martedì 30 gennaio 2018

L'astensione necessaria.

Astenersi alle prossime elezioni politiche si fa sempre più necessario.
La infinita ripartizione dei seggi, dopo le consuete lotte all'ultimo seggio sicuro, che interessano tutto lo spettro politico, per far posto proporzionalmente a tutti e creare le condizioni per future coalizioni, di governo e di opposizione, lascia esterrefatti.
Non era finora accaduto che le inutili debolezze politiche si accordassero e praticassero questo innaturale connubio di scivolamento per vasi comunicanti.
Ecco a che cosa è servito il neo proporzionale, come, all'incontrario, l'abortito progetto opposto e maggioritario.
Ora, dopo il Mattarellum ( diventato presidente della repubblichetta ), la porcata del vice presidente della camera leghista Calderoli, il rosatellum.
Ecco a che cosa è servito il referendum di Mario Segni, l'ultima sentenza della Corte cotituzionale, mentre l'utimo aborto è stato ratificato da quell' esperto in materia del Pres. Mattarella.
Riserviamo il voto al prossimo tentativo di deformare la Costituzione che , ancor oggi, resta il baluardo contro i golpisti impotenti, tutti dediti per ragioni di bottega a farsi servi dell'unione europea per perpetuare, solo per se, quelle pseudo politiche che ci hanno portati nelle attuali condizioni e che erano state facilmente analizzate e denunciate in tutti i cinque decenni della prima repubblica, la sola che sia durata così tanto, più che raddoppiando i ventenni della nostra storia recente.
Per essere eletti con la loro coorte di clienti, i gerarchi di giornata si spostano orizzontalmente o verticalmente per far spazio a candidati delle fazioni clientelari opposte e si candidano in formazioni alla quali avevano giurato lotta imperitura, seguiti da un codazzo straccione - morale e/o economico - di imperterriti beneficiari d'avanzi, miseri o polposi.
Candidati imperfetti, in terre aliene.
Se saranno eletti ci sarà seriamente da domandarsi perché.
Ho letto che , negli anni trascorsi, i candidati ai premi in gettoni d'oro della R.A.I., in quei degradanti programmi a premi nazional-popolari, non erano neppure al corrente di chi fosse stato Adolf Hitler, a che epoca storica fosse appartenuto e che ne avessero collocato l'elezione al Reich a metà degli anni '60 o degli anni '70, del secolo scorso.
Ecco che le più insigificanti e becere proposte hanno diritto di cittadinanza.
Per questo astenersi ed attendere, mettendo in atto tutte le opposizioni intermedie sul piano civile, è necessario.

lunedì 29 gennaio 2018

La conferenziera.

Amanda Knox sta tenendo una serie di conferenze presso alcune Univeristà americane che l'hanno invitata ad illustrare la sua versione dei fatti di Perugia e dell'omicidio sadico e rituale delle sua coinquilina britannica.
La miracolata giudiziaria sta seguendo solo quello che è un costume dell'empirica società statunitense, nell'ambito della quale qualsiasi testimonianza richiesta deve essere retribuita.
Nelle Università statunitensi i professori sono sotto contratto anche solo per un anno, mentre a renderle liucrative ci pensano gli studenti delle più facoltose famiglie degli Stati, con rette privatissime, per seguire corsi di studi iperspecialistici e mirati, corredati di pochi esami, tanta aula e tanto sport.
Tutto quanto vi viene rappresentato è sempre ben pagato, talvolta profumatamante.
Vi si prestano i poeti laureati itineranti per i quali è una vera fonte di sostentamento.
Anche un Presidente o ex presidente, se invitato, è satrapicamente pagato, a prescindere da qualunque ruolo istituzionale presente o passato.
In compenso, i presidenti americani godono di indennità pubbliche molto inferiori a quelle di un capo di governo europeo ed italiano in particolare.
Lo spendersi privatamente, invece, non ha limiti di prezzo, in rapporto a quello che ne è il ritorno per l'impresario e la performance di Amanda Knox è conforme a questa etica del guadagno.

Riposa nell'assenza povera Meredith,  pecunia non olet e tu sei morta per mano di ignoti o forse no: di un uomo nero.

domenica 28 gennaio 2018

La sagra.

Sono più di centomila i giovani italiani che vanno a lavorare all'estero. Ai soliti migranti poveri, che continuano ad intasare il nord e i suoi ospedali, continunano ad appaiarsi l'europa, ogii unitaria e il nord america e l'Australia. Non è cambiato niente in termini strutturali, si è solo ritratta un'onda lunga di favori, clientele e crescita sovvenzionata con il deficit. le grandi aziende se ne sono prontamente andate, anticipando la tendenza, le medie e piccole territoriali hanno chiuso, tutte le altre, vecchie, nuove e trasformate, impiegano mano d'opera all'estero o rivendono prodotti di unica fattura assemblati in paesi sottosviluppati.
Anche il sottosviluppo assune forme nostrane: in nazioni defedate, nuclei, entità, luoghi, hanno conosciuto uno sviluppo drogato, tutto il resto è stato confermato nella miseria, anzi vi è sprofondato ancora di più al confronto.
Sotto traccia, il costume, la mentalità e gli usi atavici si riproducono silenti, come dei tumori recidivanti, e impediscono l'instaurarsi del regime della serietà.
Si sta riproponendo la più bolsa e infelice campagnia di mistificazione degli ultimi trent'anni, spacciata per politica: proposte di fortificazione dei privilegi e parole al vento a sottolineare l'inconsistenza socio-economica delle persone a cui sono rivolte.
Le famiglie, ridimensionate nel loro tenore di vita, conducono noiose domeniche nel nulla domestico, mentre il lavoro non qualificato trascina il suo tempo in speranze infondate, ad onta delle quali si continua a procreare e distruggere vite inermi.
Col senno di poi, i protagonisti si renderanno conto dell'insulsaggine dei loro furibondi accanimenti, delle loro astiose dispettosità, dei loro distruttivi divorzi economici, consumati nella prospettiva di tempi lunghi, nella velleità di cambiarne il contenuto o, più spesso, di vendicarsi sul coniuge, sul socio in affari, trascinandoli nel gorgo della punitiva insoddisfazione.
Nello stesso tempo, la mortificanti relegazioni, le crudeli esclusioni, lo sfruttamento portato all'estremo, i guadagni facili e insensibili, si sono fatti ordinari, basilari, concorrenzialmente vessatori.
Le maestranze extracomunitarie sono mal pagate, pagate con ritardo, non pagate, discriminate sulla base dell'adesione a uno sciopero, dell'iscrizione ad un sindacato anzichè ad un altro. Spesso si organizzano per appartenenza etnica, con logiche e gerarchie interne imperscrutabili.
Dal punto di vista dietetico stiamo diventando delle pattumiere, da punto di vista relazionale sempre più superficiali e disordinati.
Quanto più l'educazione si fa selettiva e l'istruzione dirimente, tanto più i suoi destinatari si confermano ereditari e coloro i quali, con grande merito personale, sarebbero in grado di spendersi alla pari con i figli di famiglia, devono cercare il riconoscimento, attraverso una contesa non subordinata a favoritismi d'arbitrio, con i mercati evoluti ed in espansione, nei quali le competenze non sono onorificenze ma strumenti ricercati e ben pagati.
Il fatto è che il sottostante è ancora feudale e, nell'europa continentale, destinato a non essere mai messo in discussione, a favorire la stratificazione sociale preesistente ed a conservare la debolezza verso le potenze più dinamiche e libere.
Questa realtà sarà solo ridisegnata nella pubblicità spartitoria del supermercato politico.

venerdì 26 gennaio 2018

Cinquant'anni dopo.

L'almanacco di filosofia Micromega ha mandato in edicola e in libreria uno studio monografico sul '68.
A riesumarlo in forma cerimoniale, sacramentale e tombale, sono stati retori di diverse disclipline.
Si tratta quindi di un lascito falsificato dal tempo, espresso in forma lapidaria e fredda, circonvoluto nei suoi attorcigliamenti, nostalgici, sentenziosi, saccenti.
Il '68 fu un sentimento di liberazione dai derivati del familismo, intesi in senso concettuale, un'accantonamento della patriarcalità e segnò una discriminante generazionale con il fascismo, a vent'anni dalla Costituzione e dalla proclamazione della Repubblica italiana.
A dare la stura al neo giacobinismo europeo fu, ancora una volta la, Francia, mentre i prodromi occidentali sono da ricercarsi nei campus universitari nord americani e, in particolare, in quello di Berkeley.
Fu una rivolta autentica, interiore e assolutamente borghese.
Furono i rampolli delle famiglie medie e, in qualche sparuto caso, operaie, che avevano avuto accesso agli studi, a rovesciare i luoghi comuni della tradizione prebellica.
C'era allora la possibilità di studiare e di farlo orizzontalmente.
Le stesse forze della conservazione, o meglio parti significative delle medesime, nell'ambito della Democrazia Cristiana, favorirono il cambiamento di paradigma: Donat Cattin, Sullo, Moro.
Il regresso, non definitivo, dei tempi grigi che stiamo vivendo ci parla dell'eterno ondeggiare fra il medio evo e il rinascimento. Anche le famiglie vi partecipano in termini fattivi o disastrosi, a seconda delle loro capacità di programmare la discendenza e di interpretare i segni del mutare del clima.
Il movimento studentesco interpretò inconsapevolmente il radicalismo liberale e aprì la parte centro settentrionale dell'Italia all'internazionalità.
Il '68 sarà stato casomai antesignano dell'internazionalizzazione dell'economia, o meglio della finanza con la sua evanescenza concreta che però è in grado di veicolare, come un nettare o come un virus,contributi di un mai compiuto amalgama.
Di quei moti, di quell'orda d'oro sono ancor vivi i derivati dispersi, mentre si sono ricompattati gli anticorpi della pur necessaria Vandea: non ci potrebbero essere gli uni senza gli altri.
La disamina storica riguarda le cose morte: il '68 non lo è ancora, si reincarnerà ancora in mille guise così come il suo contraltare.
Così si alimenta il mito dell'immortalità: attraverso l'eterno ritorno.
I custodi di quei principi amticipatori di una nuova prassi sono oggi, paradossalmente, i giudici o parte di essi e, sul piano ideologico culturale, la Chiesa cattolica, nella sua minoritaria espressione pontificale.
Due pilastri della reazione e della conservazione, reagiscono e conservano le spoglie di quel sommovimento affrancatorio di una borghesia illuminista che si sentiva schiacciata dal sanfedismo dei privilegi.
Privilegi che restarono e che sono stati in buona parte scalzati dalle convulsioni finanziarie degli ultimi decenni.
Su questa ruota dei sogni, il '68 ne ha rappresentato uno e ne ha suggerito un altro.
Rivoltare la prassi, infatti, insegna a rinforzarla, falsificandola. 

