai esplicitamente richiesto, si è valsa semplicemente di conoscenze ed amicizie nell'ambiente medico ed ha refertato la sua  ( o delle figlie ) interruzione di gravidanza con asportazioni di polipi et similia. Lo stesso avviene, nelle strutture pubbliche, a proposito della chirurgia estetica, spacciata per interventi specifici a seconda delle parti anatomiche interessate e qualche donna - soprattutto immigrate - che non è in grado di pagarsi le prestazioni mediche specialistiche, paga in natura presso gli ambulatori privati. Capita agli informatori farmaceutici e ad altri professionisti, quali gli assicuratori, di dover aspettare in anticamera che medico e paziente si siano estrinsecati. Mi sembra normale, al di là di qualsiasi valutazione soggettiva di merito, che un ente pubblico si proponga di assicurare un servizio previsto e mi sembrano giuridicamente impropri i giudizi generalisti, per il pubblico, di associazioni etiche e religiose, delinquenziale il lavoro sotterraneo per far naufragare i provvedimenti.
Quando lo stesso ministro della sanità, artefice della campagna di fecondazione orizzontale delle italiane, si schiera contro il bando della Regione Lazio, tradisce l'impronta marcatamente di destra ( il ministro è di destra, nell'ambito delle ampie intese spartitorie, nelle quali si mette il cappello su ogni materia di competenza ) del boicottaggio delle leggi invise. Secondo il poeta Guido ceronetti, i ricchi odiano i poveri e, conseguentemente, non si curano, anzi ne paventano un miglioramento, delle condizioni di sottosviluppo dei nascituri. C'è la Chiesa pronta ad arruolarli ed a "scomunicare" i renitenti alle sue cure.    

giovedì 23 febbraio 2017

Il sentore del "trapasso".

La reiterazione dei modelli economici, ma anche culturali e sociali, celati - ma neanche troppo, per chi abbia conoscenza o semplicemente memoria storica recente - si affastella, nella coscienza individuale e di gruppo, di generazione in generazione. Le subentranti, quando escono dall'adolescenza e approdano al mondo delle professioni - molti altri non conoscono un percorso formativo e sono subito impiegati, in termini subalterni, secondo criteri e modalità che vanno dalla stabilità e, quindi, dalla mediocrità  assodata al frullatore della chiamata occasionale e periodica delle agenzie private di collocamento che hanno sostituito una percentuale sui guadagni dei collocati, alla raccomandazione ambientale, che non è tramontata, per chi ne può beneficiare. I beneficiari di quest'ultima non conosceranno mansioni disfunzionali al guadagno e agli inquadramenti regolamentari o di fatto. Gli strumenti del medesimo copione variano e, con essi, gli interpreti, tecnologicamente aggiornati o massivamente assoldati per compiere esecutivamente i corollari applicativi. Per influenza fattuale e rapido uniformarsi delle metodiche di guadagno, tecnici, professionisti e maestranze ne assumono, con maggiore, minore o nulla conoscenza, i contenuti, esaltandone le "novità", i "nuovi" prospetti, l'ulteriore evoluzione dopo l'invenzione della ruota. Ne consegue che, per energia crescente e numero esorbitante, in attesa o ad inizio d'investitura lavorativa, le "scoperte" incentivate dai finanziamenti mirati, diventano patrimonio acritico delle forze post adolescenziali che si adattano, per adesione ideologica, a puntarvi per generiche ambizioni di guadagno e di riconoscimento. Così si consuma l'apparente trapasso e  si officia, con assertività pari all'ignoranza, il superamento di concezioni figlie dello stampo economico e, conseguentemente, di costume, delle generazioni, apicali e di base,  destinate all'oblio. Quelle subentranti iniziano a percorre lo stesso cammino, per il medesimo esito, transitando per molteplici, iterativi obiettivi.

Fate il vostro gioco, o almeno provateci.

