sabato 10 giugno 2017

Ruoli.

Le insulse gazzette televisive riprendevano stasera due vecchi che si rendevano visita: il Papa dal Presidente della Repubblica, nell'antico palazzo dei Papi-Re.
Un'iconografia museale in un mondo che di contenuti etici e di astrazioni giuridico-istituzionali non è più impregnata.
Forse solo in qualche piega superstiziosa dell'anima.
I contenuti mediatici si sovrappongono e si sciupano in un vortice consumistico, eterna, eppur aggiornata versione, dell'aspirazione simbolica al possesso, inutile ma competitivo ed oppositivo.
I network dell'importazione, della vendita, provvedono alla proposta inderogabile; ogni sorta di mercimonio dispersivo e depressivo, si consuma passo dopo passo, dalle tabaccherie-ricevitorie- casino, alle banche assicuratrici, maghe nella moltiplicazione delle banconote, sui marciapiedi dove i mendicanti organizzati fanno gli occhi tristi ogni cinquanta metri, nella pornografia cocchiera della prostituzione nelle forme aziendali che si prospettano.
Ogni attività lucrativa si aggiorna trasformisticamente e lascia inalterato lo stato delle merci e delle maestranze e toglie loro la possibilità di identificarsi e solidarizzare fra loro, almeno sul piano politico.
Quei due vecchi sembravano incasellati in un lussuoso ospizio, senza nessun ruolo, ridotti ai confusi ricordi della senescenza.
Qualsiasi icona vincente prescinde da qualsivoglia contenuto morale che non sia quello della ricchezza e del conseguente arbitrio, invidiato ed imitato, casomai solo negli atteggiamenti. 
La replica della ritualità vacanziera viene officiata non appena chiudono le scuole e finalmente i parcheggi ritornano usufruibili.
E' finita la battuta alla caccia di Igor: pare che da metà Maggio, anche i cani molecolari ne abbiano smarrito le tracce.
Ecco dunque che, per indagare le cause e trovare un diversivo alla scomparsa del ricercato, si va a setacciare ( pare con altrettanto esito ) la zona grigia delle frequentazioni informali di un uomo noto da sei anni, come un frequentatore abituale della Bassa, come un rapinatore buffo e occasionale, ma non estraneo all'ecosistema nel quale si muoveva come un brigante di lesina, ma non estraneo, ne estraniato da quella ragnatela. 
Ecco che finalmente le residue forze dell'ordine si pongono queste domande, un po' tardivamente, molto negligentemente riguardo alla vita "minore", anche nelle sue declinazioni criminali, come se in quelle superstiti paludi si potesse compensare tutto, come nelle "énclaves" particolaristiche o mafiose.
Perchè tanta poca paura per quel bandito col fucile?
Il padrone sembra avere confidenza con lui, lo disarma e lo bastona.
Un avventore non si scompone e continua a tenere ostentatamente le mani in tasca come se quanto stava accadendo potesse rientrare in una pigra opportunità, lo strano appartarsi nel retrobottega, dopo gli "scappellotti" con il calcio del fucile, tenuto per la canna, dove è avvenuto l'omicidio.
Strano che ad una settimana di distanza Igor potesse casualmente incappare in una ronda contro il bracconaggio, con tanto di "volontario" sacrificale, per essere derubata di un "Fiorino", poi abbandonato intriso di sangue.  
La rabbia dei residenti e dei famigliari si esprimerà nella "votazione" del titolare del bar poco frequentato e dagli incassi scarsi, mentre nessuna causa risarcitoria sarà possibile senza una sentenza di condanna, impossibile se il reo ( ancora presunto ) non si trova. 
Insomma, pare che l'Italia "solidale" si trovi nelle sabbie mobili di aree naturalisticamente belle, se si abbandonano prima dell'imbrunire, mentre quella in nome della quale si ripetono sermoni stantii, si sia ridotta ad una imbarazzata caricatura di se stessa.
Ma in fondo anche l'ambiente del quale Igor è stato una componente, è stato ed è caricaturale.
Igor lo sapeva e si esibiva in positure artisticamente dissimulatorie.
Diversamente(?) dissimulatorie.

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