martedì 9 gennaio 2018

Lo Zibaldone.

Nel vario e complesso repertorio delle perversioni comportamentali, le devianze sessuali rappresentano il sottostante e non l'effetto delle medesime.
Se un dirigente - non un manager - si dedica nei ritagli di tempo alla masochistica sottomissione a pagamento, funzionarie pubbliche e quadr(e?) indulgono, sempre a pagamento, alla dominazione..di riflesso ed a conferma.
Inappagate o sottomesse ad un marito influente o a un dirigente veicolatore, talvolta violentate, ne assumono le vesti con chi, non sapendolo, vi si acconcia.
Il pervertimento sessuale si fonda su traumi, abusi, sorprese, irrispettosità inattese verso costumanze, educazioni, inibizioni e timidezze che, anzi, costituiscono l'innesco di una prepotenza che porterà alla chiusura in se stessa della vittima.
Dal campo sessuale, il sacrificio, il rito, si trasfondono in quello lavorativo, relazionale, sociale.
La debolezza di chi ne è vittima è sempre frutto del suo isolamento contestuale, delle gerarchie di fatto, spesso di una serenità inerme e fiduciosa.
Gli astanti, spettatori del rito e per questo estranei a subirlo, parteggiano, prima tacitamente e poi con lo scherno, per il più forte di cui costituiscono la platea confermatoria.
Lo stesso dicasi per il mobbing lavorativo, per l'esclusione sociale, per un nascosto sistema castale, presente eppur ufficialmente negato.
L'appagamento abusante serve spesso a tenere sottomesso chi svetta per qualità personali e dà ombra ai vincenti ereditari o scalpitanti.
Si persegue dunque l'annichilimento dell'avversario potenziale o dell'alterità senza risorse, spesso influenzata dal suo ambiente familiare, nel quale l'assenza o la levità del padre impediscono l'accquisizione della sicurezza.
Chi affronterà la competizione, il subbuglio ormonale in condizioni disagevoli, nell'illusione di essere artefice della sua condotta anche da adulto si scontrerà con il modello entro cui si inscrive la recita cantata e solo se sarà riuscito a infiltrarsi  fra le apparenze convergenti, potrà condurre la sua battaglia sfinente.
La P2 è stata una delle tante variazioni sul tema del potere mafioso delle cosche, delle confraternite, delle sette, dei Rotary, dei Lions, di qualche azienda: la mafia n'dranghetista e in particolare quella crotonese, migrata vittoriosamente in tutto il nord Italia, gestisce direttamente il potere politico e amministrativo in Calabria e esporta nelle zone economicamente più adatte alla sua emulsione, i capitali.
Trovando ricetto nelle retrovie del capitalismo in crisi, non si limita a riciclare e a riciclarsi, ma esporta usi e costumanze psicologicamente violente e lo spregio della dignità individuale di ognuno.  
Ferve lo sproloquio elettorale pre pasquale, ma non ci sarà la resurrezione della politica. I pretestuosi schieramenti si contenderanno la preminenza nel maggioritario e la distribuzione elettiva nel proporzionale.  
Le sparate ad effetto sono già state numerose, la seconda e la terza carica dello Stato si ritrovano fianco a fianco non più sulle poltrone presidenziali delle Camere riunite, ma nel crogiolo dei Liberi e uguali, strana miscellanea centro-meridionale della sedicente sinistra trasformista.
Farà un'opposizione senza possibilità di applicazione delle sue di posizioni: non tratterà più con le destre, come già fece il Partito comunista.
Sta di fatto che il P.C.I. fu stabilmente, durante tutta la prima Repubblica il secondo pilastro del sistema italiano, mentre le destre post fasciste, pur essendo numerose, erano relegate, almeno parlamentarmente, in una riserva ininfluente.
La scomparsa del P.C.I., la fine della metà rappresentata della repubblica resistenziale, alla quale si è accompagnata la dissoluzione della democrazia cristiana, l'altro pilone interclassista a tutela dei benestanti, come è proprio di tutte le posizioni mediane all'interno della gabbia istituzionale degli Stati, insieme alla reintroduzione parziale - come tutto in italia - del proporzionalismo, hanno permesso alle falangi anziane dell'ex P.C.I. di riesumare a fini di bottega, quei vessilli che garriscono e garriranno in senso contrario, in uno spoglio agone interno privo di riferimenti.
Che cosa c'entrano un magistrato siciliano di elevata carriera, dall'aspetto di gran borghese e una signora dell'aristocrazia dei sentimenti, in procinto di lasciare le due cariche meglio retribuite dopo la Presidenza della Repubblica e timorosi di restare disoccupati?
La stessa sindrome di Renzie, l'eterno ritorno del e nel P.D. a testimoniarne la contradditorietà e l'evanescenza.
Il redivivo Berlusconi, ormai un zombie politico, parla di futuro a ottant'anni suonati.
Mi pare che basti. 

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