Le categorie professionali vengono dissolte da un'ondata di servizi offerti da entità sovranazionali che, sui territori d'investimento, reclutano solo il personale generico. Si comincerà presto a farlo anche per il personale professionale.
L'uno e l'altro sono organizzati in associazioni di mestiere o in albi appositi, sulla cui garanzia riposava l'immutabilità dell'offerta ed il pretesto acquisito di una professioanlità mitologica.
Prevale, a tutto tondo, il capitalista, l'unico soggetto a cui viene fornita l'opportunità di subappaltare il lavoro strumentale al profitto.
Mi ha fatto specie constatare come un'agenzia di lavoro a chiamata, riuscisse a coagulare a bilancio cifre ingenti, sullo scarto retributivo fra il lavoratore e chi glielo ha procurato. Una taglia sull'impiego, come vige in alcune comunità extraeuropee, sui diversi territori dell'Unione.
Il lavoro, sostanzialmente inventato, di chi non possiede né arte, né parte, ribolle e schiuma evaporando. Si torna ad un'offerta senza vincoli e ad una domanda senza garanzie. Se l'impianto speculativo prevede una riduzione dei costi d'esercizio, la sua lesina provoca una disoccupazione di massa e un reimpiego occasionale, fino a che è richiesto. Un calo e tutti in vacanza..nei paraggi per poter essere richiamati al primo sintomo contrario. Si cominciò con i contratti atipici che, nel loro moltiplicarsi, preconizzavano il superamento dei contratti di categoria e delle categorie lavoratrici medesime. La stessa sinistra, di cui residuano, nelle more dell'incomprensibile vita del P.D., tracce residuali, ha avallato e si è resa interprete dell'innovazione capitalistica, fino all'emarginazione nelle formazioni della pseudo sinistra di governo- fu l'attuale scissionista Bersani a liberalizzare tutte le concessioni commerciali, fino a prendere atto, con meraviglia, che nell'ultimo quarto di secolo, le disparità economiche e sociali sono diventate abnormi, isolando nell'indigenza milioni di persone. Vien da chiedersi a chi vengano riservati i consumi, o meglio a che tipo di specializzazione consumistica vengano veicolati gli utenti falsamente omologati.

Il crollo monumentale dei redditi da lavori in via di superamento, anche quello dei chirurghi in sala operatoria, ormai sostituiti da precisissimi robot, esclude che un reddito non più prodotto possa essere impiegato in acquisti. Nel contempo, il prezzo di qualsiasi bene fondamentale, non più calmierato dal sostegno keynesiano dello Stato, è schizzato alle stelle ed anche la salute è stata aziendalizzata, con prospettive liquidatorie degli esuberi, senza esodi onerosi. Nei cimiteri, all'inumazione nei sacrari di famiglia, acquistabili anche tramite un mutuo, o nei loculi secolari, si è affiancata l'economica cremazione con dispersione delle ceneri, anche nei giardinetti antistanti le necropoli, oltre che nel vento o nelle acque.
Pagando un piccolo aggio, si può conservare una piccola urna funeraria in casa, graziosa anche come soprammobile. Solo le auto devono essere ecologiche e quindi cambiate spesso; vengono ormai prodotte per scadenza, come le lavatrici, i televisori, ecc., ma non come i pochi strumenti di origine incontaminata e di qualità certificata che costano, senza esagerare, sei volte di più dei prodotti con scadenza incorporata. I pezzi per le riparazioni degli elettrodomestici  sono spesso, a lungo introvabili e, per procurarli, con comodo, vengono richieste cospicue caparre, mentre il cliente attende "sine die".
Il lavoro, in questo contesto, è diventato un onere improprio e la società economica tende a prescinderne sempre di più, remunerandone le espressioni residue sempre meno. Il bandolo della matassa non è più nelle mani di nessuno e tutti cercano di intercettarne i filamenti, la cui dispersione va di pari passo con quella del lavoro salariato. Per il privato piccino, picciò, l'indebitamento, anche e soprattutto morale, è la condizione della sua stentata sopravvivenza, il senso della sua dipendenza ed inferiorità. Intanto, i riti sociali restano immutati, l'apparenza e la felicità per tappe significative, si sovrappongono alla realtà, sono un'occasione di festa, ma non significano più, per molti, successo prevedibile, affrancamento e prospettive più che mediocri. Esiste, per altro, un'alternativa non solo praticabile, ma anche concepibile? In un modello evolutivo ordinato, in una famiglia che si appresta a svuotarsi per dar luogo ad altri domestici e spesso vaghi progetti, altri percorsi non sono programmabili e, si sa, la programmazione è condizione di ripetitività o, al massimo, di lenti e ridotti miglioramenti. Il successo fuori dagli schemi è presentato da una pubblicità scenografica, cinematografica, pseudo-sportiva e inganna tutto un mondo popolare, povero di istruzione e di sostanze, ma giovanilmente ricco di energie e di illusioni immaginifiche. In fondo, gli usi e i costumi sono solo apparentemente distinti: in piazza Verdi, a Bologna, ad esempio, alla sera gli ubriachi la fanno da invasori, ma, durante il giorno, i tappi saltano allo stesso modo, le orde amicali e parentali gridano, brindano, sporcano la piazza e le strade adiacenti, in una prospettiva e simulazione di festa a prescindere, prima di lasciare il posto, all'imbrunire, ai reietti alcoolici. Più soli che falliti, o falliti perché soli, in una cornice borghese discriminatoria verso chi ha condotto la sua esistenza stentata fra i traumi della violenza, della confusione , dell'esclusione e che, per trovar pace, si è prima isolata e poi è degradata nella depressione, dalla quale conseguono tutti gli altri aspetti "disgustosi", anche per rimozione e paura? L'accattonaggio organizzato, i piccoli furti e le truffe grandi e piccole, impazzano per una società cerimonialmente officiante, mentre in molte famiglie, le fortune sono declinate. Tra un po' un altro giro: ambiente per ambiente si ricercano, per identificazione, almeno d'origine,  nuove relazioni e nuovi coniùgi, ma con ruoli sperequati, a  conferma del modello gerachico  di una società di vincenti, pro tempore e di perdenti che, nella migliore delle ipotesi, si adattano, sperando di non ritornare nella condizione di inizio. Ma il troppo tempo, la vita davanti, possono inclinare in un senso o nell'altro. Una roulette ammantata di raziocinio o una coazione a ripetere?