Memento, che sempre così sarà.

Domani sarà il giorno della memoria dell'antisemitismo italiano.
La nostra memoria non sarà diversa da quella ricorrente, storica, contingente che ci accompagna tutt'ora in ogni riedizione di privilegi, esclusioni, prevaricazioni, disconoscimento simbolico di chiunque non sia dei nostri.
Le leggi razziste italiane privarono della cittadinanza i connazionali ebrei, ma l'ostracismo sociale si alimenta ancora della scelta contro, anziché per, dell'esclusione per autonomia di pensiero e di obiettivi, per incongruenza con la settarietà delle formazioni sociali, delle clientele, degli apparati e delle pelose appartenenze.
So bene che, nella fattispecie, si trattò di un adeguamento infarcito di retorica, alla dottrina nazista, ben più radicale nelle sue conseguenze.
Noi privammo, dalla sera alla mattina, gli ebrei del lavoro, della loro certificatissima presenza in tutti i gangli della cultura, delle scienze, dell'insegnamento e li relegammo in quella terra di nessuno, nella quale sono abituati a stare, chiusi nella loro eccellenza senza potere, che cercammo di anestetizzare perché non potesse influenzarci.
Si, perché gli ebrei, proprio a causa della loro minorità politica nella diaspora, hanno, a tutti gli effetti, una marcia in più nel mondo della comprensione e dell'approfondimento, ben inteso come necessario nel ghetto della diversità.
Da quel ghetto hanno vinto, in ogni specialità, ogni tipo di Premio Nobel e primeggiato in ogni disciplina, di ciascuna delle quali hanno una conoscenza ben più approfondita della media.
Per questo, anche per questo, sono avvertiti come una setta dai settari denigratori.
Come se bastasse privarli dei titoli formali, delle attività di sostentamento, dato che hanno, per forza, una rete solidale di supporto, come se bastasse non riconoscerli, per cancellarli.
Tanto è vero che i nazisti cercarono di provvedere..per sempre.
Ma essere ebrei esula da qualsiasi unzione sacramentale: si è ebrei, in tutto o in parte quando se ne condividono i fondamenti culturali e, in questo senso, tutti potrebebro essere ebrei, un po' ebrei e traditori degli ebrei, come Giuda lo fu di Cristo.
Per cui, neppure questo crudele quanto demenziale tentativo, non sarebbe comunque riuscito.
Il sionismo ha ribaltato, per poche anime, questo assunto.
L'Italia di ieri e di oggi, prevede la relegazione, il disconoscimento superficiale e cattivo, l'invidia paralizzante, il far quadrato contro il non convenzionale, il riferirsi all'ovvio spartitorio, il rinchiudersi in un ghetto più grande, ma molto più sterile e provinciale.

Le pieghe dell'ordinarietà.

La morte di Giulio Regeni diventerà commemorativa come la strage alla stazione di Bologna.
I fatti e i loro effetti sono di un'oscena evidenza.
Sono serviti a qualcosa ed a qualcuno.
Altro non s'ha da sapere e non si saprà.
Il povero ragazzo stava conducendo un'analisi investigativa, di tipo accademico, sui sindacati indipendenti egiziani, in regime di dittatura.
La ricerca gli era stata commissionata dalla sua tutor, una professoressa anglo-araba di Cambridge e i servizi egiziani vi hanno intravisto un tentativo mascherato d'ingerenza.
Come avrebbe fatto qualsiasi studente, Regeni ha svolto le sue indagini e i suoi tentativi di approfondimento, ben oltre i margini della prudenza ed è stato eliminato con corredo di sadismi tipici di quelle strutture segrete, note solo, cioè, a pochi e neppur orizzontali apparati della Stato.
Così, una normalissima attività di ricerca si è rivelata un pretesto ed una trappola. Una trasferta in un ambiente incongruo con il diritto delle genti.
Secondario ed irrisorio l'argomento sviscerato eppur velenoso.
I bassi servizi politici dei sindacati ufficiali e l'attività di quelli informali, nella quale può albergare l'affiancamento malcelato, ma anche la velleità politica di dar ricetto all'opposizione clandestina.
Politica, per politica: nient'altro.
Il tuo nemico si nasconde nelle pieghe dell'ordinarietà.

martedì 23 gennaio 2018

Mors omnia solvit.

Il padre che aveva approfittato delle due figlie si è suicidato.
Era prevedibile.
Quando la più piccola ha scritto sul tema, isolata dal contesto e nella trance di un'automemoria, che il padre si introduceva sistematicamente in camera sua, anche la sorella maggiore ha rivelato di aver subito lo stesso trattamento.
Anche questo, alla luce dei fatti denunciati, era prevedibile.
La moglie e madre delle due ha sostenuto che il suo rapporto con il marito era sereno e costruttivo, anche se aveva raccomandato alla più piccola di non restare sola con lui.
Strano senso della coesione familiare.
Forse desiderio di non rimanere sola e senza reddito, anche se il marito si era bruciato quasi tutto con il gioco?
In Inghilterra è stato istituito un Ministero per la solitudine.
Temo che da noi, fra mille traffici e la confusione approssimativa che ci contraddistingue, sarebbe solo un'occasione di implementazione delle poltrone.
Più che un problema, è una condizione, un inaridimento progressivo e sistematico che dovrà pure avere una base, perchè in queste società situazioni del genere tendono a diventare maggioritarie, mentre l'assistenza pubblica, proprio adesso ( in Inghilterra, sempre ) sfuma anche nella possibilità di cure mediche.
Dubito che, anche in Inghilterra, un ministero siffatto sarà sollecito e solidale.
Più probabilmente sarà una struttura di monitoraggio e di contenimento delle conseguenze più costose per il già arcigno welfare albionico.
L'accompagnamento e la sollecitazione della morte  contenuti nelle leggi liberatrici dal peso e dal dolore della vita, hanno anche una valenza implicita ma inespressa. 


Mors omnia solvit.
Non è così per tutti.
Soprattutto per i fantasmi che residuano nella psiche e agitano, invisibili, il senso d'insicurezza, all'indebolirsi delle facoltà vitali .
  

lunedì 22 gennaio 2018

Echi.

C'è un'eco retorica in ogni storia incerta o perdentesi nella luce rifratta del tempo andato, come nelle sfumature della coscienza, quando i sensi si attenuano e il pensiero si fa retrospettivo.
Se, per un flash accecante, ci si fissa su un'istantanea, l'azione si arresta e la mancanza di ricordi si fa congettura con la quale si cerca di spiegarsi quello che è, che non ha bisogno di alcuna spiegazione.
Questo avviene quando e se alla coscienza sono già state sovrapposte semplificazioni interpretative aprioristiche, quelle che insieme all'influenza familiare, costituiscono l'ereditarietà del Super Io.
Fuor di metafora, la chiarezza è quanto di meno chiaro, descrittivamente, ci si possa aspettare, perché nasconde ed enfatizza una asserita realtà che invece non è mai esistita.
La vita è priva di spiegazioni, queste ultime si attagliano strumentalmente ad obiettivi neppur propri, inseriti in un'organizzazione imprigionante ed alienante.E' quello che costituisce una civiltà - da civis, cittadino - anche quando sintetizza in termini di potere le più bieche sopraffazioni,  mentre solamente il disagio che provocano, necessariamente, ne impedisce la convinta assimilazione e ne sancisce la falsità insidiosa giacente nelle sovrastrutture giustificative; meglio: assertive.
Per cui, ogni riesumazione del già avvertito ne scopre la materia e la sua artefazione e contorce l'analisi in una spirale di illuminazione e di rifiuto, che rimanda al guardiano corrotto del Super Io adattato ai propri propositi.

domenica 21 gennaio 2018

Spropositi sproporzionati. Il parallelismo degli equilibri.

