giovedì 7 settembre 2017

Stagionalità, concimi, ciclicità ripetitiva.

La mafia uccide solo d'estate, così Pif titolava un suo film.
D'estate le faide si consumano all'aria aperta e rovente, in zone dissestate in tutti i sensi, per associazionisti in una fase embrionale di un business progressivo.
Niente di diverso da quanto avviene nella realtà tutelata dalle istituzioni.
E' un'anarchia apparente, una competizione concorrenziale che elimina fisicamente gli avversari.
I primordi della società affluente.
Gli spiriti animali della bottega si sono esplicati quest'anno in provincia di Foggia: quindici morti nella guerra fra due clan, invasivi ed invasi nei loro orticelli, dai clan non omologhi. 
La mafia pugliese è sempre più all'opera, quella calabrese, che si dice ricchissima, spara internazionalmente ed emigra con i suoi capitali laddove può investirli e radicarsi, mantenendo intatto il suo costume ignorante e violento. 
La mafia siciliana, dopo aver trattato con lo Stato, aver sostituito per l'intervento pensionistico dello Stato medesimo i suoi capi anziani, sembra essere sparita dai radar. 
Forse ha superato la fase combattentistica, i carusi sono tornati indisturbati a rubare i motorini nelle strade e nelle piazze e sono di nuovo pronti all'arruolamento ed alla disciplina se le strategie dell'alta mafia, dovessero richiederlo. 
Forse la mafia siciliana è composta prevalentemente da professionisti, burocrati mediocri, politici in carica, membri importanti delle istituzioni in grado, per questo, di trattare con i vertici nazionali, in quella Roma nella quale si compensano gli interessi mafiosi in senso lato.
Anche l'imprenditoria commerciale mafiosa vi ha piantato le sue radici: Roma è diventata il centro di smistamento continentale della droga. 
I punti di irradiazione sono comuni locali di ritrovo.
La mafia, nei paesini e nei quartieri delle metropoli, infatti, si mimetizza.
Nei piccoli centri, dove tutti conoscono e rispettano la mafiosità di certi ambienti e di determinate famiglie, queste ultime abitano appartamenti in anonimi condomini ed hanno un tenore di vita pubblico, identico a quello dei diseredati concittadini.
Estrazione, ignoranza, frequentazioni, sono, a questo livello, plebee.
La società mafiosa riproduce esattamente la stratificazione sociale ufficiale e ormai la interseca non solo nella mentalità, ma anche negli interessi, che lo Stato, anch'esso in buona parte mafioso, sta abbandonando, dai quali va ritirandosi, lasciandone la gestione ai cuglini, discendenti delle coppole e delle lupare. 
Il terrorismo, ma solo nei centri turistici e nelle grandi città, non va in vacanza. All'improvviso, una macchina può accelerare e travolgerti, a caso o miratamente. E'quanto è successo a Parigi, all'uscita da una caserma di un drappello di soldati.
Ma il terrorismo, diversamente dalla mafia in evoluzione, ma ancora embrionale, colpisce sempre, estemporaneamente, con il bello ed il cattivo tempo. 
Non ha bisogno si strade asciutte, di obiettivi in canottiera e calzoni corti, impigriti dal caldo, non conta sull'omertà degli astanti, casomai sulla loro indifferenza e sulla confusione che generano. 
Dopo Parigi, tocca a Barcellona. 
Qui si vogliono colpire i turisti. 
Non si reagisce ai bombardamenti, ma allo sbarramento di Ceuta a tutto ciò che preme confuso, con i migranti.
La società liquida, per definizione priva di riferimenti, viene ibridata da nomadi che, invece, un'identità ce l'hanno: è un'identità religiosa e culturale coesa che, con le generazioni farà sentire il suo peso. Quasi tutta l'emigrazione è di prossimità mussulmana e araba o pakistana. Costoro hanno bisogno di molti discendenti per il sostentamento,appena possibile, delle loro famiglie, per le cure ai genitori anziani, agli anziani della loro etnia, in genere. 
Le famiglie italiane, della stessa fascia sociale, che non godono di nessun significativo contributo alla loro prolificità, che in altri paesi è ricca, ma subordinata ad un impiego utile per i giovani: l'istruzione o l'avviamento specializzato al lavoro, non assicurano neanche la loro riproduzione numerica. 
I loro frustrati ideali sono altri, possibilmente consumistici, la loro depressione sfocia nella violenza estiva, spesso omicida, che le contese domestiche provocano. 
Contese di substarto economico o di evasioni tardive. 
Oppure nella droga, che gli immigrati criminali vendono in competizione-collaborazione con la criminalità indigena.
La fine dell'equilibrio dei blocchi non ha portato solo la recente spropositata migrazione dei magrebini ( in prevalenza ); all'epoca dell'implosione dell'ex Unione sovietica comportò l'emigrazione di stuoli di prostitute, della cui ondata restano quasi soltanto le più povere nazionalmente: le rumene.
La popolazione autoctona, immiserita, fa le vacanze che può, il mercato al ribasso si estende a vista d'occhio, a causa della pianificazione familiare al ribasso.

Proprio per questo sono aumentati i costi, ma i ricavi si sono immiseriti per la contrazione della domanda. 
L'economia mangia i suoi clienti, fino a che, almeno in questa forma, sparirà. 
Eppure, per ripicca e insofferenza, non si rinucia a divorziare, per aggravare la situazione al coniuge che non è in grado di soddisfare, o di non soddisfare più, le vanità.
La gara, non più sostenibile verso l'esterno si sfoga entro i propri confini e si fa tragica, assurdamente tragica.
E, per assurdo, dimostra il teorema, i termini incongruenti del quale sono le vittime partecipi di un cupio dissolvi per mancanza di principi. 
Gli stessi inflitti, altrimenti, ma solo per rito sociale, nei periodi floridi, ai pochi liberi pensatori senza risorse, che gravitano nei loro paraggi. 

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