domenica 30 aprile 2017

Il 1° Maggio del PD.

Attraverso la solita baracconata populista, non poteva che rivincere Matteo Renzie, mentre il Partito democratico - se queste votazioni per la strada, accessibili a chiunque, previa pagamento di due euro, possono definirsi un'investitura - diventa, dopo la scissione, ignorata dai media, un pericoloso movimento post democristiano di centro-destra.
Il lutto con cui i settori più retrivi della destra reddituaria hanno accolto lo scarto del pupone di Rignano, come se fosse un addio, è lì a testimoniarlo, ma la "revanche", che era scontata, lo riporta ufficialmente (sic!) in cabina di regia, che dietro le quinte, come un allenatore di pallone squalificato, ha condotto dagli spalti, in attesa di un rapidissimo e scontatissimo  ritorno laddove il popolo non lo aveva posto. Come se niente fosse stato, aveva continuato ad occupare e a eterocondurre, fin dalla formazione, il governicchio del buon Gentiloni, infarcito di tutti i ministri che aveva lui. Da non eletto, ancora una volta, tranne che da una processione di passanti, ha già ripetuto, oltre alle solite incongruenze logiche e bambinescamente sofistiche, che il suo primo impegno sarà la riforma elettorale, quella che sarebbe conseguita alla mutilazione della Costituzione, tentata il 4 Dicembre scorso. Quella che gli attribuirebbe un potere plebiscitario.
Che la volontà degli elettori sia disprezzzata, in questa seconda o terza repubblica, è di palmare evidenza e mette in mostra il rischio di involuzione democratica che sta dietro al progetto eterodiretto, di questo clone della prima repubblica, con forti eccentuazioni populistiche, di destra.
Il Partito democratico è, a tutti gli effetti, il contenitore di tutte le istanze populiste, nel senso di plebee ed ignoranti, che non possono, per questo, trovare altra conduzione che quella di un leaderismo, per ora, bamboccesco.
Come Capo di governo, Renzie non ha alcuna credibilità, ma già in precedenza fu chiamato ad usurpare un ruolo per lui incompatibile ed ora riparte ( investito da chi? ) a rappresentare la ripetizione del primo tentativo andato a male.
Questa prevedibile risurrezione è stata dovuta alla labilità delle strutture partitiche di una compagine di trasformisti, per inventare, per se stessi, un sistema di arricchimento personale e, attraverso una rendita di posizione, un'influenza distributiva fidelizzante e porsi alla testa di una ampia schiera di "clientes", appoggiandosi e lasciando un margine quasi totalitario alla rendita finanziaria.
Renzie si muove in un vuoto pneumatico e può ignorare il senso palese delle intenzioni e della volontà della stragrande maggioranza del popolo, come uno Tsipras qualunque, con una prospettiva di un esito relativo del tutto analogo, come la lunga stagione della corruzione e dello sperpero ha comportato, per cui, salvando solo - ma ridicolmente - la parvenza di un'espressione popolare interna, bypassando quella di pochi mesi fa, in sede referendaria, prevista dalla Costituzione, cerca insistentemente, non conoscendo un'opposizione organizzata e temibile, di ripristinare un fascismo mellifuo, per ricreare le condizioni per trasformarlo, all'occorrenza, in manganellatore.
Nel contesto slabbrato in cui ci troviamo, contro questi plebeismi autoritari, "umili", cioè sottomessi alla volontà del ragioniere di un creditore, la testimonianza della società civile, dei fuoriusciti dall'ectoplasma piddino e chiunque altro sia in grado di farlo, devono agire in autonomia, ma concentricamente, contro il PD, forti del consenso espresso generalisticamente, ma chiaramente il 4 Dicembre 2016.
Ci risiamo, ma non è una novità, in questo Paese dove i partigiani sono stati disarmati da un comunista, non solo nel 1945.

sabato 29 aprile 2017

Dopo l'ubriacatura.

I giovani italiani, nel frattempo un po' invecchiati, si sono resi conto che l'abolizione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori e tante altre trovate demolitrici degli equilibri fra imprese e lavoratori, hanno solo prodotto occasionalità e concorrenza al ribasso sulle retribuzioni.
I contratti atipici sono diventati la norma nei lavori, ripartiti fra precarietà e schiavitù e che la campagna d'infamia del posto pubblico, serviva a delegittimare la stabilità del posto occupato.
L'acquista moralità, troppo repentina, metteva  alla stanga, non i corrotti - la maggioranza - del mondo produttivo e di quello politico che, negli ultimi sessant'anni, avevano provocato una situazione di potenziale "default", rivelatasi quando la fine effettiva della seconda guerra mondiale ci ha lasciati seduti sulle macerie di un benessere usurpato con i debiti e il clientelismo.
Dopo una generazione, ormai, bruciata sull'altare del liberismo, di quei padronali destini eterni e progressivi, i discendenti di altri operai od impiegati hanno verificato che, ritornando sui propri passi  e indugiandovi, si finisce come la logica attesta e che quando si abbandona la logica per le suggestioni, l'errore è implicito.
Ormai, però, siamo nella tenaglia di un'Unione fra paesi di diversissime capacità reali di reddito e, per di più, noi abbiamo smantellato l'attività produttiva ed alienato le nostre maggiori imprese.
La FIAT ne ha preso atto e se ne è andata a sua volta.
La tenaglia strozza per le miopi politiche - anche d'arricchimento personale, nel corso di una sola generazione: la propria - e la mancanza, ormai passata agli atti, di uno sviluppo concreto e, per forza di cose, non in grado di assicurare, da subito, i livelli di ostentazione e di spreco molto più diffusi della loro sostenibilità.
Oggi, la ricchezza perduta morde ferocemente le presunzioni di status, conservate, a costo di altri debiti, questa volta individuali e familiari, mentre chi, da sempre, conduceva un tenore di vita umile, si è visto dileggiato, disprezzato e abbandonato ad una povertà che sembrava relegata nella memoria storico-tradizionale.
Anche i venti di guerra si sono levati in molte parti del mondo ed altre perturbaziooni si annunciano.  Torniamo al posto fisso, meno nevrotizzante, casomai modestamente retribuito, ma programmatore per i singoli e le loro famiglie, dal momento che anche i lavori angoscia(n)ti sono ritornati a paghe da miseria.
Troppo tardi, anche per la generazione in corso, la ritirata sindacale e l'appiattimento acritico o impotente sulle magnifiche oportunità prospettate, sono stati ingannevoli e, nelle nostre condizioni, un ritorno ad una disprezzata, per induzione, età dell'oro - altra mitologia all'incontrario - resterà confinato nel mito.    

Cambiate registro.

