sabato 18 febbraio 2017

Il messaggio nella bottiglia.

Due settimane di stop. Apparentemente è stata Google che, per difendrsi dall'attacco informatico al quale era stata sottoposta, ha scollegato tutte le posizioni che non poteva controllare direttamente, che non avessero, cioè, l'obbligo di transitare per i suoi percorsi informatici.
Poteva almeno avvisare, invece ha agito come i suoi aggressori. Ho dovuto, quindi, salvare i contenuti del blog precedente, che sono intatti e consultabili e creare un nuovo portale, sul quale continuerò a fare le mie riflessioni, a descrivere fatti un po' più personali della mia vita. Solo un po', perché alla privacy tengo molto e non è ancora il momento delle memorie che, se avrò tempo e agio di scriverle, saranno libere e liberatorie dalle convenzioni ambientali che, pur mai subite, non è ancora il momento di buttare alle ortiche. Per arrivare a Logosiatreus secondo, si dovrà procedere come in passato e passar oltre, in continuità.
Credo che dai miei precedenti scritti si intuisca che ho sempre cercato l'autonomia senza lo scontro convenzionale, inconsistente e potenzialmente paralizzante  dei sacri principi contrapposti per ceto, cultura, convenienza, conformismo, comodità, che sono semplicemente l'espressione di presunzioni di "status", trovato già confezionato, raggiunto e omaggiato, professionale e... via riempiendosi di superbia o di remore, di pretesti e di tecniche di recitazione, ma con un copione stantio, ripetitivo e vacuo.
Io ho intersecato molte di queste demenziali posizioni, mi sono trovato coinvolto in contraddittorie situazioni, ma ho sempre agito in funzione del loro superamento in via di fatto, interiormente fregandome degli pseudo-contenuti morali ( di costume )  inconsistenti quando non sono supportati da una buona od ottima base materiale, di cui sono, invece, in quest'ultimo caso,  la proiezione pubblica, omogeneizzante nella sua falsità.
Non so di che cosa parlerò: la cronaca politica è priva di pregnanza, quella sociale propone le invasioni barbariche e l'imbarbarimento del vecchio e nuovo proletariato nazionale, situato in quegli stessi quartieri nei quali vanno ad interpolarlo gli immigrati.
Il pensiero laico è rientrato nelle sue ridotte; ora dominano di nuovo le confessioni, tanto prossime le une alle altre, quanto discriminatorie e, per questa via paradossale e contraddittoria, identificatrici.
Sono cambiate, ma solo apparentemente, le "religioni del nostro tenpo", (r)accolte con ridanciana ignoranza da stupide reiterazioni delle mode di proposizione di se stessi, per tentare di accreditarsi come ciclici conformisti, pena l'esclusione dal branco, che, per motli sarebbe come perdere la bussola della loro inconsapevole esistenza, al cui livello riferirsi, scegliersi, lavorare in gruppo, fare il tifo allo stadio, imitare scriteriatamente i prototipi importati del successo, anche se alla fine del carnevale travestitorio, la realtà ben nota sotto pelle, continua ad essere rimossa e falsificata da atteggiamenti alla Fonzie.
Quanto avviene è già avvenuto in tanti secoli di cultura scritta, gli attori sono stati e saranno biologicamente riprodotti; con abiti aggiornati, si sono esibiti  e si esibiranno sullo stesso storico palcoscenico, che ora è invaso da alieni, fuori contesto, incongruenti ed inassimilabili.
A un ciclo biologico che si va estinguendo ne succedono degli altri, ma sempre più limitati numericamente, nel nostro dato contesto: per questi ridotti replicanti si aprono prospettive sempre più marcatamente specialistiche, corsi di studi e di (de)formazione sempre più organici, fin dalla scuola materna, ad excludendum tutti i molto più numerosi figli degli immigrati e di coloro che sono regrediti o che regrediranno per un abbattimento di reddito e la cessazione rapida delle guarentigie assistenziali. Per loro il respingimento, la conferma della loro minorità, comincerà fin dalle scuole elementari, dove è stato reintrodotta la facoltà di bocciare, per non inquinare il percorso virtuoso delle classi e sgravare, "coerentemente" , i maestri, gli educatori, dall'onere di portarsi dietro e di dover supportare, alunni e domani cittadini, "problematici".
Tutte le prestazioni orizzontali conosceranno un'ulteriore massificazione, sbrigatività ed indifferenza al misconosciuto stato d'animo individuale e accompagneranno la grande maggioranza delle persone durante il loro percorso di studi, di lavoro, di genitorialità, di senescenza e di malattia, prima che una legge sul fine vita non liberi la società in buona salute da codesti costosi "esuberi". Nel frattempo, un'osservazione esperta dei volti, delle espressioni e degli atteggiamenti, di un film muto a colori, sarà molto più illuminante, di mille parolaie analisi che riconducono sempre ad un esito predefinito.

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