La reticenza informativa è un chiaro indice della colleganza mafiosa.
L'Italia è un Paese cattolico, mafioso fin nei suoi, stravolti nella prassi, principi morali. 
Quelli di massa, almeno.
Gli unici a fare giornalismo d'inchiesta sono un gruppo di quotidiani e di settimanali, che si sono costituiti in un network.
Per l'Italia partecipa L'Espresso.
Il Papa viene fischiato in Cile, dove i preti pedofili hanno ottenuto promozioni e incarichi, così come i loro segretari, che avrebbero qualche volta assistito agli stupri.
Alcuni sono stati confermati nel loro cursus honorum, proprio da papa Bergoglio, che è diventato stucchevole e ripetitivo nelle sue dichiarazioni, appena atterrato in quei Paesi nei quali il fenomeno, orizzontalmente diffuso, è venuto alla luce.
Dovunque,tranne che, a quanto non trapela, in Italia.
Sono un'ipocrisia ed una presa in giro dei poveri, rovinati dalla fiducia mal riposta nei preti.
Ora è evidente che le cariere non interrotte e cassate di simili delinquenti della peggior specie, sia dovuta all'importanza delle loro figure nel miasma degli interessi ecclesistici locali, tanto forti da indurli a ritenere, a ragione, di essere immuni da conseguenze per i loro atti distruttivi.
Gli unici destinatari senza possibilità di rivalersi, per quel che può rappresentare, sono le vittime.
Almeno, questa volta, Bergoglio è stato fischiato in ciascuna delle tappe della sua visita. 
L'Italia vaccinata va in Niger, dove l'O.N.U. ha allestito dei centri di cura per quei disgraziati che riescono a giungere fin lì, prima di affrontare un altro girone infernale, quando attraverseranno la Libia. 
Alcuni migranti, dopo le cure, tornano indietro, ma altri vogliono comunque proseguire, costi quel che costi.
Ecco perché dopo gli scandalosi accordi con un governo..solo di se stesso, in Libia e l'ostruzionismo militare recato alle ONG, anche le più prestigiose, perché non assistessero più gli invasori scalzi e straccioni, andiamo di supporto alle operazioni militari neocoloniali della Francia, che volle la fine di Gheddafi.
Adesso che non c'è più lui, che comunque denunciava il neocolonialismo e ignorata la politica filo Rais dell'Italia, a scopo di contenimento, bisogna fare da sé e bisogna farlo continuando ad addurre motivazioni incredibili e senza capo né coda.   
D'altra parte è questa l'Italia che, per quel che conta, forse non può fare diversamente.
Sta di fatto che ha sempre fatto così, anche in regime di dittatura, quando fu alleata di Hitler, pronta al trasformistico e screditante salto della quaglia, ad ogni mutar di scenario.
Adesso si è apprestato un altro comitato di respingimento, specifico pro Italia nostra.
Il job's act ha aumentato i contratti di lavoro del 10% o del 30% come altri sostengono, dando i numeri.
Non è dato sapere perché questi contratti non hanno stabilità, sono just in time un po' più lunghi, ma riciclano la sempre più miserabile domanda in continuazione, lasciando in stato di soggezione le maestranze. 
Ho visitato la mostra fotografica su Bologna e, a parte le note vicende ottocentesche, ho rivissuto quelle recenti e contemporanee che hanno accompagnato la mia età: la vita è un palcoscenico e noi ne siamo interpreti, nei costumi, nei pensieri e anche nella foggia dei vestiti, uniformi morali e materiali di rappresentazioni generazionali. 
Il bene e il male hanno convissuto, contrassegnandosi e l'uno ha prevalso sull'altro o viceversa solo se abbiamo accettato di assumere le medicine giuste  o abbiamo omesso di farlo. 
Il bene e il male, in quanto concetti, sono una falsificazione e falsificatori ne sono i rimedi oppure i ricostituenti, eppure, sull'abbrivio di archetipi culturali che un'esistenza è troppo breve per decifrare, alla chimica nota dobbiamo rifarci. E' l'unico viatico per un'esistenza felice, contro la quale la violenza maligna alligna, esiste e, quando si manifesta è priva di punizione e di obiettivo riconoscimento. Non si tratta di una dicotomia, ma di una sintesi forzosa della quale la dialettica e la capacità di appartarsi sono le condizioni per scioglierla, senza presumere di cercare e di trovare soluzioni definitive, nette. 
Se si presume di poterlo fare, ci si avvita in una serie infinita di ripetizioni, rimozioni, giustificazioni, che trovano approvazione o rigetto, da parte di chi vi assiste, mentre fornisce, a sua volta, spettacolo agli altri, a seconda delle convenzioni di una classe sociale anziché di un'altra, di una categoria culturale, politica, morale, in un caleidoscopio di illusorie farneticazioni, che la vecchiaia retrospettivamente permette di spogliare da un'energia cieca, dalla fretta di accaparrarsi un carpe diem.
E' l'unica forma di maturità contemplabile, anche se confina con la putredine, che l'esperienza empirica possa contemplare. 
L'analisi dei fatti e non della loro rappresentazione, restitusce lo spaccato nitido della vuota ritualità dei gesti, delle forme, delle condizioni, facendo chiarezza nelle pretese pseudoulturali,nelle fole speculative,rivelando che la sincerità e il realistico operare in ambito privato e personale, senza ricorrere all'imbellettatura omologante, darà frutti secchi e indurrà ad un'ascetica solitudine. 
Così, la scimmia umana ricoperta.

sabato 20 gennaio 2018

Le fonti inquinate e i rigagnoli sorgivi.

Le banche in generale e quelle italiane, per quanto ci riguarda, hanno sempre avuto la connotazione di ricettacolo clientelare, prima di incongrui protettori polici, poi economici ed oggi finanziari.
La Banca centrale europea accentra, come costuma in ogni regime autoritario, il nuovo Impero guglielmino e il nuovo feudalesimo vassallatico delle altre subordinate componenti. Il dominio ragionieristico si coniuga ed indirizza i flussi astratti e informatizzati  del denaro valutato in rapporto ad una sola divisa: l'euro-marco o viceversa.
Anche in questa circostanza, dunque, la valuta sintetizza la preminenza ed il riferimento stretto ad un'area politica, questa volta sovranazionale, più che a un sottostante valoriale economico.
Prima di questa, per altro tradizionale abdicazione, le banche italiane dominanti e strategiche erano tre: quelle di interesse nazionale, vale a dire la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano, radicate al nord e il Banco di Roma nella capitale.
Tutte e tre erano di proprietà dell'I.R.I. e per suo conto, gestivano la politica economica italiana con una forte influenza dei massoni al nord e dei preti, dei palazzinari e di tutto il sottobosco politico al centro-sud, fornendo anche il necessario collante ministeriale e governativo alle attività imprenditoriali dell'Italia ricca e produttiva.
Lo sgretolamento del sistema anticipò inavvertitamente quello della Prima Repubblica.  
I Banchi padronali, più settari che clientelari, erano relegati all'incremento dei patrimoni di una ristretta cerchia di proprietari, reddituari e discendenti dell'imprenditoria agricola e industriale di aree omogenee.
Si sono espansi quando, revocata l'autonomia ai banchi meridionali, tutti dissestati e creativamente amministrati, furono indotti, a prezzi da saldo, ad acquisirli, mantendendone almeno il carattere provinciale, neo-localistico.
Così facendo diventarono, per buona parte, delle banche nazionali, eppur monche di servizi decentrati che non fossero di mero collocamento, di reti estere, di una gestione finaziaria che non fosse, alla fine del valzer, autoreferenziale.
Alcune di queste, usate come forzieri personali dagli amministratori, sono fallite: altre sono ai vertici delle classifiche.
Bisogna considerare di quali campionati: Premier o a scendere.
Se infatti io, a casa mia, ho un'oculata amministrazione dei miei beni, risulterò, al rating, eccellente.
Bisognerà considerare che cosa muovo.
All'interno della grandi banche, o, se preferite, grosse, l'assegnazione dei ruoli direttivi avveniva, a rotazione, in base alle referenze economiche e politiche, a salvaguardia degli assetti consolidati,  a cura dei fiduciari dei partiti, soprattutto espressi dalle loro correnti di destra.
Facevano apparente eccezione i socialisti - oggi tutti a destra - i socialdemocratici, che ci sono sempre stati e i repubblicani, piccolo partito economico e massonico di nicchia.
I comunisti ne erano rigorosamente esclusi e, soprattutto nell'ambito dell'I.R.I., buona parte della loro sistematica agitazione sindacale - pur detenendo quote minoritarie di iscritti - aveva lo scopo dell'assalto al Palazzo d'Inverno: cercavano di inserirsi nei livelli direttivi.
Si sarebbero accontentati, almeno al principio, di quelli iniziali e mediani, ma sulla loro esclusività, di cui approfittarono a man bassa, i partiti vassalli pelosamente della N:A:T:O: e della Chiesa cattolica, fecero quadrato, per poi competere su  tutto il resto.
Qualche traccia di liberali - formazione da cui proviene l'attuale presidente dell'A.B.I.
Ma la parte militante e servilmente popolare della destra si era da tempo riportata su posizioni fasciste.
Il già segretario del P.L.I. Bignardi, che era bolognese, come il senatore Veronesi. furono entrambi spazzati via da due esponenti missini, poco più di vent'anni dopo la fine della guerra.
Gli assetti bancari descritti si giustificavano con la preminenza elastica e reciproca che veniva riconosciuta ai padroni pubblici e privati connessi, mentre in rete, a cascata, venivano insigniti, o meglio volgarmente nominati, i cascami locali, ma itineranti, del potere centrale.
Si diventava, insomma, partendo da Roma, procuratori  a Trieste, vice-direttori a Perugia e condirettori a Torino.
Infine, c'erano le nomine dei direttori, esito di un lungo itinerare, ma anch'esso determinato dall'endogena clientelarità.
Al sud, la stanzialità della dirigenza era giustificata  con gli equilibri particolari di quelle zone e, quando i candidati da soddisfare, come i semplici impiegati raccomandati, erano troppi, li si trasferiva al nord.
Un sistema clientelare perfetto, modellato sulle esigenze della politica economica dell'Italia, prima che sulle dinamiche di un mercato ancora di là da venire.
Queste realtà strategiche ed evidenti non ci sono più o non sono facilmente rilevabili: sono state sostituite e trasformate attraverso fusioni, le cui conseguenze immediate, ma prolungate fino all'ultimo uomo,  sono state indecorose lotte di potere.
Ormai, i grandi Gruppi sono diventati internazionali e le loro criticità sono dovute prevalentemente alla dispersione dei loro affari non sempre trasparentemente interconnessi, oltre all'ancor non completamente digerita eredità dell'era bancaria precedente.
Residua, come già detto, il peculio privato, che gode evidentemente di una zona franca, in Italia, rispetto alla complessità dell'economia fluida, comunicante.
La sua clientela principale è multibancarizzata e si serve dei grandi marchi per le transazioni specialistiche più complesse e oltre i confini, mentre delega i suoi accantonamenti ai conoscenti dei paraggi, secondo una tradizione spesso generazionale.
In quest'ambito, anche se non uniforme, gli speculatori domestici, comunali e provinciali - in tutti i sensi - hanno creduto di speculare su offerte fuori mercato, provenienti da ambienti conosciuti, tranne che nella versione di mutato contesto, dove le vecchie furbate a sistema non erano più consentite.
Anche le amministrazioni di codeste banca hanno ritenuto, a torto, di poter raddrizzare nel tempo una situazione, venutasi a creare, che invece andava ineluttabilmente precipitando.
Così, chi troppo vuole, nulla stringe, anzi ci rimette quanto messo volontariamente in gioco e non per la prima volta.
Stavolta, le truppe dei clienti e i loro condottieri sono rimasti spiazzati e l'alienazione di aziende da rifondare ha provocato l'espulsione di innocenti operatori, senza alcun interesse, da parte di nessuno, per il loro futuro compromesso.
I salvataggi politici parziali - con nuove emorragie di personale e ridimensionamento della diffusione territoriale - hanno riconsegnato ad un mercato minore capitali bruciati e redditi ridimensionati.

