martedì 30 maggio 2017

Quando si dice il contributo...

Vorrei sapere quali siano i riservati pensieri dei partners europei, riguardo alla endemica e generale immoralità italiana. Non alludo solo a quella politica.
Comunque, il rottamato Gianfranco Fini, fascista-fascistissimo, autoritario ed emblematico, insomma un attore, aveva strumentalizzato, o cercato il supporto intestatario della traffichina famiglia Tulliani.
E' stato lui, in prima persona, a valersi delle sua investitura di terza carica dello Stato, per arricchirsi, rubando al suo partito, favorendo un criminale, eludendo il carico fiscale di beni comunque illegittimi, parcheggiati a Montecarlo ed intestati al cognato.
A garanzia del maltolto due polizze patrimoniali, che sono state sequestrate.
In altri tempi, avrebbe usato un libretto al portatore.
Non dev'essere una creazione etica l'Unione europea, se si tollerano partners così corrotti e, se tanto mi dà tanto, non esenti da pesanti cointeressenze esogene - diverse da quelle direttamente materiali di Fini - dei Prodi e per li Monti e via discendendo, in senso proprio e figurato, per li rami.
Se tutto si tiene, "l'embrassons nous"  cela interessi pericolosi, gerarchie negoziate, vendite dei Paesi più dissestati, dalla loro insuperabile amoralità, livello sotterraneo ed empireo che trapassano e schiacciano il popolo mediano.
E' una liquidità fogniaria la nostra, incrementata dai liquami discendenti verso un delta inquinato ed inquinante.
Come se niente fose, il PD, il M5S e Forza Italia seconda o terza versione, stanno convergendo su di una legge elettorale di regime, contro la quale dovrà ancora una volta opporsi un popolo altrimenti desovranizzato, nei termini più angusti che l'accrocchio fra i cascami della politica di conformismo e rapina , sta cercando di confezionare, rendendo impossibile una rigenerante competizione...almeno ai suoi esordi.
Ci se ne infischia degli esiti referendari e della sentenza della Corte cotituzionale, anche se quest'ultima è giocatrice in campo.
Solo chi è in grado di dimostrare di poter rovesciare le regole attesta di essere quello che le ha create: a tutti gli altri non è possibile, pena la relegazione o anche la vita.
I soldati italiani dei corpi di pace, addestrano le truppe riconvertite a qualsiasi uso dell'Iraq, diventato di nuovo alleato, per il tramite degli americani, a praticare una tortura efficace per estorcere notizie, senza curasi se vi incappano sospettati per pregiudizio.
Al termine delle torture, nelle quali sfogare uno pseudo-potere animale, dietro mandato di più sofisticati ispiratori, i prigionieri vengono uccisi.
Non è un uso barbaro: è l'uso delle milizie di ogni nazione e gli oggetti sono interscambiabili.
Tanto, gli italiani, mentre insegnano quello che loro stessi praticano ( a Genova-Bolzaneto, nelle caserme, nei fermi violenti, nelle cariche inconsulte ), consentono il passaggio dei terroristi "martiri" verso la placca continentale e pagano, in missione di pace, i potenziali attentatori, come ripetutamente denunciato dagli inglesi e come attestano le "esecuzioni" ritorsive degli statunitensi ( Calipari-moglie deputato ).
Intanto sguazzano nelle paludi a cercare ( ma lo fanno ancora? ) uno come loro, soltanto più abile.

lunedì 29 maggio 2017

La deriva del mondo liquido.

La scelta di Taormina per ospitare uno dei summit più inutili della cronaca recente, ha avuto solo una valenza turistica ed emblematica di un'Italia che non c'è. Non c'è nelle sue magnificenze storiche in rovina, che semmai furono greche.
Gli Stati Uniti sono tornati - sembra - a far da soli, aspirano al pretezionismo economico, mentre l'europa continentale, mentre si ripiega su un paese leader, sfarfalleggia con la finanza e il mercato anarchico.
La cultura umanistica rivive nelle parole del Pontefice: da domani gli operai che sono rimasti all'Ilva od altrove ricominceranno la loro fatica senza obiettivi e senza scopo, per loro.
Conformemente ad un puritanesimo di facciata, la cronaca politica è stata sostituita, da mani pulite in poi, dalla cronaca giudiziaria, dalle accuse in anteprima, dalla decrittazione di un potere provinciale che, anche nelle sue ruberie, si attarda mentre fa da corifeo ai destini pregressivi, senza sapere neppure di che cosa parla.
Sa, invece, che il "flatus vocis" è privo di contenuti.
La kaiser Angela ha preso sul serio Donald Trump ed ha richiamato l'autonomia europea, ritenendo di non poter più contare sulla tutela nord americana, anche se lei era allora tutelata dall'Unione sovietica.
Non si vede chi altri potrebbe dirigere la piattaforma continentale e così estendere l'influenza tedesca, come non era riuscito al cancelliere Adolf Hitler con mezzi bellici. La storia si ripete in forme paradossali, valendosi di circostanze e di strumenti ridisposti sul fluido magmatico della politica.
Renzie sta meditando su quale posizione revocabile debba pronunciarsi.
La Cancelliera europea ha scoperto le carte: vuole un Ministro delle finanze comune e un comando militare unico sul continente.
Il ridimensionamento dell'Italia, in questo configurando contesto, è evidente: potrebbero fare la voce grossa, con maggiore probabilità d'ascolto i Paesi baltici e la Polonia.
Un unico ministro delle finanze sovrintenderebbe, con poteri decisionali, all'Impero guglielmino secondo, mentre le spese miltiari accentuate finirebbero per mettere definitivamente al tappeto i subordinati partners.
Un'accelerazione ed una venuta alla luce che è prontamene seguita all'accusa di Trump alla Germania di sfruttare i suoi sventurati partnes e la manifestazione della sua chiara preferenza per un'europa in ordine sparso o non coesa concorrenzialmente agli Stati Uniti, propensi a ritirarsi entro i propri confini.
Stati Uniti protezionisti e protesi semmai verso il Pacifico ed Europa riorganizzata teutonicamente, dopo che l'Inghilterra ha recuperato la sua tradizionale e storica autonomia.
Prossimamanete si terranno due referendum sull'autonomia regionale della Lombardia e del Veneto.
Il sopravvissuto alla catastrofe del suo sodale storico, Umberto Bossi, dicasi Roberto Maroni, Governatore lombardo e quello veneto, tale Zaia, hanno indetto due consultazioni locali per rilanciare politicamente, in caso di largo successo, l'idea, nei fatti separatista, delle due entità originali del nordismo padano.
La prima riguarderà la seconda regione per ricchezza in Europa, mentre quella veneta atterrà ad aspetti più sentimentali e romanticamente razzisti, alla luce del rapido regresso delle centinaia di microimprese, nate vent'anni fa ed oggi chiuse.
Insomma, il puzzle va franando, mentre la chiamata alle urne ha un significato illusionistico, di fronte all'abdicazione alla sovranità ed alla rappresentanza degli interessi e delle necessità delle diverse classi sociali: l'Europa va in ordine sparso, preconizza una unidirezionale guida, mentre i particolarismi si ripropongono e il bilancio acquitrinoso dello Stato si farà ancore più deficitario e bisognoso di un auto da fé di sottomissione.
Il mondo liquido va alla deriva.

sabato 27 maggio 2017

La dissociazione globale.

Il Papa ha parlato agli operai dell'Ilva di Genova, come un leader politico, capace di etica e coerenza e conseguente moralità.
Certo, la sua perorazione, in uno dei luoghi della schiavistica condizione operaia è stata impregnata di amore, espresso in contenuti concreti.
Il dotto, ma semplice gesuita non ha fatto eccezione alla missione del suo ordine ed ha fatto risaltare l'incongruenza, anche costituzionale, della realtà accentuatamente subordinata del lavoro residuo alle dinamiche lobbystiche e selvaggiamente concorrenziali sul piano della redditività.
Ha negato la natura democratica della nazione italiana, che, prima di lui, nella storia contemporanea, nessun pontefice aveva apprezzato.
Bergoglio sa che la "rinascita" della Chiesa passa per il ritorno alla sua natura evangelica e la rivendica in faccia al mondo.
Anche se si può interpretare questa solitaria presa di posizione come una proiezione politica ed un'opposizione militante alla infame prospettiva, chiara a tutti, ma da tutti ignorata e sulla quale si incista la più volgare speculazione, se anche fosse, sarebbe l'unico ad investirsene, ponendo, finchè avrà vita, la Chiesa cattolica sulla trincea degli sfruttati e degli espulsi dal lavoro.
Ha anche detto che il lavoro è dignità, mentre oggi questo elementare presupposto è vilipeso e sbeffeggiato ed ha infine condannato il "reddito di cittadinanza", l'elemosina per chi, nei prossimi decenni, almeno ( anche se il regime evanescente della finanza lo preconizza per sempre, come tutti i regimi nascenti ) non lavorerà più, riducendolo ingenuamente al mantenimento stentato di una ideale famiglia.
Ci sarà invece molto di peggio e sarà represso dalla violenza dello Stato, che individuerà negli esclusi i propri menici.
La vita è paradosso.
A Taormina, mentre le sue prime - per discendenza - e terze signore sfoggiavano tradizionalmente le "mises" a favore dei fotografi, Donald trump ha reiterato la sua scontrosità, che non è detto che non trovi giustificazioni e che sia integralmente negativa.
Non è' negativa rispetto ad un conformistico adeguamento ai rapporti di forza, in aree circoscritte, verso ex alleati - alcuni dell'ultimo momento - che furono liberati da una missione transoceanica.
La sua manifestà ostilità verso la Germania, di nuovo leader continentale e verso la medesima Unione europea, trovano riscontro istituzionale solo nelle sue parole e nei suoi atteggiamenti, che, per questi aspetti, condivido.
Non condivido l'insensibilità verso il clima che, come la Cina, vede come uno strumento competitivo a sua sfavore, verso l'economia statunitense, pur già ridimensionata, mentre approvo la "nuova" politica dei dazi all'importazione, che la comunità europea non si sogna, neanche lotanamente, di applicare alle "ciofeche" provenienti dalla Cina.
Il protezionismo trumpiano, in questa fase storica, è legittimo: serve a riattribuire un ruolo ed una veste di creatori di reddito, alle imprese nazionali ed ai lavoratori indigeni.
Per quello che riguarda la accentuata miseria globale e i conseguenti flussi migratori, li individua, almeno implicitamente, nell'immaterialità dell'economia di carta ( le tigri di carta di Mao ), e, per via del suo superamento, ne postula il termine e prova a dimostrarne la fallacia.
Gli oposti apparenti, talvolta, invece, si toccano.

giovedì 25 maggio 2017

Eppure il vento soffia ancora.

