sabato 3 febbraio 2018

La lega dei nazisti.

La Lega, già nord ed ora a prescindere, è un movimento neonazista.
L'ignoranza barbarica della base era di tutta evidenza, ma una manifestazione così bestiale di cattiveria applicata alla politica non era ancora venuta.
Sempre più chiaramente la Lega declina il suo nazismo nei termini più essenziali, quelli della purezza della razza italiana ( o settentrionale? ).
Considerando che nelle sue file allignano anche molti meridionali di seconda o terza generazione indigena, c'è da credere che si tratti di una destra primordiale inserita in un contesto tanto aspro e incivile, quanto ricco e presuntuoso.
Il movimentismo di base, la labilità dell'organizzazione, la superficialità e la banalità dei suoi leader, la rende potenzialmente più pericolosa dei partiti fascisti tradizionali, identificabili in un'organizzazione.
Il movimentismo post partitico, che della spregiudicatezza fa la sua inafferrabilità e il suo volano proselitistico, può costituire l'armata Brancaleone di un autoritarismo coalizzato e del quale sono esponenti Berlusconi e Giorgia Meloni.
Allo stato gassoso attuale, le tre componenti confliggono, domani si vedrà.
Le debolezzae antagoniste sono solo ripiegate intorno alla spartizione residua dei posti, nell'aggirare le limitazioni anticorruzione dell'Unione europea, del tutto disinteressate a questi fenomeni metastatici, per una storica, ricorrente sottovalutazione.
Perché prendersela con i connazionali che avranno forse il potere domani: il telaio l'avremo ancora in mano noi e ci accoglieranno.
Saremo noi, al nostro interno, a schiumare le onde.
L'Italia è stata interessata, in tempi recenti, dalla strategia della tensione di origine endogena, dalla lotta armata dell'ultima edizione del partigianesimo, mentre il mondo comunista stava per implodere e, per contraltare, dalla reazione dinamitarda e squadristica dei nuclei fascisti armati, che, anche perchè trovavano la loro sponda negli omicidi delle Brigate Rosse, riappariva intatta, come se niente, almeno all'interno del corpo sociale, fosse avvenuto.
Adesso tocca alle folte colonie di immigrati senza lavoro e bivaccanti negli spiazzi metropolitani, abitanti in nuovi quartieri defedati od occupanti interi palazzi sfitti ovunque se ne trovino, ad imitazione delle occupazioni delle case messe in atto dai centri sociali.
Contro di loro, contro i simulacri dei capri espiatori colorati, si scatena adesso la follia compensativa dei frustrati dall'assenza di potere.
E' una maniera di esercitarlo, casomai una volta sola, su di una vittima aggredibile, col consenso silente di buona parte dell'opinione pubblica, quasi esclusivamente popolare.  

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