giovedì 23 febbraio 2017

Fate il vostro gioco, o almeno provateci.

Le categorie professionali vengono dissolte da un'ondata di servizi offerti da entità sovranazionali che, sui territori d'investimento, reclutano solo il personale generico. Si comincerà presto a farlo anche per il personale professionale.
L'uno e l'altro sono organizzati in associazioni di mestiere o in albi appositi, sulla cui garanzia riposava l'immutabilità dell'offerta ed il pretesto acquisito di una professioanlità mitologica.
Prevale, a tutto tondo, il capitalista, l'unico soggetto a cui viene fornita l'opportunità di subappaltare il lavoro strumentale al profitto.
Mi ha fatto specie constatare come un'agenzia di lavoro a chiamata, riuscisse a coagulare a bilancio cifre ingenti, sullo scarto retributivo fra il lavoratore e chi glielo ha procurato. Una taglia sull'impiego, come vige in alcune comunità extraeuropee, sui diversi territori dell'Unione.
Il lavoro, sostanzialmente inventato, di chi non possiede né arte, né parte, ribolle e schiuma evaporando. Si torna ad un'offerta senza vincoli e ad una domanda senza garanzie. Se l'impianto speculativo prevede una riduzione dei costi d'esercizio, la sua lesina provoca una disoccupazione di massa e un reimpiego occasionale, fino a che è richiesto. Un calo e tutti in vacanza..nei paraggi per poter essere richiamati al primo sintomo contrario. Si cominciò con i contratti atipici che, nel loro moltiplicarsi, preconizzavano il superamento dei contratti di categoria e delle categorie lavoratrici medesime. La stessa sinistra, di cui residuano, nelle more dell'incomprensibile vita del P.D., tracce residuali, ha avallato e si è resa interprete dell'innovazione capitalistica, fino all'emarginazione nelle formazioni della pseudo sinistra di governo- fu l'attuale scissionista Bersani a liberalizzare tutte le concessioni commerciali, fino a prendere atto, con meraviglia, che nell'ultimo quarto di secolo, le disparità economiche e sociali sono diventate abnormi, isolando nell'indigenza milioni di persone. Vien da chiedersi a chi vengano riservati i consumi, o meglio a che tipo di specializzazione consumistica vengano veicolati gli utenti falsamente omologati.

Il crollo monumentale dei redditi da lavori in via di superamento, anche quello dei chirurghi in sala operatoria, ormai sostituiti da precisissimi robot, esclude che un reddito non più prodotto possa essere impiegato in acquisti. Nel contempo, il prezzo di qualsiasi bene fondamentale, non più calmierato dal sostegno keynesiano dello Stato, è schizzato alle stelle ed anche la salute è stata aziendalizzata, con prospettive liquidatorie degli esuberi, senza esodi onerosi. Nei cimiteri, all'inumazione nei sacrari di famiglia, acquistabili anche tramite un mutuo, o nei loculi secolari, si è affiancata l'economica cremazione con dispersione delle ceneri, anche nei giardinetti antistanti le necropoli, oltre che nel vento o nelle acque.
Pagando un piccolo aggio, si può conservare una piccola urna funeraria in casa, graziosa anche come soprammobile. Solo le auto devono essere ecologiche e quindi cambiate spesso; vengono ormai prodotte per scadenza, come le lavatrici, i televisori, ecc., ma non come i pochi strumenti di origine incontaminata e di qualità certificata che costano, senza esagerare, sei volte di più dei prodotti con scadenza incorporata. I pezzi per le riparazioni degli elettrodomestici  sono spesso, a lungo introvabili e, per procurarli, con comodo, vengono richieste cospicue caparre, mentre il cliente attende "sine die".
Il lavoro, in questo contesto, è diventato un onere improprio e la società economica tende a prescinderne sempre di più, remunerandone le espressioni residue sempre meno. Il bandolo della matassa non è più nelle mani di nessuno e tutti cercano di intercettarne i filamenti, la cui dispersione va di pari passo con quella del lavoro salariato. Per il privato piccino, picciò, l'indebitamento, anche e soprattutto morale, è la condizione della sua stentata sopravvivenza, il senso della sua dipendenza ed inferiorità. Intanto, i riti sociali restano immutati, l'apparenza e la felicità per tappe significative, si sovrappongono alla realtà, sono un'occasione di festa, ma non significano più, per molti, successo prevedibile, affrancamento e prospettive più che mediocri. Esiste, per altro, un'alternativa non solo praticabile, ma anche concepibile? In un modello evolutivo ordinato, in una famiglia che si appresta a svuotarsi per dar luogo ad altri domestici e spesso vaghi progetti, altri percorsi non sono programmabili e, si sa, la programmazione è condizione di ripetitività o, al massimo, di lenti e ridotti miglioramenti. Il successo fuori dagli schemi è presentato da una pubblicità scenografica, cinematografica, pseudo-sportiva e inganna tutto un mondo popolare, povero di istruzione e di sostanze, ma giovanilmente ricco di energie e di illusioni immaginifiche. In fondo, gli usi e i costumi sono solo apparentemente distinti: in piazza Verdi, a Bologna, ad esempio, alla sera gli ubriachi la fanno da invasori, ma, durante il giorno, i tappi saltano allo stesso modo, le orde amicali e parentali gridano, brindano, sporcano la piazza e le strade adiacenti, in una prospettiva e simulazione di festa a prescindere, prima di lasciare il posto, all'imbrunire, ai reietti alcoolici. Più soli che falliti, o falliti perché soli, in una cornice borghese discriminatoria verso chi ha condotto la sua esistenza stentata fra i traumi della violenza, della confusione , dell'esclusione e che, per trovar pace, si è prima isolata e poi è degradata nella depressione, dalla quale conseguono tutti gli altri aspetti "disgustosi", anche per rimozione e paura? L'accattonaggio organizzato, i piccoli furti e le truffe grandi e piccole, impazzano per una società cerimonialmente officiante, mentre in molte famiglie, le fortune sono declinate. Tra un po' un altro giro: ambiente per ambiente si ricercano, per identificazione, almeno d'origine,  nuove relazioni e nuovi coniùgi, ma con ruoli sperequati, a  conferma del modello gerachico  di una società di vincenti, pro tempore e di perdenti che, nella migliore delle ipotesi, si adattano, sperando di non ritornare nella condizione di inizio. Ma il troppo tempo, la vita davanti, possono inclinare in un senso o nell'altro. Una roulette ammantata di raziocinio o una coazione a ripetere?

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