Lukas Papademos,, chi è costui?
Pare che sia un ex premier e governatore della banca centrale ellenica e che si sia adoperato, nelle sue vesti intercambiabili, di politico e di economista - come Guido Carli, Carlo Azeglio Ciampi - per ridurre alla fame la Grecia.
Chi lo ha fatto saltare in aria questo pomeriggio, o meglio chi gli ha dato fuoco per incenerirlo, non si è perso in onanismi giustificativi - sempre possibili - di una serie di fatti empirici, provocatori di una realtà tangibile e non giustificabile e, implicitamente, ha respinto l'accantonamento della democrazia, per inspiegate "ragioni oggettive", del tutto aliene dalla vita dei cittadini.
La violenza vendicativa e risarcitoria, il terrorismo, conosce anche versioni autoctone e forse domani d'area (dis)omogenea. In ogni caso in Europa e non nelle stesse forme delle "torri gemelle" negli Stati Uniti, date le loro tattiche capacità di coinvolgimento e condizionamento economico e poi militare, in tutte le aree strategiche.
Il rogo del "povero" censore pubblico, silente al tempo della corruzione endemica, anzi fondativa del piccolo Paese "orientale", spacciato per inventore della democrazia, che fu, invece, solo un'applicazione ionica, al livello di una Città-Stato, è un'altra catarsi simbolica.
Una democrazia basata sui traffici commerciali, quindi sul capitalismo, foriero dell'unica forma di democrazia che si sia mai conosciuta e che si conosca nell'esperienza storica, tanto poliedrica e maliziosa da poter assumere ogni veste, anche la più bieca ed ingiusta, adducendo una giustificazione morale, fornendo l'indicazione del suo potere nella violazione delle sue stesse presunte norme. Presunte, perchè si tratta di un'anarchia formalmente e legalmente dissimulata.
Quando l'impronta puritana, pur fasulla, non "tutela", anche con la pena di morte, l'estremismo giustiziere, basato sulla condivisione e l' approvazione popolare del diritto consuetudinario, la malafede nella finzione sovrastrutturale non rimossa, provoca i disastri levantini che anche noi conosciamo, pur nel galleggiamento compensativo  della nostra cultura.   
L'azione politica torna a tingersi di sangue, alla violenza travisata nell'oratoria, cominciano a seguire ritorsioni mirate.
Come quelle dell'Isis a Londra ieri.
Le strategie globaliste trovano infine degli oppositori determinati e lo sdegno ufficiale è tanto autoreferenziale, quanto ignorato, salvo che non subentri la preoccupazione...di andarci di mezzo, passando per caso, mentre di casuale non c'è niente.
Oggi la N.A.T.O. ha firmato l'atto di guerra all'Isis, negando nel contempo che di guerra si tratti. Volendo svalutare il competitore, ha svalutato se stessa e l'intelligenza degli uditori, o meglio se ne è fregata.
Più guerra di così...e guerra, sia ben chiaro, di interessi, maldestramente condotta fin dalla presidenza Bush junior, alla quale sono succeduti tutti i conflitti attuali per gemmazione contraria, della quale le nazioni non chiamate a combattere, non essendoci più la coscrizione, si turbano e si scandalizzano, non essendo più coinvolte nell'ansia e nell'angoscia che le guerre combattute sul campo apportano ai militi, alle loro famiglie, coinvolgendo in esse tutta la popolazione.
In alternativa, ci pensano le bombe scalze, ignare dei meccanismi che li portano al suicidio, vittime di una fede di cui l'aldilà è solo il propellente consolatorio e i periodici insorgenti civili delle nazioni ripetutamente vendute, nell'ozio e nell'austerità.

mercoledì 24 maggio 2017

Quando si dice la propria, si accetta di non catechizzare il mondo.

Il Vescovo di Ferrara, che lascerà la diocesi fra pochi giorni, si è congedato con una preghiera pubblica, in seguito all'attentato di Manchester.
L'a-diplomatico sacerdote non si è smentito ed ha formulato, o ribadito, talune opinioni, che, pur analizzabili criticamente, introducono degli elementi di riflessione non convenzionali.
" Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni, come avevate vissuto"
"Non preoccupatevi, non vi hanno aiutato a vivere, ma vi faranno un ottimo funerale in cui si esprimerà al massimo questa bolsa retorica laicista, con tutte le autorità presenti, purtroppo anche quelle religiose, in piedi, in silenzio."
" Siete venuti al mondo, qualche volta neppur desiderati e nessuno vi ha dato delle ragioni adeguate per vivere. 
Si sono dimenticati di dirvi che c'è il male".
" Spero che qualcuno dei guru, culturali, politici e religiosi, in questa situazione trattenga le parole e non ci investa con i soliti discorsi, per dire che non è una guerra di religione, che la religione, per sua natura, è aperta al al dialogo e alla comprensione. Mi auguro che ci sia un momento di silenzioso rispetto."
Sottoscrivo e condivido, nella sua essenzialità e chiarezza questa analisi e la constatazione dell'onnipresenza di un elemento, intrinseco alla natura umana ed ai suoi calcoli amorali, che acquista, in costanti situazioni, cangianti nell'aspetto esteriore, una stentorea evidenza, rimossa, sibito dopo, da un adattamento interpretativo, anche se io non penso che "il male" sia demandato al diavolo.
Il Vescovo, secondo me, non discrimina fra le convergenti espressioni di violenza che provocano delle conformi reazioni, non si pone il fuorviante confronto fra i morti, prima torturati da almeno due  moderne e menzognere inquisizioni contrapposte.
Sottolinea e richiama, invece, nello specifico, la tara morale del razionalismo laico ed utilitaristico, che ha improntato le peggiori nequizie nel corso della storia contemporanea, ma sbertuccia, senza reticenze, anche la bolsa retorica ecumenica, richiamandosi all'empirismo storico: è anche una guerra di religione e lo è, soprattutto, nelle coscienze delle comunità richiamate e coinvolte.
Attacca a testa bassa le ipocrisie e le convenzioni politiche delle quali anche la Chiesa fa uso ed alle quali si subordina, anche attraverso un'improbabile "union sacrée" dell'Amore, ignoto alla dottrina dell'Ebraismo e dell'Islam.
La replica, non necessaria, della comunità islamica di Bologna, suona scontata e ripetitiva, un canovaccio sempre pronto, sempre uguale, una confezione sotto vuoto: " Non ci stancheremo mai - sarebbe invece meglio - di condannare le atrocità commesse per mano di questi(?) terroristi; ancora una volta una strage di innocenti ( per inconsapevolezza o in rapporto a chi e a che cosa? ) in Europa ( circoscrizione politicamente ostile, ma da citare ipocritamente ) e nel mondo ( generalizzazione concettuale espansiva e subliminale, che rivela la potenziale estensione dell'azione di difesa e di offfesa )".
"Nessuna religione potrà mai giustificare queste barbarie" . Copyright di Bergoglio.
Infine una polemica comparativa: "Qualcuno dovrebbe dire ( chi?, perché sollecitare una censura, che non cambierebbe di una virgola il contenuto ) al Vescovo di Ferrara, che la stragrande maggioranza ( sottolineatura quantitativa ) delle vittime del terrorismo ( in quali concrete espressioni? ) è composta da musulmani e quindi ci chiediamo di quale guerra ( fra) di religioni(e) parli."
Rivendicando la primogenitura del martirio, senza parere, i rappresentanti di una comunità islamica 
si contrappongono dialetticamente al mondo occidentale ma, implicitamente, anche al mondo dei "crociati", come vengono chiamati dalle milizie non soggette all'autorità politica di uno Stato, ma la cui convinzione è condivisa dal sentimento popolare, al quale si contrappone, all'incontrario, il pensiero recondito dei cristiani occidentali.
Nell'ambito della guerra di civiltà, entra, con grande peso sul sentimento delle comunità nazionali, la guerra di religione e la negazione acritica di questa secolare realtà psicologica, serve a disarmare la capacità identificativa dell'avversario, al livello della potenziale "fanteria".
Non so, né mi interessa, se citando Georges Bernanos, il Prelato volesse riferirsi ad un devoto nazionalismo che lo scrittore francese impersonò: probabilmente si, ma anche se, in questa declinazione, l'influenza volesse essere di destra, oltrechè tradizionale, l'intemerata del Monsignore, avrebbe una sua pregnanza, meritevole di attenzione e d'analisi, a prescindere dalle insignificanti affermazioni dei celebranti, talora laici, talora religiosi, quasi sempre in simbiosi cerimoniale.

