lunedì 22 maggio 2017

Gli "impuniti".

Marianna Madia, che non è la Marianne della rivoluzione francese, non se ne è data per intesa, dopo che il Fatto quotidiano ha svelato la sua minuziosa opera di copista della sua tesi di specializzazione. 
" Sui miei studi non c'è nessuna ombra."
Se lo dice da sola e nessuno la contraddice.
Maria Elena Boschi asserisce di "aver chiariro tutto in parlamento", rispondendo omertosamente all'interrogazione di un collega. 
Annuncia una querela contro De Bortoli che la inguaierebbe per sempre. 
Tanto è vero che non vi dà seguito.  
La sottosegretaria Vicari - omen nomen - si è invece dovuta dimettere per aver agito in favore di un armatore suo amico. Le sue relazioni non erano istituzionali o, come nel caso della Madia e della Boschi, para-istituzionali.
Il ministro degli interni, Minniti, dopo aver lasciato la sua strumentale subalternità a D'Alema, fronteggia i migranti con la regionalizzazione dei C.I.E., che erano stati appena aboliti. Fino ad ora non c'è notizia di rimpatri, né di concentramenti in questi reclusori temporanei.
Minniti va nella bassa emiliana, assicura - richiesto da nessuno - che i mille uomini che circondano un'area probabilmente vuota, non si muoveranno da lì fino alla cattura di un omicida da osteria, emblematizzato, in quanto extracomunitario, quale icona della guerra e del contenimento dell'estraneo.
Come al solito, non ce la fanno.
Eppure sono riusciti a uccidere Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che aveva tolto le castagne dal fuoco alle imbelli istituzioni, all'epoca del terrorismo brigatista. 
Imbelli, ma mafiose e corrotte.
Da quest'Italia non si esce, un po' come dal regime di Saddam in Siria. 
C'è a chi piace e chi lo detesta, ma solo ai burattinai è consentito tagliare i fili, dopo accordo o scontro fra di loro.
L'Italia è un regime condominiale, apparentato per cooperative confessionali o politiche, le è estraneo il sentimento di autonomia e laicità, non fa parte della sua cultura premoderna.
Tutto viene importato senza curarsi delle conseguenze e tutto viene accettato con molte lamentele, ma nessuna contrapposizione. 
In cambio, la polemica minuta, in difesa di interessi parcellizzati non è mai mancata e si esercitano in essa le comari mediatiche.
Il movimentismo surroga l'organizzazione partitica, che anche la Chiesa cattolica ha abbandonato. 
L'ha lasciata cadere nel vuoto, dopo averla eterodiretta, garante autoctona, pur delusa dalla caduta dei provvidenziali fascismi, delle posizioni dei vincitori occidentali, nel disconoscimento morale del contributo partigiano.
Lo ha fatto per cinquant'anni - così come ha coperto la pedofilia ecclesiastica - fino a che un mutamento esogeno del modello economico e di conseguenza morale, le ha imposto di fingere la penitenza recitativa e di riscoprire i poveri in rapida lievitazione. 
Gli unici disperati che possano essere illusi con una solidarietà che conosceranno solo "nell'altra vita", ma della cui non impegnativa rappresentanza, i postulatori di pietà si varranno in questa. 
Renzie è resuscitato.
Evidentemente il disconoscimento popolare sulla Costituzione non è stato accettato dai suoi burattinai, in questo Paese dove solo una stampa di nicchia, pur non aliena dalla promozione del "modernismo", continua a rivelarne le provinciali strategie esecutive.
L'Italia è un paese periferico e poco influente nel mosaico internazionale, la sua cultura è figlia, autenticamente bastarda, del mecenatismo e della protezione dei potentati che se ne sono fatti il lustrino della propria magnificenza. 
Gli artisti hanno servito solo i committenti, pur facendolo con mirabile perizia tecnica. 
Insieme a questa perizia, gli italiani hanno affinato e interiorizzato anche l'inversione decantatoria con la quale il "vizio s'inchina alla virtù"
A ciance, appunto.  

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