venerdì 19 gennaio 2018

La politica degli stenterelli.

La destra, con ogni probabilità, vincerà le elezioni.
L'opera di sintesi di Forza Italia, coprirà e soddisferà gli appetiti della stessa coalizione che governò il nostro paese per vent'anni.
Si riparte infatti dalla stessa alleanza fra forzisti, verso cui stanno tornando i trasformisti che se ne erano andati e dei quali sarà accolto solo chi porterà il valore aggiunto di una vagonata di voti, i fascisti, non più del bruciato Gianfranco Fini, a cui il potere istituzionale diede alla testa, ubriacandolo di retorica di ruolo e inducendolo, sotto traccia, a fare finalmente i suoi interessi - come avvenne anche durante il fascismo al potere - appropriativi.
Che si sia trattato di uno sciocco è attestato dalla coreografica nascita di Alleanza nazionale, partenogenesi del M.S.I., dalla sparizione della fiamma tricolore e della conversione pro-semita e revisionista dentro il perimetro del mai superato istinto sopraffattorio del fascismo medesimo, che sarebbe stato diluito per decenni, durante il dopo guerra, nelle correnti di destra della Democrazia cristiana. 
Ci eravamo fermati alla prima anta della vecchia alleanza, quella con i fascisti e poi ci siamo dilungati in una digressione retrospettiva recente.
I fascisti, eterna versione, sono quelli di Giorgia Meloni. Chissà se diventerà presidentessa della Camera, come già toccò a Irene Pivetti? 
La Pivetti e Fini hanno fatto una brutta fine, mentre il mestierante della politica Pierferdinando Casini ha resistito agli scombussolamenti delle alleanze e alla perdita di collegi sicuri: quello di Bologna, all'epoca di Prodi e quello pugliese, non più agibile dopo la separazione da Azzurra Caltagirone.
Riuscirà a far annullare anche questo secondo matrimonio, per sposarsi con la domestica?
Ha tentato e credo che sia riuscito a farsi assegnare un collegio sicuro, occupando la poltrona della presidenza della commissione parlamentare sulle banche, di cui si intende solo per aver fatto due turni alla Cassa di Risparmio in Bologna, prima di smettere di lavorare e di riciclarsi continuamente.
Terzo apice del triangolo fra la trinità inscindibile della destra sarà la Lega, non più del solo nord, del rappresentante di felpe, Matteo Salvini. 
Gli immodificabili rappattumamenti hanno un senso chiarissimo che non ha bisogno di fuorvianti e disoneste auto giustificazioni e onanistiche interpretazioni.
Il ritorno, parziale, del proporzionale, nonostante la chiara sentenza nel senso del ripristino della percentualizzazione completa, ha riaperto le fenditure nelle quali potranno insinuarsi tutte le ali corte del parlamento, ali incapaci di reggere il peso di un governo che non sarà mai a loro demandato, se non in termini di acquisizione di voti mancanti, con meccanica attribuzione di posti, clientele e prebende speculative e di rendita.
In fondo, la piccole formazioni non mettono neppure in discussione quanto avverrà e si preparano ad una finta, esclusivamente verbale opposizione, comodamente assisi, per un'altra legislatura, sugli scanni pletorici della Camera. 
Si, perché la chiave di volta di un sistema marcio, non consiste nelle amputazioni della costituzione, ma nella riduzione dei deputati, assegnando a ciascuno un collegio più ampio e quindi non legato solamente alle clientele provinciali.
Del Partito democratico è inutile dire. E' una versione mariuola della ben più vigorosamente disonesta Democrazia cristiana; se volete di quella, ma sedicente, di sinistra, che ebbe fra i suoi rappresentanti Carlo Donat Cattin, Aldo Moro, la versione magna greca di Ciriaco De Mita e Francesco Cossiga. 
Persone che, tranne che per il primo, non ho mai stimati, ma comunque di ben altro spessore del povero Renzie e della sua corte dei miracoli.  

mercoledì 17 gennaio 2018

Le lamentazioni.

La Chiesa e non solo Bergoglio, da qualche lustro chiede perdono di tutto: più ne faccio, più mi perdoni.
Ormai la sanatoria degli offesi che non ci sono più non conosce sosta: il peccato l'accompagna fin dalle origini e il perdono viene sempre da chi non ne è stato vittima.
In realtà nessuno perdona quel che non fa parte della sua esperienza diretta o indiretta, riguardo a quanto viene svelato, dichiarato, denunciato e, decontestualizzato, ammesso, l'idifferenza regna sovrana.
Con codesta catarsi iterativa i preti ricelebrano il rito stantio della confessione: so già cosa ripeterai e con quattro ciance afflittive, vai, pentiti, proponiti di non rifarlo, rifallo e torna qui che ricominciamo.
L'officio rappresentativo è consimile al cartellone di Broadway: viene riproposto in continuazione per un pubblico potenziale stimato in milioni di persone.
Non si accerta se qualcuno è realmente misericordioso o se, al limite, i rimettitori dei peccati che non li hanno riguardati sono sempre i medesimi, milites gloriosi in servizio permanente effettivo.
Questa dunque sarebbe la rivoluzione bergogliana?
Senza il rigetto dell'ordinamento non esiste rivoluzione ma solo riconferma, peccati e sofferenze comprese.
Uscendo dalla sfera soggettiva e focalizzandosi su quella politica, nella quale la Chiesa è parte attiva dalla sua costituzione, vien fatto di chiedersi in che cosa  possa consistere un pentimento gesuitico per azioni belliche indirette, di scelta strategica, di connubio fra il trono e l'altare, sviluppatesi nel corso dei duemila anni ( in realtà un po' meno ) di partecipazione e condizionamento, di opposizione e di ripulsa quando veniva rifiutata o messa all'angolo, come fanno e faranno le altre potenze immanenti che non si vantano di avere una missione divina da compiere.
Casomai affermano retoricamente di adoperarsi  in una missione storica, alla luce di principi che si sona dati da sole, per ergersi a paladine di quanto le sottende.
Mussolini voleve inaugurare un'era: durò vent'anni come le coalizioni d'avanspettacolo dei nostri giorni.
Il gioco misterico, iniziatico continua a reggere tutte le omertà che non consentono di mettere al corrente la platea di quanto avviene dietro le quinte e per questo, la militanza religiosa, quella politica servono solo al rafforzamento delle rispettive istituzioni, quelle che ci sfruttano e che vorrebbero continuare a nascondersi dietro ad un mandato irresponsabile, contrario alla delega ricevuta.
Se non la ottenessero eserciterebbero lo stesso potere con metodi dittatoriali, già del resto presenti nella tutela sovranazionale delle commissioni brussellesi, come da noi lo fu la sovrapposizione della chiesa cattolica nella politica del dopo guerra, all'epoca dei blocchi.
Se strategicamente credere e votare sono opzioni e proiezioni prive di contenuti è perché nel credere è negata la democrazia delle opinioni e nel votare non si individua più nessun agone democratico.

martedì 16 gennaio 2018

Il velo funebre.

