lunedì 5 febbraio 2018

Nichilismo democratico.

Mi ero ripromesso di non parlare della campagna elettorale e non lo farò.
Non esistono infatti opzioni politiche da discutere.
Ma il becerume, crescente dalla fine della ormai marcia prima Repubblica ( ma non è per questo che è caduta ) si espande nell'impotenza e nella violenza fine a se stessa.
Una classe politica riproporzionalizzata nelle sue componenti inutili e nominata in quelle che raccoglieranno e distribuiranno i frutti del saccheggio fiscale degli italiani a reddito fisso, quanto più è superficiale, incompetente ed imbelle e, per caduta, dice cose assurde sul piano della logica, si sfoga insultando, mette mano alle armi, dopo i corpi contundenti, nel vaniloquio di sistemare le cose al suo livello, di non avere padroni, ispiratori e mandanti, al grido di viva ..qualunque bubbola.
Manca in queste agitate farneticazioni qulasiasi concezione dell'uomo: è pura prepotenza incolta, pretesa di metter becco in ogni materia e circostanza, pur non possedendone la minima nozione.
La connessione sociale è stata scollata da troppo tempo perché questi fenomeni non avessero a manifestarsi.
Nelle province prospere dell'Italia, lo sfruttamento di ritorno si è rifatto condizione di speculazioni reddituarie di breve corso, da abbandonare subito dopo averle realizzate o da ripetere all'infinito in un assurdo gioco accumulatorio che ha i suoi adepti settari e i suoi utili idioti.
Un'idiozia alimentata dall'impossibilità economica e/o culturale di leggere la realtà ed opporvisi, pagandone il prezzo, alla lunga inferiore a quello al quale si fanno condannare, assumendone le vacue espressioni propagandistiche, a rimozione del senso comune, dell'esperienza pratica ed empirica.
Il provincialismo che si reinsedia e, con esso, il fascismo di gruppo, squadra, gruppuscoli, sparpagliato in una arcipelago di atolli.
Che senso ha ancora la delega democratica se è stata disattesa per incompatibilità culturale e il voto è stato sempre e solo concepito come appartenenza ad un crogiolo clientelare?
Questo attiene all'espressione maggioritaria del variegato spettro politico, che adesso non può chiamarsi neppure più con il suo nome, in attesa di fondersi, ricomporsi, miscelarsi e poi scomporsi in un falsificatorio gioco delle tre carte.
I trasformisti di questi tempi senza sovranità stanno diventando storici mentre sono ancora in vita, mentre il movimentismo in Rete o altrimenti impapabile perché verticistico ed eterodiretto, confonde tutti i riferimenti.
Probabilmente ne è privo per rendersi inafferrabile, come le circostanze gli consentono e come è utile che sia in un contesto di superfluità nel quale ogni decisione è imposta e sanzionata da una commissione sovranazionale.
Aumenta solo la spesa per armamenti e missioni che consente agli Stati maggiori di ricominciare ad arricchirsi con commesse inutili, tangenti e scelte non tecniche circa l'approvigionamento bellico.
Queste spese, per l'innanzi sacrificate, vanno a desertificare ogni forma diretta di assistenza sociale.
Perchè dunque il popolo sovrano dovrebbe avallare, come un gregge di pecore, questa finzione immonda se il mercato elettorale non promettesse acquisizioni e redistribuzioni miserabili per miserabili intenti?
Le analisi sul nulla del post-voto, anche se sarà in proporzione ridotta di partecipanti, sono già state riesumate dagli archivi per i facili e labili aggiornamenti. 

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