martedì 2 gennaio 2018

Il ritorno della filosofia.

In questo periodo storico indefinito, come tutto quanto è in via di gestazione per infecondità caotica in cerca di un equilibrio fittizio, il pensiero astratto torna inaspettatamente protagonista.
Non lo sarà nei cenacoli matematici in cui si esercita il potere tecnologico, o forse invece si, dato che matematica e filosofia si sfiorano fino ad annullarsi quanfo vengono applicate, .ma sta riapparendo, come una palingenesi degli archetipi, nel concerto sapienziale delle idee.
Una romanticismo di ritorno sta rioccupando gli spazi desertificati che aveva dovuto abbandonare, sotto la pressione del cinismo materialista.
L'interpretazione della società liquida, dei neo fascismi, dell'ibridazione culturale popolare, alla quale si accompagnerà l'accordo dinamico, ma fragile e contraddittorio, fra le istituzioni formali e informali sotto-sovrastanti, ritorna ai filosofi e, sul continente, soprattutto ai filosofi tedeschi o di cultura tedesca. Un nuovo pangermanesimo della cultura al fianco di quello unitarista, estraneo all'empirismo nord americano e inglese che se ne tengono a distanza.
In europa, sulla sua placca continentale, la Russia, di nuovo, contrappone il suo panslavismo, coagulato nell'Unione sovietica, al pangermanesimo nell'unione europea occidentale, Un panslavismo di nuovo potenziale, insidiato dall'islamismo, così come avviene per l'europa dell'ovest, l'Inghilterra e gli Stati Uniti.
Nel momento putiniano non si ha sentore di nuovi giganti letterari, ma il tempo è galantuomo.
Non è affatto detto che la rinascita del senso interpretativo delle cose sia un evento positivo, auspicabile: a queste produzioni creative, pur nell'apparente ferreità è sempre succeduto, in epoca moderna, un lavacro di sangue.
A ben pensare è sempre stato così, sia in presenza, sia in assenza del pensiero critico.
Proprio mentre la realtà si fa sfuggente e rivela la sua fariseicità, nuovi falsi profeti riaffiorano per convertire, convincere - senza che capiscano un' acca, la moltitudini, convinte di essere una nazione, dell'ennesima versione del bene contro il male.
La vulgata di dittatori replicanti si fa veicolare da corifei eruditi, dall'inclita al volgo tutti sono di nuovo coinvolti in un'altra, non ancora perfezionata, falsificazione.
Il perfezionamento consisterà nel predominio o nel dominio tout court, al seguito della melodia assunta dal sistema apparentemente coeso dell'ultimo conformismo, mentre, senza fede alcuna, i cuori e gli animi staranno all'erta per cogliere le occasioni strategiche di ogni possibile tradimento, rivolgimento, rovesciamento interpretativo.
Il positivismo francese, coniugato con l'esistenzialismo, appare oggi la cornice di un'epoca superata nella proposizione teorica della vita; il marxismo è stato semplicemente sconfitto. Le utopie rivestite di oggettività non sono evoluzioni di pensiero senza genetica, sono casomai centrifughe omogeneizzanti prima di essere adattatorie, si agitano su di una base ristretta riproponentesi. Il pensiero è libero e incoercibile, si dice, ma attinge a prodromi sedimentati, falsificazioni fondanti di una cultura. Di questa, anzichè di quella.
Il romanticismo è una riedizione del musicale pensiero  tedesco, ma la sua delizia non è necessariamente foriera  di pace e bellezza; le altre versioni filosofiche i suoi antidoti.
Il romanticismo è una forza propulsiva e coinvolgente, non scevra di irrazionalita, come l'amore, la logica positivista cristallizza invece le posizioni  che diventano, col tempo, ripiegamenti difensivi tardivi.
Sull'onda del sentimento, del comune sentire, il pangermanesinmo si è rimesso in movimento, senza neppure avere contezza d'averlo fatto.
Sarà l'ebraismo a correggerne il percorso, se eviterà di ridiventarne la vittima.
L'illusione sperimentale delle rivoluzioni politiche è temporaneamente superata, quella della religiosità, che non è fede, riprende forza non nelel sue forme trascendenti, bensì in quelle immanenti e popolari dell'invidia che si applica agli estremismi sacificali.
L'estremismo senza esito individuato è il regno dell'immanenza occasionale, dello pseudo pensiero raccogliticcio, dell'esplosione ed implosione fine a se stessa, testimoniale, un corpo a corpo quale unica misura di una contesa anarchica, nella quale, per ora, non gioca solo l'anarchia del potere.
Il pensiero attuale, quindi, è un'emulsione, un clima, una sensazione.

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