Il fratello di Emanuela Orlandi non demorde e continua ad indagare sulle ragioni della scomparsa della sorella.
E' morta o è stata relegata da qualche parte?
Logica vorrebbe che fosse morta; anche se fosse stata sequestrata per recuperare i soldi della malavita custoditi allo I.O.R., la sua eliminazione, una volta che fallì il baratto, sembrerebbe scontata.
Oppure fu restituita al suo Stato nazionale?
Era infatti cittadina vaticana e potrebbe essere stata riscattata e poi..?
Tutti i Papi successivi a quell'evento sono stati a conoscenza della sorte delal poveretta, ma nessuno ne ha mai fatto cenno, secondo la logica di uno Stato totalitario, al quale solo le investigazioni della stampa possono arrecare un danno reputazionale.
Non si tratta certamente di uno Stato democratico.
Che ne sarebbe stato della conoscenza dell'orizzontale pedofilia ecclesiatica, se la stampa non l'avesse fatta venire allo scoperto, anche se l'aveva sempre conosciuta?
Poco importa che la rivelazione sia stata certamente strumentale, se il fenomesno è stato reale?
E' stato? Non sarà più?
Beato, anche in senso canonico, chi ci crede.
Nel rapimento e/o nella sparizione di Emanuela Orlandi ha giocato un ruolo escutivo la malavita romana, in particolare la banda della Magliana ed il suo capo dell'epoca Renato De Pedis, inumato, per disposizione di Ugo Poletti, presidente pro tempore della C.E.I., in sant'Apollinare, la chiesa che ospita, insieme ad alti prelati, i benefattori di Santa Romana Chiesa.
Di qualche cosa il criminale doveva essersi reso meritevole e la sua intercessione avrebbe potuto essere stata decisiva sia per il rapimento, l'eventuale riconsegna o la distruzione delle prove circa la sorte della povera ragazza.
Che cosa c'entrano i capitali della malavita con la sparizione di una studentessa vaticana?
Quei capitali furono impiegati per diretta disposizione di Giovanni Paolo II e per intercessione del governatore dell I.O.R., Paul Marcinkus, per finanziare il sindacato Solidarnosc e per affrettare l'implosione del sistema comunista.
In questo, Marcinkus sarebbe stato l'uomo giusto per l'esecuzione di un'opearzione così spregiudicata, perché statunitense.
La polizia e l'intelligence italiana furono invitate a fare un passo indietro dal Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Poletti e incredibilmente lo fecero, proprio quando poteva essere messo in luce l'intreccio spregiudicato, privo di morale, di un'istituzione bancaria internazionale con la più bieca malavita, della quale poteva essere ordinante e tutrice la monarchia dei preti.
Il fratello di Emanuela Orlandi è stato privato, in quanto persona non gradita, della cittadinanza vaticana e con essa del suo impiego allo I.O.R., procuratogli proprio da Giovanni Paolo II, dopo una visita alla sua famiglia.
Adesso che il papa polacco, che l'intelligence d'oltre cortina aveva tentato di levare di torno per mano di un killer musulmano, con il cui paese russi e occidentali hanno rapporti paritari, ad onta della collocazione N.A.T.O. della Turchia, è diventato santo, la irriducibile speranza del fratello sarà certamente definitivamente impedita, casomai al costo della sua vita, se giungerà troppo vicino ad una verità dimostrabile.
Paradossi apparenti dei veli diplomatici, come la pedofilia del clero di cui tutti sapevano fra le gonne ecclesiastiche e di cui nessuno si vergognava e per le quali non chiedeva perdono, pur sapendo ed affermando, tropo tardi, che si è trattato di un danno irreparabile.
Come quello di una vita negata per le paturnie di inserirsi nel gioco politico sovvertitore di un sistema che teneva in equilibrio il mondo, sull'abbrivio di una miope pretesa nazionalistica, ben lungi dall'universalità dei principi e consustanziale alla tradizionale natura ( anche attuale ) della nazione polacca, nella quale la Chiesa cattolica ha sempre svolto e tuttora svolge  - come dovunque - una funzione parallela e, come diceva Aldo Moro, per assurdo, convergente attraverso un lavorio squisitamente politico.
Per Emanuela Orlandi nessuno ha chiesto perdono e se mai lo farà gli dovrà essere rigettato in viso, anche se, invece, nei paesi papisti, dove la lobby cattolica esercita una preponderante anche se non più evidente influenza, l'indifferente perdono del gregge, compattato dai cani intonacati, non mancherà.
La gente non ha coscienza perché è intelligente con la rimozione e il nascondimento e su questo la gerarchia di dio può speculare..

domenica 14 gennaio 2018

L'europa guglielmina e i suoi vassalli.

A scorrere il baggianometro della campagna elettorale, purtroppo ammannita da tutte le televisioni, pubbliche e private, vien fatto di pensare che la palese ipocrisia di un rito svuotato potrebbe avere un risvolto interessante se, anziché misurarsi sulla retorica moralistica ed entusiastica, fornisse i contenuti veri di tanto affannarsi a contendersi un'investitura per approfittare del potere, che i poveri democratici liquidi, in percentuali calanti riattribuiranno proporzionalmente agli appetiti diffusi che sintetizzeranno una percentuale artificiale per assicurarsi il governo, la direzione del luna park.
Se, durante i discorsi alle Camere, i deputati e le senatrici fossero nudi, la modestia della loro condizione li indurrebbe ad abbandonare l'enfasi sproloquiatrice e renderebbe evidente l'impotenza  e  l'inattuabilità delle perorazioni ufficiali.
Con l'ossequio a queste scimmie vestite, come a molte altre scimmie in posizione apicale anche nelle più sperdute ridotte sociali, si sono provocate guerre, e pervertite le coscienze, si è fornita un'educazione all'incontrario dato che già un adolscente frequentante la scuola superiore era in grado di decrittarle e anzi di rivoltarle nel senso contrario alla morale ostentata.
Il voto ha perso utilità per le classi sociali disperse e, per quanto riguarda le più ricche, abbarbicate: il vasto mondo della borghesia, guardiana della reazione, sta conoscendo una rapida regressione e tornerà ad essere una forza rivoluzionaria. Peccato che sarà di destra, destra sociale in un innaturale alleanza temporanea con il proletariato delle periferie.
A destra ci sarà solo da spartirsi le spoglie e sarà una divisione sanguinosa, sulla quale si sacrificheranno molti condottieri da dozzina, così attivi in questi giorni.
Forse la polverizzazione delle formazioni politiche favorirà un dibattito meno sterile e potrà coinvolgere la parte più istruita degli spettatori, ma resterà un esercizio sterile, puramente accademico, perché l'Italia non ha facoltà di scelta, soprattutto a causa della sua anomalia costitutiva e delle troppe fazioni che si agitano al suo interno senza avere da sole la possibiltà di prevalere e di dare un indirizzo univoco alla politica nazionale.
Non se lo propongono neanche.
Per cui, l'anticipazione della spartizione del bottino è già in corso e si alimenta della povera dialettica degli accorgimenti per giungere domani ad un'alleanza lucrosa per chi aderirà, dopo mille veroniche pre elettorali alla combinazione migliore per i coalizzandi.
Nonostante la loro inanità, sul palcoscenico della politica sono rimasti o tornati sempre gli stessi protagonisti che si sono ormai insediati nell'agone scalcagnato delle promesse irrealizzabili, che solo un uditorio in cerca per l'ennesima volta di un placebo psicologico, può assunere come una terapia momentanea, un ricostituente stagionale.
Quello che serve per l'autunno.

sabato 13 gennaio 2018

Adusi per nuovi.

I pezzi di ricambio sono usciti dal mercato.
E' la tecnica appropriativa di un capitalismo provinciale.
Il lavoro giovanile va verso il just in time e le prospettive si fanno anglo-americane.
Le gang giovanili imperversano: non solo quelle dedite agli abusi sessuali ( che ci sono sempre stati ), quanto quelle impegnate in lotte di supremazia territoriale o che infestano linee d'autubus, di metropolitane, le strade, i vicoli e gli angoli delle città, quelle grandi, soprattutto, ma senza escludere le piccole.
Quando una componente di un bene strumentale va in tilt, il più banale pezzo di ricambio non si trova più. Viene fatto sparire dal mercato dal distributore, mentre il produttore si trova chissà dove, generalmente all'estero nei Paesi low cost.
La taratura temporale sull'usura dei pezzi di ricambio viene effettuata all'origine di campagne commerciali mirate e, allorquando si va in cerca di una sostituzione, viene invece proposto un nuovo abbonamento, casomai senza rinunciare ai proventi di dimissione di quello vecchio e lasciando al cliente il possesso del supporto all'agente, normalmente informatico, prevedente un costo e un saldo a conguglio di lì a qualche mese, se non subito.
Lo stesso accade nel mondo dell'impiego: i vecchi contratti vanno in estinzione, quelli nuovi sono all'insegna del più bieco sfruttamento e regolato dal job's act di sinistra memoria.
L'unica attività sociale esercitabile è apprestata e fornita dai neo-fascisti, marchio non riconosciuto della destra istituzionale, come le case editrici di nicchia e la banche on-line che sono la partenogenesi dei grandi editori e delle grandi banche.
Queste ultime preparano così la messa all'incanto delle banche tradizionali, già oggi deputate alla sola vendita, abituando, a zero costi, la nuova utenza a servirsene, mentre il core business si attesterà sulla finanza pura, sul welfare e sulla previdenza.
Tutto all'insegna dello sfruttamento iterativo e circolare dei giovani lavoratori usa e getta come le promozioni commerciali, la produzione per la sostituzione di manufatti industriali ( prodotti ad est dell'europa e un po' più in là in Asia.
I paesi dell'Unione europea restano avvinti all'asse franco-tedesco, come nell'Ottocento. La Germania - come nell'Ottocento - farà strame dei frivoli e vanagloriosi francesi, a tempo e luogo.
Le nazioni del sud-europa restano avvinte al carro teutonico, anche la Grecià: perché?
Perché sono un unicum bancario finanziario con i Paesi che contano, che se ne impossessano a causa della posizione debitoria dei meridionali ed evitano l'impoverimento e la potenziale crisi dei loro floridi forzieri.
Al loro suicidio, ( dei Paesi pigs ) concorrono dissipazione storica e persitente, come la loro corruzione.
 A farne le spese, che si ritenevano procrastinate sine die, ereditante dalle nuove generazioni, sono invece le medesime, in solidarietà generazionale con le vecchie, impoverite e incerte.
Anche le cure mediche sono frettolose e precarie, i cronicari per la morte non attendono solo i tumorali.
lo scalpiccio demente e senzo memoria, né cultura si accentua, le mille favelle della Babilonia globale si intersecano, il mondo ex industriale declina, bene che vada per la prossima o le prossime generazioni, verso la beata incoscienza delle cause indiscutibili, empiriche ed evidenti della violenza compensatoria ed allucinatoria delle mal illuminate periferie nazionali delle omogeneità speculative e dei neo-imperi rimodulati.

