venerdì 15 settembre 2017

La mitologia duale.

Le statistiche, come ogni altra tecnica impressionistica, lasciano il tempo che trovano, ma massificano l'individuo e lo inseriscono in un sistema oracolare, nel quale le risposte alle obiezioni sono già contenute nella premessa.
E' la fine - temporanea - della democrazia dialettica, costituisce invece il risultato, la presa d'atto indotta di una regolamentazione esteriore della propria vita.
Karl Marx aveva ragione: non c'è scelta umana, sia individuale, sia pubblica che non trovi giustificazione - almeno una giustificazione strutturale, dico io - che non sia materiale, economicamente compatibile, stretta nella camicia di forza della necessità, da cui, se si esce, bisogna evitare di farsi riassorbire.
Alla luce fioca di questa mediocre condizione si prendono decisioni imitative ed indotte, anche al livello decaduto degli Stati ex sovrani, cumulatisi nel conformismo competitivo comunitario.
Finisce l'ideologia comunista, ne fiorisce subito un'altra, pragmatica nella sua resa, di demando di se stessi ad un rassicurante padrone alieno.
Il recepimento di norme comuni in condotte altrimenti esogene si è fatto obbligo di piaggeria verso chi conta veramente nella scalcinata piramide dell'unum sentire.
Lo testimoniano molti elementi, non ultimo quello relativo ai ruoli apicali delle donne in molte versioni sociali, ma anche politiche, ministeriali, relative ad ambiti dai quali si riteneva che fossero esenti e che invece vengono ideologicamente rilanciati, più che rivendicati.
Uno degli strumenti propagandistici di tutto questo è stato il femminismo, classica opzione comunistica, applicata all'uniformità sottaciuta e negata del rifugio comune, entro il quale i posti sono assegnati secondo peso specifico.
Insomma, chi ne era escluso, va al potere quando quest'ultimo diventa apparente e si deve esercitare pedagogicamente, secondo programma.
Avviene in ogni ambito.
Quello delle vaccinazioni obbligatorie, ad esempio, esula dai termini scientifici ( per questo cogenti? ) entro i quali lo si vorrebbe ipocritamente inscrivere e tracima nell'autoritarismo omologante in basso.
Obblighi, in materie così delicate, nelle quali non possono essere note a priori le conseguenze di quindici vaccinazioni, sul sistema immunitario dei bambini e, domani, degli adulti, al solo scopo, invece trasparente, di addivenire ad un'uniformità pregiudizialmente salutistica che comporti una riduzione delle spese per il sistema sanitario, una sterilizzazione delle assenze scolastiche per malattia, una semplificazione più che autoritaria, foriera di una progressione negativa, potenzialmente nefasta.
Tutto ciò che si presume scontato è un' arma che si cerca di indurre le persone ad usare contro se stesse, a beneficio di chi le suggestiona e le opprime.   
Le imposizioni, di qualsiasi genere, sono incompatibili con la liberalità dei gesti e dei pensieri: servono ad irregimentare e a suscitare piaggeria, non supportata da analisi e conoscenze, le quali vanno confrontate e discusse.
Al contrario, vengono caricate come un fardello sulle altrui spalle, che spesso le accolgono come simbolo di inclusione e di progresso.
L'eterno mito dei vinti..

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