Non appena un povero poliziotto è stato ucciso nella dispersiva metropoli parigina, i due candidatucoli hanno avuto un simultaneo effetto pavloviano.
Sono entrambi il riadattamento espressivo di un nuovismo che è proteiforme e vecchio come il cucco, di una rinata e a sua volta camuffata, in un'intesa malefica col popolino, destra, che attribuisce la sua minorità alla Rivoluzione francese, non essendosi mai evoluta, da allora. Marine, subentrata con la forza al padre, per accantonarne le limitate velleità bucoliche, ha pronosticato, sperandoci, che l'attività terroristica, che l'ISIS ha rivendicato, come fa per ogni gesto individuale immolatorio e non più smentibile, si ripeterà prima del ballottaggio.
Il giovane Macron, in assenza della sua istitutrice, ha a sua volta profferito la scontata strumentalizzazione politica.
Il riflesso condizionato di ricondurre alla propria vanità tutto quanto è simbolicamente spendibile, sa di stantio: gli attenati si susseguono da anni, in assenza di competizioni elettorali, ( in Belgio, ad esmepio, non si vota ) proseguono sulla stessa falsariga, a prescindere da chi sarà il prossimo Presidente, i suoi obiettivi sono di guerra decentrata e ritorsiva e, finché troveranno interpreti, spontanei od organizzati, non cesseranno.
E' per loro, indifferente chi vincerà, in questo sono più saggi degli elettori autoctoni.
L'orazione funebre del poliziotto sindacalista e attivista LGTB, è stata simile a quella di Lucio Dalla, con il suo compagno non ufficiale piangente e dichiarante, in forme chiare ma non esplicite, in mezzo a un nugolo di preti in apprensione.
Simile, ma non identica, perché il suo borghese compagno lo ha ricordato con un ancor attuale "ti amo", in un tripudio emotivamente contenuto, date le circostanze, ma intenso e partecipe...come tutte le nuove concezioni virtuose impongono ai conformisti: figurarsi ai poliziotti.
Comunque, nella polizia francese ci si sposa anche fra gay, senza perdere lo spirito guerresco, il senso dello Stato e la difesa dell'ordine pubblico, ossia del sistema vigente, che, nella fattispecie, ha consentito all'amor omologo di manifestarsi in ogni ganglio della vita civile.
Neppure Marine ha battuto ciglio: la sua battaglia strumentale si conduce contro il meticcciato etnico - già presente - non contro quello sessuale; la battaglia riproduttiva, in Francia, è già persa da molto tempo.
Vediamo. in breve, come sarebbero andate le cose in Italia.
Non esistono ancora gay ufficiali in polizia e nelle forze armate, fornicano nelle quinte colonne.
Un ministro/a della Repubblica ha lanciato una campagna di riproduzione in un periodo di crisi acuta che non ha lasciato segno, derisione a parte.
Gli omosessuali, maschi e femmine, hanno avuto, dietro pressione dell'Unione europea, un trattamento " da minoranza " allogena in un contesto ipocritamente morale.
In questo si consumano le ancor operanti influenze del fascismo e del cattolicesimo politico, messe ora un po' nell'angolo, soprattutto dalle convivenze eterosessuali prematrimoniali o sostitutive del matrimonio legale o sacramentale, ma, come per altre "malattie" latenti, di qualsiasi origine e natura, sono sempre pronte a riemergere al modificarsi degli assetti interni ed internazionali soprattutto, fortemente influenzati da concezioni e "logge" laiciste.
Così, in una eterna posizione mediatoria, si rimandano o si alterano tutte le deliberazioni, cambiandone le denominazioni, vantando sorridenti le scelte non espresse, che lasciano ignudi ed esposti, tempo per tempo," categoria  per categoria" tutti gli interessati che vi avevano riposto fede.
Cosa che in Italia, per inveterata conoscenza, non avviene mai.

Non possumus, fra la peste e il colera.

La Chiesa gallica non si schiera alle presidenziali, né Macron e la sua "mamma, insegnante e consigliera", che ha divorziato per lui, né la vandeana Le Pen figlia, che in altri momenti, con un Papa diverso, sarebbe stata, come fu, la sua candidata naturale.
La Chiesa gallica non conta molto in Francia, la laicizzazione giacobina fa parte della tradizione e della cultura d'oltr'alpe: nelle città è dominante - a parte i milioni di islamici - , nelle spopolate campagne, tutt'altro.
Les paysans e les vignerones - latifondisti che esprimono ancor oggi il Senato, sono sciovinisti di estrema destra e la chiesa residua vi esercita una funzione storica, paravandeana.
Non è casuale che la setta del vescovo Lefervre alligni in un monastero di campagna, la vastissima area verde semispopolata.
Ma oggi come fa la Chiesa a sostenere, se non nelle quinte colonne, una candidata che ha censurato il Papa, che disprezza l'accoglienza disinteressata, dopo che sono stati assorbiti ed integrati i Pied-Noir? ( colleganza in fase di disfacimento, che potrebbe essere temporaneo se la Francia smettesse di bombardare, anziché annunciare un altro prossimo massiccio impegno in Siria - Macron - ). La disciplina ecclesiastica lo vieta, almeno esplicitamente.
Macron invece è l'espressione di quella cultura profondamente laica, difesa e valorizzatta dallo Stato illuminista e indifferentista circa i costumi, mentre per la moralità sanfedista, il candidato ha sposato, per farsene condurre e consigliare, una divorziata.
Insomma, un successo non rilevato della laicità coerente, culturalmente fondata, proposta e non imposta attraverso studi valorizzati e una mentalità coltivata: la Chiesa non può schierarsi, non per un acquisito rispetto per l'autonomia della politica, con la quale concorre nel governo delle anime, perché l'assetto statale che si riverbera sulla nazione con coerenza, fa da spartiacque e non può più arroccarsi nella collateralità alla destra più premoderna del mondo rurale, perché Marine  Le Pen ha virato verso il populismo generalista e ha eletto a simbolo della sua inimicizia i migranti di ultimo approdo, quelli movimentati dalla miseria, ma anche dalle guerre che il suo Paese conduce, dimentica delle inclusioni migratorie, dopo la decolonizzazione, che hanno goduto, in Francia, di ampie guarentigie, perché fossero rispettati, a condizione di reciprocità, inclusivamente, per non perdere i contatti con un'area ancora strategica e poter negoziare vantaggi petroliferi, gli stessi per cui è tornata a combattere.
Coltiva anche interessi diamantiferi e per altre materie prime in Africa, per cui mantiene truppe regolari, legionari e contractors nei Paesi del suo ex dominio, per articolare la sua influenza sugli altri Paesi vicini e interagire con la corrottissima politica del continente nero.
Nessuna garanzia, nessuna breccia, al momento.
Per questo, ufficialmente, la Chiesa non si schiera.
E' un bel risultato, non privo di cause.

venerdì 28 aprile 2017

Gonfiori inflattivi.