martedì 21 febbraio 2017

Just in time. Panteismo disorganizzativo per percorsi individuali.

Oggi il Sindaco Raggi, a Roma, è sceso in strada a solidarizzare con i taxisti, contro l'ipotesi di concorrenza apportata da una multinazionale del noleggio auto, con tariffe molto minori e personale mutevole.
Come tutti i lavori non contendibili, anche quello dello chaffeur motorizzato aveva dato luogo al consolidarsi di pigrizie, speculazioni sui prezzi, soprattutto nei confronti dei turisti, al costituirsi di lobby neghittose. Più di una volta, a Roma, il taxista mi ha porto lo stradario della città perché individuassi io il tragitto e la meta, perché lui " aveva cominciato da pochi giorni".
Che esame aveva superato, chi gli aveva dato la licenza e perché? Alla stazione della Buffalotta, consigliatami per raggiungere via della Pisana, a parte qualche drogato - uomini e donne - accasciati sulle panchine, c'erano una quindicina di taxi fermi ai piedi di una breve scalinata, praticamente senza clienti. Alla mia richiesta, al primo della fila, mi veniva risposto: "ma proprio là devi andare? E' a casa del diavolo!" "Se non le dispiace.." "Ah'o, questo deve andare a via della Pisana" - declama il capintesta - borbottii e battute. Alza la mano un autista a metà della fila e su una carretta di cui non ricordo la marca, mi scarrozza fino alla meta - trenta chilometri dalla pur periferica stazione prescelta, raccontandomi della sua famiglia e delle sue difficoltà. Mi ricapitò quando a fare il sindaco c'era Walter Veltroni. Un giovane driver, felice perché l'estate si avvicinava e le donne si sarebbero scoperte, mi riempì il capo, lamentandosi contro il comunista innovatore che voleva liberalizzare le licenze, fino a portarmi sotto le sue asserite finestre, indicandomele. Devo ancora capire se l'abitazione si trovasse lungo il percorso o se avesse deviato apposta per mostrarmela. C'erano, a stazione Termini, alcuni taxisti abusivi: una volta ne presi uno, gli dissi che avevo fretta e me ne pentì subito dopo, perché inanellò un circuito da formula uno e non lo abbandonò fino all'arrivo. Il prezzo lo avevo concordato prima. Sempre a stazione Termini, in fondo ad una fila chilometrica, interpellai un taxista fuori turno che, seduto dentro la sua auto, con lo sportello aperto, leggeva un fumetto. "Mi porterebbe ..( io dò a tutti gli sconosciuti del lei ), "ma come se fa'?" "Guarda che robba!". Sbircia a destra ed a sinistra, poi mi fa un rapido cenno: "dai, salta su". Fila superata. La concorrenza privata o il lucro non soggetto a programmazione sono giunti anche a Bologna. A Milano ricordo un reduce molto anziano dalla guerra d'Etiopia che, d'inverno, con un maglione variopinto, chiamava i taxi a disciplinava i clienti, gridando con una voce ancora forte: "venite dal Negus- Ci pensa lui ad imbarcarvi". I taxi stavano al gioco e circuitavano imtorno al ferro di cavallo della monumentale stazione fascista. Una mancia e si faceva molto prima. Ora, stanno per sbarcare in tutta Italia i conducenti occasionali e riciclabili, scambiabili e non affidabili per i minori. di una multinazionale low cost di trasporti automobilistici privati che farà delle tariffe al ribasso il suo strumento