martedì 27 febbraio 2018

Il disvelamento multifocale della retorica.

Nei campi profughi siriani il soccorso alimentare delle famiglie rifugiate si paga con il soccorso sessuale dei distributori dei beni internazionali.
Non ci sono organizzazioni pubbliche e private che non si siano distinte nel mercimonio .
Si dice che le donne non ci vadano più perchè la loro comunità le accuserebbe di aver ottenuto cibo in cambio di onore.
Come se, prima di qualche coraggiosa e gratuita testimonianza, che ha provocato l'inchiesta, non si sapesse e non fossero proprio le donne ad essere mandate ad adempiere al loro dovere domestico-coniugale, dopo l'abdicazione alla fame.
Come se il disdoro e il chiacchiericcio offensivo non fossero il frutto dell'invidia nella competizione venerea fra belle e privilegiate e brutte e trascurate.
Anche la famiglia si adegua in questi casi.
Le Onlus e l'Unicef fanno come da copione: spostano il fatto sugli appalti, sull'impossibilità di penetrare in zone per loro pericolose senza valersi di sherpa locali: insomma, morire o essere trombati.
Il fatto esecrabile si sposta sempre un po' più in là, scivola e si confonde, prima di essere rimosso.
Niente di inaspettato; sembrano voler insinuare, negandolo fieramente in pubblico, che fa parte del gioco reale e ineliminabile  dei bisogni sinergici, di cui il derivato è profittatorio,  gli impresari di una gigantesca operazione economica che, se non va a finire nelle mani di despoti e cricche corrotte, alimenta la cupidigia fisica dei benefattori pronti a cogliere questa loro occasione.
La cupidigia appropriativa delle mogli devote non è a sua volta interessata all'incremento personale della statistica orizzontale e generica?.
Le mamme napoletane non portavano forse i loro bambini negli acquartieramenti marocchini del generale Patton  per una gavetta di cibo?
Un'anziana di Rimini ha rivelato alla figlia, già più che matura, che, cinquant'anni prima, in quel di Rimini, era stata violentata dal padrone di casa, che era il padre biologico della figlia.
Diciottenne, all'epoca, domestica proveniente dalla campagna, era fidanzata.
Si sposerà subito dopo.
Succedeva spesso che il seme improprio venisse appaltato a qualche garzone della stessa fascia popolare della fattrice.
Nel frattempo, i rapporti con la Signora restano e si arricchiscono di nuovi lavori domestici occasionali.
Improvvisamente la donna si toglie il sasso dal cuore e rivela alla figlia la sua vera genitorialità maschile.
La madre si è nel frattempo separata dal marito.
Ebbene, la figlia scopre improvvisamente una liaison mai immaginata con il padre rivelato e comincia a interfacciarsi con lui.
Nel farlo, mette al bando la madre, che dal padre biologico non aveva ottenuto altro che alzate di spalle, la quale rende pubblica la vicenda.
Nell'intrico degli interessi alimentati dall'asimmetria dei rapporti, valendosi anche di risorse pubbliche  che si è solo chiamati ad amministrare secondo esclusivi demandi, il grano ed il loglio sono inestricabili e confusi e se mai saranno separati, non è detto che sia il grano ad essere premiato.

Perché votare?

L'Italia è capace di esportare solo la mafia e, come la criminalità locale impastata con la politica, uccide i giornalisti che ne denunciano le manovre.
Dopo Cipro è toccato ieri alla Slovacchia dove la n'drangheta calabrese distrae e ricicla il copioso flusso di denaro destinatole dall'Unione europea, così coma ha fatto con i denari della Cassa del mezzogiorno ed ora con in fondi europei al sud.
Questi soldi poi li presta a imprenditori del nord abbandonati dalle banche.
Un figlio dello squallido e volgare governatore della Campania, i cui manifesti elettorali campeggiano in esclusiva per centinaia di metri di tabelloni elettorali a salerno, prendeva cinquantamila euro a concessione per lo smaltimento dei rifiuti e il padre, che aveva invitato gli amministratori al clientelismo più peloso, resta al suo posto in attesa del prossimo giro, quando la base avrà rieletto il figliol prodigo, adesso fermo per un turno.  
Un giovane di ventisette anni e la sua fidanzata e coetanea che si trovavano insieme a casa loro sono stati freddati: il primo con un colpo al petto, la seconda esecutata con un colpo alla testa.
Il giornale del giovane cronista ha svelato i contenuti dell'inchiesta sulla distrazione di fondi europei, in combutta con ministri e un imprenditore slovaccoe che, da quest'ultimo, era stato minacciato.
La loro banca era la mafia.
Il posto per il brillante investigatore è stato la fossa.
Il governo locale ha messo una taglia di un milione di euro a disposizione di chi sarà in grado di fornire notizie.
Un'altra baracconata.
Gli interessi che erano stati messi in discussione sono ben maggiori e coinvolgenti.
A proposito, chi sono stati e per conto di chi, gli assassini di Giulio Regeni?
Perché avallare con il voto l'infingardaggine complice di queste teste di legno?

L'Italia triste.

Nell'Italia artificiale che mischia le sue tossine al revanscismo fascista si accompagna la tristezza delle periferie urbane del nord.
Sterrate di centinaia di chilometri che assommano diverse province, vuote o riempite di poli commerciali, industriali ridimensionati, con eccezioni comunque desolanti nell'ambito della città metropolitana di Milano.
Alligna il vuoto estremistico, la giustificazione falsificatrice di una violenza fine a se stessa.
Le proiezioni riguardo alle competenze da produrre nell'impero guglielmino e, lato sensu, internazionale sono sempre più esclusive e, nel nostro paese, censitarie.
Lo scarto scolastico e il mancato accesso all'Università hanno raggiunto percentuali altissime.
Nelle scuole tecnico-professionali, al termine del primo anno durante il quale si rimuovono le incongruenze con una scuola strumentale, gli esclusi vengono destinati d'ufficio alle sotto sezioni di avviamento al lavoro: un remake dell'Italia post bellica.
Come volevasi dimostrare.
La dilapidazione del patrimonio democratico va a braccetto con il riconoscimento e la valorizzazione delle potenzialità che, in maniera sempre più crudelmente selettiva ( sempre e solo sul piano dei privilegi ), vengono ridotte a una raggiera di prestazioni ed incarichi riservati.
La massa, non più necessariamente compensativa, è finita nell'immondezzaio e il pensiero razzista, in ogni sua declinazione, ha ripreso ad essere il punto di riferimento della sintesi e non dell'analisi sociologica.
Il fascismo stradale è popolare, si occupa del popolo, becero fin che volete, ma sul campo, laddove la sinistra comunista non c'è più.
La neo formazione politica di Potere al popolo è invece la prima forma istituzionale assunta dalla galassia disomogenea dei centri sociali e, in questo senso, rappresenta una realtà nuova.
Dal sottobosco ignorato delle riunioni carbonare all'apparizione sul proscenio, il passo è stato significativo.
Vedremo quale sarà il prossimo. Non è detto che sia pacifico ed allora l'ipocrita opinione ambientale dovrà, casomai ammiccando, schierarsi.
Nessuna novità all'orizzonte. 
La destra fascista e la sinistra comunista tornano a confrontarsi senza infingimenti - almeno all'inizio - mentre i rispettivi filamenti si intrecciano disgustosamente ( perché sono sfacciatamente visibili, ma ci sono sempre stati ) nel poltronificio esclusivo, che però ripresenta ( non è certo una novità, bensì una costante storica ) ai suoi lati i gruppi avanguardistici contrapposti, potenzialmente armati e, sia pure in un solipsismo da cenacolo, in marcia verso la demolizione di se stessi, scambiata per la demolizione del sistema.
Questo soprattutto per la parte comunista, che nel fascismo ritrova la sua veste resistenziale e solo idealmente rivoluzionaria, mentre le squadre nere conservano e rilanciano la loro natura conservatrice, elemento tutt'altro che estraneo al popolo.

lunedì 26 febbraio 2018

Il valore nullo.

L'isola di Lesbo, che fu patria della poetessa Saffo, che espresse letterariamente, cinquecento anni prima di Cristo,  l'amore fra donne, un'isola delle femmine, grecamente isola delle lesbiche, è oggi l'avamposto reclusorio dei migranti che riescono a sfuggire alle maglie turche ( tre miliardi di euro perché vi si prestasse, quanti a Gheddafi prima della presa diretta malferma del potere franco-americano? ).
Sono siriani, iracheni e tracce sparse che vivono in container, dispongono di una latrina ogni centocinquanta persone e di una doccia ogni trecento.
Le donne non si lavano mai e non escono dagli alloggi di fortuna, anche i bambini non possono andare alle latrine.
La violenza incombe e le famiglie, spesso numerosissime, passano tutto il tempo abbarbicate.
Non c'è riscaldamento, le malattie rimosse dalle comodità sono invece ben presenti nel ghetto, dove i rifugiati sperimentano l'illusorietà dell'accoglienza, l'assurda speranza di essere reinseriti in un percorso lavorativo affannoso e spesso carente anche per gli indigeni indigenti.
Questa fotografia misera della relegazione ci viene periodicamente rappresentata, ma del percorso esistenziale verso il nulla nessuno parla se non per sentito dire.
Il calvario dei popoli rifiiutati, rimossi, si trascina a piedi dalle loro case distrutte attraverso territori lungo i quale, all'impervietà dell'ecosistema si aggiungono le violenze, la vendita come schiavi, l'uccisione per l'asportazione di organi che saranno impiantati velocemente a chi può permetterseli e per i quali sono allestiti i macelli imprenditoriali, è la sorte dei senza patria, speculare alla realtà simbolica dei cittadini minori all'interno delle società strutturate e delle sue imprese private, funzionali solo al lucro.
Il primo contatto avviene sui bastioni militari di taluni approdi geostrategici per gli insofferenti paesi d'approdo.
All'ombra dell'O.N.U. ci sono gli acquartieramenti assitenziali e medici.
Spesso le cure si risolvono in amputazioni degli arti inferiori; nella migliore delle ipotesi rabberciano gli sventurati.
Taluni continuano il loro viaggio, il cui esito si trova nell'isola di Lesbo e nei punti di detenzione francesi e italiani in Libia, altri, ai quali gli arti sono stati tagliati solo spiritualmente, tornano sui loro passi lungo un percorso pieno degli stessi rischi già corsi e, all'andata, superati.
A che prezzo, per loro?  
Puramente soggettivo, ben lo sanno i loro aguzzini, gli speculatori sui loro corpi; non sono nessuno e a chi è nessuno il valore d'uso viene estorto e gli avanzi sono rigettati in una terra di nessuno, proprio come loro che, in parte vi si reinoltrano nei due sensi, mentre il loro è inesistente.