 

martedì 23 maggio 2017

La guerra narcisista.

Tutti i familiari dell'immigrato libico che ha fatto da ordigno umano a Manchester, sono indagati.
Esattamente come avviene in Israele dopo un attentato, ma mentre i sionisti occupano terre popolate da millenni da arabi stanziali, in nome di un mito di copertura, i "martiri" islamisti vivono da residenti, apparentemente integrati, sul suolo di chi porta la guerra su terreni assai lontani, per interessi economici e strategici, riconoscendosi identitariamente come "estranei, stranieri".
La "koiné" culturale, ma soprattutto emotiva, si "rivela" illusoriamente e droga decisioni altrimenti neppure concepibili.
Il senso d'alterità alberga inavvertito per anni in queste anime e, attraverso i meccanismi sopiti, ma non estinti, della mente fuori di giri, consumano un sacrificio irrecuperabile, valido, per chi lo sponsorizza, solo occasionalmente, per emblema e propaganda.
La vendetta salica si abbatte sugli indifferenti bombardatori indiscriminati, ma non ha lo scopo di vincere una guerra, ma solo di procurare una sofferenza indicibile, insensata a capri espiatori biblici, a vittime sacrificali a riparazione delle loro.
D'ora in avanti o almeno in queste more, la stanzialità  non sarà più garanzia di neutralità, perché l'indifferenza non è stata trasmessa, la vaccinazione plurigenerazionale che si riteneva di aver instillato negli ospiti silenti di un corpo estraneo, non ha rimosso l'alterità di un nutrito gruppo di alieni, capaci di superare la dispersione sociale di quella società per riconoscersi o coltivare l'illusione di riconoscersi come popolo.
Una falsificazione, certamente, per dirla come Popper, ma una falsificazione creduta è un propulsore entropico, che produce nell'immaginazione un'ipnotica determinazione.
Ciò che avvertono e che temono i potenziali obiettivi. non importa su quale fronte.
Ma l'ipnotica determinazione occidentale è tecnologica, rimossa, non a rischio della propria vita, qundo si esercita dall'alto dei cieli.
Salvo dover tornare, di tanto in tanto, sulla terra.

Coerenze prospettiche.

Un'altra autoimmolazione con "tutti i filistei" a Londra, uno scempio simbolico perpetrato in un centro di convegno, imprevedibilmente, ad opera di un "martire" solitario nell'azione, ma ben equipaggiato.
"Le bombe dell'aviazione britannica sui bambini di Mosul e Racca sono tornate al mittente".
Così alcuni siti arabili.
Era intuitivo: gli inglesi bombardano a tappeto, senza curarsi di chi colpiscono e non possono aspettarsi nient'altro.
E' una guerra senza convenzioni, barbara, non dichiarata e si svolge nelle strade arabe come in quelle albioniche dell'aggressore. 
Le fazioni in lotta perseguono obiettivi non evidenti e millantano l'idealità, ma lo stesso fanno i "giustizieri" della Royal Air Force, ottusi ed insensibili e, per questo, molto efficienti.
Gli ordini si eseguono secondo le coordinate e le direttrici e, subito dopo, si ritorna alla base.
La prossima volta: idem, come sopra.
Perché i soldati di Allah, che conducono da emigrati infiltrati loro guerra scalza, per commissione, dovrebbero essere più rispettosi? 
I bambini e non, sacrificati hanno cessato di vivere assurdamente.
La ritorsione è stata assurda, mentre l'azione ugualmente proditoria e dall'alto, viene "giustificata" da un processo razionale, agnostico, moderno, da un ritorno atteso che della distruzione e del dolore degli altri non si cura per non contraddire lo scopo. 
Il sistema è coerente.  

lunedì 22 maggio 2017

Gli "impuniti".

Marianna Madia, che non è la Marianne della rivoluzione francese, non se ne è data per intesa, dopo che il Fatto quotidiano ha svelato la sua minuziosa opera di copista della sua tesi di specializzazione. 
" Sui miei studi non c'è nessuna ombra."
Se lo dice da sola e nessuno la contraddice.
Maria Elena Boschi asserisce di "aver chiariro tutto in parlamento", rispondendo omertosamente all'interrogazione di un collega. 
Annuncia una querela contro De Bortoli che la inguaierebbe per sempre. 
Tanto è vero che non vi dà seguito.  
La sottosegretaria Vicari - omen nomen - si è invece dovuta dimettere per aver agito in favore di un armatore suo amico. Le sue relazioni non erano istituzionali o, come nel caso della Madia e della Boschi, para-istituzionali.
Il ministro degli interni, Minniti, dopo aver lasciato la sua strumentale subalternità a D'Alema, fronteggia i migranti con la regionalizzazione dei C.I.E., che erano stati appena aboliti. Fino ad ora non c'è notizia di rimpatri, né di concentramenti in questi reclusori temporanei.
Minniti va nella bassa emiliana, assicura - richiesto da nessuno - che i mille uomini che circondano un'area probabilmente vuota, non si muoveranno da lì fino alla cattura di un omicida da osteria, emblematizzato, in quanto extracomunitario, quale icona della guerra e del contenimento dell'estraneo.
Come al solito, non ce la fanno.
Eppure sono riusciti a uccidere Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che aveva tolto le castagne dal fuoco alle imbelli istituzioni, all'epoca del terrorismo brigatista. 
Imbelli, ma mafiose e corrotte.
Da quest'Italia non si esce, un po' come dal regime di Saddam in Siria. 
C'è a chi piace e chi lo detesta, ma solo ai burattinai è consentito tagliare i fili, dopo accordo o scontro fra di loro.
L'Italia è un regime condominiale, apparentato per cooperative confessionali o politiche, le è estraneo il sentimento di autonomia e laicità, non fa parte della sua cultura premoderna.
Tutto viene importato senza curarsi delle conseguenze e tutto viene accettato con molte lamentele, ma nessuna contrapposizione. 
In cambio, la polemica minuta, in difesa di interessi parcellizzati non è mai mancata e si esercitano in essa le comari mediatiche.
Il movimentismo surroga l'organizzazione partitica, che anche la Chiesa cattolica ha abbandonato. 
L'ha lasciata cadere nel vuoto, dopo averla eterodiretta, garante autoctona, pur delusa dalla caduta dei provvidenziali fascismi, delle posizioni dei vincitori occidentali, nel disconoscimento morale del contributo partigiano.
Lo ha fatto per cinquant'anni - così come ha coperto la pedofilia ecclesiastica - fino a che un mutamento esogeno del modello economico e di conseguenza morale, le ha imposto di fingere la penitenza recitativa e di riscoprire i poveri in rapida lievitazione. 
Gli unici disperati che possano essere illusi con una solidarietà che conosceranno solo "nell'altra vita", ma della cui non impegnativa rappresentanza, i postulatori di pietà si varranno in questa. 
Renzie è resuscitato.
Evidentemente il disconoscimento popolare sulla Costituzione non è stato accettato dai suoi burattinai, in questo Paese dove solo una stampa di nicchia, pur non aliena dalla promozione del "modernismo", continua a rivelarne le provinciali strategie esecutive.
L'Italia è un paese periferico e poco influente nel mosaico internazionale, la sua cultura è figlia, autenticamente bastarda, del mecenatismo e della protezione dei potentati che se ne sono fatti il lustrino della propria magnificenza. 
Gli artisti hanno servito solo i committenti, pur facendolo con mirabile perizia tecnica. 
Insieme a questa perizia, gli italiani hanno affinato e interiorizzato anche l'inversione decantatoria con la quale il "vizio s'inchina alla virtù"
A ciance, appunto.  

sabato 20 maggio 2017

Declinazioni domestiche.