per conquistare il mercato. Non si tratterà di una concorrenza alla pari, ma nei fatti, l'istituzionalizzazione decrescente del modello imprenditoriale fino ad ora riservato agli abusivi, le cui tariffe non erano popolari, ma consentivano di evitare attese infinite. Più che una concorrenza è un'invasione territoriale, una conquista del mercato ribassista. D'altra parte, se andate agli Uffizi di Firenze e non volete aspettare delle ore, senza esagerare, per accedere alle biglietterie. si manifesta il fenomeno contrario a quello descritto: con cinquanta euro ed in termini assolutamente legali si acquisice il diritto di entrare subito: cinquanta euro più il prezzo del biglietto, naturalmente. Negli ospedali "pubblici", il salto della fila si ottiene, sempre legalmente, pagando le prestazioni ed allungando le liste d'attesa dei non abbienti.  Con la multinazionale dei trasporti automobilistici, la licenza sarà superata, basterà il mandato conferito dalla holding, finché durerà, come per la guida delle diverse linee degli autobus, appaltate a società private, percorso per percorso. Se non ricordo male, penso che prendere un taxi a Roma, diventerà pericoloso.

Scissionisti con riserva.

La separazione nel P.D. avverrà, ma con la formula del calcolo e della speculazione. E' la cifra della politica. In fine, ad andarsene saranno solo gli ex comunisti, mentre all'interno della ormai omogeneizzata galassia neo democristiana, si stanno già formando le correnti d'interessi e si affinano gli strumenti dialettici di mistificazione adatti ad alimentarli.
Basta guardarli in faccia o nella loro corporeità: che il Governatore della Puglia, ex Sindaco di Bari ed ex magistrato, in ordine decrescente, non voglia appartarsi dalle cariche e dal potere, è manifesto fin dal suo aspetto. E' un grassone  sentenzioso che resta nel partito per cercare di assumerne la segreteria; per un'eventuale adesione al gruppo scissionista o per la formazione di un altro movimento c'è tempo..se la scalata allo scranno segretariale, sfruttando il declino di Renzie, dovesse fallire. Allora personaggi all'Emiliano potrebbero ritrovare le ragioni della separatezza dei principi. Se poi, eventualmente, venisse riaccolto, i cenacolari separatisti dimostrerebbero di essere della stessa risma e di avere, a loro volta, cercato solo un rifugio da parlamentari impenitenti. Il governatore pugliese è il classico gattopardo meridionale:sta in una pseudo sinistra in quanto pubblico funzionario di un partito omnibus che si ritaglia un margine di manovra, al riparo della confusione delle folle; la situazione e l'ambiente più opportuni per agire. Resta solo per candidarsi alla guida del partito che aspira ad essere pigliatutto.  Così incedendo, sarà Renzie a fondare una sua corrente o un suo partito, in una logica proporzionalista che, se incline alla natura frammentaria della fazioni italiane, sta già mostrando il suo riemergente afflato clientelare; ma non è la formula a sanare l'antropologica disonestà nazionale. Si torna all'antico perché il nuovo si è rivelato non solo un fallimento, ma anche una fucina di autoritarismi. E' il massimo della democrazia intossicata che ci possiamo realisticamente permettere. 

