giovedì 28 settembre 2017

Mediocrità appropiatrice.

Non c'è tregua nella fagocitosi della più scadente classe politica che la Repubblica abbia mai conosciuta.
I peones sono assurti al potere quando la burocrazia europea ne aveva espropriato i suoi membri più indebitati, perché più corrotti.
Possono infine soddisfare la facoltà piena di salassare le finanze pubbliche, di stringere patti leonini con la grande industra privata e con la finanza sostitutiva dell'apparato piccolo e medio, distrutto dalle banche.
Chiamare Pierferdinado Casini a presiedere una commussione di vigilanza che aveva poco prima criticato, è la dimostrazione dell'assunto.
Il politico di professione ( non ha mai fatto altro ) ha almeno due macroscopici conflitti d'interesse: la Banca di Bologna e Carisbo.
E' scontato che approfitterà della carica elargitagli in cambio di una spazzolata sul tavolo delle connessioni malmentose alla base delle bancarotte, prima coperte per fini personali e clientelari, per aumentare la sua intrusione ed influenza in un sistema fondante nel bene ( scarso ) e nel male.
Di concerto, la scoperta della politicizzazione della magistratura o almeno di una sua parte ( divide et impera ), equipara ed amplifica democraticamente l'ideologia berlusconiana sulla quale si era accanita quella parte, orizzontalmente affamata, quando era all'opposizione.
D'altra parte, l'ex Cavaliere torna in campo, a ottant'anni, per l'ultima salvaguardia delle sue aziende sponsorizzate da Bettino Craxi.
Mentre l'Europa ci ricorda ogni giorno lo stato in cui versano le nostre risorse - alienate per la spesa distributiva, con parcella per i distributori, costoro si compattano per l'ultimo potere criminale rimasto loro e lasciano alla popolazione l'onere esclusivo di sopportare le restrizioni ed il mutamento sociologico della nazione. 

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