domenica 21 gennaio 2018

Spropositi sproporzionati. Il parallelismo degli equilibri.

La reticenza informativa è un chiaro indice della colleganza mafiosa.
L'Italia è un Paese cattolico, mafioso fin nei suoi, stravolti nella prassi, principi morali. 
Quelli di massa, almeno.
Gli unici a fare giornalismo d'inchiesta sono un gruppo di quotidiani e di settimanali, che si sono costituiti in un network.
Per l'Italia partecipa L'Espresso.
Il Papa viene fischiato in Cile, dove i preti pedofili hanno ottenuto promozioni e incarichi, così come i loro segretari, che avrebbero qualche volta assistito agli stupri.
Alcuni sono stati confermati nel loro cursus honorum, proprio da papa Bergoglio, che è diventato stucchevole e ripetitivo nelle sue dichiarazioni, appena atterrato in quei Paesi nei quali il fenomeno, orizzontalmente diffuso, è venuto alla luce.
Dovunque,tranne che, a quanto non trapela, in Italia.
Sono un'ipocrisia ed una presa in giro dei poveri, rovinati dalla fiducia mal riposta nei preti.
Ora è evidente che le cariere non interrotte e cassate di simili delinquenti della peggior specie, sia dovuta all'importanza delle loro figure nel miasma degli interessi ecclesistici locali, tanto forti da indurli a ritenere, a ragione, di essere immuni da conseguenze per i loro atti distruttivi.
Gli unici destinatari senza possibilità di rivalersi, per quel che può rappresentare, sono le vittime.
Almeno, questa volta, Bergoglio è stato fischiato in ciascuna delle tappe della sua visita. 
L'Italia vaccinata va in Niger, dove l'O.N.U. ha allestito dei centri di cura per quei disgraziati che riescono a giungere fin lì, prima di affrontare un altro girone infernale, quando attraverseranno la Libia. 
Alcuni migranti, dopo le cure, tornano indietro, ma altri vogliono comunque proseguire, costi quel che costi.
Ecco perché dopo gli scandalosi accordi con un governo..solo di se stesso, in Libia e l'ostruzionismo militare recato alle ONG, anche le più prestigiose, perché non assistessero più gli invasori scalzi e straccioni, andiamo di supporto alle operazioni militari neocoloniali della Francia, che volle la fine di Gheddafi.
Adesso che non c'è più lui, che comunque denunciava il neocolonialismo e ignorata la politica filo Rais dell'Italia, a scopo di contenimento, bisogna fare da sé e bisogna farlo continuando ad addurre motivazioni incredibili e senza capo né coda.   
D'altra parte è questa l'Italia che, per quel che conta, forse non può fare diversamente.
Sta di fatto che ha sempre fatto così, anche in regime di dittatura, quando fu alleata di Hitler, pronta al trasformistico e screditante salto della quaglia, ad ogni mutar di scenario.
Adesso si è apprestato un altro comitato di respingimento, specifico pro Italia nostra.
Il job's act ha aumentato i contratti di lavoro del 10% o del 30% come altri sostengono, dando i numeri.
Non è dato sapere perché questi contratti non hanno stabilità, sono just in time un po' più lunghi, ma riciclano la sempre più miserabile domanda in continuazione, lasciando in stato di soggezione le maestranze. 
Ho visitato la mostra fotografica su Bologna e, a parte le note vicende ottocentesche, ho rivissuto quelle recenti e contemporanee che hanno accompagnato la mia età: la vita è un palcoscenico e noi ne siamo interpreti, nei costumi, nei pensieri e anche nella foggia dei vestiti, uniformi morali e materiali di rappresentazioni generazionali. 
Il bene e il male hanno convissuto, contrassegnandosi e l'uno ha prevalso sull'altro o viceversa solo se abbiamo accettato di assumere le medicine giuste  o abbiamo omesso di farlo. 
Il bene e il male, in quanto concetti, sono una falsificazione e falsificatori ne sono i rimedi oppure i ricostituenti, eppure, sull'abbrivio di archetipi culturali che un'esistenza è troppo breve per decifrare, alla chimica nota dobbiamo rifarci. E' l'unico viatico per un'esistenza felice, contro la quale la violenza maligna alligna, esiste e, quando si manifesta è priva di punizione e di obiettivo riconoscimento. Non si tratta di una dicotomia, ma di una sintesi forzosa della quale la dialettica e la capacità di appartarsi sono le condizioni per scioglierla, senza presumere di cercare e di trovare soluzioni definitive, nette. 
Se si presume di poterlo fare, ci si avvita in una serie infinita di ripetizioni, rimozioni, giustificazioni, che trovano approvazione o rigetto, da parte di chi vi assiste, mentre fornisce, a sua volta, spettacolo agli altri, a seconda delle convenzioni di una classe sociale anziché di un'altra, di una categoria culturale, politica, morale, in un caleidoscopio di illusorie farneticazioni, che la vecchiaia retrospettivamente permette di spogliare da un'energia cieca, dalla fretta di accaparrarsi un carpe diem.
E' l'unica forma di maturità contemplabile, anche se confina con la putredine, che l'esperienza empirica possa contemplare. 
L'analisi dei fatti e non della loro rappresentazione, restitusce lo spaccato nitido della vuota ritualità dei gesti, delle forme, delle condizioni, facendo chiarezza nelle pretese pseudoulturali,nelle fole speculative,rivelando che la sincerità e il realistico operare in ambito privato e personale, senza ricorrere all'imbellettatura omologante, darà frutti secchi e indurrà ad un'ascetica solitudine. 
Così, la scimmia umana ricoperta.

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