L'inflazione, dopo diversi anni, è tornata a crescere.
Sono finalmente ripresi i consumi?
Tutt'altro, anzi la contrazione del reddito spendibile, non di quello investibile, continua a diminuire.
La sua caduta a piombo è appena rallentata da paracadute di fortuna, da interventi "ritardanti" che non si propongono neppure di contrastare organicamente i prevedibilissimi eventi.
A che cosa è dovuta, dunque, la risalita, anzi la ripresa dell'inflazione, che deprimerà ancora di più i consumi?
All'aumento delle tariffe energetiche, del gas e dell'elettricità, nonostante gli accorpamenti che hanno inibito la già limitata, ristretta concorrenza. Solo da poco tempo sono apparse strane e sconosciute sigle di fatturatori, che si accreditano, per telefono, da località del profondo sud e del profondo nord.
Fatturatori di confine.
Il reddito delle famiglie viene così impiegato per le spese indispensabili, l'educazione scolastica dei figli si fa spesso inaccessibile, i lavori offerti, in alternativa precoce, sono sottopagati, a chiamata e, spesso, notturni.
La concorrenza, in tutti gli altri settori,  ha liberalizzato solo i prezzi ( tutte le varie tariffe sono solo apparenza ) ed aperto agli apprendisti stregoni, mai monitorati, come i costi al dettaglio, in Italia, che dispongono di ampi e desolati spazi per contrabbandare le loro offerte ad un pubblico illuso ed impreparato.
Sì, perchè chi non versa in condizioni di bisogno, da queste suggestioni non è coinvolto e gode privatamente di una consulenza cortigiana e periodica riguardo ai suoi accantonamenti investiti, mentre chi è stato indotto allo "sperpero", accumulatorio per le banche, le ex assicurazioni e le finanziarie, non viene più "ricevuto", dopo che i risparmi sono stati messi nei forzieri da abili banditori, premiati allo scopo, mentre basta anche un piccolo cedimento patrimoniale per essere sottoposti alle umilianti forche caudine delle sollecitazioni, delle ingiunzioni e dei blocchi operativi,
quando non si arriva, nei casi di eccessive esposizioni, che vengono consentite ad arte, al pignoramento  dei beni, prestimati, dei debitori.
In un contesto di vuoto sindacale e di rappresentanza partitica dei diversi interessi sociali, la slavina è senza argini e " il volgo disperso che nome non ha "  è solo con i suoi problemi.
Se non soccorresse, sotto traccia, un'alleanza fra famiglie, con i giovani nella fase vampiresca delle loro pretese, i drammi "alla greca", finora contenuti e nascosti esploderebbero traumaticamente.
La rendita - perché l'attività industriale è andata a ramengo - si chiude sempre più a riccio e tenta solo qualche diversione apparentemente speculativa, che serve invece a parcheggiare i denari in paesi-magazzinieri, espressi in valuta locale.
Uno degli esempi è il Sud Africa, non tanto Singapore ( capitali spacciatamente evasivi ) e le ex "Tigri" asiatiche.
Tutti battono cassa e non prestano più gratuitamente i servigi e le forniture che servono, in ultima analisi, a fortificare il proprio potere ed i propri interessi.
L'amministrazione di Donald Trump è esemplare, in questo senso.
Aumenteranno, più di quanto non siano già aumentate, le spese militari, che deprimeranno ancora di più le finanze familiari e il prodotto interno lordo degli Stati membri della N.A.T.O., mentre sfugge il vantaggio popolare di questi ulteriori sacrifici.
Quando, dalla seconda guerra mondiale, il Giappone e l'Italia uscirono sconfitti, la contrazione all'indispensabile delle spese militari, fu la causa ed il volano del loro boom economico.
La coesione nazionale si sfalda definitivamente, la politica reisdua è solo apparenza e mera amministrazione al ribasso, eterodiretta.
La visione d'insieme probabilmente non è percepita; siamo troppo miopi e ripiegati sui nostri obiettivi - spesso di sopravvivenza o di manteniemnto - per analizzare le prospettive di scenario, ma i motivi di apprensione sono maggiori delle situazioni di rischio, sparpagliate, per ora, in un "mondo" abbastanza remoto per coinvolgere la nostra " routine" quotidiana, a queste latitudini, ma che il terrorismo ritorsivo ci ricorda non essere, comunque, di un altro pianeta.
Il ritorno, allo stato embrionale, del protezionismo, frammenterà, se avrà successo ed isolerà le situazioni, ma contrasta con una politica di pace, che sia fondata.
Una guerra mondiale in movimento ( espansivo? ), casella per casella, è in corso, fino a che le caselle coinvolte diventeranno troppe ed il puzzle franerà.
Analizzare e fronteggiare i problemi, uno alla volta, quando sono una miriade in costante formazione, non aiuta la stabilità degli equilibri, per altro perduti dopo l'infelice dissolvimento del comunismo - noi, europei del sud, in particolare noi italiani, beneficiavamo di un sistema compensato(rio) - che, in generale, teneva sui binari le nostre contorsioni interne ed anche quelle esterne, degli altri Stati,
Non sempre, quando si plaude, si sa a che cosa si va incontro.   
 

Le polarità del potere.

Fra Donald Trump e Kim Jong-un sussistono affinità paradossali, all'incontrario.
A parte l'età, i sue sono vissuti in due bozzoli formativi della mentalità asseverativa: il giovane coreano in quella familiare ed ambientale e, alla prova dei fatti, pare aver dimostrato capacità di prendere da subito in mano le redini del sistema.
L'americano è un palazzinaro ereditario, più altre attività imprenditoriali in una galassia di interessi che ha poi saputo gestire fino alla soglia dei settant'anni.
Kim rappresenta una spropositata forza territorialmente dimezzata, ma potrebbe avere ambizioni regionali, in un'area di interesse strategico nord americano, difende il suo modello domestico e non esclude, se ve ne fossero le condizioni, di aumentarlo.
I molti freni alla sua azione gli hanno sinora consigliato di limitarsi ad una grintosa politica fatta di esperimenti nucleari - con tecnologia fornita a suo tempo dalla Cina - e di dichiarazioni roboanti, rivolte sia all'interno, sia all'esterno.
Il tycoon a capo della potenza democratica, perché industriale ed oggi pericolosamente finanziaria - elemento di cui si è accorto - dirige la struttura politico-militare più imperialista del mondo contemporaneo. 
Un imperialismo economico e commerciale che si vale, alimentandolo sistematicamente di un apparato militare ineguagliato, ma che il maggior numero di utilizzatori del deterrente nucleare, mette a repentaglio in molte aree del mondo controllato dagli yankees
Alcuni alleati - sempre pro tempore - e diversi avversari, in atto e potenziali - si sono dotati della bomba atomica e possono competere, almeno per un po', sul campo. 
Considerate le alleanze geo-strategiche della Cina che, da un indebolimento dei suoi partners, può sentirsi direttamente minacciata, la possibilità che la situazione sfugga di mano sono molte.
Eppure Trump ritiene che lasciar spazio ai timori possa favorire gli avversari. Ha ragione ma il "cupio dissolvi" di queste ore non lascia presagire nulla di buono.
Queste crisi, quasi tutte per iniziativa degli Stati Uniti - tranne quella della Baia dei Porci, a Cuba, che altro non era che l'installazione di missili convenzionali ed atomici a poche miglia marine dalla Florida, come gli statunitensi, sulle coste nemiche, avevano fatto da sempre, provocando anche incidenti "ad hoc" - sono ricorrenti ed hanno finora portato a riequilibri su base nazionale, avendo privilegiato, i competitori, il ritiro nei propri confini, purtroppo dittatoriali, ma non inclini a farsi mulinare nel sistema mercantile occidentale, i cui vessilliferi sono gli americani del nord, ora sospettosi e spionistici anche verso l'Unione europea continentale, dato che l'Inghilterra, loro alleata principale in Europa, si è sfilata, anche per questa sottostante ragione. 
Trump e Kim sono diversi, il primo vuole arrivare al "redde rationem" e lo vuole fare subito dopo aver preso, per via elettorale, il potere - pur contrastato dalle leggi - nel suo impero da esportazione, adottando le strategie militari che sono state certamente elaborate ed affinate per decenni e che i suoi predecessori democratici - non certo Bush - avevano trascurato, limitandosi al proprio vasto dominio contagioso, per via finanziaria.
Sia pur diversamente da Kim, l'industriale Donald Trump vuole rinchiudersi in casa, ma, per farlo, deve cominciare a mettere ordine nelle varie aree d'interesse del puzzle mondiale, mentre Kim deve solo limitarsi ai auoi pochi chilometri quadrati ed al suo potere che adesso rischia di essere sovvertito.
Kim fa riferimento al suo personalissimo potere attraverso le forze armate, Trump al potere dinamico, ma anche flessibile nei due sensi, degli Stati Uniti, secondo un'impronta economica che prevede il demando interessato alle proprie strutture belliche dell'apprestamento dei sistemi locali di difesa ed offesa, ma facendone pagare il conto a ciascun alleato.
Così, i coreani del sud dovranno pagargli un miliardo di dollari, i partners della N.A.T.O. aumentare la contribuzione, in una interminabile fase di contrazione dei redditi. 
Solo i Messicani si sono rifiuatati di rifondere le spese o di pagare addirittura di tasca propria l'edificazione del muro contro l'emigrazione clandestina dei suoi connazionali.
Infatti, Trump ha sospeso il progetto. Non costruirà più, almeno per ora, il muro.
Polarità, ma anche prospettive per il mondo occidentale, del tutto speculari all'economia speculativa e inespansiva del suo mondo e dei suoi emisferi.

giovedì 27 aprile 2017

L'uniformità di scopo.