Quando il pensiero è slegato dal contesto.

Il mulinar dei fiati è come la rena quando turbo spira.
Tutti i banditori pubblici offrono discorsi slegati, privi di logica, ad un popolo di ignoranti, il cui sviluppo mentale è pari al loro percorso formativo, se formazione c'è stata.
Vengono offerti - per fortuna non possono essere più imposti - tutti gli adattamenti delle filosofie rigenerantesi, in un profluvio di balle omnibus che pescano nel pentolone delle masse non più organizzate dall'esterno come classi.
Il capitalismo imperante spazza via anche i suoi adepti più fragili: l'etologia del mercato è molto simile a quella naturale.
Lo si dice anche in molti corsi di formazione e durante i viaggi premio dei promotori.
Il popolo dei consumatori si fa sempre più indifferenziato e le periferie pullulano di stranieri, neri e magrebini che hanno superato, quasi sostituito, gli slavi.
Sono sempre più numerosi anche i cinesi, emigrati col filtro delle loro basi storiche e caratterizzati da diverse stratificazioni sociali etniche.
Qualcuno studia e attenta all'autoctonia dei quartieri periferici, infarciti di disoccupati e pensionati e..di tutti i colonizzatori esogeni che, presto, ne diventeranno i dominatori: una dominanza stracciona e violenta.
Quando l'accoglienza diventa dabbenaggine, ecco che le ragazze del popolo si innamorano dei marocchini e, anche se vengono pestate a sangue, continuano ad amarli, in una riedizione ibrida degli amori preindustriali.
L'etnicità delle relazioni amicali continua prevalentemente a riguardare i maschi che formano comitive o gruppi stradali. Lungo le pensiline delle stazioni, sui marciapiedi del transito da e per le medesime, riecheggiano le vulgate, rozze e ignoranti fin dal timbro.
Anche loro vanno in centro; ci vanno e ritornano sui mezzi pubblici: dopo una cert'ora ne sono gli unici utenti.
Nei reparti di maternità degli ospedali pubblici sono ricoverate esclusivamente, o quasi, donne immigrate: davanti alle porte delle sale travaglio e parto sostano i mariti che s'inalberano quando vedono sopraggiungere, secondo i turni di lavoro, un medico maschio.
Negli ospedali e negli altri locali e uffici pubblici, alle lingue comunitarie - fino a non molti anni fa, solo l'italiano - si sono aggiunte l'arabo, il filippino, il russo e il rumeno.
Altre seguiranno.
La solidarietà di classe è stata sostituita dall'incongruità culturale e morale ( mores=comportamenti, costumi ) fra poveracci, la cui educazione, quando sono giovani, si limita ai luoghi comuni della sopravvivenza e del rancore, che, per gli extracomunitari, al di fuori del loro contesto, diventerà in breve tempo organizzazione per bande.
Le città metropolitane apporteranno una sinergia convulsa e negativa con questi estranei residenti e la criminalità fermenterà.
Sarà una criminalità interna ai quartieri, intesa a stabilire una supremazia nelle primordiali attività economiche, in maniera da costituirsi in holding e controllate.
La militarizzazione del territorio è un dato evidente: per raggiungere gli uffici e servizi statali e comunali di quartiere, dietro o nei pressi delle stazioni centrali, non si possono nemmeno attraversare i corridoi sotto i binari, per via dei controlli antiterrorismo e dei disperati che vi alloggiano, dei facchini senza licenza, dei presidi informali che inquietano i passeggeri e che hanno effettivamente un potenziale criminogeno inaccettabile.
Eppure tutte le città italiane conoscono per la prima volta, in questi termini, il loro Bronx, per il quale non ci sono celle sufficienti e che sarà circoscritto nelle aree di insediamento.
Il modello revivalista degli stracci d'america dei primi anni successivi alla guerra, negozietti nei quali si vendeva l'abbigliamento lasciato dai soldati statunitensi, ritorna sotto le mentite spoglie degli empori cinesi, delle parruccherie africane, delle puzzulenti kebab-pizzerie dei pakistani.
Chi ci abita è già condannato alla difesa, per noi di passaggio, il ritorno al corso non rappresenta ancora la rassicurante dispersione della Babele dei linguaggi: la strettoia dei marciapiedi, porticati o non, ne rivela ancora la cospicua presenza.
Solo all'aprirsi delle grandi vie e delle piazze, il fenomeno è meno avvertibile, tranne che visivamente, ma almeno è muto.

venerdì 12 gennaio 2018

Origini e percorsi.

Certi emigranti sono espulsi dai buchi dei culi del mondo, sono dunque degli stronzi e andrebbero rimossi dal suolo patrio.
Così Donald Trump, eletto dalla maggioritaria America consimile.
Così si esprimono infatti i cittadini, o meglio parte di essi, ma grande parte, dal barbiere, allo stadio, al bar, nelle riunioni conviviali con gli amici, normalmente tutti della stessa risma opinionale.
C'è quindi corrispondenza fra l'eletto e l'elettore, da eligere, o da unto del Signore, come avrebbe detto Berlusconi.
L'espressione gergale rimanda a una verità di fatto, alla quale non soccorrono le ipocrisie dell'ufficialità.
Nei loro conciliaboli, anche i diplomatici usano le stesse espressioni, per cui il Presidente degli Stati Uniti viene rimbeccato per la sua inopportunità ufficiale.
E' comunque vero: il parto per via rettale è molto diffuso, più di quanto non si sia disposti ad ammettere e non solo in ambito migratorio.
Non ne sono esclusi i cittadini ragguardevoli, e i loro ammirati supporters.

giovedì 11 gennaio 2018

L'anarchia dei perdenti.

Non so se il prossimo astensionismo di massa alle elezioni trasmetterà, a color che stan sospesi, il senso anarchico della loro giustificabilissima scelta.
Che l'anarchia allignasse solo nel potere  e fosse il gioco rituale dei potenti lo aveva a suo tempo sancito Pasolini e mai affermazione fu più centrata.
Il voto, in sé e per sé, non serviva ad altro, anche prima, che a sancire un'oppressione più o meno accentuata, con il pretesto dell'investitura popolare.
Seccedeva sempre che quando questo suffragio si scostava dai desiderata endogeni ed esogeni, si provvedesse a far rientrare tutto nell'alveo con colpi di stato mititari o terrorismo paraistituzionale.
Il popolo partecipava al gioco nella veste di supporter di interessi falsificati, esattamente come i tifosi teorici del football o, meglio ancora, gli spettatori dei combattimenti gladiatori o delle eliminazioni circensi tramite i leoni.
I gladiatori erano schiavi di guerra; le vittime sacrificali e spettacolari appartenevano a sette religiose non più inclini al vassallaggio all'Imperatore.
I loro discendenti sarebbero stati vassalli di troni ed altari.
Sicuramente l'astensionismo appartiene a società destrutturate, nelle quali il perimetro degli interessi circoscritti, in questo caso nazionali, è solo l'adattamento conservatore delle trasformistiche caste superiori.
Il superamento della staticità economica nobiliare e fondiaria, ha portato i borghesi a diventare, da potenziali sovvertitori del potere imperiale e feudale, il materasso del conservatorismo su cui possono contare i detentori delle condizioni per essere vincenti.
Resta il fatto che, seppur sterile, come lo sarebbe la partecipazione, trarsi da parte sdegnati ( contro che cosa? ) conferma, nell'illusione anarchica, l'incontrastato lavorio appropriativo della fascia di vertice della società.
L'apicalità è duttile, magmatica, non fossilizzata negli equilibri del momento, tanto che in periodi di trasformazione dei riferimenti e nella temporanea assenza dei medesimi, qualcuno inciampa, viene abbandonato dai soci del giorno prima, si trova improvvisamente senza risorse e, nelle migliore delle ipotesi, è costretto ad arabattarsi per il resto della sua vita attiva.
Destini prospettici, nelle stesse famiglie, si separano a seconda dell'età dei figli, se la loro programmazione è stata entusiastica.
Che c'entra tutto questo con il mancato voto?
Niente, ne è solo l'approvazione dell'effetto, anche se un dissenso chiaro e manifesto verrebbe semplicemente bypassato, come è avvenuto in Grecia ( ma non in gran Bretagna ).
La violenza è insita nel contesto e nell'accettazione strumentale della burocrazia statale; non c'è bisogno di restaurare lo Stato militare, già impegnato omertosamente in una miriade di inziative espansive e puntellatrici in giro per il mondo, in fusione geo-strategica.
Anche l'anarchia dei perdenti è un atto di resa: l'otto volante è impazzito, gira su se stesso per inerzia, ma ad ogni ansa, gomito, ellisse, riprende slancio e manda all'aria le sentenze propagandistiche che, mentre recuperano dei miseri dati positivi, rilanciano i destini luminosi che si prospettano, fino a domani, quando riparleranno delle potenzialità di ripresa per le quali è indispensabile l'accettazione, il sacrificio e l'impegno di chi ascolta.

mercoledì 10 gennaio 2018

La ὕβϱις.