L'elemosina del marchese del Grillo.

Il consolidamento precario e gattopardesco del clientelismo borbonico va assumendo l'aspetto sperimentale della deframmentazione del lavoro publlico, il crogiolo capientissimo del favore alla meridionale.
Bene, dirà qualcuno. Era ora che si invertisse la rotta e si desse spazio all'efficienza e al merito.
Il fatto è che, partendo da una piazzola strategicamente insignificante, come la Basilicata, si va testando un sistema di demando ad agenzie private della ricerca e del collocamento a rotazione di poveri giovani mulinati sulla ruota dei favori ciclici e intermittenti.
Le agenzie per il lavoro interinale nei feudi dell'impiego sottopagato ma non impegnativo, hanno già incassato milioni e milioni di fondi pubblici ( quelli che spesso giacciono in cassaforte per l'incapacità di investirli ) e si apprestano a fare da intermediari della sottoccupazione a singhiozzo secondo indicazioni e raccomandazioni esclusivamente di fazione o fra fazioni che sempre lucreranno il bacio della pantofola dai devoti-rassegnati del favore ammantato di modernità.
D'altra parte la mafia politica, pseudo privatistica, è diventata l'unica azienda corporate del sistema del riciclaggio del denaro pubblico e delle tangenti private, per cui è conseguente che anche le clientele ambientali conoscano un mascheramento.
Tanto, alternativa al pane azimo o a quello troppo salato, sarebbe la scoperta di un'onestà non retorica o di principio, ma basata sulla necessità di creare ricchezza stabile e distribuzione del reddito.
Ma in che cosa consisterebbe allora il prestigio per l'elemosina degli impreditori pubblici scartuffati del sud?

domenica 25 febbraio 2018

Il popolo acclama.

Tre notizie-notizie nel vuoto..commerciale ..senza denaro.
Preservazione di peculii sterili personali oppure vortice, esclusivamente adolescenziale, intorno a vetrine di cianfrusaglie, pub alcoolici.
Bologna bene e Bologna feccia hanno formalizzato in bande la loro alterità: l'una suprematista, l'altra..(?)
La presenza di armi bianche non è inconsueta in centro, anche al di fuori delle manifestazioni politiche.
Le banlieu e gli slums si sono finalmente formati.
Non chiamava così, feccia, Nicolas Sarkozy, marito di Carla Bruni, rifugiatasi a Parigi perché estremista di sinistra durante gli anni '70, i concittadini della cintura parigina?
Faceva  e fa parte di Parigi bene.
Ad un comizio milanese di Salvini sono apparse le bandiere della Russia imperiale ( finanziatrice del suo movimento ) e dei suprematisti bianchi statunitensi, esplicitamente ispirati al nazismo.
Premono alle porte di questa dotta città.
Fuori dalle mura ( abbattute ) il fenomeno è dilagato e dilagante.
In altri contesti storici la barbarie accusatoria li avrebbe già portati al potere. Stavolta vinceranno le elezioni, ma non lo eserciteranno.
Si mischieranno, come già avviene, ai disoccupati, agli sbandati, alle tifoserie calcistiche..commerciali a loro volta.
Tutto (ri)cominciò con la competizione ..commerciale privatistica.
La seconda notizia riguarda la decisione del Governo israeliano, che ha appena eletto Gerusalemme capitale del suo Stato, di applicare delle tasse sulle attività commerciali delle Chiese cattolica, ortodossa e armena consorziate. Quelle non commerciali  (sic") sono rimaste esenti.
Per protesta oggi sono state chiuse le porte del Santo sepolcro, come se Gesù non avesse lor detto: date a Cesare quel che è di Cesare.
Insomma le Chiese le tasse non le vogliono proprio pagare e hanno uno dei loro capisaldi proselitistici nella mala educacion di esentarne anche i loro penitenti.
La terza è implicita alla prima.
Luigi Di Maio bacia pubblicamente la teca di San Gennaro e Matteo Salvini prega ed officia dal palco alla sua Madunina, quel de Milan.
Nel film Sono tornato copiato pari pari dal testo di Lui sulla rinascita di Hitler, un redivivo Mussolini arringa il popolo, come non aveva fatto da politico: eravate un popolo di anlafabeti, dopo ottant'anni vi ritrovo popolo di analfabeti.  
Concordo.
Sarà il vento della restaurazione

mercoledì 21 febbraio 2018

Il vacuum della violenza.

Il vuoto politico viene riempito dalle contrapposizioni vicarie e binarie del fascismo e del partigianesimo.
Ha ragione Pietro Grasso: le violenze contrapposte non vanno più tollerate.
La dicotomia sociale violenta fra fascisti e comunisti fuori dai ranghi riprende a sfogare l'impotenza: la prima è invasiva, la seconda oppositiva. Entrambe sono tornate all'etologia di sottofondo ed alle percosse si aggiungono gli accoltellamenti, secondo una geopolitica tradizionale, ma anche originale e nuova.
Se a Perugia Potere al popolo subisce il tentativo di omicidio da parte di minoritarie fazioni squadristiche, a Napoli e, soprattutto, a Reggio Calabria e Palermo, l'acqua va all'insù e gli antifascisti prendono il proscenio.
E' possibile che a Palermo la violenza di strada avvenga senza il beneplacito della mafia?
La destra, al sud, è imperante e finora non aveva mai subito delle opposizioni organizzate sedicenti di sinistra, ma il sud non aveva mai conosciuto una leadership di destra estranea alle sue dinamiche e per la prima volta invasiva.
la Lega nazionale di Salvini, movimento neo nazista, ha invece portato la destra estrema su posizioni razziste e i meridionali devono aver avvertito l'estraneità culturale del leghismo riformato, come il M.S.I. a Fiuggi e deciso di portarsi a contrasto, in particolare sul propro territorio, dalla neo-annesione del nord nebbioso.
Sta di fatto che, trasformisticamente, senza più riferimenti che non siano provinciali e autoreferenziali, la rimossa violenza endemica italiana è riemersa intatta e dispiega la sua prepotenza, ai limiti ormai dell'omicidio.
L'ex Presidente del Senato, ex magistrato palermitano, leader dei reduci istituzionali del comunismo, ha colto lo stato dell'opera ed ha richiamato le istituzioni a fare immediatamente la loro parte.
Anche se non è detto che la violenza non si coalizzi contro lo Stato, con il contributo del medesimo o di suoi pezzi, in una dinamica nota e sperimentata.
L'uno e l'altro sommovimento sono privi di riferimenti internazionali - soprattutto quello di sinistra, tranne che nella Russia antieuropeista che alimenta le divisioni nei due sensi e che, per adesso, ha privilegiato la destra, mentre le commissioni, pseudo istituzioni europee, non riescono a calmierare il fenomeno, diverso per carattersitiche storiche, in tutta l'europa continentale.
Esulando da una polemica pretestuosa, alla ricerca di soluzione mediane ed impotenti ad ampio spettro e auspicando un'astenzione diffusa in queste guise, il tentativo di rimedio giudiziario si è fatto ineludibile.
Invece, tutto viene rimandato ad una terapia politicamente orientata ad elezioni avvenute, quando le forze minoritarie che ne sarannoe espresse si contrapporranno nell'interpretazione e nel gioco di posizione, stabilizzando più o meno a lungo una situazione di violenza per delega implicita, del tutto estranea all'esercizio diretto del potere.

lunedì 19 febbraio 2018

L'incesto bio-morale.