Mi è capitato di incappare in un documentario sulla ditta internazionale Beate Uhse, la cui fondatrice è stata autrice di "Mein laben" - La mia vita. 
Lo fece anche Hitler, prima di dichiarare la sua battaglia.
Quella di Beate è stata una battaglia vinta per la diffusione di ogni articolo da casino aggiornato, per corrispondenza e, in misura minore, attraverso la vendita al dettaglio di strumenti per il sesso di pervertiti. Un esercito, senza divisa.
I prodotti sono destinati ad una congerie di repressi, incapaci di liberarsi e al seguito del pifferaio disinibente, che se ne fa una clientela vastissima: quella di coloro che sono senza fantasia.
E' diversa la "ratio" e la metodica delle altre ciofeche banali, che si offrono sul mercato?
La sua indagine di marketing  è stata ben condotta ed ha trovato subito, dopo le inevitabili cause giudiziarie, milioni di acquirenti e migliaia di ordinazioni giornaliere.
La multinazionale dei "sex toys" si vale di un modernissimo ed agguerrito team di strutturazione aziendale, di un consiglio di amministrazione competente, di analisti di mercato e di prodotto, identici a quelli delle aziende più attrezzate di qualsiasi altro settore.
Alcuni venditori, attraverso autonome società, sono attori ed attrici del porno ormai in disarmo, attestanti una stretta correlazione industriale con quel tipo di filmografia, ormai gratuita ed orizzontale, l'industria degli ammennicoli imitativi, le filiere delle "house of sex", postriboli aggiornati in ogni parte d'europa, che ha visto le sue mosche cocchiere nei "club privée".
Una sintesi organizzativa, dunque, della lunga marcia per il superamento del nascondimento, anzi dell'omertà, dei vizi e delle perversioni che si nascondavano dietro il bigottismo di qualche decennio fa e, creando una facile dipendenza, farne un business mondiale che non conoscerà crisi, come le pompe funebri. Il famoso "eros e thanatos".
Potrà soffrire, nel tempo, della concorrenza e dovrà adeguarsi ad una sovra-offerta ( sempre alimentata da una crescente domanda ),  ricorrere a fusioni societarie, ripiegare tristemente ( si può più triste di così? ) nell'ascesi rinunciataria. 
Resta il fatto che codeste imprese sono del tutto speculari a quelle finanziarie e di vendita di prodotti, identici dovunque siano prodotti, del "low cost" e agiscono lungo una filiera almeno ricostruibile di preparazione e di consolidamento delle forniture, garantendo l'anonimato  alla popolazione degli adepti, come ad un rito pagano.
Con il decadere dei pregiudizi circa la virtù delle donne, queste ultime hanno occupato una percentuale molto alta degli interessamenti e delle vendite  - casomai per farne dei sotto empori, gestibili individualmente o domesticamente - ma, a quanto asseriscono gli esperti della "Beate Ushe", anche per uso personale, masturbatorio, etero e saffico, tanto è vero che la linea dei prodotti è stata implementata, in misura proporzionale per questa specifica utenza ed anche il logo della società è stato ridisegnato per renderlo bisex, come le catene dei parrucchieri. 
Sesso strumentale, polizza assicurative, strumenti per regalare un utile gestionale ai gestori dei fondi di investimento e, ben che vada, una conservazione, con restituzione del capitale, una volta aggiornato all'inflazione, ora spesso sl di sotto del valore di sottoscrizione.  
Anche le ciliege sono taroccate. Si trovano anche d'inverno sulle bancarelle dei mercati rionali: sono prodotte con sementi italiane in paesi caldi, trasportate nella stiva delle navi, dove maturano e si offrono rosse, lucide e insapori agli sprovveduti acquirenti.
Le farmacie offrono alcuni prodotti della Durex, in appositi distributori esterni, ma talvolte anche all'interno; se predispongono vetrinette erotiche, sono sponsorizzate.
I supermercati vendono i profilattici, leggerissimi, piacevolmente tormentosi per la partner, ritardanti, al sapore di frutta, raccomandati per i rappori anali.
Insomma, tutti si adeguano ad una maggiore possibilità di guadagno, come per le concessioni telefoniche.
La crisi economica di massa ha mandato in tilt tante imprese tradizionali e di nuovo conio: la spesa latita, tranne che nei beni di "consolazione", di pruriginosità compulsiva, di anonimato, che molto spesso, anziché la privacy, viene a tutelare  un'intenzione "captiva", ambientale e personale, affina la prostituzione, sinergizza il guadagno.
Ma la logica, le metodiche, le lusinghe, le menzogne, l'irresponsabilità, gli scopi ( il lucro ), l'indifferenza per la dignità delle persone, le condizioni ed i ritmi di lavoro, legati ai risultati, sono gli stessi.
Ogni attività economica si basa sugli stessi presupposti e vive dei medesimi atti. 
L'industrializzazione, sempre più sollecitata, serve a diversificare gli investimenti e ad abbandonare alcune delle altre attività, diventate faticose e poco redditizie.
Quanto ai lavoratori ed alle lavoratrici, le prospettive si fanno, in parte, pornografiche.
Dicevano, sempre alla "Beate Ushe": i nostri assistenti alla vendita, nei negozi, novantaquettro in europa, devono essere in grado di soddisfare tutte le esigenze consulenziali e, conseguentemente, di vendita, dei nostri clienti negli empori.
Passando davanti ad uno dei novantaquattro negozi della catena, ho visto una ragazza di età non difforme dalle altre commesse che popolano il corso principale, sistemare la merce negli scaffali e prepararsi a documentare i benefici, le funzioni, le potenzialità ed i prezzi ad ogni sorta di cliente: dai ragazzi in vena di scherzi, ai pervertiti in giacca e cravatta, ai curiosi perdigiorno, agli autoerotomani, alle coppie gay.
Non so se aprono anche alla domenica e nelle altre ex festività.

mercoledì 26 aprile 2017

A che scopo?

