domenica 14 gennaio 2018

L'europa guglielmina e i suoi vassalli.

A scorrere il baggianometro della campagna elettorale, purtroppo ammannita da tutte le televisioni, pubbliche e private, vien fatto di pensare che la palese ipocrisia di un rito svuotato potrebbe avere un risvolto interessante se, anziché misurarsi sulla retorica moralistica ed entusiastica, fornisse i contenuti veri di tanto affannarsi a contendersi un'investitura per approfittare del potere, che i poveri democratici liquidi, in percentuali calanti riattribuiranno proporzionalmente agli appetiti diffusi che sintetizzeranno una percentuale artificiale per assicurarsi il governo, la direzione del luna park.
Se, durante i discorsi alle Camere, i deputati e le senatrici fossero nudi, la modestia della loro condizione li indurrebbe ad abbandonare l'enfasi sproloquiatrice e renderebbe evidente l'impotenza  e  l'inattuabilità delle perorazioni ufficiali.
Con l'ossequio a queste scimmie vestite, come a molte altre scimmie in posizione apicale anche nelle più sperdute ridotte sociali, si sono provocate guerre, e pervertite le coscienze, si è fornita un'educazione all'incontrario dato che già un adolscente frequentante la scuola superiore era in grado di decrittarle e anzi di rivoltarle nel senso contrario alla morale ostentata.
Il voto ha perso utilità per le classi sociali disperse e, per quanto riguarda le più ricche, abbarbicate: il vasto mondo della borghesia, guardiana della reazione, sta conoscendo una rapida regressione e tornerà ad essere una forza rivoluzionaria. Peccato che sarà di destra, destra sociale in un innaturale alleanza temporanea con il proletariato delle periferie.
A destra ci sarà solo da spartirsi le spoglie e sarà una divisione sanguinosa, sulla quale si sacrificheranno molti condottieri da dozzina, così attivi in questi giorni.
Forse la polverizzazione delle formazioni politiche favorirà un dibattito meno sterile e potrà coinvolgere la parte più istruita degli spettatori, ma resterà un esercizio sterile, puramente accademico, perché l'Italia non ha facoltà di scelta, soprattutto a causa della sua anomalia costitutiva e delle troppe fazioni che si agitano al suo interno senza avere da sole la possibiltà di prevalere e di dare un indirizzo univoco alla politica nazionale.
Non se lo propongono neanche.
Per cui, l'anticipazione della spartizione del bottino è già in corso e si alimenta della povera dialettica degli accorgimenti per giungere domani ad un'alleanza lucrosa per chi aderirà, dopo mille veroniche pre elettorali alla combinazione migliore per i coalizzandi.
Nonostante la loro inanità, sul palcoscenico della politica sono rimasti o tornati sempre gli stessi protagonisti che si sono ormai insediati nell'agone scalcagnato delle promesse irrealizzabili, che solo un uditorio in cerca per l'ennesima volta di un placebo psicologico, può assunere come una terapia momentanea, un ricostituente stagionale.
Quello che serve per l'autunno.

Nessun commento:

Posta un commento