La sentenza assolutoria verso tal Cappato, radicale, tesoriere e benefattore di chi non vuol più vivere, ha promosso la causa di beatificazione della morte esemplare, da parte del collegio giudicante che l'ha inoltrata alla sentenza superiore e definitiva dei pipistrelli costituzionali.
Attraverso una rieleborazione interpretativa del testo costituzionale, si cerca oggi l'illuminazione dottrinale sul diritto di morire se e quando lo si ritiene.
La riscrittura della Costituzione, bocciata nelle urne, si trasforma in rielaborazione giurisprudenziale, alla luce degli eventi culturali degli ultimi decenni.
Mesta e rimesta, l'uno si traduce nel suo contrario. Uno=due e tre, numero perfetto, faciunt collegium.
Estinguersi senza agitarsi - così si dice, ma è solo l'ultima fuga verso la viltà - libero suicidio in società liquida, anemizzata. Costi ridotti, liberazione dagli obblighi condizionanti, un sorriso preliminare e postumo, a sancire un accomodamento, il superamento irrisolto di un problema, un cuneo, un peso.
Sanzione dell'assurdità della vita, ridotta a utilità razionale, in contesti di essenzialità economica, superamento di qualsiasi precipitato di collegamento fra le persone.
Per paradosso, come sempre accade, pullulano storie, letterarie o cinematografiche, sul vissuto ambientale di esistenze mutilate, ammalate, inermi o rinunciatarie: l'apoteosi della minoranza sfigata del mondo, collante universale, ma esclusivamente esemplare, del tempo sospeso.
Molte specie animali sono geneticamente attestate su un limite di sapienzialità, di intelligenza e di capacità di apprendere che ne fanno degli eterni bambini per la parte iniziale della loro vita rattrappita. Si consumano tristemente nella seconda, ma non evolveranno mai oltre una soglia alla quale l'uomo è sopravvenuto attraverso una selezione incessante, ma il cui riverbero, potere e guida riguarda solo chi ha saputo vincere, o meglio, chi sa mantenere il potere conseguito, senza consentire la dispersione approssimativa del riflesso riproduttivo.
I Sommi Sacerdoti della Legge, comprese lacrimose Vestali, ammiccano al vuoto futuribile, lavandosene le mani - secondo un uso politico e giudiziario tradizionale e demandando ad un'astrazione opinionale superiore la definizione dell'indefinito, del paventato, del demonizzato, del non riconosciuto finora.
Ego te absolvo a peccatis tuis, lo faccio automaticamente purché tu riaffermi con la confessione il mio univoco potere d'influenza e di controllo.
Io demando, perchè non ci capisco un cazzo, anche se cedo all'impetuoso erompere di una coscienza mai sospettata e lo faccio attraverso il superiore o anche l'illuminato giudizio. di qualche lievitazione, strapagata per contrastare, fare attrito, selezionare e veicolare il male di ieri e il bene del futuro prossimo, in un profluvio di pigrizia e di esagerate ricompense economiche.
Un altro riadattamento del bacello sporco dell'intruglio vitale. 

Il cammino a ritroso.

L'uomo scientifico ha cominciato a percorrere a ritroso il flusso biologico evolutivo che lo aveva portato all'ordine parziale, apparente e contraddittorio, che crede di constatatre.
Evidentemente non è soddisfatto, se si involve e riparte da una tappa indefinita di una ricerca tanto saputa, quanto infantile, curioso di vedere com'è fatto dentro.
Sullo sfondo, il mito dell'immortalità: non voler morire, volere risorgere, cercare materiale sostitutivo di se medesimi.
I riti sacrificali sostitutivi, lo studio sulle cavie animali, in senso lato, ed umane, in senso culturale, la pianificazione del magazzino dei pezzi di ricambio.
Dal dono degli organi non più utilizzabili, in caso di morte non preventivata, all'eliminazione degli scarti di produzione e del materiale da rottamare, attraverso una serie di giustificazioni di principi riciclati all'uso.
Subentro temporaneo dei prestatori d'opera, un carpe diem dell'abusato spacciato per nuovo.
Il capro espiatorio, l'agnello sacrificale, il gregge, mansueto e non impegnativo, come riserva d'organi, attraverso una selezione mirata, all'incontrario, di genetica disomogenea, ad uno stadio arbitrario di complessità biologica, la cui sperimentalità si constaterà sulle statistiche dell'orrore da laboratorio e da sala trapianti.
A chi servirà effettivamente un gabinetto medico-veterinario, circoscritto solo agli animali da allevamento?
Etologia da scuole primarie, educazione autogiustificativa, curiosità insana, aspirazione alla riparazione permanente.
Per un'empito inestinguibile di vita illusoria, a prescindere, oppure opificio per mercato del dottor Stranamore o del dottor Jekyll?
Ripiegare sui propri passi è indice di entropia evolutiva.

mercoledì 14 febbraio 2018

La probabilità delle parole.

Nello scorrere questa mattina gli stralci delle deposizioni delle due studentesse statunitensi violentate a Firenze da due carabinieri. mi sono chiesto quale delle due esperienze sarebbe stata, nel corso della loro vita futura, la più devastante.
Se dello stupro il veleno intossicante si dispiegherà attraverso l'elaborazione inconscia per tutto il corso della loro esistenza, mi chiedo che cosa avrà apportato l'altrettanto bestiale bombarbamento  di malevolenze attinenti ad un conclamato caso di stupro.
Basterebbe la situazione impropria creata ad arte, l'ubriachezza delle due ragazze ad attestarne la strumentalità intenzionale.
Rivoltare disgustosamente la frittata per mandare in confusione e panico quanto già definitivamente disintegrato dalla violenza dei sue soldati, significa avvalorarne gli effetti per mascherarne gli scopi.
Una gragnuola incessante, senza dar nepppure alle astanti il tempo di riordinare le idee, anzi profferite a mitraglia proprio allo scopo di affermare quanto formalmente si chiede retoricamente, con retorica violenza, come in un interrogatorio di polizia o di carabinieri davanti ad un sospettato inerme.
Tutto questo è potuto svolgersi nell'aula di un tribunale, pur mitigato dal giudice che sovrintendeva al confronto.
La parte dei convenuti, cioè di coloro che sono oggetto di accusa e che sono stati soggetti possibili di abuso e, in ogni caso, di condotta irrituale, sesso finale compreso, asserito come consenziente, ha rovesciato la broda, come se i due scimmieschi mentecatti fossero stati sedotti e denunciati, come se a loro fosse stato tolto l'onore delle mostrine.
Di queste violenze di stato o di ruolo è piena l'esperienza quotidiana.
L'esperienza subita, della quale si è stati solo oggetti, soggettivamente caotica nelle sue conseguenze, viene trasformata, travisata in interpretazioni capziose, in un sofistico rovesciamento dei fatti, delle sensazioni e dei sentimenti.
L'onta per l'oltraggio subito viene assurdamente gravata dalla vergogna indotta dal rovesciamento di ruolo indotto e dal coinvolgimento preteso, anche se era solo annichilimento psicologico dovuto alla sorpresa ed all'annullamento della propria dignità e libertà.
Anche nel dibattito giudiziario la violenza etologica è imprescindibile, con l'aggravante di assumere la veste sub culturale della menzogna minacciosa, della violenza intimidatoria, di quella fisica, appena trattenuta dal luogo e dalle circostanze, ma rivelatrice dei pensieri interiori di chi le fa formulare per mandato, su materia viva del fatto, per evitare di sottoporsi alla pari al faccia a faccia.
Per quanto comunque profondamente sbagliato e colpevolmente vile, potenzialmente complice per altri episodi susseguenti, è ben comprensibile la reticenza alla denuncia, tanto che, quando avviene, si cerca di metterne in dubbio la sincerità e la sussistenza.
Un'anima lacerata, contraddetta nei suoi presupposti di base può sentirsi impaurita, esposta - come se non lo fosse già stata, sia pur in un ascensore, nell'androne di un palazzo, in una rimessa o in altri luoghi oscuri, nascosti ed oppressivi di per sé - si chiude...definitivamente alla vita, che avrà sempre un'andatura claudicante, atteggiamenti accidentati, inspiegabili a chi li osserva e che proprio per questo portano a confermare nei sofferenti lo stato di irrecuperabile marginalità piovuto loro addosso improvvisamente.  
In fondo, sembrano voler dire i legali delle parti che hanno offeso, la natura non è buona, è proprio così come la si constata ora per ora e non è il caso di farla tanto lunga se non si è potuto o non si è saputo sfuggirne, se cioè ci si è trovati nella condizione, anche solo momentanea, di essere inermi, inferiori, preisolati, non riconosciuti o sotto l'effetto di qualche eccipiente compensativo.
Così è la vita, sia nel suo ordine gerarchico, sia nel suo ordine digradante o, molto più banalmente, nelle sue declinazioni apparenti.                                                                                                                  

Il welfare intra moenia.

In ambiti merceologici diversi, dai supermarket cooperativi o privati, si va consolidando il welfare contrattualizzato per i dipendenti.
Un povero dottore o dottoressa viene ingaggiato, attraverso combinazioni private con l'ASL e mandato a visitare il personale dentro gabbiotti antigienici, fra un turno di lavoro e l'altro.
Anche  senza interruzione, abbandonando brevemente il desco di vendita.
La privacy dei dipendenti è violata anche riguardo alla sensibilissima materia della salute, da parte del proprietario dell'impresa e dei suoi delegati ben remunerati.
Per gli altri, il minimo sindacale e il pacchetto delle visite condotte sul campo e nei soli termini dell'insorgenza di malattie fisiche, demandando a psicologi aziendali la coltivazione della sopportazione e l'incanalamento/ mistificazione delle problematiche legate all'ambiente di alvoro.
Il pacchetto sindacale, sostitutivo di aumenti salariali è concordato con i sindacati confederali che di questa aggiornata forma del panettone natalizio, regalato al personale in fila a Natale, si fanno correi.
Padroni e rappresentanti dei lavoratori stringono un patto leonino e questi ultimi si avvicendano come i capi da macellare, in futuro, dal veterinario.
In questo spaccato di assistenza investigativa indugiano rassegnate le sottopagate maestranze, dimentiche del diritto di curarsi personalmente, godendo allo scopo dei naturali permessi, questi si da contrttualizzare e da salvaguerdare.
Ci sarà anche un aspetto di calcolata risparmiosità alla quale abdicare indipendenza e decoro.
L'assistenza stracciona è sempre stata appannaggio dei Rotary, dei Lions, della Massoneria, prevista nei loro statuti sociali e della Chiesa cattolica.
Se i primi - che si guardano bene dal ricorrervi personalmente - agiscono in colleganza con ambienti di associati, traendone una sinergia lucrativa o per ben altri scopi, la Chiesa ne ha fatto uno dei volani della sua propaganda evengelica e un formidabile ritorno di ricchezza, influenza e potere.
Ma ora entra direttamente in azienda sotto la specie della tutela del proprio patrimonio e della salute dei soli propri operanti.