Decadimento dell'economia capitalistica, quella che esporta i suoi problemi in punta di missile, il lavoro sgonfiato come un soufflé, migrazioni incontrollabili di intere etnie verso l'europa meridionale, le periferie urbane, nelle quali alla povertà residenziale si somma e si confonde quella degli immigrati, addobbati con i loro costumi etnici.
La guerra asimmetrica ha reso esuli intere porzioni di popoli - quelle meno importanti per gli estabilishement - e non è detto che di questo passo, la soluzione riordinatoria non possa essere cercata in una guerra comulativa e non più parcellizzata.
Le persone smettono di essere tali quando si mischiano, per mere ragioni economiche, individualità competitive, in ambiti disordinati.
Quando il disordine internazionale non trova più rabberciamenti in corsa e la morsa delle alleanze occasionali ridimensiona gli interessi egemonici, la via bellica per (ri)stabilire gli equilibri, può tentare la via distruttiva delle leadership emergenti.
Ebbene, questa decadenza è anche sotto i nostri occhi, appena fuori dall'uscio di casa.
Il centro di Bologna chiude i battenti
Tutte le sue botteghe storiche, anno dopo anno, hanno abbassato le loro saracinesche.
Il fenomeno non è originale.
Tante prestigiose attività hanno cominciato a cedere il passo decenni or sono e non sono state sostituite: è stato un vero e proprio abbandono del campo...con tanti soldi in tasca.
Non sono stati rimpiazzati, né all'origine, né successivamente, da negozi di pari livello, bensì da empori appartenenti a network a basso prezzo.
La tendenza è diventata un'esclusiva.
I discendenti dei fondatori, poco inclini alla fatica di (ri)avviamento, si sono sollevati dalle fatiche dell'accerchiamento, da una minor redditività - in termini molto relativi - per il richiamo di tanti surrogati a prezzi di bigiottesca apparenza ed hanno trasformato il business in speculazione edilizia, vendendo o per trarne un reddito da locazione.
Lo spostamento repentino delle sedi bancarie da palazzi di loro proprietà, testimoniano in questo senso e confermano la mutazione, culturalmente antropologica, dei frequentatori delle loro adiacenze.
Si spostano anche se si aprono all'indistinzione delle "teste" ciondolanti,si acconciano all'economia intercettabile, mentre si convertono, opportunamente, in agenzie immobiliari
I bar sono da tempo gestiti da proprietari cinesi, un vero network fra i network, i camminamenti vengono percorsi da affannati e trascurati passanti, borseggiati, "in itinere", da pendolari che prendono servizio al mattino e riprendono il treno alla sera, quando le vie, un tempo trafficate fino a notte fonda, diventano deserte.
Pare che anche l'ultimo avamposto della socialità spettatoria, il cinema multisala Capitol, ceda l'immobile ad un'esposizione tessile, come se non ce ne fossero già abbastanza.
Questa altrimenti esagerata concorrenza, attrae per qualche centesimo in meno sui prezzi, mentre una volta anche la piccola borghesia cercava di dotarsi, risparmiando a casa, di qualche capo d'autore.
Il commercio di capi identici, con impiego di poca stoffa, non è stabile, bensì itinerante, con alcune falsificazioni: piccoli o meno piccoli negozi, con belle vetrine e capi colorati a prezzi da saldo, destinati ad essere sostituiti in breve tempo.
Il lavorio immobilare, fra vendite, acquisti, rivendite e riacquisti, compensa i costi di gestione e crea un profitto, allo stato non stimabile, normalmente a sicurezza e confortevolezza messe in cassaforte.
Si produce ovunque alla stessa maniera e nelle stesse fogge; si vende ora su di una o su di un'altra piazza. Per i grandi network subentranti, invece, la compravendita delle mura costituisce una variabile del business.
La stanzialità, salvo successi duraturi, poco probabili, ( e poi giocano i "concorrenziali" balzelli comunali) non c'è più.
Sono pochi gli articoli che assicurano un reddito costante: fra questi, soprattutto i beni effimeri, la fiera dell'apparenza, soggetta anche a furti sistematici da parte di un'utenza non necessariamente organizzata criminalmente, ma desiderosa di non "scomparire" nei grossolani e ridicoli paludamenti.
Il volto dell'uniformità apparente, lo spot all'aria aperta del reddito ristretto e del cattivo gusto.

E' il momento dell'opera dei pupi.

Declinano sistematicamente, sotto la pressione del marco, le guarentigia democratiche.
Che il marco oppressore si rapporti alle pluridecennali indicazioni del Fondo monetario internazionale, è elemento evidente, come per ogni altra correlata nazione e correlata istituzione, che si riferisca al capitalismo nord americano, nelle sue varie declinazioni autoctone e gattopardesche.
Le democrazie borghesi, non più contrastate dal totalitarismo comunista e spogliatrici dell'influenza morale delle chiese, conoscono il bradisismo della superficialità e delle chiacchiere, mentre i moralismi giornalistici accentuano il superamento della morale familistica, per trapassare al costume dell'efficienza etica.
La politica d'austerità, nei Paesi abbattuti dalla fine postuma della seconda guerra mondiale, sta registrando una gigantesca redistribuzione dei redditi ( di ritorno ) a favore dei ricchi, la più cospicua degli ultimi centocinquant'anni.
L'ipocrisia liberale copre le politiche economiche di estrema destra che sono imperanti anche nelle nazioni corporative e, per questa via, coese.
I fascismi europei, precedenti a quelli revisionati dell'attualità, non assunsero il potere, né con la violenza, né con il consenso ( che pure ci fu ): è stato quel siatema di potere che li ha ssunti in sé, per conservare se stesso.
Di questi tempi, il sistema di potere gode di istituzioni e strumenti che gli permettono di farea meno del fascismo, per realizzare delle politiche sociali ingiuste.
L'odio verso ciò che è pubblico ( sono rimaste ed aumentano solo le tasse ), i diritti dei lavoratori, apostrofati come privilegi, quello implicito verso i poveri, alimenta la guerra fra questi ultimi.
Le varie miscele reazionarie che si pongono a riserva dei poteri, espliciti solo per chi li sa decifrare, raccolgono i sentimenti e le paure popolari che, chi governa l'Unione europea, i liberali ed i conservatori, insieme agli ex socialisti riciclati, diffondono ogni giorno.
Queste destre, come già il fascismo, sono le avversarie migliori per il potere, che fa il possibile perché siano esse a rappresentare chi crede di opporsi ad esso.
I governi "movimentati", senza identità, vengono fabbricati da quelle conventicole finanziarie che considerano le costituzioni antifasciste un ostacolo da abbattere per lo sviluppo del selvaggio mercato.

Contro questo tipo di avversari e solo contro di essi, gli sconosciuti ed improvvisati leader ( Renzi, Macron...) possono vincere.
Ovunque, quel che è stato dei vecchi centro-sinistra e centro-destra, si è rappattumato e governa trasformisticamente, grazie all'impresentabilità degli avversari.
La crisi della sinistra europea consiste nell'aver lasciato all'estrema destra riesumata, il rifiuto e la contestazione della globalizzazione.
Non ci sono scappatoie che non siano truffaldine.   
Tempo di burattini, ai quali, in Italia, il popolo si è opposto, ogni volta che hanno creduto di poter calcare la mano, ma che hanno ripreso a farlo, perché altrimenti non sarebbero potuti uscire dal loro bozzolo.            

sabato 13 maggio 2017

L'immutabile sciarada.

Il papà di Renzie che accusa il giornalista del "Fatto quotidiano" che lo ha messo in piazza, di averlo informato dell'indagine su di lui e che omette di rivelare gli informatori veri, fra le quinte colonne, il papà dell'ex assessore  Colombo che viene "esemplarmente" licenziato per "disattapirarsi" dal moralismo da cortile di "Striscia la notizia", che vellica, sotto traccia, gli umori della destra sanzionatoria.
Ricci viene da sinistra, ma non cambia la sua ipocrita natura  total-autoritaria.
Madia la copiona, che non ha fatto una piega e sdegnosamente tacendo, decreta licenziamenti - l'unico finora comminato è quello di Bologna ( sic! un altro primato ) - secondo quell'adeguamento alle circostanze che ha fatto di lei un ministro di "questa" repubblica.
Maria Elena Boschi che, a sua volta tacendo, respinge senza altezzosamente replicare, le accuse di un giornalista accreditatissimo e che oggi riceve l'appoggio da gang di rione del discendente boy scout, che travisa, come sempre, le cose, per non curarsi di quel che afferma.
E' questa la seconda repubblica, del tutto identica alla prima, ma interpretata da guitti, come si addice alla versione minore, appunto seconda, di un'opera da tre soldi.  

venerdì 12 maggio 2017

"è forse il vendere più ridicolo del comprare?" Alessandro Manzoni.