E' stata fantastico il commento della Camusso alla "debacle" in Alitalia, dove aveva proposto una mutilazione del contratto di lavoro.
L'esito sarebbe dovuto alla mancanza di fiducia dei dipendenti verso l'azienda.
Verso i sindacati no?
E' vergognoso questo giochetto pseudo-dialettico, con il quale strutture ormai utili soltanto a se stesse ed in via di ripiego verso un accentramento di ruolo a rappresentanza quasi nulla, che, come in Francia, li relegherà a interlocutori - per modo di dire - esclusivi dei governi e li escluderà dalla trattativa autonoma e diretta con le aziende che resteranno e che saranno sempre più grandi e multifunzionali.
Il sindacalismo possibile si esercita nelle pur estese ridotte del sindacalismo autonomo, che è ripartito dalle macerie della contrattualistica categoriale e manifesta, senza ancora essere un interlocutore, partendo dalle situazioni contingenti e di fatto.
La mobilitazione si è fatta aziendale, di capannone, magazzino o reparto e viene contrastata con metodi che vanno dalla violenza delle forzature e delle reazioni, all'ignoranza totale del fenomeno "neo-primordiale".
Il cosiddetto populismo trova delle alleanze sotterranee da destra verso la sinistra e viceversa, il fine è sempre strumentale, non si propone certo l'emancipazione "di un volgo disperso che nome non ha".
Per alcuni versi, in questa situazione, non è neppur certo che una controllata disoccupazione, supportata dalle sostanze familiari d'origine, sia sempre e comunque peggio di un lavoro intermittente, nel quale la classe manovale si ritrova, disconoscendosi, in una miscellanea di razze e inculture, coesa solo dalla necessità.
La infelice condizione dei figli di siffatto proletariato, ne segna l'umiliazione e la relegazione che, da adulti, si farà depressione, alienazione e potenziale violenza senza fini.
La violenza islamica che contrattacca sulle sponde dell'europa, si illude di avere un significato, attraverso il proprio autoriconoscimento nell'appartenenza cellulare ad una unica religione, la sola vera, ancorché arrivata per ultima e quindi imitatrice, considerata invece l'apice dell'evoluzione.
Quella che verrà e che, in parte già si manifesta, sarà del tutto individualistica, al massimo organizzata in bande e attenuerà la divisione fra delinquenti "d'antan" e le nuove (per noi) estrinsecazioni di un malessere, a sua volta malevolo.
Figlia e prodotto di una società pubblicitaria e consumistica, la violenza delle periferie, del terzo mondo indigeno, avrà per miraggio i beni inaccessibili di intrattenimento e di svago, la prevaricazione dei prevaricati si accanirà sulle icone, anche umane, di una società inavvicinabile, con la sua estetica, i suoi paludamenti escludenti.
Il controllo sociale dei partiti, dei sindacati, non ci sarà più - già adesso latita, ma è ancora troppo presto -  la famiglia riprodurrà i vizi, i limiti e i rancori degli omologhi e non più, per questi versi, ribelli discendenti.
Sarà comunque colpa di qualcun'altro in una miserevole tattica di conservazione, a sua volta senza uno scopo specifico.

martedì 25 aprile 2017

A che cosa serve la precarietà?


 Dalla legge Biagi del 2003 in poi, l'Italia ha bruscamente accelerato  nell'adeguarsi al costume lavoristico anglo e non sassone, dato che la Germania non ha smobilizzato di un "acca" il suo welfare corporativo, ma rigoroso, soprattutto sul piano dell'onestà.
Il nostro invece è andato a puttane come ha ricordato poche settimane fa un leader del nord Europa.
Gergalità centrata, assolutamente veritiera.
Si può anzi dire che, dopo una prima deframmentazione inconcludente avvenuta in Spagna, sia stata l'Italia la più sterilmente zelante applicatrice delle sollecitazioni della moda, che però hanno solo rivelato, in un crescendo imbarazzante, il basamento d'argilla e di corruzione su cui si basava il suo clientelare e familistico successo, versione prima Repubblica.
I trasformismi politici incrociati sono stati mellifui, per fortuna rintuzzati dal popolo, dal corpo elettorale che non vota più, nelle sparute circostanze in cui ha potuto esprimersi.
Ciò non ostante, i pallidi epigoni di Licio Gelli rilanciano, alla ricerca del servaggio ben remunerato, necessario ad interpretare, insieme alle loro famiglie, il canovaccio di una ricchezza estorta, ma italianamente accettata, giustificata.
Tranne che nelle poco popolate socialdemocrazie del nord, oggi più osteggiate che in tutti gli ultimi decenni, altrove si è puntato tutto sulla minor aspettativa di vita, da senescenza, dei futuri, pensionati, sull'abbattimento dello Stato sociale pubblico, sul demando al welfare privato che si esercita in una serie di servizi, limitati nelle facoltà di fruizione e invasiva rispetto alla privacy dei destinatari, sostitutivi, anziché integrativi, del reddito da lavoro.
La "ratio" sinergica delle aziende  e dei sindacati, come all'epoca "sociale" del fascismo, è sotto gli occhi, spesso appannati o alterati da lenti inadatte.
In questo contesto, che funzione esercita la violenta precarizzazione del lavoro?

 Il mantenimento del pieno impiego, che permane solo in Germania e nei paesi scandinavi, causerebbe cambiamenti , o meglio, una restaurazione sociale e politica che darebbe un nuovo impulso alla reattiva e reazionaria opposizione degli uomini d’affari.
Certamente, in un regime di permanente pieno impiego, il licenziamento cesserebbe di giocare il suo ruolo di strumento di disciplina intimidatoria.
La posizione societaria e aziendalistica sarebbe minata, mentre la fiducia in se stessa e la coscienza di appartenenza della classe lavoratrice, soprattutto post-operaia, aumenterebbero di nuovo.
Scioperi per ottenere incrementi salariali e miglioramenti delle condizioni di lavoro creerebbero tensioni politiche e irriterebbero i commissari europei.
E’ vero che i profitti sarebbero più elevati in un regime di pieno impiego di quanto sono in media in una condizione di "laisser-faire"; anche l’incremento dei salari, risultante da un più forte potere contrattuale dei lavoratori,  probabilmente incrementerebbe i prezzi anziché ridurre i profitti, e danneggerebbe così solo gli interessi dei "rentier".
La “disciplina nelle..e delle fabbriche”, in senso etimologico, insieme alla “stabilità politica”, sono più apprezzate, dagli uomini d’affari, dei profitti. Il loro istinto di classe gli dice che un durevole pieno impiego non sarebbe vantaggioso per loro e che la disoccupazione è una parte integrante di un normale sistema capitalista, con le sue masse di esclusi.
Tutto il resto ne discende, in una situazione di mancanza di un'opposizione e di una proprosta alternativa, con i sindacati politici più sfarinati che mai od in cerca di una legittimazione pubblica, per supplenza, che non hanno mai ottenuto e che non otterranno. I sindacati "moderati o complici" in particolare, in quanto "amabili e riamati", favoriti e privilegiati, ma sempre mantenendo le distanze, sperano di essere vestiti con una livrea.
Ecco a che cosa ed a chi serve la precarietà.

Il governo italiano, di ogni segno ed ibridazione, ha scelto il trasformismo gattopardesco, ripristinatorio della supremazia  delle classi ricche, sempre più tradizionali e circoscritte e riservato alle classi popolari, una generazione almeno di periferizzazione.

Il termitaio.