Ciò che non appare e che, quando appare, non si può più raccontare.

Ogni giorno, in ogni circostanza ordinaria, il senso di sicurezza prevale sulla vigilanza, sulla prudenza e la prontezza nel reagire. Si rischia l'insopportazione, il giudizio più scontato e più convenzionale, quello cioè sul quale tutti i superficiali ed stranei, appartenenti ad un ambiente concordano.
Quando si deve constatare il danno subito, il tradimento, non tanto della fiducia, quanto della proiezione della propria onestà - sia detto senza presunzione - su coloro che ci circondano, fra i quali molti coltivano sentimenti di estraneità, pulsioni negative, avidità, talvolta autogiustificata con il bisogno, se ne constata la teatralità, che permane anche a posteriori, deridendo sotto i baffi gli umiliati. Queste persone sono irriconoscibili e sono soggette a trasformarsi, al ricorrere, in sincrono, di situazioni adatte all'esplicazione di una malignità mascherata dalle convenzioni e dai luoghi comuni. Il furto, l'appropriazione indebita, la violenza, la speculazione sono stati reali, dei quali ci si rende conto solo quanndo ci colpiscono e ci colpiscono quando siamo deboli, distratti da altre incombenze, certamente più significative ed importanti: di queste approfittano gli estranei di contorno. Il nostro prossimo. In questo senso, fiduciariamente e fiduciosamente, i principi morali sono fuorvianti, comuni solo nell'ostentazione. Anche l'accoglienza, la filantropia, la pietà sono abbassamenti delle difese, già troppo spesso labili  contro la prepotenza e l'arroganza, che possono esercitarsi sui malcapitati fuori contesto.  A loro resta solo l'impotente amarezza della vittima ghermita dal predatore, ultimo dolore prima della fine.

domenica 19 febbraio 2017

La mascheratura della festa.

Lo splendido scenario bizantino che ha ospitato le maschere veneziane, salvo quelle impegnate nelle feste private, ha restituito il senso angosciante della festa sadica, immolatoria. Lo aveva ben rappresentato Stanley Kubric nel suo ultimo film e di maschere è intrisa la storia dei vizi e della diplomazia rinascimentale.
A dire il vero, se alle maschere preziose si alternano le sembianze reali dei partecipanti, viene spontaneo raccomandare le maschere, però, le medesime, servono proprio a nascondere l'anima nera di ciascuno di noi, a celare la mediocrità, a colpire e tramare a man salva, a non riconoscersi ed imbarazzarsi nelle orge iniziatiche.
Sono mascherati gli officianti dei riti satanici, sono mascherati fino al disvelamento finale, i massoni, quando accolgono un nuovo adepto in una delle tante camere tecniche.
All'apparenza convenzionale deve affiancarsi un potere non manifesto, che le persone comuni non capirebbero e che, proprio per questo, sono destinate a rimanere tali.
Il satanismo, i baccanali pagani erano invece uno sfogo proletario e, insieme, un "embrassons nous" delle latebre ormonali ed alcoliche dell'ignoranza. In queste occasioni, la maschera era il transfert, il ghigno, l'ubriachezza, il sesso in uno spiazzo cerimoniale, a cui si è sostituita la "dark room" dei club privée attuali, nei quali gli accoppiamenti casuali avvengono al buio.
Nella maschera veneziana rivivono e si celano tutte le ambiguità della politica, del potere e della interiore natura della vita, il "daimonion ti" di Platone, il demoniaco, trasformato filosoficamente, del cattolicesimo, non tanto di quello maturo, quanto di quello originario, protrattosi per cinque secoli.
La mascheratura ricca ed elegante, angoscia eppure attira irresistibilmente; per taluni rappresenterà il viottolo d'ingresso nel mondo comodo, a cui sacrificare, in segreto, dignità e personalità, per tanti altri costituirà solo la strumentalizzazione della loro vita e lo spreco delle loro intime risorse, volontariamente sacrificate, per un tentativo suicida.

Buon viaggio.