Che fine hanno fatto la Banca delle Marche, la CariChieti e la Banca popolare dell'Etruria ?
Sono finite in pancia ad UbiBanca, che ha già annuunciato un taglio degli organici pari a 1.563 unità.
Oltre alle sovrapposizioni di servizi identici, a determinare il calcolo concorre la risistemazione degli "asset" e la proporzionale riduzione degli addetti, perché il riassetto si tradurrà in una contrazione che dovrà essere redditizia, al netto, cioè, degli impiegati.
La storia recente delle fusioni non è trionfale: tanti acquirenti si sono poi dovuti vendere, nel giro di pochi anni.
La loro dinamica, che ha visto, dietro le quinte, la Banca d'Italia, in cabina di regia ( quindi a latere del sistema-mercato ), serve a mutarne la natura e lo scopo - quasi esclusivamente finanziario e commerciale - ed ha, in itinere, lo scopo di abbandonare per strada gran parte degli addetti.
Quanto alla redditività, in un mercatino immoto, senza il demando della futura previdenza privata, non sarebbe possibile se non attraverso una contrazione radicale dei marchi creditizi.
Il dado è tratto e il welfare multiprofessionale sarà demandato ai grossi gruppi bancari, con tutte le criticità del caso, mentre la trasformazione del prestito alle imprese, lo focalizzerà sui dipendenti e l'indotto commerciale clientelare ( dei propri clienti, che saranno assunti in partnership ).
Le banche citate in premessa, a suo tempo acquirenti, sono rapidamente precipitate nel baratro, per via della corruzione appropriativa che è stata messa in luce solo dall'intrusione-assimilazione della unione europea.
Un "remake", con altri interpreti di "Mani pulite".
Però, oltre la facile e forcaiola soddisfazione del popolo infelice, va detto e constatato che- come per "mani pulite", il redde rationem inclina, spalmato, a concentrare il sistema bancario, espellendone, di volta in volta, il personale, non desueto per età o conoscenze, quanto rifiutato da un modello bottegaio, nel quale i vecchi maggiorenti cercano di riciclare i loro eredi...anche in politica.
Si faceva esattamente così anche nei decenni rinascimentali, con il collaterale coinvolgimento della Chiesa, si è fatto con diverso "focus" durante le guerre risorgimentali ( di che, poi? ). Tutto sommato e tutto detratto, si sta e si è stati meno peggio oggi e nel Rinascimento.
E' solo saltato il gioco di coinvolgimento delle plebi parassitarie: "non c'è più trippa per li gatti", come ha sancito il creditore europeo, che si è anche rifiutato di finanziare la ricostruzione del centro-Italia interessato da un terremoto.
L'Italia aveva chiesto la copertura al 100%, che avrebbe dissipato in favoritismi, speculazioni e ruberie, per richiedere, in seguito, una variazione al preventivo.
Le zone resteranno allo stato brado. Oggi, come in passato; non è cambiato niente.
La Chiesa ha relegato - ma non privato del potere - la curialità del "Trono e dell'Altare ( sul quale consumare sacrifici ) e cavalca il decontestualizzato evangelio dei profughi e degli attuali e soprattutto prossimi indigenti.
I Gruppi bancari più importanti provvederanno all'inglobamento, alla rielaborazione e all'espulsione del personale digerito; forse qualche realtà di provincia, se sollecitata, compricchierà or qua, or là.
Ma la giostra centrifuga è ben lungi dai suoi ultimi giri.
Anche se non si licenzia con le e-mail, il processo va nel senso inconfondibile dell'adeguamento gattopardesco a tutte le situazioni, sulle quali non si può, perché non si è mai voluto, dell'interagire, industriandosi e lobbyzzandosi, anche in canonica, per perpetuare pigre posizioni di rendita, ora coinvolgendo i lazzari, ora rigettando in quell'inconfutabile condizione, quel medio ceto che si era acconciato ad usi formali ed ideologie, per lui improprie.
L'esodo è spontaneo.
Si diceva anche degli Ebrei quando erano ripetutamente costretti a lasciare i loro temporanei approdi, prima che un esagerato programmasse di ucciderli.
Lo stesso per il popolo che fu lavoratore.

giovedì 11 maggio 2017

La botticelliana.

Maria Elena Boschi, emersa dallo stagno, nel quale era nota solo alle cronache locali, è stata portata con sé, come fiduciaria, dal precedente presidente del consiglio, Matteo Renzie e, in questo momento, ha assunto le vesti del suo controllore fiduciario, ad onta dei ministri che, essendo tutti di nomina tosco-renziana, hanno protestato, ma non hanno messo in crisi il governo.
Più provinciali di così non si potrebbe essere.
La botticelliana sottosegretaria ed ex ministro, appena assurta ad un ruolo nazionale, si è preoccupata di coprire le magagne della banca di papà e, per un ruolo nel consiglio di amministrazione, anche sua.
Ha chiesto al direttore generale di Unicredit di rilevare la Banca Popolare dell'Etruria e di lavarne i panni sporchi.
Fatta un'analisi dei bilanci, la mossa non venne effettuata dalla già ingarbugliata azienda internazionale.
La grulla però ci ha provato, traducendo su due piedi l'influenza governativa in uno strumento utile ai fattarelli suoi, secondo la logica - detta da prima Repubblica - per cui una mano lava l'altra. Ma ora, con l'internazinalizzazione dei rapporti, Unicredit se ne frega dei buoni uffici della sottosegretaria, inutili e inincidenti sulla sua resa: figurarsi sulla sua espansione, ormai maggioritariamente all'estero.
Perchè tanta sicumera nella mia convinzione?
Perché Ferruccio De Bortoli, già direttore in sequenza, del Corriere della Sera, del Sole 24 ore e di nuovo - come non era mai accaduto, del Corriere della Sera, non si sarebbe sputtanato per così poco. Non conviene alla Boschi andare in giudizio contro di lui - anche se ci andrebbero solo i suoi avvocati - perchè si troverebbe sputtanata "de visu".
Il giornalismo d'inchiesta è talvolta strumentale, ma che De Bortoli si scomodi per attaccare la Mariuccia Elena è opinione che non sta né in cielo, né in terra, mentre le sue frequentazioni, professionali e d'indotto, sono apportatrici di ben altre informazioni che quelle rese pubbliche.
De Bortoli, nel libro uscito oggi, ha esercitato il giornalismo di denuncia e, avendo in corso duecento cause, non è particolarmente interessato alla duecentounesima, anche se ha sollecitata alla Bosche la presentazione dell'annunciata querela.
I giornali, anche le gazzette di provincia, sono sistematicamente interessati da cause legali: ogni cosa che pubblicano, anche nelle forme più blande, suscita il dispetto dei chiamati in causa, abituati a fare i propri comodi, ammiccando, facendo intendere, promettendo, facendo pressioni.
Ma il mondo liquido, se favorisce, da noi, per delega inespressa, personaggetti come Matteino e Maria Elenuccia, li mette opportunamente, un attimo dopo, sulla graticola sulla quale, a fuoco spento, contavano di riposare.
Codeste figurette stizzano e minacciano, secondo il nazionale modello mafioso e la presunzione familistica e sostanzialmente fascista.
Non tollererebebro, se potessero, l'invadenza dell'informazione, nei "fatti loro e della loro coorte".
Il modello american-capitalistico ha molti difetti e altrettanti pregi liberali e libertari.
Mettere le cose in chiaro con Maria Elena Boschi rientra fra i pregi.
 

mercoledì 10 maggio 2017

L'eterno movimento.

Igor si muove(?), la polizia incede.
La sorella, dopo aver negato - quasi - di conoscerlo, lo invita a "tenere duro", gli esprime la solidarietà ( culturale ) della famiglia " che non sa più nulla di lui "ed a cui non risulta nulla di quanto attribuitogli.
C'è un aspetto trascurato in questa vicenda: Igor è serbo.
I Serbi sono, in gran parte, di origine gitana e della mentalità degli zingari continuano a fare un elemento di identità, ma soprattutto, di solidarietà.
Solidarietà dinamica ed operativa, transnazionale e nascosta.
Tre anni or sono, a Roma, una comunità criminale Rom, celebrò un funerale barocco al loro capostipite deceduto.
Sul sagrato della chiesa, sulla facciata della quale troneggiava un'edificante gigantografia del devoto malavitoso, convergettero, come avvisati da segnali di fumo, esponenti della "famiglia", ma anche di tanta parte della comunità Rom, italiana ed estera.
Perché dunque non considerare le facoltà mimetiche che un costume zingaresco e l'occulta rete di complicità possono sinergizzare?
Non so se e come Igor possa essersene valso.
La semplice e semplicistica ipotesi..ufficiale che se ne stia acquattato nell'inospitale ambiente acquitrinoso, con una ferita in corpo, su giacigli di fortuna con un clima, fino ad oggi, inclemente, nutrendosi di che?, non ha mai convinto, mentre la romanzesca "rete di complictà" , non ha mai trovato un riferimento concreto.
Igor continua a giocare a nascondino - se è ancora nel perimetro stimato - con uno schieramento spropositato di cacciatori, mentre l'intervento singolo o limitatamente coordinato di agenti o militari "speciali", come ce ne sono anche nel nostro esercito, potrebbe dare i risultati che il dispiegamento di forze, non raggiunge.
Resta l'incognita: di chi può valersi Igor?
Perché non degli zingari?
In questo caso, la pericolosità del fuggiasco si moltiplicherebbe e l'azione specialistica dei corpi dedicati dovrebbe coordinarsi con il supporto più ampio delle altre forze impegnate.
Igor fugge e, salvo segnalazioni occasionali, non attacca più, ma, per fuggire, sottraendosi alle ricerche ed allo scontro, forse è filtrato magmaticamente non solo dai canneti.

lunedì 8 maggio 2017

L'europa reale.

