sabato 25 marzo 2017

Cerimonie ad auspicio e beneficio loro.

Gli eurocrati a Roma, il Papa a Milano.
Serata di gala al Quirinale per i manifesti pro tempore del potere personale, manifestanti in tutta la città, a rappresentare un "partito del ghetto", comunque un'opzione politica remota. Al ritorno dai quartieri dell'esclusione, come il Pilastro di Bologna, ma anche il Barca, e dal carcere, anche il Papa vedrà gli eurocrati e li ammonirà. Loro sorrideranno e faranno di sì con la testa, fregandosene altamente, in una delle tante rappresentazioni pubbliche nelle quali nessuno è sincero e chi lo è, è un imbecille. Cerimonialità, a scandire tutti i passi falsi della vita e a festeggiare i traguardi formali dei pochi che ne faranno un uso programmato dal censo o rapinato al consenso popolare. Tutto resta immutato, il progresso della storia rimane da certificare, gli stracci che si lascerà dietro non partecipano alle celebrazioni.
Il sindaco di Roma pentastellato ha fatto il suo discorso generico sulla centralità dei cittadini: è stata oggetto della curiosità, procuratale dai media, soprattutto della Merkel. L'Inghilterra, fra quattro giorni, comincerà ad esperire la procedura per uscire dall'europa continentale, in coerenza con la sua storia e il suo costume istituzionale. Sì, istituzionale, perché chi abita negli slums, la stragrande maggioranza, non vota. Inoltre, con il diritto consuetudinario, si vota solamente se si rimane sempre nella propria Contea, secondo l'uso fondiario del feudalesimo, aggiornato alle pratiche pseudo-democratiche. In realtà, con la caduta del comunismo, che equilibrava strategicamente il capitalismo elitario, la politica sociale contenitiva dei Paesi meno attrezzati economicamente in europa e perciò esposti ad una maggiore influenza dei comunisti locali - in primis l'Italia - comportava un riequilibrio, sia pur modesto, nella ripartizione del reddito che, oggi, per restare attaccati al carro di una dubbia democrazia prospettica, ma avvertito dalle oligarchie come un argine ai venti finanziari scomposti, ci costringe a pagare tasse per un impossibile rientro dal debito e ad usufruire di servizi essenziali secondo programmazioni che impiegano anni, per essere malamente e svogliatamente prestati.
La mancanza di contrappesi ha reso sbilenca, irrimediabilmente, la situazione e rilanciato il business della previdenza privata di massa, che ha già messo sul lastrico la categoria degli assicuratori.  
Il Papa mangia con i carcerati, che domani ricominceranno a far valere le gerarchie interne, i cui subordinati saranno repressi, se cercheranno di protestare, dalle guardie a suon di manganellate; gli abitanti delle periferie povere e multirazzial-confessionali, a Milano, sono troppo disillusi per accorrere a rimirare l'uomo bianco, come invece accade in Africa: resteranno comunque nel ghetto e la parola evangelica del Pontefice sarà tradotta, in quanto inutile, in una parata per la visibilità mediatica.
Insomma, per chi è privo di gratificazioni e non ha la possibilità di procurarsele, declina anche la curiosità, la partecipazione gaia, l'identificazione occasionale: ripiega nel suo privato rassegnato. Sarà pieno solo lo stadio, richiamo organizzato e eterodiretto e palcoscenico simbolico d'attualità. Simbolico perché subornato dalle televisioni commerciali.
Gi eurocrati, invece, fra la gente comune hanno smesso di andarci, soprattutto quando sono nella loro veste ufficiale e se ne stanno rintanati in sale lussuose, protetti da scherani di basso livello, pari allo stipendio, come da che mondo è mondo.

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