Si ricostituisce la sinistra parlamentare, dopo decenni di assenza di prospettive e di riferimenti, di cui tutto il mondo del lavoro ha patito l'anarchia e la prepotenza.
I socialisti si erano spostati spudoratamente a destra, i comunisti avevano perso la loro identità.
Nel frattempo, per contrastare il vento immaginario della finanza e l'illusione sfruttatrice della mescolanza superficiale di ruoli e mansioni, la carota degli obiettivi ininterrotti da raggiungere per conservare ricchezze e servaggio, la Russia si è putinizzata, è tornata allo zarismo delle oligarchie e, in varie parti del mondo, conati di radicalizzazioni, pagate dalle popolazioni a caro prezzo, hanno manifestato tutto il loro intrinseco rigetto del disordine che rendeva tutto indistinguibile. Il mondo si era diviso fra una pseudo sinistra di governo, di fatto un centro mediatorio e un oceano di astenuti, in attesa. Negli Stati Uniti, contro una candidata democratica, veniva eletto un coerente protezionista: basta tourbillon di carte, si torna alla produzione autoctona ed al commercio protetto. Sarà questa la contesa prossima ventura. Ecco che, finalmente, in Italia, dove operò, fin troppo prudentemente, il più grande ( percentualmente ) e più importante partito comunista occidentale, gli ex, invecchiati, individuano realisticamente la possibilità politica e non più solo tattica, di riportare la rappresentanza popolare sugli scanni parlamentari, per contendere ai grillini e ai leghisti ( in quest'ultima ipotesi credo poco: i leghisti sono democristiani ) la rappresentanza del disagio delle classi subalterne, da un quarto di secolo senza un partito a cui riferirsi. La scissione nel P.D, che è sempre stata nei fatti,  a cui mancavano solo le circostanze per essere attuata, apporterà, in termini concreti, ancora in embrione, tutto questo e separerà, in questo paese irrimediabilmente cattolico, i democristiani di Renzie da una sinistra vera e, per questo minoritaria, ma specificamente orientata. Sarà curioso constatare come si muoveranno - ovviamente non solo nel piccolissimo recinto nostrano - ma anche nel nostro, la Chiesa e i magmatici movimenti pseudo politici di questi ultimi decenni e a cosa si ridurrà la destra "sociale", in cerca di capri espiatori, alimentata da un generico rancore.  Se la macchina sarà inizialmente condotta dai vecchi autisti, la tradotta si trasformerà e arruolerà passegeri a piedi e "driver" più coinvolti. Si riparte, buon viaggio!   

sabato 18 febbraio 2017

Il messaggio nella bottiglia.

