venerdì 2 giugno 2017

Sopravvenienze.


La festa della Repubblica italiana è stata una manifestazione postuma, celebrata da uno degli ultimi Presidenti in grado di ricordarla.
Chissà se i Mattarella,  in casa, erano stati monarchici o repubblicani: al sud molti ancor oggi sono monarchici.
La Lega nazionalista non ha festeggiato e si è differenziata, in questo, dalla sua base storica, per la quale, al tempo del movimento operaio, la Repubblica fu l'obiettivo per cui si perse.
Fuori dalle burocrazie capitoline, in gestione ad una movimentista a cinque stelle, la Festa non ha interessato nessuno, tranne i pontieri delle vacanze brevi; all'interno della bassa cucina dell'alma Roma, i più improbabili ed imprevedibili seguaci maligni di Harry Potter, stavano spignattando le salse più tossiche per un Paese immiserito da vendersi a basso prezzo.
Il risorgimento popolare - che sarebbe stato accantonato e tradito subito dopo l'uso - è considerato ostativo alla definitiva riaffermazione della dittatura di classe, questa volta commerciale e sempre basata sull'ignoranza diffusa.
Il lento processo di omologazione, verso la metà, delle classi sociali è stato sostituito dalla mediocrità dei consumi.
Oggi che nessuno crede più in niente, la festa sopravvive a se stessa.

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