Il brulichio del lavoro deresponsabilizzato, della vendita della propria dignità insieme a strumenti di accumulazione solo per le striminzite compagini azionarie, tradisce la fiducia inconsapevole, ma speranzosamente speculativa, delle famiglie e dei risparmiatori, la irride, ne fa la condizione del budget e, da subito, ne trascura la gestione, tranne che per implemetarla, lascia cadere e si nega ad ogni richiesta di spiegazioni e di condivisione.
Nell'affannosa ricerca di investimenti per la minuscola o univoca compagine azionaria, le azienducole di collocamento sono sempre in caccia delle prede ferite, o isolate; come i licaoni e le iene, sinergizzano le dedicate e mirate risorse, tenendole sotto pressione e subordinandole ad un'organizzazione che aspira solo al profitto, che ha la stessa consistenza della panna montata. Si smonta e va rimontata.
La concorrenza si esplicita nella sottrazione della stessa clientela in un'opera a saldo zero, fra disdette e acquisizioni per sottrazione. 
Questa squilibratura, potenzialmente infinita, attenta subdolamente alla sicurezza, alla pace e all'onestà: nei non individuabili calderoni dei "fondi", si mescola, si nasconde e si ricicla qualsiasi genere di capitali a business incrociato secondo l'occhio per occhio, dente per dente, soldo per soldo.
La mafia raccoglitrice ed accumulatrice ha un ruolo fondamentale, come in tutte le vicende italiane, non solo meridionali.
In questo modello sociale non riconosciuto, l'induzione e la vendita, rapidamente sostituenda, si esercita in qualsiasi ambito e per qualsiasi genere di prodotto, con le stesse metodiche organizzative, di marketing e di adattamento ad ogni esigenza ipnotica in grado di sostituire la necessità con la divagazione e la narcosi, in senso figurato ed anche proprio.
Fra filosofia dell'inconsistenza e vuoto propositivo per una vendita surrogatoria, si conducono battaglie legislative di anticipazione e adattamento, con la logica del giorno per giorno, a pesi crescenti, sollecitanti doti di prestigiatore, di mago Othelma, di truffatore, di primo ignorante circa la chimica del prodotto.

Lo squilibrio.

L'esperienza pensata si dipana in un arco temporale brevissimo, eppure aspira ad assurgere a canone per il futuro, a prospettiva salvifica.
Lungo il tragitto subisce la telecinesi contraria che la confuta e, proponendosi lo stesso dichiarato fine, cerca di rimuoverla, inanellando predicazioni, iniziative giuridiche, atti solo apparentemente eversivi, che hanno bisogno di autoalimentarsi o di essere rinnovati: sempre nello stesso senso, nella medesima direzione, fino a che, ipoteticamente, non si trova altro avversrio che se medesimo.
L'entropia rimuginatrice cessa con la fine biologica dei corpi agitati, ma altri ne sono già stati invasi, adeguatamente allo scampolo del contesto storico che frequentano o da cui sono stati frequentati.
Lungo il percorso contingente  c'è chi fissa e ribadisce i confini del modello in crisi e ne apre superficialmente le ante, prendendo atto contingentemente di un mutato scenario, al quale la rigidità del pensiero non ha fatto da contraltare.
Il principio, divenuto debole, ma continuamente ribadito, si attesta sulla riva del fiume  ed aspetta che il caos organizzato, ma senza argini, si dilapidi e si disperda e lasci le povere anime che se ne sono fatte trascinare, incerte fra la constatazione e il pensarsi.
Non diversamente da un bambino minuscolo che, pur contenendo in nuce, eppur evidenti, i personali caratteri del suo futuro, osserva il paesaggio prossimo, stupito, senza comprenderlo, senza essersene fatto indurre una rassicurante opinione, ma è ben partecipe del contesto dei suoi simili, nel quale è stato concepito ed espulso, nel quale sente, da vivo, di essere inserito ed al quale vuole da subito partecipare,
Questo accade, fin dai primi atti, in una ormai tradizionale scansione cultural-cerimoniale.
Nel frattempo, l'atteggiamento si fa ancora più settario, esclude chi non si fa chiamare a raccolta per organizzare la resistenza.
Nevrosi storica? Probabilmente sì, ma la nevrosi fa parte della vita, è il "daimonion" "δαίμων", che media fra l'esistenza e la natura ed è quindi la dinamica di tante inutili ma originali esperienze. 
Per questo si articola in un illusorio divenire e si sedimenta, domina temporalmente, viene contraddetta e rovesciata  e poi aspetta di ritornare.
Il piccolino non lo sa, sorride del benessere che le attenzioni gli procurano, comincia subito ad interagire con i suoi prestatori, o meglio con il "clima" che avverte, parzialmente ingannevole, intorno a sé.
Non è affatto una regola: a molti, moltissimi, non tocca e la "prima" vita confusa si incarica quasi subito di demolire quanto si è creduto, per un momento, solidissimo. 
Da qui, la prima separazione dall'illusorio contesto che si confermerà per tutto il suo tempo. durante ciascuno dei suoi giorni. 
Nella seconda vita, quella adulta, passata per le fantasmagorie della trasformazione adolescenziale, turbata dalle esperienze precoci, dalle inopportune anticipazioni di un esito biologicamente determinato, eppur diverso, inconciliabile nel passaggio dal sentimento e dall'istinto, al ragionamento distaccato sulle cose, alla separazione dalle medesime, alla loro osservazione da un esterno meccanico che sancisce le classi di importanza in modo "oggettivamente fuorviante", sostituendosi distruttivamente e presuntuosamente ai dettami dell'amore e dell'esperienza, questi ultimi vengono posti in una dimensione sovrastrutturale, mentre la sovrastruttura, anche quando è utile, è quella culturale.
In particolare quella tecnica, che ha consumato, nel corso di trent'anni, l'etica e l'umanesimo, ha messo da un canto la religione, ha fuorviato, con l'ideologia che tanti corifei della filosofia utilitaristica d'affiancamento, le hanno, non richiesti, assicurato, accompagnandola "giustificatamente" su un terreno comunque brullo, ma suo.

La Santa Barbara ( o la Fuorigrotta? ) del lavoro.

Il pronunciamento dei dipendenti di Alitalia era scontato, ma si è voluto tentare la replica di Pomigliano d'Arco.
L'azienda però è diversa ed anche quei lavoratori, scelsero un'ipotesi di subordinazione sindacal-aziendale a denti stretti e a stretta maggioranza, risbattuti alle scelte di ipotetica sopravvivenza.
Ipotetica, perché la precarietà, comunque declinata, si diffonde come un contagio prevedibilissimo e si coniuga con i licenziamenti, ignorati dai sindacati politici.
Il caso dell'Alitalia è diverso. Quanto viene affermato da destra è in parte strumentale in un'ottica esclusivamente aziendalista, ma, per un altro verso è verissimo.
Il personale dell'Alitalia è composto da raccomadati, selezionati in colloqui di facciata presso l'albergo La Pisana di Roma. Coloro che, nei vari ruoli, sarebbero stati assunti, erano già certi dell'esito. Gli altri facevano numero.
Il personale era ben pagato e godeva di ogni sorta di guarentigie, che rendevano il lavoro, più impegnativo per il personale di volo, inibito anche a sposarsi prima di una certa età - come i carabinieri -, comunque ben sopportabile e, nel tempo libero,  a loro riservato, godibile.
Forse i tribuni della plebe si sono illusi di trovare accoglienza a Milano, invece l'umiliante prospettiva di auto ridursi lo stipendio e di mandare a casa, col pollice verso, una quota significativa dei loro compagni, non ha fatto breccia, pur sapendo benissimo che così avrebbero mandato la carretta all'incanto. La situazione di Alitalia è infatti irrecuperabile e sottoporsi alle forche caudine avrebbe solo coperto, con un atteggiamento da lazzari, l'accordo sotto banco con l'azienda che avrebbe trascinato sistematicamente le retribuzioni al ribasso, come gli inquadramenti, per lo stesso esito.
Il personale di terra, quello con la paletta, i trasportatori di valigie, prima scaricate, gli svuotatori con cilindro a vite dei bagni chimici, hanno votato sì, stuart, hostess e piloti, addetti alla torre di controllo, in sinergia con i dipendenti degli aeroporti, si sono ribellati. Molti di loro potranno reimpiegarsi presso altre compagnie, come da tempo avviene, con personale straniero, anche sulle rotte nazionali.
La vicenda dell'Alitalia rappresenta un altro spaccato della condizione lavorativa fra categorie ed all'interno delle stesse categorie coinvolte e ne sancisce le diverse opportunità nel frammentato mondo del lavoro che, per l'ex classe operaia, un tempo forza politica importantissima nel bipartitismo effettivo, a schema bloccato, della prima repubblica, si è già polverizzato.

