sabato 2 settembre 2017

L'artificiosità del sistema politico e legale.

Il ripiegamento e la regressione civile alimentano la schiavitù lavorativa in Italia.
In questo sordido ed ancora in gran parte arretrato paese, l'occasione di rievocare e mettere in pratica il  vetero costume dello sfruttamento delle entità disperate, ha prontamente ripreso piede.
Ogni occasione di speculazione risveglia i riflessi predatori di gente senza morale.
Da parte di costoro, il precedente stato di tutela sociale e civile era causa di disservizi efficientistici, intendendo, con questi ultimi, un freno, molto relativo, alla loro bulimia da profitti, per la quale lo schiacciamento della forza lavoro è una condizione imprescindibile.
Così, scendendo per li rami, si va dalla riduzione reale del potere d'acquisto dei salari, alla fame specifica, passando per altri strati della merce lavoro.
L'Italia è uno dei paesi schiavisti d'europa, anzi uno dei pochi, se si pensa che, a farci compagnia ci sono, in pari o quasi percentuale, Romania, Grecia e Cipro, cioè tre nazioni povere e dissestate, nelle quali, insieme a noi, il profitto legato alla terra è tornato.
Sì, perché si tratta, in gran parte, di sfruttamento agricolo, nel sud ancora primordiale, ma anche nelle ubertose colline e valli del nord.
E' questo tipo di lavoro ad essere storicamnte il più indifeso.
Figurarsi adesso che il lavoro è occasionale e spesso a chiamata, in molti settori. 
Dalla raccolta degli ortaggi si passa a quella dell'uva, reiterando la migrazione e la sussistenza breve di questi disgraziati.
In più c'è l'aggio sessuale  verso i padroni e i loro figli.
Un incesto per interposta persona.
Le persone vulnerabili sono diventate preda di mafie e sfruttatori, coesi negli ambienti di riferimento.
Secondo rilevamenti internazionali, in Italia gli schiavi sono centomila, solo in agricoltura, l'ottanta per cento dei quali stranieri.
Sia pure con percentuali minori, lo sfruttamento dei senza patria è aumentato in venti paesi membri dell'Unione su ventotto.
In Romania e in Italia sono stati rilevati: lavoro forzato, servitù e traffico di esseri umani.
Il reclutamento avviene, ad opera delle mafie, nei paesi di origine, da dove vengono organizzati i trasferimenti, sia in forma legale, sia illegale, ma comunque sotto un regime di costrizione.
Anche i centri di accoglienza sono spesso interferiti a questo scopo. Con connivenze pagate?
Le mafie non producono il sistema che sta alla base del fenomeno, ma vi si inseriscono con sconcertante facilità e ne traggono alti profitti.
La bulimia da profittevolezza delle mafie è, per molti aspetti, speculare a quella delle residue aziende e aziendine di ogni tipo.
Lo schiavismo non si evidenzia, come tale, solo nelle aride province meridionali, ma anche, tale e quale, nelle zone dell'eccellenza vinicola del Piemonte.
E' una insperata forma di sfruttamento a prescindere, colta al volo dai produttori-imprenditori.
I campi sono popolati dagli ultimi braccianti di ritorno autoctoni e da indiani, africani e persone provenienti dall'est europa, anche comunitaria.
La prostituzione segue lo stesso trend: europee orientali, nigeriane e ghanesi.
Ultimamente sono state rilevate attività prostitutive di donne del Bangladesh e di pakistane. Soprattutto queste ultime verrebbero lapidate nel loro paese di origine.
E' un fenomeno di ibridazione culturale, l'unico consentito dalla necessità.
Oltre al settore agricolo, la schiavitù si rileva nelle costruzioni, che è la prima forma di accumulazione mafiosa e traino di insediamenti mirati e nei servizi.
Schiavitù lavorativa e prostituzione, due apparenze di un unico fenomeno, si saldano e fruttano alle organizzazioni coalizzate oltre un miliardo,  per ciascuna,- secondo stime autorevoli - di euro all'anno.
Il sistema legale non serve se nessuno di coloro che lo possono fare, rispetta la legge.
In questo si danno la mano gli Stati clientelari e diretti da ladri, gli evasori ed evasoruccoli di ogni risma, le lobby ed i pretesti bancari e finanziari di nicchia e le altre mafie, esecrate quanto non contrastate.
Cane non mangia cane: non è vero, come stanno a dimostrare le faide, nelle quali, presumo involontariamente, l'azione giudiziaria corregge o contribuisce a correggere gli assetti, per la loro ripartenza.
Attacchi asportatori dei fenomeni non vengono consentiti, neppure dallo Stato, che ne è intriso.
Si amministra il sistema fenomenico, accompagnandolo.
Resta la necessaria rappresentazione del male, ma smettiamola di esorcizzarlo con ipocrisie morali.
Gli officianti non sono credibili.

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