La gamma di informazioni che si possono desumere da queste indagini, con più cliniche, ma d'ufficio o di officina, è imponente e sinergica.
Alcuni di questi medici a contratto sono gli stessi delle visite fiscali.
Il modello post keynesiamo che sta andando a regime forse nel momento in cui accusa i primi scricchiolii, vale a dire lo sfruttamento senza argini della merce-lavoro, comporta, per precipitato, codeste ed altre amenità dolorose del futuro prossimo, mentre la dissoluzione, opportunisticamente polverosa, del sindacalismo politico la coveicola, senza che il gregge speranzosamente meschino se ne affranchi e lo contesti.
Così, fra una scartoffia e l'altra, fra un bullone e l'altro, nello stesso perimetro in cui si lavora, può capitare di sottoporsi ad un simbolico accertamento urologico.

martedì 13 febbraio 2018

La memoria di Pico della Mirandola.

E' certo che la sterilizzazione della pseudo cultura dell'appartanenza ha liberato il puro sforzo per il proprio arricchimento.
Esistono in quest'ambito due tipi di foie: quella fondata sull'implementazione dei capitali già posseduti e quella ridicola e triste di coloro che si affananno per contribuirvi.
Nessuna utopia, religione, speranza già coltivata con inavvertita illusione fin dalla prima giovinezza; nessun confronto, mentalmente masturbatorio fra le proiezioni futuribili, cioè fuori dalla realtà effettuale, di un altro mondo.
Demenza di massa, travestimenti low cost: impegno, ideologia filosofica sostitutiva di chi viene preparato al lavoro già dall'adolescenza, nelle esperienze di fabbrica dell'alternanza scuola-lavoro.
Per gli studenti dei licei è un approccio sociologico pre dirigenziale. Molti di loro si dedicheranno alle libere professioni, soprattutto se ereditarie.
Non tutti gli studenti degli istituti tecnici saranno degli strumenti: chi prenderà le redini di qualche fabbrichetta eserciterà il suo potere, tanto più becero quanto più incorrerà in qualche malcapitata figura più dotata intellettualmente ed anche professionalmente di lui, ma costretta a trarne un salario.
Non gli mancheranno schiere di ruffiani e di fico-aziendali disposti/e all'omaggio.
In realtà, non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Il fascismo risorto non alberga solo nelle ridotte periferiche delle grandi città e nei borghi sopiti delle piccole. Finora sigillato e tenuto sotto controllo dal comunismo effettivo si è liberato ed ha subito riframmentato le società europee, bypassando il vincolo comunitario ed anzi mettendolo a rischio di realizzazione differita del fascimo continentale distrutto, in una corsa sulle direttrici est-ovest, continentale e marina, dall' Armata rossa e dall'U.S.Army.
Oggi che  le geostrategie si sono portate, con esiti disastrosi sulle rotte del petrolio calante e delle altre risorse da saccheggiare in paesi condannati alla depredazione e al sottosviluppo, nel vecchio mondo il fascismo sottostante ha riacquistato tutta la sua importanza demografica e sotto culturale e riguarda intere nazioni che già furono complici del nazismo.
La Polonia cattolica che salutò con entusiasmo e collaborò al tentativo di estinzione degli Ebrei, punisce penalmente chiunque lo ricordi ai suoi cittadini, sollevandoli per decreto dal riconoscimento delle nefandezze pre e belliche, così come, domani, di quelle, che sugli stessi versanti, si prospettano.
La Russia oligarchica di Putin, in collaborazione con il Patriarcato della Chiesa cristiana ortodossa, finanzia e collabora, attraverso associazioni e fondazioni, al finanziamento di tutti i gruppi e gruppuscoli che inseriscono dei cunei nell'Unione europea: fra questi, in primis, Casa Pound e i leghisti salviniani.
La Russia è, per unanime riconoscimento, impegnata nel condizionamento costante e studiato, delle espressioni elettorali di tutto il mondo libero, come una grande potenza, non più totalitaria, ma imperiale e attenta a volgere al meglio i suoi interessi, senza farsi circondare dalle pur presenti potenze ostili.
La democrazia è ovunque un simulacro e viene confusa con la scomposta dinamica economica, anche se quest'ultima crea una povertà crescente, ma non pericolosa, perchè senza identità né scopi, neppur potenziali.
Ecco che il fascismo riscopre le sue forme plebee, più orizzontalmente popolari, sotto l'egida di tutti i reazionarismi storici, palesi e dissimulati ed ecco che riacquista subito la sua base realistica, del realismo dei pezzenti e degli ignoranti.
La guida del popolo-massa non c'è più e la risacca della bassa marea è già molto pronunciata.
La difesa, esplicita o carbonara, della libertà democratica esula necessariamente dalle aule parlamentari e dalle istituzioni dissanguate.   

domenica 11 febbraio 2018

Quando i buffoni si prendono sul serio.

Insolubile indistricato groviglio di esistenze, anonimia dell'inutile, del superfluo.
La superfluità valoriale che ne discende è inattendibile, come qualsiasi fede nella predicazione.
Falsificazione, rimozione e recita capziosa, insidia recitata nei canoni delle convenzioni, velenosità sempre pronta a manifestarsi in forme mutevoli, sempre pretenziose di moralità.
Superficialità di rapporti pubblici, manicomio privato, coppie male assortite e lento declinare nel fallimento relazionale, pur pretendendo che i figli debbano avere destino ideale.
Impossibile, casuale e sempre fuorviante.
Le utopie non contano eppure non muoiono mai, perchè sono psicologicamente utili a tutti i falliti e i mutilati dello spirito: sono una forma di religione compensatoria della vacuità di quasi tutte le esistenze.
L'amore cattolico si basa su questa consapevolezza e ne trae profitto, ai piani alti, ai quali sono destinati i figli minori di famiglie altolocate, secondo un canovaccio medievale mai dismesso.
A fare da raccoglitori ci sono i preti poveri ed illusi, che si consumano nella noia e nei vizi piccini a loro destinati.
Nessuno è vittima della società, bensì di se stesso in rapporto monco o deforme con la società medesima, dalla quale non si sa prescindere e che si è indotti ad imitare invidiosamente, facendosi attribuire atteggiamenti ed immagine, da quelle scimmie che siamo.
Non v'è proposito che non sia egoistico: le folle ignave si accodano e spesso esagerano.
Sono sempre più realiste del re.
Proseguono per tutta la vita in questo auto inganno e se ne tediano quando la vita volge al termine e la vis, mal indirizzata e sprecata, scema.
D'altra parte, se tutti esercitassero senza freni inbitori la loro vis, la ubris sarebbe orizzontale e caotica; non consentirebbe più l'uso esclusivo, dei maggiorenti, ben presenti e rappresentati, riconosciuti e officiati, anche nelle società democratiche.
Solo formalmente democratiche.
Questo piccolo teatro compendia omogeneamente tutte le parti ed i ruoli, in un gioco avvilente di finzioni sfinenti, esercitate a tutti i livelli, senza interromperne la riproduzione.
Ciascun, nascendo, si colloca prospetticamente in caselle predefinite: ben di rado e spesso millantatamente, avvengono rovesciamenti di cavallo subito richiamati ad attestare la virtuosità fattiva del modello.
Sono solo le eccezioni che confermano la regola.
Ci sono molte figure seriose che fingono di prendersi sul serio, ma ce ne sono molte di più che credono, pretendono di salvaguardare un gioco di ruolo che non trova nessuna corrispondenza in interiore homine-muliere.
L'acidosi caratteriale ne è sintomo ed effetto.   
L'uomo e la donna grassi, bolsi, invecchiati scoprono la quieta (?) saggezza che non avevano mai praticato per tutta la vita e se ne fanno alfieri, pigri fin nel motteggio.
Il codice  della socievolezza che intruppa ed esclude è indissolubilmente buffonesco. 

sabato 10 febbraio 2018

La banalità del quotidiano.