La ὕβϱις, cioè la tracotanza, la ferocia, la prepotenza e la soverchieria, oltre che essere stato un topos della tragedia greca  classica, è il propellente dinamico ed entropico della vicenda umana, così come la racconta la Storia. 
La storia e la ὕβϱις sono culturalmente connesse, ma non sono avvertite, tranne che nella carne, dai loro figuranti, eternamente ed assurdamente riproducentisi. 
Se non lo facessero, il diletto dei forti sui deboli, la loro stessa ricchezza che deve sempre incrementarsi per alimentare la loro forza e il loro svago compiaciuto, cesserebbe, perché si basa sul moltiplicatevi! 
Dal loro punto di vista, almeno, mentre l'utopia che viene dal basso, sovvertita nel suo significato dall'intimazione, ne rovescerebbe in positivo il significato.
Nel richiamo dogmatico al realismo se ne ristabilisce il potere e il suo ordine.

Tutta la diplomazia parolaia e guerresca ne vellica il Circo Massimo, ogni alleanza e disunione si basa su convenzioni rituali e accelerazioni barbare.
Ogni esaltazione illusoria, sempre provocata dai persuasori palesi delle organizzazioni profittatrici, trasferisce nel popolo il riflesso del sentimento conquistatore; solo il sentimento perchè sarà il popolo ad interpretarne assurdamente il ruolo sacrificale.
Tutto si tiene solo in questo senso; la massa sottostante, che può perire a milioni, perché per altrettanti si riprodurrà per istinto precettualizzato e falsificato, consentirà il piacere, la retorica, l'etica, la morale e i dogmi.
Quanto valga l'umanesimo ufficiale lo attestano gli schiavi, né nuovi, né vecchi, di tutti gli itinerari senza scopo che non sia immaginario, in fuga per istinto di sopravvivenza, per mancanza di coraggio che porterà allo stesso esito, dopo una tortura, quella sì, veramente infernale.
Nella sua prima omelia dell'anno, in Santa Marta, l'ostello dove risiede, il Papa ha tradotto la naturale, freudianamente infantile, malvagità umana nell'espressione provata della presenza del Demonio.
Il  δαιμόνιον - provenienta dagli dei, traslitterato nel latino, attraverso gli archetipi di diverse civiltà, diverse solo nelle apparenze sovrastrutturali delle culture è ciò che agita l'uomo e quindi non ha un significato univocamente negativo, ma la dogmatica cattolica individua in questo percorso tortuoso l'ispirazione di Satana e gli attribuisce il male che gli uomini si infliggono l'un l'altro per la loro immodestia. 
Mitologicamente affascinante, se non fosse che l'immodestia, che non sia di maniera, non alligna effettivamente nei cuori e nei cervelli, tanto che la preminenza di uno dei due organi sull'altro ne nega la funzione idealizzata.
L'osservazione empirica della natura animale  ne svela i meccanismi non benevoli ed i valori millantati dall'homo sapiens-sapiens sono i derivati, i precipitati delle gerarchie materiali, socialmente officiate e idolatrate in simboli.
Fra chi subisce la ὕβϱις. in corpore vivo e chi crede di poterla cogestire da una posizione mediocre, corre il necessario tramite fra chi trae i frutti e chi li crea.
La mediocrità senza lo sfuggente vantaggio di potersi adagiare scomodamente sul letto di Procuste, costituito dal popolo agonizzante eppur continuamente riproducentesi, non potrebbe sussistere e anche l'impalcatura per classi, sostanzialmente tripartita, crollerebbe, riconsegnando gli assurdi neandertaliani che si avvitano su se stessi da un tempo assurdo, alla magia della divinità immanente verso la quale solo loro sono soggetti.
Il diavolo, questo diavolo, in questa accezione, esiste realmente e la ὕβϱις. ne è il derivato e lo strumento. 


martedì 9 gennaio 2018

Lo Zibaldone.

Nel vario e complesso repertorio delle perversioni comportamentali, le devianze sessuali rappresentano il sottostante e non l'effetto delle medesime.
Se un dirigente - non un manager - si dedica nei ritagli di tempo alla masochistica sottomissione a pagamento, funzionarie pubbliche e quadr(e?) indulgono, sempre a pagamento, alla dominazione..di riflesso ed a conferma.
Inappagate o sottomesse ad un marito influente o a un dirigente veicolatore, talvolta violentate, ne assumono le vesti con chi, non sapendolo, vi si acconcia.
Il pervertimento sessuale si fonda su traumi, abusi, sorprese, irrispettosità inattese verso costumanze, educazioni, inibizioni e timidezze che, anzi, costituiscono l'innesco di una prepotenza che porterà alla chiusura in se stessa della vittima.
Dal campo sessuale, il sacrificio, il rito, si trasfondono in quello lavorativo, relazionale, sociale.
La debolezza di chi ne è vittima è sempre frutto del suo isolamento contestuale, delle gerarchie di fatto, spesso di una serenità inerme e fiduciosa.
Gli astanti, spettatori del rito e per questo estranei a subirlo, parteggiano, prima tacitamente e poi con lo scherno, per il più forte di cui costituiscono la platea confermatoria.
Lo stesso dicasi per il mobbing lavorativo, per l'esclusione sociale, per un nascosto sistema castale, presente eppur ufficialmente negato.
L'appagamento abusante serve spesso a tenere sottomesso chi svetta per qualità personali e dà ombra ai vincenti ereditari o scalpitanti.
Si persegue dunque l'annichilimento dell'avversario potenziale o dell'alterità senza risorse, spesso influenzata dal suo ambiente familiare, nel quale l'assenza o la levità del padre impediscono l'accquisizione della sicurezza.
Chi affronterà la competizione, il subbuglio ormonale in condizioni disagevoli, nell'illusione di essere artefice della sua condotta anche da adulto si scontrerà con il modello entro cui si inscrive la recita cantata e solo se sarà riuscito a infiltrarsi  fra le apparenze convergenti, potrà condurre la sua battaglia sfinente.
La P2 è stata una delle tante variazioni sul tema del potere mafioso delle cosche, delle confraternite, delle sette, dei Rotary, dei Lions, di qualche azienda: la mafia n'dranghetista e in particolare quella crotonese, migrata vittoriosamente in tutto il nord Italia, gestisce direttamente il potere politico e amministrativo in Calabria e esporta nelle zone economicamente più adatte alla sua emulsione, i capitali.
Trovando ricetto nelle retrovie del capitalismo in crisi, non si limita a riciclare e a riciclarsi, ma esporta usi e costumanze psicologicamente violente e lo spregio della dignità individuale di ognuno.  
Ferve lo sproloquio elettorale pre pasquale, ma non ci sarà la resurrezione della politica. I pretestuosi schieramenti si contenderanno la preminenza nel maggioritario e la distribuzione elettiva nel proporzionale.  
Le sparate ad effetto sono già state numerose, la seconda e la terza carica dello Stato si ritrovano fianco a fianco non più sulle poltrone presidenziali delle Camere riunite, ma nel crogiolo dei Liberi e uguali, strana miscellanea centro-meridionale della sedicente sinistra trasformista.
Farà un'opposizione senza possibilità di applicazione delle sue di posizioni: non tratterà più con le destre, come già fece il Partito comunista.
Sta di fatto che il P.C.I. fu stabilmente, durante tutta la prima Repubblica il secondo pilastro del sistema italiano, mentre le destre post fasciste, pur essendo numerose, erano relegate, almeno parlamentarmente, in una riserva ininfluente.
La scomparsa del P.C.I., la fine della metà rappresentata della repubblica resistenziale, alla quale si è accompagnata la dissoluzione della democrazia cristiana, l'altro pilone interclassista a tutela dei benestanti, come è proprio di tutte le posizioni mediane all'interno della gabbia istituzionale degli Stati, insieme alla reintroduzione parziale - come tutto in italia - del proporzionalismo, hanno permesso alle falangi anziane dell'ex P.C.I. di riesumare a fini di bottega, quei vessilli che garriscono e garriranno in senso contrario, in uno spoglio agone interno privo di riferimenti.
Che cosa c'entrano un magistrato siciliano di elevata carriera, dall'aspetto di gran borghese e una signora dell'aristocrazia dei sentimenti, in procinto di lasciare le due cariche meglio retribuite dopo la Presidenza della Repubblica e timorosi di restare disoccupati?
La stessa sindrome di Renzie, l'eterno ritorno del e nel P.D. a testimoniarne la contradditorietà e l'evanescenza.
Il redivivo Berlusconi, ormai un zombie politico, parla di futuro a ottant'anni suonati.
Mi pare che basti. 

martedì 2 gennaio 2018

Ab Urbe condita.

Alle origini della cosmogonia storica sta il Mito, l'emulsione caotica degli archetipi, tutti di origine orientale. Attraverso la filosofia e la lingua greca, globale in gurgite vasto eppur corcoscritto ma non impermeabile, nonostante le fortificazioni delle frontiere tanto sentite quanto inesistenti, sta il fluire cosmico al quale ogni sensazione può essere attribuita con la certezza di una fede.
Il razionalismo, il diritto sono altra cosa, l'ellenismo, la civiltà persiana e mesopotamica sono l'alterità culturale, dell'est verso l'occidente, di una porzione del mondo.
Quella porzione nella quale il sistema e la dottrina delle norme sorregge l'ordine interno e l'espansione dinamica, contenitiva, la consequenzialità ordinata dell'essere e del divenire, fino a che un moto rivoluzionario, necessariamente dogmatico, perché figlio di quella cultura, non ne scompagini la coesione o l'usura liquida dello scorrimento incessante, oppure finché la sintesi magmatica del pensiero esoterico, figlio dell'oriente, non la inquini, la fecondi e la fuorvii: "Graecia capta, ferum captorem coepit". 
Il criterio alieno continua a vivere nei riti imperscrutabili ai profani e coesiste con la razionalità degli interessi, coltivando la crisi e la rinascita, del tutto magica e profetica.
Le società segrete coltivano questa oscurità, alla luce della loro sapienza.
Il gioco delle parti con il diritto positivo continua la sua falsa opposizione.
L'operosità ne è il substrato con la sua illusorietà accessibile di valori.

