domenica 25 giugno 2017

Non dare nulla per scontato e non assecondarne la corrente.

C'è un'attitudine  a vedere nell'evolversi di situazioni in atto, una congiura criptica: dai Savi di Sion, ai Massoni, passando per tutte le esoterie filosofiche di uso e conoscenza ( vaga ) corrente, il continuum di una congiura alla quale opporne un altro, anch'esso puramente mentale.
Ciò nonostante, sono rilevabili delle coerenze in progress, che testimoniano semplicemente di una prevalenza temporanea, ma in espansione dinamica su omogenee aree di riferimento.
E' un dato di fatto che le democrazie nazionali dei paesi meno solidali e più corrotti, in un mutato contesto di rapporti di forza e di equilibrio, non esistano più, tranne che nelle forme falsificatrici e dispersive che possono coniugare l'interesse di un decaduto sistema politico, con la subordinazione ultraricettiva  dell'imperio remoto e di quello, commissariale, prossimo.
E' stato stipulato un trattato fra l'Unione europea e il Canada, delegato degli Stati Uniti che si erano visti respingere un identico, ma più intimorente, dato il loro peso specifico, protocollo conforme.
Sotto lo pseudonimo, fornito da uno Stato che in ambiti così vasti non potrebbe agire motu proprio, ecco sancita l'anarchia nella veicolazione di ogni prodotto e servizio di quelle entità super partes, anche nel nome, di multinazionali, secondo le loro regole commerciali e distributive.
Eventuali arbitrati, a precondizioni favorevoli per le multinazionali, si svolgerebbero in caso di opposizioni nazionali, in nome della propria ( Quisling-canadese ) legislazione sull'ambiente e sul lavoro.
In realtà si tratta di una sovrapposizione globalista dell'arbitrio minicompensatorio al quale sono demandate le cause di lavoro in costanza di rapporto.
Questo trattato si chiama CETA e si inscrive sulla desertificazione dei diritti degli Stati sovrani o di alcuni di essi, maturati, in un'altra era storica, appena conclusa, nel clima equilibrato della contrapposizione fra blocchi; almeno sul continente europeo.
Insomma, a seconda della convenienza del prezzo, si importerà di tutto, anche il grano duro che, in nord America, viene coltivato con un massiccio uso del glifosato, anche se cancerogeno.
E' solo uno dei tanti esempi che si potrebbero proporre. La diga è saltata  e ci muoviamo sulla piena con barchette rimediate.
Il parlamento degli stipendiati in ottica previdenziale, ratificherà certamente un altro trattato deprimente sia l'economia autoctona, sia il morale.
D'altra parte, negli ultimi anni, il parlamento era così delegittimato anche ai propri occhi che ha approvato di tutto, anche la propria formale estinzione senatoriale ed è stato rimesso al suo posto, almeno formalmente, dal referendum costituzionale del 4 Dicembre scorso.
I disarcionati di allora sono di nuovo in sella.
La guerra commerciale alla democrazia non conosce soste, anzi parlare di democrazia è ormai retorico.
Per quel che può valere, bisognerà evitare, fuori dai ranghi istituzioanli, di volgere lo sguardo da un'altra parte. 


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