C'è una banalità evidente nell'agire quotidiano.
Gli unici punti di ritrovo di massa sono i supermercati.
Anche gli stadi sono semideserti, tranne quando gioca la Juventus: allora i tifosi, per scalmananrsi, fanno un'eccezione a SKY.
Il festival di San Remo ha ripreso a fare audience, molto più che una spenta quanto gridata, inutile campagna elettorale.
Il tempo è propizio per la muscolarità del non pensiero, laddove alla latitanza dell'impegno complesso, anzi al vuoto pneumatico e all'impotenza decisionale, si sono sostituiti i pugili, i picchiatori, gli sproloquiatori a ruota libera.
Gli altri tacciono: sanno di non avere niente da dire e si limitano, ripetitivamente a celebrare riti esorcistici contro un demone che non si cura più di loro.
La gente, ricollocata nella sua mediocrità senza sbocchi, frigge, si annoia, vorrebbe rivitalizzarsi attraverso il patibolo .
Il movimento 5 stelle avrà un formidabile successo, poi resterà all'opposizione, riedizione borghese e legittimista del P.C.I.
Beppe Grillo lo ha servito bene, ma ora che la gestione è passata alla Casaleggio & C. è ora di lasciarlo.
Invece toccherà vette di suffragio pericolose.
Pericolose perché nell'assenza di programmi di governo, per quanto pubblicitari siano, saranno surrogati da qualcuno o qualche cosa di non chiaramente identificabile, ma certamente non da un soggetto democratico, che non saprebbe su che cosa appoggiarsi.
Berlusconi fa come Beppe Grillo e, come lui, è ineleggibile.
Fa però il testimonial di una destra divisa e conflittuale, che, accettando la sua regia e la sua immagine, ogni giorno gli ricorda la sua attuale condizione di fuori gioco.
Oltretutto, ha ottant'anni e non si capisce bene che cosa lo induca al revival elettorale.
La volta precedente, più di vent'anni fa, la sua discesa in campo coincise con il più grande ribasso di Mediaset in Borsa, ma adesso, in fin di vita, che cosa lo spinge, nonostante le forze limitate?
L'unica cosa certa è che le influenze sottostanti, di cui la vulgata popolare è solo il bacile dei suffragi, sono sempre le stesse, meno avvertibili per l'intervenuto ricambio generazionale.
Intanto la cinesi sociale, senz'altro scopo che una faticosa e talvolta inutile lotta per il mantenimento, base dello status quo, si constata, senza capirne l'eventuale scopo nella vita di ogni giorno.
L'incentivazione a scoppiare, correndo, è senza tregua e troppi considerano un privilegio ammazzarsi di fatica per scopi assolutamente esogeni al loro inesistente destino.

venerdì 9 febbraio 2018

Incoesi

Nella percezione e nell'illustrazione dei già migrati c'è una discrasia di riferimenti propagandati, acriticamente recepiti e rilanciati in una circolarità fine a se stessa.
Alla condizione materiale di irricevibilità dei coloni potenziali di una civiltà già occupata, privi di riferimenti univoci, che non siano mafie etniche, non possono scalzarla e a loro volta relegarla: lo hanno fatto gli israeliani in palestina, dietro mandato e perchè ebrei, titolari cioè di un'identità sentita da religiosi ed agnostici in qualunque parte del mondo si trovino a vivere e coagulata nel sionismo.
I migrati ( non ancora i migranti ) sono illusi in fuga da una insoddisfazione materiale, scacciati dai loro rifugi domestici, indifferenti agli indigeni, fiduciosi in un'accoglienza spontanea che li possa mettere in condizione di acquisire gli standard televisivi degli ospitanti.
Un esodo religioso e speranzoso; per questo la Chiesa li sponsorizza.
L'esodo interminabile degli ebrei è stato e rimane senza speranza che non consista in un eterno movimento ed in una coesione tanto profonda, quanto inconscia.
I migrati vanno invece a costituire delle discariche di rifiuti, in prossimità delle quali a loro volta risiedono.
Quanto ne deriverà non sarà difforme dall'humus sul quale sono cresciute le male piante autoctone, facenti parte dell'extra comunitarismo puramente formale di qualsiasi società.
Il comunismo primitivo non trova applicazione nell'empiria dell'esistenza e a una condizione non può che succederne un'altra identica o del tutto analoga.
L'ambiente nel quale questa infelicità viene a sinergizzarsi, è prossimo al sotto proletariato urbano, che però non lo riconosce, non lo accoglie, scoprendo e difendendo in armi l'etnicità delle assegnazioni semi gratuite, dei servizi sociali di sostegno, un senso di appartenenza mai provato sino ad ora, un senso di appartenenza contro.
L'illustrazione che viene propalata o nella migliore delle ipotesi proposta, di questa umanità estranea, perciò inferiore, in quanto povera - ben diversa sarebbe l'accoglienza e la piaggeria disponibile se fossero titolari di ricchezze e di approdi raggiungibili - è novellistica, fra il libro cuore e il cuore di tenebra.
Intanto, nella pancia del popolo qualunque gorgoglia quel che non miscela nel cervello e la scusa di avere un nemico non protetto da una retorica comune li libera come dei martiri della razza, di una delle tante italie della paranoia senz'altri strumenti che un'arma.
Giudizi e giustificazioni, in campagna elettorale, sono derivati delle indagini demoscopiche sui potenziali elettori.
L'errore mortale dei migranti, non ancora migrati, consiste nell'invidualità dei loro atti volontaristici, estesi solo alla propria famiglia.
Una volta abbandonato il terreno di coltura del loro ambiente insediativo, si rendono conto che senza nessun legame - fosse anche solo avvertito - profondo, di popolo, interiorizzato, proprio perché sbalzati fuori dal loro guscio improvvisamente e - ritengono - per una sola volta nella vita: la loro, la speranza è stata vana. 
Così, comunque vaghino, non troveranno mai approdo, anzi, la loro evidenza di sradicati senza prospettive li metterà alla mercé dei reclutatori di manovalenza per ogni genere di opera e del rigetto di coloro che vivono in una condizione di mediocrità stabile.
Manca poco a che sia trascorsa l'esperienza dei primi precari in patria.
Saranno come loro.
Incoesi.

Cosmologia in scala.

Da migliaia di anni vagano  per questo sperduto pianeta del sistema galattico gli stessi prodromi, gli stessi derivati e gli stessi principi. trasmessi, anche se non creduti, confermati nella prassi superficiale, trasmigrati, era per era, in sovrastrutture culturali e funzionali e, per assenza di capacità critica, continuano ad essere officiati.
I principi, i valori, i giudizi sono tutti privi di fondamento, tranne quello onnicomprensivo eppur declinabile dell'interesse economico, passato dall'economia tribale e comunitaria. all'istituzione dei padroni, ideologici, religiosi e territoriali.
Canoni di comportamento, tessitura di rapporti utili passano per di qui e la loro violazione non è prevista se non a causa di sommovimenti non utopistici, cioè provenienti dall'alto.
Si dice così, con espressione indeterminata, come se si trattasse di dio o di una pluralità di dei e forse la radice e la base inconscia è proprio questa, proiezione di un'assurda base materiale.
Si discetta, si dibatte, ci si contrappone, si uccide, ripetendo in falsificatorie guise le contese, le battaglie e le guerre di sempre, anche interpersonali, alle quali il diritto cerca di conferire una veste ed una procedura.
Ogn aspetto procedurale è arbitrario mentre si propone di mettere ordine nella rivendicazione o nella negazione soggettiva di figure frutto della dicotomia instauratasi nella notte dei tempi.
La domanda retorica: che ne sarà di noi? non prevede risposte originali, anzi neppure risposte.
Fra i vecchi sentenziosi, nostalgici della giovinezza e i giovani che hanno ancora davanti a sé una lunga vita di merda, viene fomentata un'infondata competizione contabile, sull'abbrivio di una mentalità spartitoria fra poveretti, mentre di perequare i redditi più spropositati non si accenna neanche.
Nonostante questo i valori morali, i peana incitatori, gli obiettivi pari a dei miraggi, i proclami dei regimi dinastici ( come se quelli democratici non fossero ugualmente familiari e clientelari ) vengono agitati con sconcertante somiglianza e trovano nell'assimilazione dei fanti sempre in marcia, nella mediocrità del consenso che discende dalla speranza di poter profferire domani gli stessi slogan e, per non perdere, tempo, ci si esercita fin da subito.
Si tratta di fascismo d'eterno stampo, sintomo rimosso di una malattia insinuante e subdola il cui livello di inquinamento degli organismi è già molto avanzato e...condiviso, tanto che tutti i contendenti, di qualsiasi competizione, si affannano a dividersene le spoglie, che per essere appetibili devono necessariamente escludere definitivamente la totalità degli estranei ai cerchi magici concentrici.
Questa età di mezzo, gravida di tossine ereditate, erroneamente avvertite come nuove, anziché come ricadute di comportamenti anti igienici, si trascina nella reiterazione della mediocrità e della corruzione morale r, proiettando le proprie meschinità obliquamente cerca sicurezza e vantaggi illusori nella protezione e, conseguentemente, nell'inganno.   

L'europa è un'espressione geografica.

