giovedì 23 marzo 2017

Marasma normativo e politico.

Il mondo occidentale sta vivendo una dissipazione di norme giuridiche che confondono e inquinano l'autonomia legale e gli aprioristici e generalisti principi morali. Il posizionamento nei confronti di questi temi si è invertito: è la destra revanchista ad agitare ed ammaliare le contro-rivendicazioni vandeane, mentre il popolo viene espropriato, con il suo consenso, di alcune prerogative, non soltanto economiche, che potrebbero alleviare la sua condizione e quella condannata dei loro discendenti. La violenta crociata trumpiana contro l'aborto delle classi povere - perchè quelle ricche se ne fregano - in un Paese dove la sanità pubblica non è mai esistita ed in cui le percentuali di analfabetismo e ghettizzazione sociale sono simili a quelle delle società in via ( eterna ) di sviluppo, le assimilano alle medesime, ma solo per la parte fuori dai margini di servizi esclusivi per una ricchezza solvibile, è l'espressione ipocrita di un odio malato. La società salica è aggiornata nella salicità delle discrasie capitalistiche. Che se ne farà Trump di classi spesso inoccupate e disordinate? Perché le vuole incrementare? La superficialità dei principi di un ignorante imposta a una società ignorata, decontestualizzata, da rincantucciare un'altra volta, interrompendo un modestissimo ed assai embrionale ( per restare in argomento ) tentativo di inserimento sociale, è di una violenza crudele. Ma forse, neanche di questo si tratta, in una pseudo-società che non si pone il problema dell'evoluzione delle masse e le lascia escluse, senza identità, soggette, infine, alla pena di morte. Che importa a Trump dell'aborto, in una società zeppa di principi coniugati nella violenza: "ira bona" quella reazionaria dell'inclusività per pochi; "ira mala" quella dei nati per caso, suggestionati dalle luci e dalla pubblicità, senza nessuna coscienza di classe, polverizzati come sono dal totalitarismo utilitaristico. Pare che lo Stato del Texas, uno dei meno dinamici culturalmente e civilmente, abbia stabilito, per legge, che i medici possano fornire informazioni false alle gestanti ed al marito, se il feto presenta delle malformazioni, evitando ai medici bugiardi contenziosi onerosi per loro, quando le famiglie si trovano a dover gestire, senza mezzi e senza assistenza, delle situazioni insostenibili, per loro e anche per il disgraziato nascituro. L'aborto, come tutte le cose, ha una valenza ambigua, contraddittoria, comunque complessa, ma lo Stato non deve essere etico (sic!); quanto sancito sul piano morale, cioè culturale, non deve trovare una giustificazione e una rappresentanza nel diritto positivo. La crociata antiabortista della destra, in ogni parte del mondo, non ha niente a che fare con l'etica, è solo una rappresentazione della moralità classista, che indica nei poveri e nell'occasionalità della loro esperienza, una condizione da non giustificare, una pena per loro accessoria. D'altra parte il rozzo presidente americano è già stato sconfessato in termini legali da almeno tre giudici, nelle rare occasioni dottrinarie nelle quali la giustiza si erge a vindice contro i prepotenti senza cultura; d'altra parte ancora è il medesimo che vuole ergere muri confinari verso gli affamati e sovrappopolati esuberi del Messico, faccia triste, diceva una canzone e in ampia compagnia, dell'america. Come al solito, tutto si tiene e la lotta, lo scontro prima del confronto sono la condizione ineludibile per difendersi e modificare, relegandole nei loro privilegi, le prepotenze particolaristiche e sostanzialmente razzistiche della parte autenticamente asociale del mondo.  
Il marasma politico e normativo, in materie di impatto massivo è pari a quello digregato dell'economia: dopo qualche anno dall'instaurarsi di normative meno repressive in fatto di autodeterminazione privata, la decadenza indotta dal venir meno della materialità della produzione, della vendita e del lavoro, sta producendo legislazioni difformi per aree apparentemente omogenee e il mondo anglosassone, anche in questa occasione mostra, a destra, la sua indole isolazionista, nella comodità e nel privilegio, ma non rinuncia a eterodirigere, per poterle controllare, sanzionare ed isolare, le necessarie facoltà popolari, quelle che, deprivate del loro riconoscimento, le rigettano nell'inferno della violenza dissimulata.

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