Due settimane di stop. Apparentemente è stata Google che, per difendrsi dall'attacco informatico al quale era stata sottoposta, ha scollegato tutte le posizioni che non poteva controllare direttamente, che non avessero, cioè, l'obbligo di transitare per i suoi percorsi informatici.
Poteva almeno avvisare, invece ha agito come i suoi aggressori. Ho dovuto, quindi, salvare i contenuti del blog precedente, che sono intatti e consultabili e creare un nuovo portale, sul quale continuerò a fare le mie riflessioni, a descrivere fatti un po' più personali della mia vita. Solo un po', perché alla privacy tengo molto e non è ancora il momento delle memorie che, se avrò tempo e agio di scriverle, saranno libere e liberatorie dalle convenzioni ambientali che, pur mai subite, non è ancora il momento di buttare alle ortiche. Per arrivare a Logosiatreus secondo, si dovrà procedere come in passato e passar oltre, in continuità.
Credo che dai miei precedenti scritti si intuisca che ho sempre cercato l'autonomia senza lo scontro convenzionale, inconsistente e potenzialmente paralizzante  dei sacri principi contrapposti per ceto, cultura, convenienza, conformismo, comodità, che sono semplicemente l'espressione di presunzioni di "status", trovato già confezionato, raggiunto e omaggiato, professionale e... via riempiendosi di superbia o di remore, di pretesti e di tecniche di recitazione, ma con un copione stantio, ripetitivo e vacuo.
Io ho intersecato molte di queste demenziali posizioni, mi sono trovato coinvolto in contraddittorie situazioni, ma ho sempre agito in funzione del loro superamento in via di fatto, interiormente fregandome degli pseudo-contenuti morali ( di costume )  inconsistenti quando non sono supportati da una buona od ottima base materiale, di cui sono, invece, in quest'ultimo caso,  la proiezione pubblica, omogeneizzante nella sua falsità.
Non so di che cosa parlerò: la cronaca politica è priva di pregnanza, quella sociale propone le invasioni barbariche e l'imbarbarimento del vecchio e nuovo proletariato nazionale, situato in quegli stessi quartieri nei quali vanno ad interpolarlo gli immigrati.
Il pensiero laico è rientrato nelle sue ridotte; ora dominano di nuovo le confessioni, tanto prossime le une alle altre, quanto discriminatorie e, per questa via paradossale e contraddittoria, identificatrici.
Sono cambiate, ma solo apparentemente, le "religioni del nostro tenpo", (r)accolte con ridanciana ignoranza da stupide reiterazioni delle mode di proposizione di se stessi, per tentare di accreditarsi come ciclici conformisti, pena l'esclusione dal branco, che, per motli sarebbe come perdere la bussola della loro inconsapevole esistenza, al cui livello riferirsi, scegliersi, lavorare in gruppo, fare il tifo allo stadio, imitare scriteriatamente i prototipi importati del successo, anche se alla fine del carnevale travestitorio, la realtà ben nota sotto pelle, continua ad essere rimossa e falsificata da atteggiamenti alla Fonzie.
Quanto avviene è già avvenuto in tanti secoli di cultura scritta, gli attori sono stati e saranno biologicamente riprodotti; con abiti aggiornati, si sono esibiti  e si esibiranno sullo stesso storico palcoscenico, che ora è invaso da alieni, fuori contesto, incongruenti ed inassimilabili.
A un ciclo biologico che si va estinguendo ne succedono degli altri, ma sempre più limitati numericamente, nel nostro dato contesto: per questi ridotti replicanti si aprono prospettive sempre più marcatamente specialistiche, corsi di studi e di (de)formazione sempre più organici, fin dalla scuola materna, ad excludendum tutti i molto più numerosi figli degli immigrati e di coloro che sono regrediti o che regrediranno per un abbattimento di reddito e la cessazione rapida delle guarentigie assistenziali. Per loro il respingimento, la conferma della loro minorità, comincerà fin dalle scuole elementari, dove è stato reintrodotta la facoltà di bocciare, per non inquinare il percorso virtuoso delle classi e sgravare, "coerentemente" , i maestri, gli educatori, dall'onere di portarsi dietro e di dover supportare, alunni e domani cittadini, "problematici".
Tutte le prestazioni orizzontali conosceranno un'ulteriore massificazione, sbrigatività ed indifferenza al misconosciuto stato d'animo individuale e accompagneranno la grande maggioranza delle persone durante il loro percorso di studi, di lavoro, di genitorialità, di senescenza e di malattia, prima che una legge sul fine vita non liberi la società in buona salute da codesti costosi "esuberi". Nel frattempo, un'osservazione esperta dei volti, delle espressioni e degli atteggiamenti, di un film muto a colori, sarà molto più illuminante, di mille parolaie analisi che riconducono sempre ad un esito predefinito.

venerdì 17 febbraio 2017

Nuova Edizione del Blog


Salve a tutti, questa è la nuova versione di Logosiatreus
Continuiamo il dialogo e la navigazione nella galassia, criticamente stimabile di blogger. 
Chi volesse consultare o rileggere le vecchie edizioni dei post potrà farlo continuando a connettersi al vecchio blog: http://logosiatreus.blogspot.it/

Chi si dovrebbe rieducare, i devianti ufficiali o i loro "precettori".?