La "gauche" è scesa subito in strada a Parigi, supportata dall'ingenuo, ma importante appoggio studentesco, in una nazione che non disprezza la cultura.
Il pupetto di mamma sua è una versione ingloriosa del Renzie nostrano e, precipitando nell'abisso, dello Tsipras greco.
Una degradazione morale, soprattutto, ben impersonata da questi burattini ambiziosi, figli di una piccola borghesia arrivista, che coglie un'occasione insperata, fra menzogne, retorica e servaggio.
La Francia in mano a un fessacchiotto, sedotto con l'inganno eidpico, assecondando una presunzione di potenza, favorita dall'anziana discente, per dargli il senso del possesso.
Lo ha poi diretto, da dietro le quinte, ma non senza interessi personali e continuerà a farlo, d'ora innanzi.
Non so se il sesso sia praticato dal giovincello, a latere, con il beneplacito della mamma o se quest'ultima gli pratichi delle gratificazioni sostitutive per il suo benessere, come il bagnetto, l'asciugatura, l'intalcatura ed il cambio del pannolino, ma Macron è il terzo presidente di fila a far sorridere, dopo Sarkozy-Bruni ( con proposta, da parte sua, alla ex moglie di "lasciar pardere" se lei fosse ritornata con lui; ma lei forte di un nuovo ingaggio coniugale inconcepibile in base al solo suo aspetto, mentre non risutano qualità morali ed intellettuali particolari, non se ne è data per inteso, pur nel corso della campagna elettorale ).
Il ragioniere socialista, l'Hollande motociclista, faceva invece il giro dell'Eliseo, sul sellino posteriore, travisato dal casco, in barba ad ogni prassi di sicurezza, per raggiungere un'attricetta che gli prestava i suoi favori, in cambio - anche lei - di una parte.
Altre latitudini, ma comunque prive di stile, inguaribilmente latine.
La "gauche" non ha votato, l'astensione è documentata dall' altissima percentuale di voti potenziali, ma non espressi, ma ha subito manifestato contro il Jobettaro giuggiolone gallico, che, non contando niente, farà lo stesso il compitino assegnatogli, per di più sotto dettatura domestica.
Anche la Chiesa non si è schierata.
Un insperato successo dunque, anche per la professoressa che ha ben individuato e gestito il rampollo di una famiglia influente e non sono un giovane attore di "pièces" scolastiche.
Allora perché inutilmente manifestare?
Perché la politica dei servi, la politica Quisling, non è l'unico metro, materiale ed opportunistico per fare la "propria" parte, ben consapevoli che la maggioranza è costituita dall'aristocrazia dell'ignoranza e della mancanza di principi.
Sul piano politico, pur nel vano impegno contingente, per l'inesorabile trascorrere del tempo, la presenza degli (auto)esclusi per non favorire un alieno, mantiene la sua valenza storica: sarà un'altra generazione popolare a beneficiarne e testimonia la vitalità del senso della logica e del reale "versus" una triste caricatura dell'entusiasmo "dell'eletto" per essere  il pupetto( onanista? ) della U.E e della mamma...putativa, ben felice di partecipare a feste, cene di gala e consessi, dove tutti sapranno che l'estenditrice dei discorsi presidenziali è stata lei.
Sulla destra di Marine Le Pen - che lo spodestato padre ha subito, dopo l'esito elettorale, definito inadeguata a fare il presidente - non mi piace parlare.
E' la riemersione della reazione vandeana, in circostanze medievali, dal corpo stesso di una destra apparentemente più rispettabile, ma custode,  "in interiore homine"   dei più beceri e violenti sentimenti razzisti, anche verso quelle porzioni del proprio stesso popolo, troppo povere o troppo acculturate rispetto a lei.
C'è già stato l'annuncio preventivato, che dopo la sconfitta, ma con un ampio, immagazzinato, margine di consensi, Il Front national cambierà nome e linguaggio, per consolidarsi ed acquisire un' immagine e solo un'immagine, diversa.
Una politica, a sua volta, di puro adeguamento. La politica " tout court" di chi sa di non poter contare che per se.
Come in Italia.
Che tristezza.

domenica 7 maggio 2017

L'erba velenosa.

L'etica importata, insieme al capitalismo, non attecchirà da noi, anche se talune fortune clientelari sono finite, si sono selezionate, sono perite nella mutilazione ribaltatoria.
Non si era mai vista - nell'arco della nostra generazione  -  una simile inflazione di slogan, tutti ingannevoli, come le ricette morali riproposte.
Un Luna Park da osservare da lontano, oppure nel quale immergersi e stordirsi.
Ritenere addirittura di esserne esclusi e soffrirne, come se fosse un approdo agognando e non un'imitazione scimmiesca per stare in branco, altrimenti detto gruppo.
Non siamo fatti per stare soli, ma insieme ci stiamo come le scimmie, fra falsità, inganni, agguati e attesa opportunistica per rovesciare fortune e farsele proprie.
In questo, ovviamente, i fortunati devono guardarsi dai loro sodali e non necessariamente solo da quelli che lo sono stati un po' meno: non c'è ambiente meno solidale di quello del privilegio che, solo per sfuggire ad una lotta naturalistica, si organizza in lobby, all'interno delle quali, però, succede di tutto.
E' difficile la coesistenza fra persone diverse, il volerla perpetuare è un'inutile sofferenza.
Chi, per traslato, vive in un bozzolo, cercherà sempre di eterodirigere e controllare la situazione, farà argine ai diversi e ne screditerà le personalità, convinto, a torto o a ragione, di essere al sicuro e di dover difendere, con il suo vantaggio, il suo mondo.
Anche quando non c'è più ed è diventato assolutamente illusorio per lui e non solo illusionistico per gli altri.
Se, per inerzia, continua a frequentare le occasioni cerimoniali  dell'ambiente in cui era nato, ma nel quale si è visto spodestare da un'inaspettata concorrenza, continua a recitare una parte e la replica con chiunque faccia parte, di quell'imitato consorzio, anche se lui ne è diventato un valletto, un erede diseredato.
Un'imitazione di se stessi.
Il fuggiasco della "bassa", continua a tener testa a mille carabinieri e poliziotti, vigili urbani e cani molecolari, in percentuali non note.
Per i soliti riduzionisti: un costo erariale insostenibile e, come per molte imprese italiane, inutile.
Se anche fosse infine ucciso o catturato, perché stremato, digiuno e bagnato come un pulcino, avrebbe documentato l'inadeguatezza dei suoi cacciatori, la discrepanza fra il muoversi protocollare, anche in guerra ed il condurla con strumenti esclusivamente istintivi e mentali.
Mi sembra che anche i mafiosi, che pur vengono ultimamente rintracciati nei loro rifugi nei centri cittadini, non siano mai stati intercettati prima, durante e dopo i sequestri di persona - quando si praticavano - né nelle nascoste manifestazioni del loro lavorio collaterale.
Il Papa, confliggendo con l'Ordine di Malta, ne ha, per la prima volta, asserito la doppia natura utilitaristica, cattolica e massonica.
Ha perfettamente ragione: chi conosce l'identità nascosta dei massoni, spesso ne scorge qualcuno impegnato, dopo essersi cambiato d'abito, in cerimonie dell'Ordine e poi lo rifrequenta, sua sponte o suo malgrado, soprattutto nelle corsie e nei dipartimenti sanitari.
Anche taluni imprenditoruccoli sono massoni ma, negli ultimi anni, l'appiattimento della vita privata nelle riunioni festive fra di loro, le stesse dei convivi amichevoli, professionali o semplicemente lavorativi, delle stesse feste giovanili, il legame, troppo stretto per essere credibile, non è bastato.
Il Papa non li vuole più fra i piedi, ma farà prima a levarsi dai piedi lui.
L'erba cattiva non muore mai.
E di erba cattiva è infestata anche la Chiesa, comunità di uomini, lobby proselitistica anch'essa del grano e del loglio.
Perchè il Papa non vuole i massoni dentro le istituzioni ecclesiatiche?
Perché ne alterano la missione o l'immagine missionaria che questo Pontefice vuole, troppo tardivamente, imprimere alla comunità - così vaga - dei credenti.
Certo che un massone, che presta obbedienza alla sua Loggia, in via prioritaria, rispetto alle leggi dello Stato, che vede appropriatamente, come uno strumento di salvaguardia di un assetto sociale e di intersecati interessi, non può aderire a nient'altro che alla sua autoreferenzialità, delegando al Gran Maestro la risoluzione delle beghe, spesso strategiche e multimiliardarie, legate ai traffici non dichiarati, a cominciare dalle armi.
Ma anche la Chiesa, oggi in crisi quasi terminale - ma si riprenderà - è stata autoreferenziale e, se ufficialmente non lo sarà più, questo avverrà fino al termine dell'emergenza, dichiarata ma non affrontata, della miseria, migratoria ed autoctona, di recente configurazione.
Dopo ridiventerà autoreferenziale, non relativista.


L'europa sub guglielmina.

Fra l'estrena destra e la destra, o centro che dir si voglia, è scontato che vinca il centro a destra, salvo situazioni, investigate solo per il loro aspetto economico, in Germania.
Macron ha vinto facilmente sotto la regia della sua mamma sulla rampolla di papà Le Pen - sconfessata anche da suo padre, che aveva esautorato - e si appresta ad una politica di approssimazione , nell'ambito dell'impero di cui è solo una vanitosa, ma insignificante componente.
I francesi si confermano come una potenza velleitaria e vellatariamente interventista, sotto l'ombrello continentale.
A differenza degli inglesi.
L'autonomia, anche nucleare - che hanno venduto agli israeliani - verso la N.A.T.O. e gli statunitensi, è stata solo uno scarto di anglofobia, perché nell'Alleanza era rimasta, rifiutando solo l'eterodirezione politica.
Strizzando un occhio all'Unione sovietica, riuscì a fare adottare il suo sistema televisivo a colori - SECAM - in tutta l'europa al di là della cortina di ferro, mentre, tranne lei, i paesi occidentali del medesimo continente adottarono il sistema PAL, anglofono ed americano.
In Italia, solo l'allora segretario del partito repubblicano, Ugo La Malfa, perorò la soluzione francese, per lo sconto che comportava.
Economista rigoroso ed ante litteram, che previde, sulla base semplici conti empirici, lo stato attuale delle finanze italiane.
Così il bel liceale  e la sua insegnante, che resterà dietro le quinte, ma senza la quale si sentirebbe insicuro - e se la cambiasse ufficialmente? - salirà all'Eliseo, simbolo, fino a pochi anni or sono, dell'orgoglio vanaglorioso della nazione, ridotta oggi a zerbino, ben damascato, dell'impero guglielmino primo, secondo, terzo...come le sue Repubbliche.
Il governo dell'Italietta all'incanto, commissariato, il giorno successivo all'elezione di Renzie a capo di un partito inesistente, dalla botticeliana Maria Elena Boschi.
Una nullità, formalmente alle dipendente dal presidente dell'esecutivo, a questo punto, smaccatamente al soldo e nella discrezionalità del pupazzo di Rignano.
Un buffone e una mignotta.  Anzi: due buffoni e una mignotta.
Roba da  Banca Popolare, popolarissima, dell'Etruria.

sabato 6 maggio 2017

Simbologia di un futuro già scritto o naturalisticamente ineluttabile.

