venerdì 2 febbraio 2018

L'ovile.


La rivoluzione di Francesco I sarà col tempo ricondotta nel suo alveo costrittivo, nel ventre capiente e digestivo della Chiesa.
L'originale passò dall'eresia pauperista alla prodigalità verso un figlio, tutta politica, verrebbe da dire gesuitica, attraverso la concessione della costituzione dell'ordine, all'interno del quale, soggetto alla gerarchia e alla dottrina ufficiale, sfogare le proprie paturnie, testimoniare la relativa preferenza della Chiesa per i poveri, sterilizzare l'influenza potenzialmente sovvertititrice presso il popolo.
Si trattò del resto della conversione allucinatoria di un ricco.
Perdere per essere eletti utopisticamente nel giorno di mai.
Quale miglior instrumentum regni della conservazione più reazionaria, in perfetta simbiosi con chi detiene il potere e la ricchezza nella società?
Quando la Chiesa cattolica strinse con Mussolini i Patti lateranensi - che solo la legge di introduzione del divorzio nel nostro ordinamento incrinò - non si proponeva di allearsi con il fascismo, bensì di sostituirlo, nell'immediato e nel futuro.
Assunse infatti la gestione morale della nazione, lasciando in cambio la gestione del potere al Duce, che solo  a questo era interessato, come tutti i politici italiani.
Furono poi la debolezza intrinseca di un paese sbruffone, perfettamente impersonato dal suo regime, e l'improvvida alleanza con la potenza egemone, di ieri e di oggi, a trascinarlo nella rovina.
Senza esporsi, la Chiesa cattolica italiana, che si serviva allora e in buona parte anche oggi, del corpo dell'Italia come base della sua influenza politica - allora piuttosto limitata, tanto che i Papi non si allontanavano mai dal Vaticano - impregnò il gregge del suo concime, creò il senso di appartenenza esclusiva e di ripulsa del libero pensiero, si preparò al post fascismo democristiano, durato quarant'anni, prima che le legislazioni liberali e radicali riuscissero a far breccia in quella porta Pia ideale che divideva in due la società, come aveva diviso la penisola ai tempi dello stato pontificio.
Subito dopo, tutto fu spazzato via da Mani pulite.
Ebbene oggi, il gesuita Bergoglio si accredita come l'unica voce di sinistra, come dice quallo stupidotto altezzoso di D'Alema, nel mondo e, ancora una volta sul corpo molle dell'Italia.
Compreso che il mondo ritorna al pauperismo di massa, ecco che la Chiesa si offre di surrogare quella sinistra, che ha tanto osteggiato in passato, sempre attraverso la fine tessitura dei gesuiti, allo stesso scopo sopra descritto: sostituirsi in termini, effettivamente irrilevanti e prepararsi a gestire lungamente il dopo, che prima o poi verrà.
Per cui, la natura controriformistica della Chiesa cattolica si confermerà ancora una volta, riandando al moto circolare della Storia, della quale i prelati assicurano comunque il ritorno all'ovile.
Un ovile di loro proprietà.

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