Vox clamans in deserto.

Il francescanesimo gesuitico di Papa Bergoglio continua a predicare il dovere dell'accoglienza. Sa benissimo che a dover essere accolti sono portatori di culture aliene rispetto al cristianesimo, ma la crisi dei rapporti con le istituzioni occidentali, tranne quelle nazionalistiche più ripiegate su se stesse e nelle quali le chiese locali affiancano il potere politico, non permette né consiglia alla ecclesia cattolica di continuare a focalizzarsi sulle ormai lontane nazioni d'europa.
Bergolio sa - ma lo sapeva la Chiesa sapienziale e diplomatica, almeno dai tempi di Paolo VI - che il futuro di un'illusione riposa sull'anima dei poveri, nei continenti più disparati e lontani dalla storia recente dell'istituzione cattolica.
L'ecumenismo non è solo un patto con le altre forme religiose, anche le più bizzarre, ma anche un nuovo proselitismo evangelico rivolto ai potenziali fedeli globali, a cui dare una base di orientamento, disciplina e fede nell'avvenire e non ripiegato sulle impressioni rinunciatatrie del presente.
Nello stesso tempo non si lascia trascinare in forme banalizzatrici, in un processo parcellizzato all'incontrario, che porterebbero allo smantellamento commerciale della sua univocità ideologica.
Milingo e la setta del reverendo Moon insegnano.
Vive la storia delle masse diseredate e profughe, a causa anche della mancanza del suo avversario, dell'angelo caduto più temibile sul piano della rappresentanza globalizzatrice: il comunismo, ma sa anche contrastare la desertificazione delle coscienze del totalitarismo mercatorio.
E' l'unica a farlo; ha abbandonato gli ormeggi che la legavano a una fallimentare - per lei - esperienza storica ed ha ripreso la sua marcia missionaria.
Non tutto è così popolarmente retorico, la startegia politica è ben presente e, secondo me, lungimirante.
E' altrettanto chiaro che questa riedizione di un pauperismo originario trovi violente opposizioni nella Curia e nelle società.
Bergoglio sembra voler definitivamente lasciare il corpo Italia: sono i traditi da questa abiura inaspettata a rivoltarglisi contro.
Purtroppo la Chiesa è coerente solo con se stessa e la corrente conservatrice sta solo aspettando che Francesco I muoia e, nel frattempo, cercano di evitare che il suo successore faccia ancora parte di quella scuderia.
Potrebbe sopravvivergli l'emerito Benedetto XVI.
La stampa di estrema destra e volgarmente popolare si è già esercitata negli auspici malefici: il Resto del Carlino si inventò un consulto specialistico con un luminare giapponese per curare il cancro al cervello che faceva sragionare il Papa.
Sono visioni reazionarie e localistiche, ovviamente vellicanti la fragile capacità di interpretare popolare, mentre la Chiesa sembra voler tornare - se mai c'è stata - sul proscenio del mondo.
Vox clamans in deserto.
La sua logica consiste nell'appartarsi per un po' dagli interessi confusi e riappropiarsi della sua inutilità umanistica, sposando, solo per questo aspetto, la globalità dell'essere.

Le ressurrezioni di chi non è mai morto.

Il fascismo rinato ripiega all'interno delle nazioni e assume vesti dissimulatrici, tracima nelle periferie più defedate, come nei cenacoli dei quartieri alti.
Le milizie squadristiche fanno beneficienza nelle borgate: incrementano odio e assegnano pasta di semola, organizzano la demonizzazione di un capro espiatorio, espellono nell'ignavia delle forze di polizia.
Il fascismo autoctono potrebbe domani metastatizzarsi in tutta l'europa continentale.
Il fascismo transnazionale punta su questo, come l'Isis sulle contraddizioni del mondo islamico.
Il terorismo non è solo esogeno, è anche endogeno e si nutre dell'alterità reattiva riverberata nei ghetti degli immigrati e del manipolo armato che si mostra in grado di circoscriverli, occuparli e liberarli.
Lo Ius soli sarà demandato alla prossima legislatura nella quale forse mancherà una maggioranza in grado di approvarlo, senza lo spauracchio di una mancata riconferma, se l'iter legislativo si fosse concluso prima dello scioglimento delle Camere.
Così si capitola alle destre opportunistiche, dopo aver capitolato alla propria dignità.
Il fascismo non si può contrastare senza una forza politica organizzata che lo antagonizzi e lo contenga: il senso popolare inclina per le semplificazioni e l'analfabetismo delle ultime escrescenze partitiche favorisce il consenso.
Il fascismo riemerso agisce purtroppo sul senso civico di una nazione come la nostra nel quale è latitante.


Il ritorno della filosofia.

In questo periodo storico indefinito, come tutto quanto è in via di gestazione per infecondità caotica in cerca di un equilibrio fittizio, il pensiero astratto torna inaspettatamente protagonista.
Non lo sarà nei cenacoli matematici in cui si esercita il potere tecnologico, o forse invece si, dato che matematica e filosofia si sfiorano fino ad annullarsi quanfo vengono applicate, .ma sta riapparendo, come una palingenesi degli archetipi, nel concerto sapienziale delle idee.
Una romanticismo di ritorno sta rioccupando gli spazi desertificati che aveva dovuto abbandonare, sotto la pressione del cinismo materialista.
L'interpretazione della società liquida, dei neo fascismi, dell'ibridazione culturale popolare, alla quale si accompagnerà l'accordo dinamico, ma fragile e contraddittorio, fra le istituzioni formali e informali sotto-sovrastanti, ritorna ai filosofi e, sul continente, soprattutto ai filosofi tedeschi o di cultura tedesca. Un nuovo pangermanesimo della cultura al fianco di quello unitarista, estraneo all'empirismo nord americano e inglese che se ne tengono a distanza.
In europa, sulla sua placca continentale, la Russia, di nuovo, contrappone il suo panslavismo, coagulato nell'Unione sovietica, al pangermanesimo nell'unione europea occidentale, Un panslavismo di nuovo potenziale, insidiato dall'islamismo, così come avviene per l'europa dell'ovest, l'Inghilterra e gli Stati Uniti.
Nel momento putiniano non si ha sentore di nuovi giganti letterari, ma il tempo è galantuomo.
Non è affatto detto che la rinascita del senso interpretativo delle cose sia un evento positivo, auspicabile: a queste produzioni creative, pur nell'apparente ferreità è sempre succeduto, in epoca moderna, un lavacro di sangue.
A ben pensare è sempre stato così, sia in presenza, sia in assenza del pensiero critico.
Proprio mentre la realtà si fa sfuggente e rivela la sua fariseicità, nuovi falsi profeti riaffiorano per convertire, convincere - senza che capiscano un' acca, la moltitudini, convinte di essere una nazione, dell'ennesima versione del bene contro il male.
La vulgata di dittatori replicanti si fa veicolare da corifei eruditi, dall'inclita al volgo tutti sono di nuovo coinvolti in un'altra, non ancora perfezionata, falsificazione.
Il perfezionamento consisterà nel predominio o nel dominio tout court, al seguito della melodia assunta dal sistema apparentemente coeso dell'ultimo conformismo, mentre, senza fede alcuna, i cuori e gli animi staranno all'erta per cogliere le occasioni strategiche di ogni possibile tradimento, rivolgimento, rovesciamento interpretativo.
Il positivismo francese, coniugato con l'esistenzialismo, appare oggi la cornice di un'epoca superata nella proposizione teorica della vita; il marxismo è stato semplicemente sconfitto. Le utopie rivestite di oggettività non sono evoluzioni di pensiero senza genetica, sono casomai centrifughe omogeneizzanti prima di essere adattatorie, si agitano su di una base ristretta riproponentesi. Il pensiero è libero e incoercibile, si dice, ma attinge a prodromi sedimentati, falsificazioni fondanti di una cultura. Di questa, anzichè di quella.
Il romanticismo è una riedizione del musicale pensiero  tedesco, ma la sua delizia non è necessariamente foriera  di pace e bellezza; le altre versioni filosofiche i suoi antidoti.
Il romanticismo è una forza propulsiva e coinvolgente, non scevra di irrazionalita, come l'amore, la logica positivista cristallizza invece le posizioni  che diventano, col tempo, ripiegamenti difensivi tardivi.
Sull'onda del sentimento, del comune sentire, il pangermanesinmo si è rimesso in movimento, senza neppure avere contezza d'averlo fatto.
Sarà l'ebraismo a correggerne il percorso, se eviterà di ridiventarne la vittima.
L'illusione sperimentale delle rivoluzioni politiche è temporaneamente superata, quella della religiosità, che non è fede, riprende forza non nelel sue forme trascendenti, bensì in quelle immanenti e popolari dell'invidia che si applica agli estremismi sacificali.
L'estremismo senza esito individuato è il regno dell'immanenza occasionale, dello pseudo pensiero raccogliticcio, dell'esplosione ed implosione fine a se stessa, testimoniale, un corpo a corpo quale unica misura di una contesa anarchica, nella quale, per ora, non gioca solo l'anarchia del potere.
Il pensiero attuale, quindi, è un'emulsione, un clima, una sensazione.