Questa notte ho compiuto il mio genetliaco faticoso, all'origine. Una nascita con il forcipe, andata a buon fine.
Forse, come dicevano gli antichi, stelle non benevole presiedevano all'evento, non benevole circa le menomazioni della vita, nelle sue espressioni non presidiate.
A un esito premonitore, ma contingentemente fortunato, eppur asfissiante, del faticosissimo superamento di un'ostruzione - che forse era un tentativo di salvezza - è seguita, con feroce impronta, la menomazione dell'etologica cattiveria della natura, in forme inutilmente pensate, inutilmente umane, rivolte al suo contrario presunto, ma solo in parte, ideologicamente. 
Il dolore mi è noto. Ne rimane il ricordo, il segno.
Quell'evento biologico, drammatico per mia madre e - mi dicono i medici - anche per me, che rischiavo di non nascere, ormai pronto per vivere - ha già conosciuto la sua conclusione, sia per mio padre, ormai da ventinove anni e anche per mia madre, la mia genitrice, diciassette mesi or sono.
Dalla lacerazione fisica della nascita di un altro, è passata, come mio padre, attraverso  altri dolori, ancora apportati, per parte sua, dall'impellente che premeva alla porta impedita, allora, per  l'impulso, tutt'altro che edificante di affermarsi, come in seguito, conseguenza delle menomazioni, sfuggite all'inizio, al primo compimento e poi causate da avvenimenti meno fortunati.
Vedere in questo un segno, una conferma?
Nascita, sviluppo - evoluzione?, ma di che genere? -( riproduzione ) e, subito o dopo decenni, morte.
Ricorrenza e commemorazione.

Commentari.


Come commentare questa giornata uggiosa, a primavera inoltrata, prima che i raggi UVA scatenino un'afa senza misericordia?
Quella misericordia, prodotto di una cultura umanistica post classica, che non l' ha sovvertita, ma che si propone come alterità, ma non umana. Almeno nei termini noti e vissuti da ogni generazione, frutto di un peccato d'origine, o intrinseco, ma suscettibile di ritornare umana nelle profondità incontaminate dell'animo: non dell'esperienza sensibile.
Due costruzioni logiche e analitiche, concluse in se stesse, l'una prodotta dal demoniaco, l'ES,  l'altra da un amore sacrificale.
Demandi  e rimandi a culture monogenetiche, entrambe senza esito storico o più banalmente esperienziale.
Due simbologie, delle quali la materiale ed empirica conduce la maggior parte degli uomini all'insoddisfazione, all'angoscia e alla disperazione, mentre l'altra, anche se non prospetta una soluzione credibile, appunto perché irreale, conferisce a chi se ne vale, una forza interiore che lo può portare a risultati altrimenti irraggiungibili; se sul piano delle realizzazioni pratiche o solo su quello della robusta ( e successivamente disgregata? ) struttura interiore, lo dirà il resto della vita, quella dopo l'idealismo o la furia adolescienziale.
Resteranno valide ed alternative, nella nostra cultura, tutte e due e avranno vita parallela nella prassi, perché, se vengono a contatto o se addirittura la più debole cerca spazio nel perimetro mobile della più forte, lo scontro, in forme non esclusivamente belliche, ma comunque violente ed annichilenti, non conoscerà né pietà, ne rimorso.
 

mercoledì 3 maggio 2017

L'evidenza ignorata.

L'assegno divorzile che l'Unione europea continentale propaganda di aver presentato all'Inghilterra, prima delle sue elezioni, è pari a cento miliardi di euro, che per la Premier Theresa May sono una cifra spropositata rispetto agli oneri reali, quindi legali, della Brexit ed ha già annunziato ai suoi concittadini, sudditi di Sua Maestà, che solo la cifra che sarà legalmente stabilita, costituirà la buona uscita britannica, a favore dei continentali che "resteranno separati dall'Inghilterra".
La May, anti-scissionista prima di assumere l'incarico, al posto del dimissionario Cameroon, ha poi interpretato alla lettera la maggioritaria espressione popolare e ha preso a fronteggiare la manovra di accerchiamento degli abbandonati, col fiero cipiglio di una potenza ex imperiale, che non abdica alla sua sovtanità ed alla sua autonomia e che non è incline a farsi ricattare.
Brexit a parte, che cos'è dunque l'Unione europea se non una coalizione monetaria e, sperequatamente, economica, senza nessuna coesione sul piano militare, priva di istituzioni comuni, gelosa custode della "sovranità nazionale" dei feudi guglielmini, solo per quanto riguarda le guarentigie appropriative di una classe politica improvvisata e raccogliticcia, ben intenzionata a non farsi scappare l'inaspettata occasione di prender boccino e denari, adeguandosi alla volontà prevalente, pronti, se sarà opportuno, a rodomonteggiare in futuro sul "crollato regime" al quale si sono sempre opposti, in cuor loro, ma dal quale erano costretti: troverebbero accoglienza, nella logica dell'inestinguibilità dello Stato e del suo diritto, sostenitrice delle posizioni acquisite nel trapasso " liberatorio".
E' accaduto, recentemente, anche alla  caduta del fascismo, con brusche conversioni, spesso solo apparenti e riconversioni - soprattutto nel mondo accademico - dall'estrema destra, alla quale si era prestato giuramento, alla sinistra comunista, senza che quest'ultima ne respingesse il trasformismo.
Il senso reale e le reali motivazioni per le quali siamo caduti in una morsa ingiustificata del genere, che prevede solo obblighi per gli Stati e restrizioni per i cittadini e quali siano i gruppi ristretti che ne traggono o ne possono trarre benefici, dovrebbero essere meglio interpretabili, mentre in Grecia, anche oggi, si sono ridotte le pensioni, su precisa indicazione della commissione europea.
Un piano di rientro bancario. 

La facile predizione della Pizia.

Girare in automobile per le vie di Bologna è impossibile, eppure troppi si accaniscono nel volerlo fare e arricchiscono le casse comunali.
Ottocento rilievi sanzionabili al giorno, nonostante ci siano solo due autovelox sul territorio urbano.
La scorrevolezza esclude il parcheggio, l'intasamento la meta.
Ecco che la città si caratterizza come una selva puzzolente, popolata da automobili, cavallette ( motocicli ) e, ultimamente, in larga misura, da biciclette.
Un disastro urbanistico, a meno che non si voglia sostenere che sono i cittadini a doversi uniformare alla mentalità della Giunta.
Il dirigismo comunista, ma anche il dogma cattolico, si riconoscono.
A piedi, in periferia, ma anche in centro, schiere di extra-comunitari in marcia e in attesa degli autobus.
Il taglieggio sui mezzi pubblici e per strada, negli empori di ampie dimensioni, è un lavoro quotidiano, spesso per pendolari ferroviari.
Dimenticavo le corriere.
In periferia ed in provincia il borseggio è minore, in compenso aumentano le rapine nei pressi dei bancomat.
I cinesi hanno quasi smesso di comperare licenze per ristoranti e si sono convertiti ai bar, ai saloni e saloncini per parrucchieri bisex ed ai centri massaggi.
Tutti gli antichi esercizi commerciali chiudono e vengono rilevati da mega network.
La scuola, negli istituti professionali assomiglia a quella del Bronx e i più turbolenti, in realtà capitati in quell'ambito "educativo" per caso, vengono collocati, dopo essere stati bocciati all'esordio, nelle sezioni di avviamento al lavoro.
Le scuole per ricchi accentuano le specializzazioni e gli indirizzi dei loro corsi formativi, secondo modelli prussiani, che non prevedono non solo e non tanto i meno dotati, quanto i meno facoltosi.
In una compagine sociale, nella quale lo sbocco lavorativo presuppone un tempo di studi universitari ormai decennale, fra laurea, master e super master - a parte le lauree brevi, finanziatrici dell'azienda accademica - la stragrande maggioranza dei prestatori d'opera è destinata ad un'attività vicaria, precaria e mediocremente remunerata.
Nel Paese al penultimo posto per numero di laureati, il semplice lauro non serve più per aspirare a far parte della, pur sputtanatissima, classe dirigente.
Anche oggi, a dire il vero, agli studi teoricamente più formativi ed impegnativi - svolti come, è da verificare - si approssimano solo discendenti di casate professionali ereditarie molto benestanti, la cui titolarità corrisponderà, a prescindere, alle attribuzioni più remunerate.
Il numero degli scarti, in un mondo sempre più specializzato agli apici e sempre più squacqueronato alla base - anzi senza più una base - diventerà oceanico e, al suo interno, con alcune sortite fuori dai  confini assegnati, l'ignoranza e il controllo ambientale, la sotto-cultura del più forte e del più prevaricatore, edificheranno la gabbia dalla quale sarà impossibile o deludente, uscire.
La criminalità endogena ed esogena aumenterà, dapprima parallelamente e poi trovando un punto di convergenza.
Già adesso, nei quartieri popolari, ad opera soprattutto di commercianti, ma anche di manipoli condominiali, sono in azione ronde "spontanee" che la polizia non intercetta e che provocheranno, prima o poi, morti e feriti.
Le classi più attrezzate non si apparteranno più di quanto già non facessero prima, ma l'inaccessibiltà non più superabile, sia pur con poche eccezioni e la dicotomia, se non sarà più contenuta dalla sinistra amministrativa, sfocerà in una violenza fra privati e non più in una contrapposizione politica fra le classi sociali.
La classe media, brillante creazione della destra, continuerà a pendere dagli ammennicoli del miraggio superiore, ma sarà sbrindellata - meno, quella di matrice cattolica, pur molto variegata nelle sue sensibilità, ma sostanzialmente uniforme nella dottrina, come la ex Democrazia cristiana - e la sua funzione filtrante e respingente non sarà più rassicurante per le classi del censo e delle professioni. Tutto questo radicalizzerà le opzioni di destra
La mutazione sociale si sfoglia nei termini più ovvi, date le premesse, da quando avvenne  la rimozione giudiziaria - quando gli inquisitori ricevettero l'imput di poteri non istituzionali o para-istituzionali - del vituperato, perché degenerato, partitismo moderato, a cui ha fatto da "pendant" la liquidazione del comunismo, ultimo paradosso reale, ma organizzato, dell'influenza delle maestranze nella politica.
 Il segnale fu riportato dalle gazzette del "cambiamento", tutte in mano ai poteri forti, con le loro influenze meno evidenti.
Il popolo che già si apprezza è costituito da carte assorbenti.
Come in passato?
Ne convengo, salvo considerare che cosa si assorbe.