Gli statali italiani, sottoposti al trattamento di quella improvvisata ministra che è Susanna Madia, della cui vocazione al plagio imitativo è stata accertata la predisposizione, vale a dire dell'adeguamento come tecnica di galleggiamento a fini esclusivamente personali, avranno i loro aumenti salariali solo a Marzo..se saranno bravi, ma intanto, per vellicarne lo spirito vicario, avranno a fine mese un cedolino stipendio straordinario con gli arretrati nel frattempo maturati.
La classica scarpa prima, promessa recuperabile o anticipazione del dopo.
La Madia è stata riconosciuta colpevole di avere copiato la sua tesi di specializzazione; non l'aveva mai negato, ma aveva affermato che non accettava insinuazioni circa la sua eticità e l'immacolatezza dei suoi studi.
La commissione che invece ha accertato il plagio ha poi soggiunto goldonianamente, che così fan tutti.
La ministra tace, tanto chi la leva di lì'?
Evidentemente ci sta a fare qualcosa d'importante come emissaria di chi ce l'ha voluta, dato che da sé non si giustifica.
Non sembra essere nelle sue corde, è coerente con la delega vicaria dei poteri e vicariamente agisce nella sua improvvisazione ministeriale eterodiretta.
Ma che cesso di paese è questo?
In realtà lo sappiamo benissimo.
Un presidente della Repubblica tedesca si è dimesso subito dopo che era venuto alla luce che una volta aveva accettato una vacanza pagata per sé e per la propria famiglia.
Si è dimesso Formigoni?
Si dimetterà la Madia?
L'europa è, nelle sue componenti, un'espressione geografica e basta, così come lo è e lo è stata l'inventata nazione italiana, da un politico sabaudo che parlava e scriveva solo in francese e che era convinto che in Sicilia parlassero l'arabo.
Le uniche cose che esportiamo massicciamente sono la corruzione e la mafia.
Anche alla luce di queste piccolezze, che vedono il nord europa ed il sud continentale e italiano  diversi e incompatibili, di che cosa parliamo, come di cosa abbiamo parlato e di cosa parleremo?
L'Italia, i suoi ministri sono burattini agitati da mani inguantate e, da bravi burattini, non se ne peritano, sazi solo del proprio buffonesco teatrino.
Il potere reale ha bisogno di ominicchi e donnicciole.
Steven Spielberg ha rammentato il valore democratico della libertà di stampa e della capacità di mettersi in gioco, quando una  fonte, contraddetta dalle pubbliche dichiarazioni di un ministro sull'andamento della guerra in Vietnam, ne svela i retroscena prima al New York Times e successivamente al Washington Post.
Quest'ultimo era ancora un foglio secondario, ma ebbe il coraggio di mettersi in discussione, anche per sani principi concorrenziali e diventò per questo un organo di informazione prestigioso, concludendo il suo iter investigativo, provocando le dimissioni di Richard Nixon.
Come il Washington Post aveva fatto rispetto al New York Times, moltissimi quotidiani di provincia si accodarono positivamente nella divulgazione dei rapporti.
Da noi neanche in questo i giornali si coalizzano, per lasciare alle pochissime testate d'inchiesta la solitudine di chi potrà essere attaccato e rappresentato come un prevenuto, un malvagio e quindi mal pensante.
Troveranno pecoreccia maggioranza.
Con questi ingredienti che europa potrà, se sarà, essere? 
Minata alla base, parrebbe.

giovedì 8 febbraio 2018

Chi perde il treno?

La stampa di questa mattina enfatizza la cessione, avvenuta il giorno prima dell'inizio della procedura di quotazione in Borsa, di Italo NTV ad un Fondo nord americano.
La compagnia privata italiana aveva ormai debiti per cinquecento milioni di euro.
"L'Italia senza i treni" e via dicendo.
Si tratta semplicemente di una speculazione privata che remunererà gli azionisti, che abbandoneranno il progetto con lucro, vendendolo a una di quelle entità, mai state trasparenti e che hanno preso, da qualche tempo, a rilevare anche le banche e a favorirne la ristrutturazione.
Infatti, non si tratterà di perdere quello che non si possedeva: la compagnia ferroviaria era privata, esercizio collaterale di un cartello di imprenditori, che se ne escono, dopo una gestione non proprio brillante e molto breve, alla faccia del personale..quello che sarà più di ogni altro elemento dell'impresa, ristrutturato.
E' lo stesso iter inglorioso che è toccato ad Alitalia, che attualmente passa di mano in mano, di taglio in taglio, lungo tratte perigliose per tutti tranne che per chi ne determina le rotte.
La FIAT è stata solo la battistrada, fra le grandi aziende, prima c'era stato il decentramento produttivo, l'atipicità dei contratti la trasferibilità delle produzioni dove il lavoro costa meno, la standardizzazione dei prodotti medesimi, ovunque prodotti, il Libro bianco di Enzo Biagi, il fallimento o la nanificazione delle imprese medie e piccole, soprattutto per mancanza improvvisa di credito, la precarizzazione del lavoro fino al just in time e, da ultimo, al job's act.
Non si perde niente nel capitalismo globale ed in quello d'accatto che ci caratterizza, semplicemente ci si adegua secondo un ormai egemonica condotta partenopea nazionalizzata, arrangiandosi... per guadagnare.
E chi meglio di chi intinge la brioche nel cappuccino, frequantando(si) a rotazione (ne)gli stessi bar o le (in) nuove filiali dei medesimi, può apprezzarne l'aroma e il sapore?

mercoledì 7 febbraio 2018

La fellonia moderna dei Generali.

Lo Stato Maggiore della difesa reagisce alla sentenza con la quale la commissione d'inchiesta sulla morte di mille e cento soladati, della fanteria e della marina, a causa dell'uranio impoverito a cui sono stati esposti durante le continue missioni di pace, per far finta di non violare la Costituzione.
Inaccettabile! Tuonano i generali anche loro presuntuosi di essere al riparo dalle indagini e dalle auspicabili dure sanzioni: un ritardo culturale peloso, come se il loro ruolo di selezionatori al macello e di novelli sensali delle armi, potesse godere ancora della mafiosa rimozione patriottica e non fosse ormai sulla graticola del giornalismo d'inchiesta e successivamente della magistratura.
La Commissione li ha accusati di omissione e di speculazione su vite inutili per piaggeria filo atlantica e per interesse di lobby e ha fatto, finalmente, bene.
Questi generali in carrozza, come quelli borbonici che osservavano dall'alto delle colline lo spettacolo dello smembramento fisico delle loro ed altrui truppe, non meritano un rispetto che non gli compete e devono finire nel tritacarne della democrazia economica nel quale siamo finiti tutti.
Qualcosa sta cambiando...speriamo.

lunedì 5 febbraio 2018

Nichilismo democratico.

Mi ero ripromesso di non parlare della campagna elettorale e non lo farò.
Non esistono infatti opzioni politiche da discutere.
Ma il becerume, crescente dalla fine della ormai marcia prima Repubblica ( ma non è per questo che è caduta ) si espande nell'impotenza e nella violenza fine a se stessa.
Una classe politica riproporzionalizzata nelle sue componenti inutili e nominata in quelle che raccoglieranno e distribuiranno i frutti del saccheggio fiscale degli italiani a reddito fisso, quanto più è superficiale, incompetente ed imbelle e, per caduta, dice cose assurde sul piano della logica, si sfoga insultando, mette mano alle armi, dopo i corpi contundenti, nel vaniloquio di sistemare le cose al suo livello, di non avere padroni, ispiratori e mandanti, al grido di viva ..qualunque bubbola.
Manca in queste agitate farneticazioni qulasiasi concezione dell'uomo: è pura prepotenza incolta, pretesa di metter becco in ogni materia e circostanza, pur non possedendone la minima nozione.
La connessione sociale è stata scollata da troppo tempo perché questi fenomeni non avessero a manifestarsi.
Nelle province prospere dell'Italia, lo sfruttamento di ritorno si è rifatto condizione di speculazioni reddituarie di breve corso, da abbandonare subito dopo averle realizzate o da ripetere all'infinito in un assurdo gioco accumulatorio che ha i suoi adepti settari e i suoi utili idioti.
Un'idiozia alimentata dall'impossibilità economica e/o culturale di leggere la realtà ed opporvisi, pagandone il prezzo, alla lunga inferiore a quello al quale si fanno condannare, assumendone le vacue espressioni propagandistiche, a rimozione del senso comune, dell'esperienza pratica ed empirica.
Il provincialismo che si reinsedia e, con esso, il fascismo di gruppo, squadra, gruppuscoli, sparpagliato in una arcipelago di atolli.
Che senso ha ancora la delega democratica se è stata disattesa per incompatibilità culturale e il voto è stato sempre e solo concepito come appartenenza ad un crogiolo clientelare?
Questo attiene all'espressione maggioritaria del variegato spettro politico, che adesso non può chiamarsi neppure più con il suo nome, in attesa di fondersi, ricomporsi, miscelarsi e poi scomporsi in un falsificatorio gioco delle tre carte.
I trasformisti di questi tempi senza sovranità stanno diventando storici mentre sono ancora in vita, mentre il movimentismo in Rete o altrimenti impapabile perché verticistico ed eterodiretto, confonde tutti i riferimenti.
Probabilmente ne è privo per rendersi inafferrabile, come le circostanze gli consentono e come è utile che sia in un contesto di superfluità nel quale ogni decisione è imposta e sanzionata da una commissione sovranazionale.
Aumenta solo la spesa per armamenti e missioni che consente agli Stati maggiori di ricominciare ad arricchirsi con commesse inutili, tangenti e scelte non tecniche circa l'approvigionamento bellico.
Queste spese, per l'innanzi sacrificate, vanno a desertificare ogni forma diretta di assistenza sociale.
Perchè dunque il popolo sovrano dovrebbe avallare, come un gregge di pecore, questa finzione immonda se il mercato elettorale non promettesse acquisizioni e redistribuzioni miserabili per miserabili intenti?
Le analisi sul nulla del post-voto, anche se sarà in proporzione ridotta di partecipanti, sono già state riesumate dagli archivi per i facili e labili aggiornamenti. 

sabato 3 febbraio 2018

Il transfert dell'odio.

