sabato 4 marzo 2017

Il condominio sociale e il senso delle cose.

Nell'ambito delle compagini sociali, siano esse partitiche ( una volta ), culturali, professionali o semplicemente lavorative, l'apparente coesione fra i membri di un progetto comune, infarcito da competitività ed invidia, l'appartenenza ad un dato costume rituale, la stessa mediocrità o la condivisione di uno stato  e di un'immagine, soprattutto, vengono a costituire un regolamento la cui inosservanza è patrimonio ipocrita degli "osservanti" che se ne fanno promotori, verso gli indifferenti, i diversi, gli altri da sè, rispetto ad una coesione convenzionalmente acquisita e assunta come misura.
Ogni deviazione, abuso o comportamento per altri censurato e punito con una severità grigia, da Sinedrio, è contestualmente praticato ed ostentato nel proprio ambito morale e omertosamente ignorato nelle sue manifestazioni più arbitrarie ed odiose verso chi non è omologato. E' il fortilizio sociale in modalità condominiale, in un luogo cioè d'indistinzione, per forza o per inadeguatezza, da dover condividere e nell'ambito del quale assumere una veste di censore o nel quale cercare alleanze fra contigui.
Lo stesso dicasi per le "società minori": l'azienda, il team sportivo, la parrocchia, l'asilo per l'nfanzia o il centro anziani. Il sistema è pensato o prodotto, certamente regolamentato "ad hoc" dalla legge medesima Chi vive in villa e si può pagare le spese da sé, non è coinvolto nel gioco; la sua separatezza non è accettata ma è inaggredibile. L'invidia, i riti Vudù, si esplicano a distanza di sicurezza e non vengono neppure notati dai destinatari, del meccanismo sociale sono i periodici eredi. Nessuno, o quasi, si afferma da sé: troppo grande e frustrante il sacrifico, reso inutile, fin dalla fase ascensionale, dal confronto impari e dall'ostilità ambientale: del proprio ambiente.
L'osmosi apparente, perché in realtà elementi incongrui non si omogeneizzano e, restando distinti, non si corrompono, crea dei miasmi e delle flatulenze cerebrali e verbali, ma niente di più. Il senso di incongruità che ne deriva, è frutto dell'irriducibilità culturale e intellettiva fra soggetti profondamente eppur apparentemente diversi: gli uni omologati e..pochi altri, a parità di perimetro comune, che non lo sono. Sono degli "infiltrati": tutti gli altri, come loro, ne sono fuori. Avviene fin dall'origine, cioè durante la fase infantile e adolescenziale, per estrazione familiare, o meglio per la stessa incongruenza formativa "storica", culturale, o di costume, oppure di condizione economica, successivamente  per adesione al modello prescelto ( quasi sempre per ereditarietà di mestiere e di carriera ) od occasionalmente trovato ( quasi sempre per raccomandazione o per intercessione di qualche mediatore sociale ).
Queste, del tutto sovrastrutturali espressioni fasulle di personalità, devono trovare "necessariamente" una separatezza "igienica". Quando il conflitto, semi-espresso o latente, si produce in un ambiente che, pur fuorviato dalla prassi interna, resta soggetto al diritto formale, le conseguenze sono limitate e sterili. Quando l'etologica antipatia fra affini, ma diversi, si manifesta fuori da questi canoni, il sadismo psicologico e vigliacco e financo la violenza sono un corollario del diverso apprezzamento riflesso della propria miseria. Sembra, alle menti impressionate, un'apoteosi soggettiva, una sanzione inflitta, del tutto analoga a quelle delle gang precriminali..ed oltre.
Le esperienze storiche e culturali, sono molteplici, come quelle quotidiane, che talvolta divengono identificazioni dittatoriali, morali, religiose. Una dicotomia plurimillenaria - perché già presente prima del Cristianesimo - ha riguardato e riguarda gli Ebrei verso...tutti gli altri. Per questo, gli Ebrei dedicano all'istruzione e allo sviluppo culturale, non solo tecnico ed operativo, praticamente tutta la loro vita e li impongono ai figli che, a loro volta, ne porteranno avanti i caratteri: è una via d'analisi, di avvertimento, non solo del clima avverso, ma anche uno strumento per anticiparne le conseguenze peggiori per loro. Rinchiusi nello Stato di Sion ed ivi assediati, si comportano come i loro nemici, per non esserne  di nuovo vittime. Che l'economia e la finanza ebraiche siano il collante e il riferimento materiale, è del tutto speculare a quanto avviene fra i "goy" o gentili che dir si voglia, secondo il livello di sviluppo di questa o di quella nazionalità, di cui fanno parte, pur distinguendosene e conservando accuratamente la loro identità. Per questo, negli ambiti cattolici e in quelli fascisti, gli ebrei sono accusati di settarismo..di massoneria, nei cui ranghi non si entra se si coltivano sentimenti od opinioni antisemiti. Ma questo è un altro scenario, solo un'apparente, facile e superficiale "sintomo" d'affinità.  La quotidianità "psicologica e comportamentale" è ricca di segnali inavvertiti, di "cerimonie" conformistiche, di restringimento breve, in un fortilizio di rassicurazioni, anche quando, interiormente, non si è affatto sicuri di quanto si propala e di cui ci si (in)veste. Lo si fa per una professione di fede amorale e opportunistica, come quando si tace e si sorvola su ogni stonatura. Si è pronti a sorvolare su ogni nequizia.
  Non è infrequente, casomai dopo periodi di stasi, che ripetuti comportamenti vengano presi a pretesto di sfogo di frustrazioni alle quali non solo non si vuole porre rimedio, ma che si vogliono procrastinare in attesa di un esito - l'unico prefigurabile - meno penalizzante, anzi, per paradossale ribaltamento, esaltante e stupidamente, onanisticamente appagante e che si dia luogo, in questi frangenti, a manifestazioni di sadismo vigliacco, in linea con le premesse sopraesposte e "coperto" dalla complicità uniforme.  Ho assistito a più di un siparietto di questa natura, ma ogni volta è un ripetersi monotono, un'avvisaglia e riguarda sempre persone, comunità ed ambienti pretestuosamente usati come bersagli,  mentre chi li attua si fa trattare come i mafiosi sul campo, dagli assenti, remoti e statici beneficiari, ricevendone allo scopo una licenza , un simulacro e una sensazione di investitura.

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