mercoledì 12 luglio 2017

Nel mentre..

Nel mentre, ogni giorno, si leggono delle stramberie irrazionali sulle pensioni, sul loro trattamento, sulle modalità, fissa o viariabile, di ottenerle nel tentativo di fare il gioco delle tre carte e, ingannando gli sprovveduti, far quadrare conti che, evidentemente, non possono tornare.
Per questo giocano d'astuzia; un'astuzia da mentecatti, per futuri pezzenti, svelando anche ai più ingenui la finzione della democrazia.
Una finzione in genere, aggravata dalla disonestà, pubblica e privata, che è la cifra di questo miserabile paese.
Mentre questo avviene, l'I.N.P.S., che non ha smesso di supplire a tutte le carenze dello Stato, non  sociale, ma in ogni ambito improprio, a costo di sprecare risorse accumulate dai lavoratori e di farsi gabbare da tanti disoccupati che lavorano in nero, prima di riufficializzare un rapporto di lavoro già in essere, per sommarlo, per sei mesi, all'indennità di disoccupazione, si balocca con gli studi statistici di prospettiva ed invia, a giovani lavoratori delle lettere nelle quali profetizza che alla data stimabile del loro pensionamento, che può arrivare ai settant'anni, percepiranno una pensione equivalente agli attuali...1.400 euro mensili.
Trattasi, nella fattispecie di redditi da lavoro operaio, di commessi ed inservienti: una conclusione stentata di una vita di stenti.
Eppure, ministri come Poletti, insieme ad uno spaventapasseri del '68, come Paolo Gentiloni, sono continuamente a sparare castronerie, come se parlassero nevroticamente a se stessi, per salvare la carcassa sacrificando la polpa.
Dopo pochi anni dal superamento delle provincie - che non sono mai state superate in via di fatto ed i cui componenti sono stati sparpagliati, come dipendenti comuni, per le istituzioni residue, la regione Sicilia, a statuto autonomo, le ripristina,a  rimarcare il particolarismo insuperabile di un'Italia unita solo formalmente.
Le provincie siciliane saranno irrorate da un fiume di candidati, assessori e consiglieri, con ricchi stipendi e pensioni, per di più brevi, a segnare il margine borbonico, mai superato in loco e poi esteso dallo stato di minorità, nella falsa unione europea, all'intero Paese, venduto da Prodi e dal mediocrissimo establishement.
Aveva proprio ragione il Principe di Salina.
Frazionata o unitaria, la nazione italiana è composta solo da pupi.
La pedofilia del clero è stata praticata sistematicamente in migliaia e migliaia di casi, in tutto il mondo.
L'istituzione, per questo, non può non essere screditata.
Ma perché bambini e in così gran numero?
Perché deboli, fiduciosi, traumaticamente segnati e colpevolizzati, silenziosi e deformati per sempre nella loro personalità, in completo dominio dei loro abusanti; non impegnativi, come gli omosessuali adulti e, soprattutto, escludenti l'ipotesi di famiglia, di figli, le cui pretese ereditarie metterebbero in crisi il possesso indivisibile e tax free della società di celibi che la Chiesa ha scelto di essere, per non dover spartire niente con estranei all'ordine.
Il bambino è dunque la vittima sacrificale della finzione etica dei preti.
Nel mentre, dove tutto si apprezza nel suo scorrere, osservabile empiricamente, questo è: non conta nient'altro.

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