Il ragazzo arrestato oggi in una delle tante banlieu di Parigi, in questo senso, una Rio europea, è ora ricoverato in ospedale, da dove non ha lanciato proclami guerrieri, ma ha rivolto ai manifestanti dei quartieri marginali, scesi per le strade come i neri nel sud degli Stati Uniti, il suo desiderio di rivedere Parigi, nella sua veste pomposa ma anche nei quartieri simili a quello nel quale abita, non devastata ma come l'ha temporaneamente lasciata. Li ha invitati solo a pregare per lui.
Il giovane è stato arrestato da tre poliziotti che lo hanno menomato con manganellate, calci e pugni e poi l'hanno sodomizzato con i medesimi manganelli. Non è la prima volta che speculari comportamenti della polizia sono denunciati - nell'1% dei casi - a diverse latitudini, ma anche e soprattutto, a livello di pubblicità, nei cosidetti paesi evoluti, nei quali si aggirano ancora bruti, travisati con la calzamaglia o attraverso una divisa. Temo che questi episodi siano quotidiani e denunciano che alla violenza dei rifiuti materiali e morali della società, ne corrisponde un'altra ugualmente delinquenziale, attraverso la quale anche i poliziotti sfogano la loro frustrazione e i loro problemi personali, applicandovi e mettendo in luce le perversità che si nascondono dietro i pretesti, le apparenze e le pretese morali. Oltreutto, questi bruti sono stati messi "sotto inchiesta", sembra che non se ne possa fare a meno o, piuttosto, che viga all'interno dei corpi tutoriali, una solidarietà omertosa e mafiosa, che incoraggia l'anarchia del potere materiale, per così dire territoriale: proprio come quello esercitato dalla mafia. 
Il caso Cucchi è recente, ma quarant'anni fa Franca Rame fu violentata da personaggi mai scoperti, ma che si ritiene mandati e coperti dalla caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano. Attraverso un'appropriazione e una violenza sessuale si voleva punire e intimidire, possibilemnte annichilire, una voce ribelle, non conformista in un dei cronici momenti critici italiani. Franca rame portò la violenza subita sul palcoscenico. Una dottoressa mi diceva che, quando frequentava i corsi di Agraria, aveva dovuto assistere a qualche macellazione e che i bovari prima e i macellai dopo, terrorizzavano per senso di "superiorità" gli animali e, prima di una uccisione lenta e dolorosa, li ferivano e li azzoppavano per puro spirito di rivalsa per la loro vita di merda. La polizia, le forze dell'ordine, gli sbirri, si accaniscono soprattutto verso le persone inermi: le altre le temono, le evitano o ci si alleano, come fa anche qualche magistrato, finalmente perseguito. Penso che, anche in questa casistica giochi un 1%. Mi sono stancato di moraleggiare su questi indegni ( per la propaganda moralsitica )quanto endogeni contegni, o meglio, degni della maggior parte delle persone che, casomai per vigliaccheria, approvano e fanno il tifo per il sangue "risarcitorio" della loro sfiga, a cui altri, al riparo di un travisamento da carnevale, danno sfogo e rappresentano l'odio verso chi si è malamente, ingiustamente, irrazionalmente, ingenuamente rivoltato, mentre loro si sono rifugiati dietro il paravento del "contrasto", delle abitazioni in uso foresteria e negli approvigionamenti alimentari della fureria. Le maschere devono essere temute, proprio perché amate e ricercate: sono sempre servite per rendere irriconoscibili i più oscuri e putridi sentimenti interiori, a cui si è fatto talvolta assumere il sembiante della raffinatezza e della ricercatezza. Si sa che poliziotti e carabinieri impongono un pedaggio sessuale alle prostitute che esercitano per strada ed in casa, ovviamente non in tutti i casi e che, se denunciati, da donne che se ne valgono per le loro beghe e che si fanno informatrici sul campo per loro, vengono solo trasferiti dove ancora non li conoscono. Stessa prassi, "mutatis mutandis" applicata ai preti pedofili. Perché dunque meravigliarsi: i peggiori sadismi, mischiati fra di noi e che si sfogano solo su chi è fuori o è posto fuori dal recinto e che godono dell'approvazione implicita dei ben pensanti, sia di quelli privilegiati, sia di quelli pavidi, invidiosi e di "sostegno" della piccola borghesia, che da sempre assicura la tenuta di ogni sistema o regime di diseguaglianza, economica e civile. Il nerbo della nazione, come si diceva degli "agricolae" nell'antica Roma. In ogni società, questi "mediocri mezzani" rappresentano la frustrazione repressa di cui non sanno investirsi e che non vogliono indirizzare, alla stessa stregua dei "delinquenti che perseguono". Questo vale per ogni sovrastrutturale istituzione umana, così come sovrastruttuale e mistificatoria, scontata e traditrice è la loro morale. E così, credo che sarà.