Cittadinanza infima.

Il contrabbandato reddito di cittadinanza è un sostituto cosmetico, urticante e low cost e uno spregio al diritto del lavoro, che per basse ragioni, strettamente politiche ed infime, viene agitato in faccia ai derisi.
Per evitare che molti lo percepiscano come un diritto inalienabile, nella bozza si afferma che, "stanti i vincoli di spesa pubblica", la mancia per le bibite, probabilmente alcooliche, sarà emergenziale, quindi temporanea.
Che cosa implica?
Che la lunghissima congiuntura economica, dalla quale non usciremo che a tempo indeterminato e in chissà quali condizioni, implica un precetto morale: l'accettazione, anzi l'obbligo di acconsentire ad una sottoretribuzione.
Il sogno realizzatosi degli imprenditori privati.
Chi è povero è escluso dal mercato del lavoro e, di conseguenza, può usufruire di un sussidio temporaneo, a condizione che si pieghi alla medesima logica economica che ha fatto di lui un povero.
Un circolo perverso, comprensivo di una pedagogia moralizzatrice, propagandata senza sosta e qualche apparente variazione, con circolazione ad una sola via.
Questa ideologia consolida nei più distratti - quasi tutti - l'idea sottocutanea, per la quale la povertà è una colpa e la mercede una magnanimità.
Il reddito di cittadinanza è un equivoco indegno, fa "pendant" con la "meritocrazia" regime utopico e, nel reale, antidemocratico - e instilla il falso convincimento che le diseguaglainze economiche e sociali siano qualcosa di naturale.   
Dietro ai pifferai che imboniscono le menti con sotto-culture dominanti, per mancanza di opposizione e di spirito critico dei destinatari, sembra formarsi una presunta opinione di massa - le recenti vicende referendarie hanno dimostrato il contrario e fatto emergere che il"mainstream" è solo la giaculatoria delle classi privilegiate e dei loro stipendiati - che "invocherebbe" meno tasse e meno spesa pubblica, quindi ancor meno servizi, al netto delle ruberie, azzeramento dello Stato sociale e gioioso passaggio al Welfare bancario e assicurativo privati, meno controlli sui capitali evasivi - meno di quelli attuali, che permettono sempre il parcheggio delle sostanze, prima che cominci la caccia alle povere streghe - superamento dei "lacci e lacciuoli" e, infine, come inevitabile corollario, meno diritti per i lavoratori.
Quest'ultimo è un mantra: i lavoratori sono privi di guarentigie e hanno perso anche la possibilitù di lavorare decorosamente. 
La poverta, con il reddito di cittadinanza e non solo, viene aggravata da continui supplementi unidirezionali, anche psicologici, consistenti nell'interiorizzazione dell'ideologia acritica - come tutte le ideologie - del liberismo di ultima emissione, (ri)attribuendogli una moralità censitaria, anzi una pedagogia intimidatoria.
Con l'enensima coniazione espressiva si va ad aggiungere un altro anello alla lunga catena retorica del "meno", della penuria, come condizione di vita e di collocazione sociale, nell'ambito della compagine "edificanda".  

lunedì 1 maggio 2017

Oggi non c'era niente da dire.

Oggi, il pampa Papa non ha detto niente su San Giuseppe lavoratore o, se lo ha fatto, non è stato citato.
Un silenzio significativo, un silenzio da approvare.

Allons enfants..ma dove? Eppure non bisogna fermarsi.

Parigi, oh cara!
La "grande ville" non ha trascurato la protesta del 1° maggio e lo ha fatto con una chiara, minoritaria, manifestazione di sinistra..senza rappresentanza.
"Nè con i fascisti, né con i padroni!". E' una posizione civile attualizzata che, condivido in pieno.
Nel frattempo continuava, al chiuso, la scadente competizione fra il ragazzo incestuoso e l'anti Marianne del feudo profondo.
Il terrorimo non è in grado di condizionare, né di mettere in crisi la cultura profonda della Francia e non distrae: è uno dei tanti elementi della complessità del vivere, individualmente e politicamente.
In Turchia è, ancora una volta la sinistra ad opporsi, a perdersi, contro un corrotto dittatore plebiscitario, dando senso al primo Maggio.
I sindacati, pur eesendo associazioni non riconosciute ed essendo quindi liberi di analizzare, senza condizionamenti, le varie situazioni, sono da sempre schierati con, sdraiati sulla politica. Oggi sono su un giaciglio, ma non rinunciano a straparlare evocando i fantasmi di cui si servono per darsi un significato, cercando un approdo su un versante, quello politico, che è stato superato dall'alluvione finanziaria e dal conseguente smantellamento dell'industria produttiva di beni.
Restano solo da commercializzare beni, tutti uguali, prodotti in Paesi a basso reddito, sempre a più basso reddito, mentre, contestualmente, precipita il reddito nazionale, diventano mitologiche le prospettive di lavoro, che si intravedono fra una galleria e l'altra - lunghe, medie e molto brevi - nel tratto tortuoso fra Bologna e Firenze e viceversa.
Una spirale, un'ellissi, dei vasi comunicanti con un filo residuo di succo.    

La certezza del manganello.

Violente manganellate, a Torino, per impedire a duecento manifestanti antagonisti di raggiungere Piazza San Carlo, dove si teneva lo sfacciato rito delle parole al vento degli ex sindacati confederali.
E' stato vietato manifestare il proprio dissenso, per lasciare tranquilli i blateratori illogici di associazioni di pensionati, di reduci.
Contusi e feriti.
Solo dopo la fine della retorica adunata alla memoria, agli antagonisti, che facevano parte di un solo Centro sociale, è stato consentito di raggiungere la piazza.
Come si fa nei consigli di amministrazione verso i contestatori: li si fa parlare sotto una fonte di calore per l'illuminazione, all'ora di pranzo o a notta fonda.
Per quanto vergognoso, in quelle occasioni si tratta di manifestazioni private, ma lungo la strada che conduceva alla piazza si è attuata una repressiva violenza pubblica, come ad Atene a suo tempo.
L'unica certezza per gli oppositori è quella di essere tacitati a manganellate. 

Tempi di incertezze speculative.

L'insicurezza riguardo ai propri atti, alle proprie decisioni, se viene subordinata al "miglior" utile, dà sempre, poco dopo, luogo a dei ripensamenti.
Ogni gesto, ogni atto, non si produce nel vuoto cosmico, fa ogni volta riferimento ad un contesto, talvolta malamente, parzialmente, percepito e, poco dopo. gli "impugnatori" delle situazioni, di valenza in gran parte psicologiche, si valgono dell'attesa insicurezza per rilanciare l'ipotesi, la posizione bocciata.
E' quanto tenta di fare, in Inghilterra, Tony Blair contro la Brexit - perchè il conto dei continentali, come sappiamo, è molto oneroso e  gli inglesi al "penny" stanno molto attenti e la ritorsione "erariale" è analoga  a quella praticata verso i "Pigs".
"I padroni della U.E., vecchia e nuova, siamo noi (chi?) e stabiliamo ogni volta il prezzo dei "danni" arrecati al nostro discrezionale e puramente contabile protettorato e potentato".
Questa è l'U.E.
L'ultimo rottamato della politica italiana, Matteo Renzie - rottamato dal popolo, ma non dai poteri  nascosti all'interno, riverberati in quelli esogeni di Bruxelles, si ripresenta, dopo soli sei mesi dalla "debacle" referendaria e, cambiando nomi e ipotesi prospettiche, ricomincia da quella legge elettorale che dovrebbe dargli, escludendo un'altra consultazione specifica, un potere alla Erdogan, più giullaresco e "prendi in giro", ma comunque, seppur in una versione all'italiana, eppur degenere anch'essa, un potere inconcepibile in una democrazia.