Il ragazzo arrestato oggi in una delle tante banlieu di Parigi, in
questo senso, una Rio europea, è ora ricoverato in ospedale, da dove non
ha lanciato proclami guerrieri, ma ha rivolto ai manifestanti dei
quartieri marginali, scesi per le strade come i neri nel sud degli Stati
Uniti, il suo desiderio di rivedere Parigi, nella sua veste pomposa ma
anche nei quartieri simili a quello nel quale abita, non devastata ma
come l'ha temporaneamente lasciata. Li ha invitati solo a pregare per
lui.
Il giovane è stato arrestato da tre poliziotti che lo hanno
menomato con manganellate, calci e pugni e poi l'hanno sodomizzato con i
medesimi manganelli. Non è la prima volta che speculari comportamenti
della polizia sono denunciati - nell'1% dei casi - a diverse latitudini,
ma anche e soprattutto, a livello di pubblicità, nei cosidetti paesi
evoluti, nei quali si aggirano ancora bruti, travisati con la
calzamaglia o attraverso una divisa. Temo che questi episodi siano
quotidiani e denunciano che alla violenza dei rifiuti materiali e morali
della società, ne corrisponde un'altra ugualmente delinquenziale,
attraverso la quale anche i poliziotti sfogano la loro frustrazione e i
loro problemi personali, applicandovi e mettendo in luce le perversità
che si nascondono dietro i pretesti, le apparenze e le pretese morali.
Oltreutto, questi bruti sono stati messi "sotto inchiesta", sembra che
non se ne possa fare a meno o, piuttosto, che viga all'interno dei corpi
tutoriali, una solidarietà omertosa e mafiosa, che incoraggia
l'anarchia del potere materiale, per così dire territoriale: proprio
come quello esercitato dalla mafia.
Il caso Cucchi è recente, ma
quarant'anni fa Franca Rame fu violentata da personaggi mai scoperti, ma
che si ritiene mandati e coperti dalla caserma dei carabinieri di via
Moscova a Milano. Attraverso un'appropriazione e una violenza sessuale
si voleva punire e intimidire, possibilemnte annichilire, una voce
ribelle, non conformista in un dei cronici momenti critici italiani.
Franca rame portò la violenza subita sul palcoscenico. Una dottoressa mi
diceva che, quando frequentava i corsi di Agraria, aveva dovuto
assistere a qualche macellazione e che i bovari prima e i macellai dopo,
terrorizzavano per senso di "superiorità" gli animali e, prima di una
uccisione lenta e dolorosa, li ferivano e li azzoppavano per puro
spirito di rivalsa per la loro vita di merda. La polizia, le forze
dell'ordine, gli sbirri, si accaniscono soprattutto verso le persone
inermi: le altre le temono, le evitano o ci si alleano, come fa anche
qualche magistrato, finalmente perseguito. Penso che, anche in questa
casistica giochi un 1%. Mi sono stancato di moraleggiare su questi
indegni ( per la propaganda moralsitica )quanto endogeni contegni, o
meglio, degni della maggior parte delle persone che, casomai per
vigliaccheria, approvano e fanno il tifo per il sangue "risarcitorio"
della loro sfiga, a cui altri, al riparo di un travisamento da
carnevale, danno sfogo e rappresentano l'odio verso chi si è malamente,
ingiustamente, irrazionalmente, ingenuamente rivoltato, mentre loro si
sono rifugiati dietro il paravento del "contrasto", delle abitazioni in
uso foresteria e negli approvigionamenti alimentari della fureria. Le
maschere devono essere temute, proprio perché amate e ricercate: sono
sempre servite per rendere irriconoscibili i più oscuri e putridi
sentimenti interiori, a cui si è fatto talvolta assumere il sembiante
della raffinatezza e della ricercatezza. Si sa che poliziotti e
carabinieri impongono un pedaggio sessuale alle prostitute che
esercitano per strada ed in casa, ovviamente non in tutti i casi e che,
se denunciati, da donne che se ne valgono per le loro beghe e che si
fanno informatrici sul campo per loro, vengono solo trasferiti dove
ancora non li conoscono. Stessa prassi, "mutatis mutandis" applicata ai
preti pedofili. Perché dunque meravigliarsi: i peggiori sadismi,
mischiati fra di noi e che si sfogano solo su chi è fuori o è posto
fuori dal recinto e che godono dell'approvazione implicita dei ben
pensanti, sia di quelli privilegiati, sia di quelli pavidi, invidiosi e
di "sostegno" della piccola borghesia, che da sempre assicura la tenuta
di ogni sistema o regime di diseguaglianza, economica e civile. Il nerbo
della nazione, come si diceva degli "agricolae" nell'antica Roma. In
ogni società, questi "mediocri mezzani" rappresentano la frustrazione
repressa di cui non sanno investirsi e che non vogliono indirizzare,
alla stessa stregua dei "delinquenti che perseguono". Questo vale per
ogni sovrastrutturale istituzione umana, così come sovrastruttuale e
mistificatoria, scontata e traditrice è la loro morale. E così, credo
che sarà.
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