venerdì 31 marzo 2017

Giambattista Vico.

Hanno un bel da lagnarsi i "latinos", vale a dire gli ispanici del meridione americano, del trattamento riservatogli, in passato e attualmente, dagli Stati Uniti del nord.
Se per contrastare il controllo di vicinanza, non hanno altra possibilità che insediare al governo dei personaggi come Nicolàs Maduro, in Venezuela, dovrebbero se mai meravigliarsi della sua non ancor avvenuta rimozione. 
Evidentemente agli Stati Uniti e ai suoi lustrascarpe in divisa, " a difesa della propria patria ", certi soggetti danno meno ombra di presidenti colti alla Salvador Allende, da sostituire con un generale ladro ( lui e la sua famiglia ), per fargli sperimentare - come fanno per i farmaci, in Africa - la distruttiva ed ancora attuale politica economica dei Chicago boys.
Il multicolore presidente venezuelano sembra uno dei nostri notabili meridionali, d'aspetto novecentesco, riesce a mantenere sulla soglia della sussistenza una popolazione incolta, inadeguata e con un'alta percentuale di criminali, disponendo di ricchezze petrolifere che lo collocano al terzo posto fra i produttori mondiali.
Maduro viene consigliato, durante il sonno, da quell'altro paladino dell'incultura che è stato Ugo Chavez, militare prima destro e poi sinsitro, allo scopo di acquisire  e mantenere un potere demagogico e che non si è mai proposto di iniziare un processo di crescita nazionale.
E' certo che, per farlo, avrebbe dovuto eterodirigerlo con mano ferma, ma ha preferito - e Maduro segue la stessa traccia - godere dei benefici di un potere incompetente, cassando ugualmente la democrazia e l'educazione civile dei concittadini.
Se fosse stato in grado di farlo, sarebbe già stato rovesciato da un colpo di Stato, sponsorizzato dagli Stati Uniti. 
Forse, la politica di Trump, di lasciarli nella merda, sortirà - se sarà confermata nella prassi -  effetti analoghi, se non identici, creando però una palude che sarà molto difficile bonificare, a meno che non ci si voglia restringere effettivamente e "sine die", nei propri confini satolli, perdendo lentamente i propri magazzini di approvvigionamento. Questo non è credibile.
Eppure, l'america latina sconta la sua natura pigra, confusa, plebea e violenta che la mantiene ai margini del mondo ricco, del quale potrebbe altrimenti, con qualche eccezione, far parte.
Invece, le risposte alle difficoltà crescenti nel mantenere il controllo delle situazioni, mal amministrate per manifesta incapacità, producono l'istituzionalizzazione della prepotenza becera, simbolo di una società che non muta, ma che conferisce una "sicurezza" arrogante ai deprivati di tutto, che tali restano, ma possono esercitare un potere e un controllo para-regime, nelle strade e nelle aie. 
La Chiesa cattolica, ancora egemone, presenta in quel sub continente, la gerarchia più reazionaria dell'episcopato: arcaica nel pascolo delle pecore e dei montoni, mondana e ingioiellata nelle barocche residenze. Le cliniche più attrezzate sono di proprietà della Chiesa e sono rigorosamente riservate a degenti facoltosi, a privati in grado di pagare rette altissime. Per il popolo vile, una preghiera per l'animaccia loro attaccata a un chiodo. 
E' un dato di assoluta evidenza che gran parte del mondo è abbandonata ad un destino di sottosviluppo, ma quel che perplime è lo smottamento delle società pseudo-liberali, nelle quali il welfare è in via di privatizzazione finanziaria, verso l'immiserimento della classe media e la regressione della democrazia in una ripristinata censitarietà.   
Giambattista Vico aveva ragione: la vita è circolare.

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