L'odio razzistico si è trasferito, con contegno paranoico-nazista, su Laura Boldrini.
La sua solidarietà costante con gli immigrati, che è il continuum necessario e a prescindere del suo incarico sui migranti ricoperto all'O.N.U., le ha procurato le espressioni più fanatiche e criminali. L'escalation, tutta ad opera della Lega, ha conosciuto il rogo del suo feticcio in Lombardia e il post con la sua testa mozzata su facebook.
In precedenza era stata fatta oggetto di insulti plebei e sconsiderati, ma vi è la sensazione che l'area del consenso contro la sua persona sia molto più vasta e nascosta.
Un invito ad ucciderla così smaccato va registrato ma non più consentito: è un reato ed è assurdo considerarlo solo un fatto privato, da lei gestito, fra l'altro, con molto stile.
E' palese, sul piano psichiatrico, il fenomeno del trasfert e dell'intento eliminatorio di un'avversaria politica, nella radicalizzazione barbara ed incivile della lotta - ora anche in senso fisico - politica.
Una politica di bassa Lega.
Ho un'amica giapponese che svolge attualmente la stessa missione, per incarico dell'O.N.U. in Niger e recentemente mi ha testimoniato che in quel Paese affluiscono gli scampati alla selezione naturale e organizzata dalle milizie, per proseguire verso un altro processo di decimazione  qaundo attraverseranno la Libia.
Mi diceva, senza particolare partecipazione emotiva, che quelle persone arrivano con le membra in stato di necrosi o di sfaldamento e che molti di loro devono essere sottoposti ad amputazione, soprattutto degli arti inferiori, e poi riportati al punto di partenza.
Molti, nonostante tutto, decidono di proseguire; molti si fanno rifocillare e tornano indietro, anche se indietro c'è il nulla che avevano speranzosamente cercato di lasciare.
Lungo il percorso, il pedaggio da pagare consiste nella vendita in veste di schiavi, nella violenza sessuale sulle donne, in documentati, gratuiti atti di sadismo, fini a se stessi o finalizzati, mettendo le immagini in rete e indirizzandole ai parenti dei seviziati, per ottenerne un riscatto.
Molti minori viaggiano nella mandria e sono oggetto degli abusi anche dei migranti adulti, in condizione di deprivazione sessuale .
Questi minori spariscono durante il viaggio, vengono usati come i giovani adulti per l'asportazione degli organi che vengono subito custoditi in contenitori termici professionali ed inviati immediatamante a latitudini meno infuocate.
Quelli che riescono ad arrivare spariscono subito dopo.
A cura di chi?
Per quali scopi?
A che cosa si deve tanta inettitudine delle forze istituzionali?
Per che cosa si adoperano, oltre a presidiare in armi i confini a distanza, gli Italiani, i Francesi che vi hanno portato la guerra e tutte le altre potenze europee impegnate a stoppare solo il flusso emigratorio a qualsiasi costo?
Ebbene, se la Boldrini, come suo diritto e libera espressione delle sue opinioni - che siano interiori o professionali - esprime, ora anche dal suo scanno istituzionale, la sua scelta morale e politica a favore dell'accoglienza dei profughi,  la bestiale aggressione che da anni le è rivolta è inammissibile.
Le opinioni, anche le più radicali, dei suoi oppositori sono lecite e da difendere, ma anche le sue e di chi la pensa come lei vanno rigorosamente tutelate, focalizzandosi soprattutto sulla maledizione propiziatoria della sua punizione e scomparsa.
Tutte le idee, ma mai l'invito a far soffrire e ad uccidere.
Il sottostante consiste nel pensiero di far soffrire ed uccidere gli estranei in condizione di aggredibilità.

Tutte queste indicazioni su chi esercitare la violenza politica sicaria e squadristica, vanno perseguite esattamente come si fa ( o si dovrebbe fare? ) con la mafia.
Ma anche su questo traspare una sconcertante nebulosità omissiva.

La lega dei nazisti.

La Lega, già nord ed ora a prescindere, è un movimento neonazista.
L'ignoranza barbarica della base era di tutta evidenza, ma una manifestazione così bestiale di cattiveria applicata alla politica non era ancora venuta.
Sempre più chiaramente la Lega declina il suo nazismo nei termini più essenziali, quelli della purezza della razza italiana ( o settentrionale? ).
Considerando che nelle sue file allignano anche molti meridionali di seconda o terza generazione indigena, c'è da credere che si tratti di una destra primordiale inserita in un contesto tanto aspro e incivile, quanto ricco e presuntuoso.
Il movimentismo di base, la labilità dell'organizzazione, la superficialità e la banalità dei suoi leader, la rende potenzialmente più pericolosa dei partiti fascisti tradizionali, identificabili in un'organizzazione.
Il movimentismo post partitico, che della spregiudicatezza fa la sua inafferrabilità e il suo volano proselitistico, può costituire l'armata Brancaleone di un autoritarismo coalizzato e del quale sono esponenti Berlusconi e Giorgia Meloni.
Allo stato gassoso attuale, le tre componenti confliggono, domani si vedrà.
Le debolezzae antagoniste sono solo ripiegate intorno alla spartizione residua dei posti, nell'aggirare le limitazioni anticorruzione dell'Unione europea, del tutto disinteressate a questi fenomeni metastatici, per una storica, ricorrente sottovalutazione.
Perché prendersela con i connazionali che avranno forse il potere domani: il telaio l'avremo ancora in mano noi e ci accoglieranno.
Saremo noi, al nostro interno, a schiumare le onde.
L'Italia è stata interessata, in tempi recenti, dalla strategia della tensione di origine endogena, dalla lotta armata dell'ultima edizione del partigianesimo, mentre il mondo comunista stava per implodere e, per contraltare, dalla reazione dinamitarda e squadristica dei nuclei fascisti armati, che, anche perchè trovavano la loro sponda negli omicidi delle Brigate Rosse, riappariva intatta, come se niente, almeno all'interno del corpo sociale, fosse avvenuto.
Adesso tocca alle folte colonie di immigrati senza lavoro e bivaccanti negli spiazzi metropolitani, abitanti in nuovi quartieri defedati od occupanti interi palazzi sfitti ovunque se ne trovino, ad imitazione delle occupazioni delle case messe in atto dai centri sociali.
Contro di loro, contro i simulacri dei capri espiatori colorati, si scatena adesso la follia compensativa dei frustrati dall'assenza di potere.
E' una maniera di esercitarlo, casomai una volta sola, su di una vittima aggredibile, col consenso silente di buona parte dell'opinione pubblica, quasi esclusivamente popolare.  

Le affinità europee.

Luca Traini come Anders Behring Breivik.
Dalla Norvegia alle Marche l'europa che fu si ripropone.
Il simbolo prescelto non sono gli ebrei, ma gli immigrati di colore.
Sottolineo di colore.
Lo scempio di una povera ragazza, uscita incoscientemente da un centro di recupero - che dovrebbe sostituire il carcere per una lunga serie di piccoli reati - da parte di un nigeriano, ha scatenato la reazione privata di uno strano tipo per il quale sarebbe necessaria non solo la perizia psichiatrica, ma anche una seria analisi della sua personalità alla luce della sua esperienza e del suo livello di cultura e di capacità critica.
Un conto è il comprendere, un conto è il giudicare.
Entrambi sono indispensabili, ma il fatto resta e la sanzione doverosa.
Sul piano sociologico e politico, si tratta di due eventi di nicchia , ma orizzontalemnte pensati.
Di più, l'odio emotivo, ma anche politico, contro gli immigrati, soprattutto quelli di colore, in quanto di evidente simbologia a caratterizzare l'estraneo, è contagioso nel non pensare comune.
L'estraneo stupratore e l'estraneo necatore.
In realtà, statistiche ed esperienza personale alla mano, le persone di colore sono miti ed educate.
Probabilmente i nigeriani criminali fanno eccezione: sono note le loro caratteristiche mafiose e la tratta speculativa sulle connazionali povere.
Ma anche in questo caso, si dovrà distinguere.
Nonostante la costante ibridazione culturale dell'intera europa, qualche corposo residuo nazionalistico resta immutato rispetto alle disastrose  esperienze dell'inizio del secolo passato, all'interno dell'Unione, che sconta la sua giovinezza esperienziale quale tentativo politico di comunità, ma, almeno per questo aspetto, mette al sicuro dall'insorgenza di fenomeni razzisti, che non hanno ragione di sussistere fino a che chi delinque verrà assicurato prontamente alla sua giusta punizione.
Questi immigrati costituiscono, soprattutto quando sono soli e giovani, l'apice della povertà e dell'abbandono, per cui si organizzano su base etnica, ordinaria e criminale.
Diceva in questi giorni il procuratore di Palermo, Scarpinato, che l'aumento percentuale della povertà, porta con sé un incontrovertibile aumento della criminalità - a Trapani del 54% in un anno - e che il rimedio giudiziario non è efficace.
Ecco che allora cresce esponenzialmente, da parte di cittadini tutelati, almeno un po', la furia respingitrice e, se insoddisfatta, eliminatrice, che resta appannaggio concreto, di qualche spostato in cerca di notorietà identificativa.
Ma la base vile è presente e la possibilità di sovvertimento possibile.
Ad impedirla resta solo la dimensione e l'uniformità faticosa dell'Europa continentale.
Almeno per questa specie, unita al contenimento della corruzione dell'amministrazione pubblica, costretta nei vincoli del rigore germanico ( anche se si fa di tutto per aggirarlo e mantenerla ) il disomogeneo progetto politico è importante.
L'emigrazione di massa ci sarebbe stata lo stesso a causa delle devastazioni belliche portate individualmente da questa o quella potenza, affrancata dai blocchi e i singoli Stati sarebbero stati fortemente a rischio di involuzioni storiche tradizionali.

venerdì 2 febbraio 2018

L'ovile.