L'esito finale che non è destinato ad arrivare, comprimari a parte.

Stavano per scadere i "medicinali" per le esecuzioni e due Stati americani li hanno esauriti giustiziando chi attendeva l'esito finale - un po' come tutti noi, ma senza preveggenza - anche da decenni.
Grande senso dell'economia, micro e macro, finalizzata allo smaltimento tardivo dei criminali, cioè coloro che hanno commesso un "crimen", apprezzato in termini squisitamente giuridici, sezione penale.
Giudici e Governatori, Procuratori generali, si sono "investiti dell'investimento" che rischiava di rivelarsi fallimentare ed hanno ovviato con un'accelerazione da primato, o semplicemente da performance.
Ormai tutto ha una valenza economica e la fretta è la sua condanna.
Le celebrazioni della resistenza morente ( o già morta? ), si sono tenute in un clima di divisione.
Altre improprie assimilazioni al fenomeno, per perpetuarlo maldestramente, hanno separato una delle componenti di quella lotta sul campo: la Brigata ebraica, che condivise, probabilmente in una logica identitaria, ma coordinata, quegli eventi. Al suo posto una rappresentanza dei palestinesi, che, sul piano storico, c'entrano come i cavoli a merenda.
A Milano, al campo 10 del cimitero monumentale i fascisti hanno controcelebrato i caduti repubblichini: le due facce e le due coalizioni di quei tempi sempre più lontani, sono ancora sul campo di battaglia e ci rimarranno.
Sono la storia contemporanea dell'Italia del centro-nord, la sua dicotomia sociale, meccanicamente riprodottasi.

lunedì 24 aprile 2017

Coerentemente?.

Il pampa-papa sfilerà per Il Cairo dentro un'auto normale, senza blindature: si è dovuto imporre per superare l'accerchiamento degli apparati di sicurezza. Allo stadio, entrerà su una macchinetta di quelle usate per spostarsi sui campi di golf.
la Gendarmeria vaticana ha effettuato il sopralluogo sui percorsi, la terribile polizia segreta egiziana,  il  Mukhābarāt,vigilerà fra la folla, anche attraverso i suoi infiltrati. Speriamo che sia in grado di viglilare anche al suo interno: vorrebbe dire che quando si verificano obbrobri come quello di Giulio Regeni, è l'apparato stesso a volerli e a dirigerli.
Sembrerebbe l'ennesima, coerente testimonianza di Papa Bergoglio, all'interno di un paese che ha visto, anche recentemente, il massacro di cristiani sul sagrato di una chiesa, ad opera di falangi ancor più radicali dei Fratelli musulmani, ma da questi ultimi non separate.
L'attuale dittatore ha giustificato il suo colpo di Stato nei confronti di un Presidente democraticamente eletto, con una presunta "affiliazione implicita" con il sopracitato movimento, di quest'ultimo.
Francesco I è stato invitato da un sanguinario dittatore ed ha subito aderito, Il dittatore ha garantito con sicumera che il viaggio di Bergoglio sarà sicuro.
E' chiaro il tentativo di legittimazione reciproca dell'alleato mondo"crociato" che rappresenta, ma metterà ancor più in astiosa agitazione i radicali, anche politici, da lui rimossi con un colpo di Stato eterodiretto, che ha posto fine alle "primavere arabe", perché avevano portato al successo elettorale della cultura tradizionale, casomai artatamente rappresentata, con uno strumento mai sperimentato ( le elezioni ), che da sole non inducono ad uniformarsi ad un modello esogeno; almeno non è avvenuto in nazioni con una cultura popolare fortemente condizionata dal potere religioso, che non fa dell'amore la sua prima prerogativa.
Bergoglio, recandosi dai "fratelli" immersi nel mondo arabo, vuole testimoniare una vicinanza di fede e rivendicare - è storicamente molto paradossale - la libertà per i discepoli delle chiese cristiane "in partibus infidelium", ma si espone e ci espone ad una sicura strumentalizzazione della maggioranza tenuta sotto tallone, nei paesi islamici.
Non se ne cura, non si fa distrarre da ragionamenti opportunistici, porta il suo messaggio che è fatto "per dividere" - se lo ricordi anche lui - dove è possibile e necessario, a qualunque condizione.
Fa bene, le speculazioni si involvono su loro stesse e sembrano l'unico criterio a cui ispirarsi conformisticamente.
Gli interesserà anche riaffermare le ragioni di chi si oppone alla dittatura del generale e per questo viene umiliato, torturato ed ucciso, come il ricercatore italiano Giulio Regeni o, lo riterrà incongruo con la sua missione in terra d'Egitto.
Su questo si misurerà l'aderenza al reale - tanto invocata e tanto contestata - del pontefice.
L'Egitto, per un leader religioso, rappresenta ancora una possibile osmosi tossica, se accetterà di pascere solo il suo gregge, come da mandato implicito del dittatore Al Sisi, manutengolo degli americani del nord.
La politica, se di politica si tratta, non conosce coerenza. 

Semplici e chiari.

I lavoratori di Alitalia, società privata con l'antico logo pubblico, hanno sconfessato i sindacati e l'azienda che, in sinergica mediazione, li avevano posti nella condizione di autoselezionarsi, demandandando l'esecuzione ad Alitalia e di riudursi gli stipendi nella proprozione dall'azienda voluta.
Dall'azienda e dai due mega gruppi, Unicredit e Banca Intesa, propensi, in pool, a concedere una spropositata linea di credito con rischiosità dimidiata, anzi sicura perdita,  come nella loro precedente vita di aziende para-pubbliche. Politicizzata, in senso democristiano, la parte preponderante del Gruppo Intesa.
La propensione era subordinata all'accettazione del piano industriale-bis, con una già prevista e comunque temporanea riduzione dell'emorragia "necessaria", come i salassi "terapeutici" dei cerusici, "paludati medici scalzi".
Come sempre, ormai, in questi casi, si era premesso che il rifiuto all'automutilazione avrebbe comportato la chiusura dell'attività, anziché protrarla  attraverso il ridimensionamento, la paga inferiore e una proprorzionalmente accentuata fungibilità sinergica interna.
I lavoratori si sono espressi chiaramente e per questo verranno rimescolate subito le carte: meglio farla finita con questa manfrina nel tenere in piedi un'azienda già fallita e reinventata da Berlusconi, a condizioni degradanti e false, per cui "pochi" esuberi, da incrementare, come già a Pomigliano D'Arco, avrebbero consentito la sopravvivenza di molti altri, da eliminare "in progress", con accordo sindacale e referendum dittatoriale.
Si sono ribellati a questa perversione ed hanno fatto bene.
L'involuzione ellittica che il calcolo speculativo pratica sul lavoro, non si interromperà, fino a che non sarà sovvertita da una rinascita del buon senso che conosce la dicotomia naturale ed insuperabile, fra impresa e prestatori d'opera: solo quando le contraddizioni intrinseche al modello lo faranno implodere od esplodere, con un'altra guerra.
Nel frattempo, se ci "chiedono" di esprimerci per aderire, usiamo la libertà e difendiamola, anche se è impegnativa. 

domenica 23 aprile 2017

La vite paralelle.

