domenica 23 luglio 2017

I giustizieri dell'orso.

In Trentino, d'estate, molto spesso avviene un incontro ravvicinato fra un improvvido escursionista e un orso sindacalista che fronteggia e aggredisce l'intruso, a nome del branco.
Ecco che l'esemplare viene condannato a morte.
Quanto è avvenuto, anche quest'anno a un anziano escursionista si può probabilemnte attribuire all'imperizia specifica circa i limiti e gli accorgimenti per passare, ammesso che sia possibile, in prossimità di un branco di orsi - animale solitario per antonomasia - durante la riproduzione o a riproduzione da poco avvenuta, durante l'educazione dei piccoli.
Anche le raccoglitrici di funghi, nel bosco, pur essendo della zona, ma non particolarmente edotte sulla fauna pericolosa, ogni tanto sono incappate nell'area territoriale di un orso, da solo ma intento a procurarsi il cibo.
Non è stato un incontro piacevole, più spesso sfigurante o invalidante.
Le aggressioni, per quanto ne posso sapere io, non si sono mai concluse con la morte dell'aggredito.
Può un orso che ha già osato attaccare un altro essere vivente troppo prossimo alla sua area di interesse, alimentare, riproduttivo o di allevamento, rifarlo? Immagino di sì, ma credo che anche un altro esemplare, ricorrendone le circostanze, possa fare, anzi farebbe altrettanto.
Quando si fanno delle escursioni sull'appennino, molto meno pericoloso, per seguire tracciati sicuri e noti, non vengono organizzate delle gite guidate, alle quali aprtecipano sempre pochi soggetti?
Perchè dunque, casomai a pagamento, come si fa per le lezioni di sci, non si ingaggiano i maestri estivi  e non si va per boschi in comitiva?
Si ritiene che l'andar da soli in natura sia poetico, salutista e rigenerante?
Comunque mi dispiace sinceramente per il povero boschivo viandante e mi dispiace - sono due sensibilità diverse - anche per l'orso, ancora non identificato, per il quale già si sono mosse le squadre degli eliminatori.
Da tempo, nei boschi ripopolati con gli orsi jugoslavi, donati al Trentino dal Maresciallo Tito, monta un'insofferenza eliminatoria per i plantigradi faticosamente ripopolatisi, data l'iniziale incongruità ambientale, per lasciare incontaminati e casomai turistici i promontori silvani, come se fossero e fossero sempre stati di esclusivo appannaggio degli uomini, estranei al contesto naturale.
Un esclusivo appannaggio mitologico, come quello, anch'esso ricorrentemente estivo, degli israeliti sionisti, nella terra degli avi, dove comunque non sono mai stati da soli e, per di più, nella condizione di minorità in quel culturale e naturalisticamente politico ecosistema.

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