giovedì 23 marzo 2017

Ha tolto il vangelo dalla naftalina.

Il pampa-Papa continua nella sua testimonianza e non si fa suggestionare dalle vanità del mondo. L'Università di Salerno voleva "laurearlo" ad honorem in medicina. Che c'entra? Ha declinato perché - ha detto - non cerca onorificenze e, senza esplicitarlo, perchè la sua missione non è dottorale e non vuole farsi irretire né dare lustro per una contraddittoria e falsa gratificazione. La sua testimonianza non prevede allori, come quella di Gesù, come quella di Francesco, che vi rinunciò per una genuinità di conoscenza. Domenica, in coincidenza con la blindatura di Roma per una di quelle autocelebrative e stucchevoli manifestazioni bunkerizzate dei maggiorenti burocratici dell'europa o del mondo ricco ( con tutto il suo terzo mondo interno ), senza farsi confondere approderà a Milano dove pranzerà con i detenuti del carcere di San Vittore. La sicurezza dovrà raddoppiare i suoi effettivi e i suoi sforzi, di cui Francesco non si cura. Sono gesti rappresentativi? Non credo che lo siano esclusivamente e neanche prevalentemente: sono gesti belli e significativi che riconoscono la sofferenza là dove alberga, in simbiosi con quella - ma non sempre - procurata e sottolineano l'uguaglianza degli esseri umani, i cui giudizi sono strumentali ad un ordine arbitrario ( come quello della Chiesa quando esercitava il potere sui territori ).  La testimonianza immanente di questo rappresentante di una dottrina d'amore che non può esistere, né essere condivisa, se non si accetta di confondersi con gli esclusi, per qualsiasi causa, non conosce opposizioni ideologiche o di pensiero, che non siano infastidite e preconcette. Per questo è invisa ai feudatari della Curia e ignorata dalle conventicole statuali, in coerenza con l'esperienza di Cristo, che dei beni di questa terra non è stato investito. 

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