domenica 10 settembre 2017

Un viaggio culturale nel globalismo delle religioni. Terza parte.

Il viaggio nella terra teologica, dove il pensiero religioso ha sostituito quello filosofico ( sarà poi ibridato dai dottri della Chiesa cattolica, che recupereranno e adatteranno - maldestramente - il pensiero greco - di alcuni filosofi in particolare - ) è stato anche segnato simbolicamente, passo, passo, da memorie monumentali, ora per sopravvivenza e identità, ora per pretesa di dominio, passando per un'eresia giudaica che pretendeva di sovvertire la Legge ( a cui fanno riferimento anche gli ebrei moderni, per segnare la loro difesa nel mondo gentile ), ribaltarla nel senso dell'amore, aprirla al proselitismo.
Come sia andata nella prassi storica, sappiamo più o meno bene, ma, del resto, quel regno non è di questo mondo.
Proiezione, trascendenza, o abile sofismo?
Sul Mar Mediterraneo, il Mare nostrum e via verso i confini attuali, entro i quali, in un tempo biblico, vi fu crogiolo e volano  di congiunzione e di reazione fra commerci e ideologia, humus liquido di evoluzioni (?) storiche attuali, che non hanno cessato di combattersi, come quando conobbero una non accettata osmosi.
Stretto fra il Libano, la Siria, la Giordania e l'Egitto, a cui ha restituito il deserto del Sinai, fulmineamente conquistato durante la guerra dei sei giorni, Israele riproduce il ghetto della sua sottomissione, ma, tutelandosi e reagendo alla rinnovata ostilità degli arabi ( tutti i confinanti si coalizzarono per scacciarli e riappropriarsi di quel lembo di terra ) è diventata - non poteva essere altrimenti - armata, occidentalizzante, pronta, questa volta, a far valere la sua autonomia nei confronti dei totalitarismi religiosi e politici.
Una pretesa impolitica, in situ. Un cuneo altrettanto granitico.
Israele è una Stato laico, per il quale la religiosità è un fatto privato.
Resta l'identità storica degli ebrei, di un popolo che non vuole scomparire...come gli etruschi, lasciando solo le influenze, inavvertite, del suo passaggio.
Le sue lingue ufficiali sono l'ebraico e l'arabo e si trova già nel continente asiatico.
Fra la terra di Sion e la Giordania si trova il Mar Morto che, in realtà è un grande e salatissimo lago, lungo cinqunta chilometri e largo quindici. E' alimentato dal fiume Giordano.
C'è poi il Lago diTiberiade, di acqua dolce, anch'esso esteso per cinquantatre chilometri di circonferenza e per ventuno chilometri di lunghezza.
Sul mar Morto si può riposare ad En Gedi, un'oasi sulla sua sponda occidentale.
I fortilizi non mancano - da cui il mio cognome - e, come quasi tutti gli altri monumenti o almeno i più significativi, hanno origini antichissime.
Se il fondamentalismo musulmano prevalesse, sarebbero distrutti.
Uno per tutti: Masada, nella giudea su orientale, a quattrocento metri di altezza e a cento chilomteri a sud est di Gerusalemme .Il "deserto dei Tartari, su di un picco per avvistarne l'arrivo, di quel popolo e di quel tempo.
Ma l'uno e l'altro, gli uni e gli altri esistono veramente o sono una delle tante sovrastrutture culturali?
E i cristiani, non ancora cattolici, né protestanti?
Sono simboleggiati dalla Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, erta sul luogo della crocifissione, della sepoltura e, per chi ci crede, della resurrezione di Gesù.
Stabilmente vi riposa dal 1100 Goffredo di Buglione, feudatario e crociato  ( la prima ) belga che morì in terra santa a soli quarant'anni, forse non pochissimi per quei tempi.
Ebbene, in quelle terre con vestigia antichissime, troviamo anche Tel Aviv, città cosmopolita, eppur contenuta, che fu fondata solo cento anni or sono per accogliere i primi migranti che cominciarono ad affluire in Palestina dal 1918 e  per diventare la prima capitale provvisoria del costituendo Stato d'Israele.
I primi insediamenti, spesso armati, cominciarono quindi molti anni prima, in un'itineranza lenta e progressiva, una gestazione e poi una nascita.
Oggi non vi si trova un elemento di origine autoctono; vi convivono ebrei di ogni cultura, origine e costume. C'è anche un quartiere yemenita.
Uno costume soprattutto: quello del divertimento unificatore, fra spiagge, bar alcoolici, luoghi di ritrovo e di piacere, per etero e gay. E' anche, però, un centro finanziario.
Piena di piste ciclabili, di parchi e di una lunga passeggiata a mare, come tutte le città rivierasche.
Lasciata questa anomalia, torniamo alla storia mitologica.
In Israele si trova, in concorrenza con la Resurrezione, il secondo tempio di Re Salomone.
Il primo fu distrutto  da Nabucodonosor, sovrano babilonese ( poteva essere altrimenti? ) nel 586 a.c. 
Questo tempio verrà definitivamente superato, quando verrà il Messia e lo riedificherà, sostituendolo definitivamente nelle sue vestigia meta-storiche.
La Città vecchia di Gerusalemme è contenuta entro le sue mura, patrimonio dell'umanità.
Il nucleo originale, la Città di Davide, edificato sul Monte Siani, in rimando alle tavole della legge, è rimasto esterno, originariamente a parte, rispetto alle ( ancora ) attuali Mura. 
Gerusalemme fu la capitale giudaica ben prima dell'avvento del nostro Messia, figlio di Dio, il loro Dio.
Lo fu dal decimo al sesto secolo a.c., avanti cioè alla nascita del nostro salvatore... per noi, ma non per loro.
Gerusalemme si trova sull'altopiano fra la costa orientale del mar Mediterraneo ed il mar Morto, ad est di Tel Aviv e a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme.
Un punto fermo dell'excursus nel vecchio testamento.
La nascita di una comunità nazionale stanziale si riannoda dunque a una storia fatta di contributi globali, portati del nomadismo dei suoi componenti.
L'apparteneza è stata ed è duplice: quella degli Stati di residenza e quella, interiore e assoluta, come il Dio monoteista israelita che inventarono.
Il fondamento delle religioni  che vanno per la maggiore in una vasta area del mondo - ma non in tutto - rimbalza sulle articolazioni mitologiche di ciascuna e il ritorno alla terra promessa  deve convivere con una guerra, esplicita e subdola.
Minoranza vincente su di una maggioranza ostile.
Hanno ragione gli oranti lamentosi davanti al Muro del pianto: per loro non ci sara mai pace. 

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