La rivoluzione di Francesco I sarà col tempo ricondotta nel suo alveo costrittivo, nel ventre capiente e digestivo della Chiesa.
L'originale passò dall'eresia pauperista alla prodigalità verso un figlio, tutta politica, verrebbe da dire gesuitica, attraverso la concessione della costituzione dell'ordine, all'interno del quale, soggetto alla gerarchia e alla dottrina ufficiale, sfogare le proprie paturnie, testimoniare la relativa preferenza della Chiesa per i poveri, sterilizzare l'influenza potenzialmente sovvertititrice presso il popolo.
Si trattò del resto della conversione allucinatoria di un ricco.
Perdere per essere eletti utopisticamente nel giorno di mai.
Quale miglior instrumentum regni della conservazione più reazionaria, in perfetta simbiosi con chi detiene il potere e la ricchezza nella società?
Quando la Chiesa cattolica strinse con Mussolini i Patti lateranensi - che solo la legge di introduzione del divorzio nel nostro ordinamento incrinò - non si proponeva di allearsi con il fascismo, bensì di sostituirlo, nell'immediato e nel futuro.
Assunse infatti la gestione morale della nazione, lasciando in cambio la gestione del potere al Duce, che solo  a questo era interessato, come tutti i politici italiani.
Furono poi la debolezza intrinseca di un paese sbruffone, perfettamente impersonato dal suo regime, e l'improvvida alleanza con la potenza egemone, di ieri e di oggi, a trascinarlo nella rovina.
Senza esporsi, la Chiesa cattolica italiana, che si serviva allora e in buona parte anche oggi, del corpo dell'Italia come base della sua influenza politica - allora piuttosto limitata, tanto che i Papi non si allontanavano mai dal Vaticano - impregnò il gregge del suo concime, creò il senso di appartenenza esclusiva e di ripulsa del libero pensiero, si preparò al post fascismo democristiano, durato quarant'anni, prima che le legislazioni liberali e radicali riuscissero a far breccia in quella porta Pia ideale che divideva in due la società, come aveva diviso la penisola ai tempi dello stato pontificio.
Subito dopo, tutto fu spazzato via da Mani pulite.
Ebbene oggi, il gesuita Bergoglio si accredita come l'unica voce di sinistra, come dice quallo stupidotto altezzoso di D'Alema, nel mondo e, ancora una volta sul corpo molle dell'Italia.
Compreso che il mondo ritorna al pauperismo di massa, ecco che la Chiesa si offre di surrogare quella sinistra, che ha tanto osteggiato in passato, sempre attraverso la fine tessitura dei gesuiti, allo stesso scopo sopra descritto: sostituirsi in termini, effettivamente irrilevanti e prepararsi a gestire lungamente il dopo, che prima o poi verrà.
Per cui, la natura controriformistica della Chiesa cattolica si confermerà ancora una volta, riandando al moto circolare della Storia, della quale i prelati assicurano comunque il ritorno all'ovile.
Un ovile di loro proprietà.

La D.C. imperitura.

Per catturare l'attenzione dell'elettore imbelle, i movimenti trasformistici si stanno adeguando alle campagne statunitensi senza contenuti per il popolo, eppur strettamente popolari.
Tutte le porcherie, reali o inventate, vengono messe in campo in una sorta di pubblicità negativa, tesa a farsi preferire, pur senza fornire riscontri della propria virtù.
Una scelta per rigetto di un politicamente corretto ipocrita.
Sono i tempi dell'arrassement sessuale, delle denunce e delle campagne moralizzatrici, l'unica delle quali che mi sento si appoggiare e condividere riguarda la pedofilia, tanto diffusa quanto occultata.
In compenso, ogni sorta di ravvedimento operoso viene accolto dai nemici del giorno prima, come se si trattasse di una resa e non di una persistenza, a prescindere, sugli scanni parlamentari.
E' il caso di Pierferdinando Casini, democristiano di lungo corso, che passa da destra all'attuale pseudo sinistra, sempre democristiana, con la benedizione di Romano Prodi - uno dei più grandi pasticcioni della storia repubblicana -  e ritorna a Bologna, da dove si allontanò per valersi dell'influenza dell'ex suocero Gaetano Caltagirone, la sua Bologna da dove emigrò proprio all'epoca dell'Ulivo, temendo di essere ridimensionato ed emarginato da quell'altro democristiano eternamente ritornante di Prodi che adesso lo investe.
Morta l'Unione di Centro, già partito delle vele, il beneficiato sotto segretario e poi ministro Galletti, fiduciario e braccio destro di Casini, non si ricandida ( in quale circoscrizione? Sotto quale vessillo? ) e si mette a disposizione per fare il Sindaco..sempre di Bologna.
Del resto anche Giorgio Guazzaloca fu una creatura casiniana.
Il sempre ministro Angelino Alfano, convinto di non raggiungere il 3%, a sua volta non si ricandida perché il suo approdo ad una sedicente sinistra non è riuscito, mentre la destra non lo prende più in considerazione, come ha fatto invece con Casini, per i buoni uffici istituzionali di quest'ultimo, prima alla presidenza della Camera, carica di ambivalenza potenziale efficace, con la quale muoversi agilmente là dove soffia il vento ed infine all'inconcludente commissione sulle banche.
Forse è proprio per quest'ultima dilazione, dispersivamente democristiana, che  Pier Ferdinando ( di Borbone?), ha trovato ricetto.
La Democrazia cristiana è un crogiolo sintetico dell'unico valore che conta in Italia: l'opportunismo clientelare.
Per questo è imperitura. 

giovedì 1 febbraio 2018

Amor che a nullo amato amar perdona.

La base naturale dei nostri comportamenti, ovvero dei criteri ai quali siamo devoti nell'agire e nel giudicare soggettivamente, sono stati il frutto culturale, archetipico e simbolico di circa quattromila anni - ma per talune civiltà, come quella egizia si parla di settemila - rielaborativi di fantasmi, figurazioni e paure che hanno accompagnato l'evoluzione e la nostra prima stabilizzazione nota: quella dell'homo sapiens.
Perché dunque osservarli, officiarli?
Il diritto oggettivo, custode dell'organizzazione sociale, dottrinariamente autonomo dalle contingenze politiche, conseguenza interpretativa delle congiunture economiche. è la sovrastruttura della dominanza classista nelle sue varie declinazioni. Ne è lo strumento di gestione falsificatorio. I magistrati sono i sacerdoti del verbo laico, positivista, idealista, autoritario, totalitario, materialista, empirico e via trasformandosi, con una veste di oggettiva inflessibilità.
In tempi recenti, si sono manifestate mitigazioni in itinere della sanzione, attraverso processi di dismissione, più utili alla liberazione di posti per i numerosi candidati alla detenzione, che a una catarsi ideologica ed astratta che i costretti non sanno neppure che cosa sia e che rientra, invece, nella presunzione, ingenuamente strumentale, dei derivati ipocriti della valorialità di cui si è nutrita la scuola e trapassati, per inerzia, negli studi specialistici universitari.
E' vero che la valorialità è ignorata nella prassi, ma solo da parte di chi si trova in favorevoli condizioni socio-economiche, mentre per gli altri agisce in una sbruffoneria infondata che li porterà inevitabilmente alla relegazione coattiva.
Eppure, il disagio della civiltà si fonda proprio sulla dicotomia fra l'Io e l'Es: il Super Io è un occhio indagatore che non sussisterebbe se non fosse stato trasmesso, sotto mentite spoglie, per un tempo indefinito, o meglio, per una serie incalcolabile di generazioni, scomparse e dimenticate, ma trasmettitrici delle giustificazioni di un agire alienato e del loro contenimento. 
Quanto più si è ignoranti, tanto più si costituisce l'avanguardia dei guardiani del luogo comune, i contrappunti dei quali sono i devianti, i peccatori, gli estranei, i non riconoscibili.
Solo in sede di proiezione o di miraggio, gli uni e gli altri sono raffigurabili.
Non c'à moto, azione, premura o sollecitudine che non nasconda un fine recondito, psicologicamente capzioso, egoistico e non si tratta di nuocere materialmente - talvolta - su chicchessia, tanto che queste rimozioni si annidano spesso in famiglia.
L'impronta, quindi, che il proprio crogiolo di crescita ha lasciato, l'influenza che le figure adulte hanno cercato di dissimulare, la metabolizzazione imitativa, la predigestione inconscia, il rifiuto di quel modello mentre lo si adotta, la maledizione contro chi lo ha apportato, senza rendersi conto di essere divenuti tali e quali.
C'è un antidoto: l'affettività, prima ricevuta e poi elargita.
Chi ne è stato privato non può svilupparla da sé, o meglio, se stentamente ci prova, trova la reazione falsificata di chi non la possiede e la contrasta.
Questi ultimi/e tendono ad imporre un costume autoreferenziale, di esclusione, autorelegazione e, quindi, di solitudine, speculare al loro.
Molte incongruenze, non colte durante il fidanzamento, esplodono in divisioni o frustrazioni e rancori.
Esistono poi uniformi e tristi, arcigne coppie.
Il contesato educativo e di accoglienza, a cominciare dalla famiglia, è decisivo.
La famiglia deve assicurare conforto e protezione, indirizzo nella crescita per infine..abbandonare in età adulta il neo uomo o la neo donna al suo progetto.
Solo così, l'incongruenza fra natura, cultura e ataviche influenze, maldestramente trasformate in regole, possono trovare la loro felice accettazione.
In buona sostanza, solo attraverso l'amore e la capacità di manifestarlo.