Ciascuno di noi vive la sua vita, che scorre parallelamente a quella di ciascun altro.
La collegialità è ideologica, captivamente psicologica. Ciascuno rimane un'isola.
La mia gratificazione non interseca la tua, se non in un fraseggio di situazioni programmate dalla natura, in termini ben diversi dall' adattamento culturale.
L'unico a dire qualcosa di chiaro, mettendosi dalla parte degli ultimi, i più deboli e non rispettati, è il pampa-Papa: la sua affermazione odierna circa la riabilitazione dei campi di concentramento per i profughi non consente equivoci interpretativi.
I cinesi hanno smesso da qualche tempo di aprire ristoranti; le licenze che acquistano sono da parrucchieri e massaggiatori: parrucchieri per le donne e massaggiatrici per gli uomini. In quest'ultimo settore, le operatrici sono immigrate clandestine, che hanno sostituito nell'esportazione - almeno in parte - il cibo congelato e talvolta deteriorato dei ristoranti.
Se tutti vivono solo la loro propria vita, altri, a livelli ascendenti o digradanti, vivono in funzione di quella degli altri, in condizione di schiavitù riveduta.
I limiti culturali e, di conseguenza, di intelligenza - che significa "leggere dentro" - ne inibiscono qualsiasi presa di coscienza e la volontà di ribellarsi. Per vivere realisticamente, devono fare o subire in questi termini.
Le altre forme in cui si estrinseca la moralità economica sono analoghe, speculari, concettualmente indentiche.
Anche gli abbrutiti domestici delle case patrizie concorrono all'inganno pubblico, consentono al padrone di continuare a godere di una rendita di posizione.
L'Unioe europea ha valutato che, non ostante le numerose fusioni ed accorpamenti intervenuti nel mondo creditizio, le "particule" finanziarie italiane sono ancora troppe e ne ha auspicato un'ulteriore assimilazione riduttiva. Si tratterà di vedere se i mostri dimensionali già creati aumenteranno ancora di volume, se cederanno qualcosa per riacquisire qualcos'altro, se le bancarelle ad uso e consumo dei proprietari potranno continuare a presidiare aree gattopardesche e gattopardate di raccolta censitaria o dovranno  omogeneizzarsi. Sembrerebbe che non: anche le grandi Banche, subito dopo gli accorpamenti, hanno visto fiorire, ad opera di ex dirigenti delle aziende nubende, neo banchette dedicate a piccolo gruppi di clientela amicale, che non gradivano essere emulsionati economicamente.
Il maggior artefice di questo fenomeno di ritorno al passato è stato Cesare Geronzi, con "che Banca", durante il suo passaggio a Mediobanca e "Banca Generali", dopo essere trasmigrato per il tempo sufficiente alle "Assicurazioni generali di Trieste".
Il vecchio mondo del para-Stato è stato messo all'incanto, ma i nuclei d'interessi sono stati assecondati nell'appartarsi e, questi ultimi, hanno remunerato il regista con tre successive, fastose liquidazioni ( Banca di Roma, Mediobanca e Generali ).
Sempre ricordando che ciascuno di noi vive esclusivamente la sua vita, vien fatto di chiedersi, per le vite minori, a che beneficio dedichino le loro risorse  in cambio di un gioco di ruolo.
Mentre queste vite stanno per passare in archivio, gli stessi ruoli sono in procinto di essere trasmessi ai discendenti-replicanti, mentre lo pseudo gioco democratico sta per redistribuire i ruoli al medio(cre) ceto.
Ciascuno vive per sé, ma questo a qualcuno non va: se l'individualismo non conoscesse indirizzi e controlli sulla linearità del suo percorso, la ricchezza perderebbe di comodità, nessuno resterebbe più al suo servizio.
In altri tempi, erano le istituzioni ideologiche e morali a condurre gli individui nell'alveo delle consuetudini feudali, sottoponendoli a "corvée" e inducendo in loro la rassegnazione.
Non bisogna mai dimenticare il costume interiore degli individui, anche se la sua aggressiva e dirigisticamente adattatoria valenza verso altri, si  attenua per intervenuti declassamenti, frequenti in questi tempi, nei quali manifestano il crollo di immutabili certezza. I vecchi equilibri di potere economico ed i suoi corollari gerarchici - per chi voglia sottoporvisi - sono franati e molti tentativi di resistenza e di riconversione sono falliti. La destabilizzazione delle cordate domestiche ha rigenerato la dinastai minore dei Caini, che hanno potuto vendicarasi del minor favore goduto, avendo ricevuto più scarne materie sacrificabili agli dei. Smembrati cuori e portafogli, o viceversa, la congiura si è potuta estrinsecare ad opera di familiari, conformi nell'educazione e negli esempi, eppure od oppure diversamente favoriti nella ripartizione clientelare delle investiture.
Ridotti sul lastrico, costoro, però, riesumeranno all'occasione - ridottasi ad una materiale meschinità, non diversa da quella opulenta - il subdolo egoismo che li ha fatti "rovesciare" da altrettali consanguinei compagni. Quindi, mai esserne ospiti, anche se l'invito è venuto da qualche figura cara, ma appartenente al medesimo nucleo.
Al ripetersi delle stesse o di similari circostanze, l'attitudine sperimentata riemerge invariata, con la sua malignità, autonoma ed estranea.  
L'invocata suggestione dell'amore di un'entità superiore, può condurre a grandi risultati autoformativi, ma è destinata a scontrarsi, in fase applicativa, con il reticolo dei devoti delle proprie utilità consociativamente convenzionali. 
Presumere di valere, per conoscenze e/o mestiere, è pura velleità: bisogna sapersi vendere, ma se l'offerta trova già impegnata la domanda su di un versante di reciproci favori, ci si vende e basta. 

venerdì 21 aprile 2017

L'etica è sempre di regime.

Un medico di Treviso è stato radiato dall'ordine e estromesso dalla sua professione, da un Ordine privato, anche da lui finanziato, per comportamento non etico.
La mancata eticità, in un mondo fatto di avidità e carriere massoniche e non solo di conclamate virtù salvifiche, è consistita nel voler negare l'efficacia dei vaccini e l'asserzione della loro entropica azione contraria.
Un Ordine di regime, evidentemente legato al governo, ha messo sul lastrico un medico maturo, nel senso migliore dell'espressione, per aver espresso la sua convinzione contro la prepotente politica d'imposizione delle vaccinazioni, come condizione d'accesso alle scuole materne.
Disprezzando l'autonomia di pensiero scientifico del medico, una persona ed un professionista è stato distrutto da un'entità impropria, zelante nel suo servilismo che dovrà essere ribaltato da una sentenza del Tribunale.
Dovrà, perché se così non fosse, ci troveremmo di fronte ad un abuso, assunto per via politica, nell'ordinamento. Spero e sono convinto che non accadrà.
Il mondo delle deontologie inutili, ipocrite e ben pagate, mostra la sua modestia proprio in questi frangenti, quando cioè si pone al soldo di governanti e politici senza bussola, approssimativi, quanto prepotenti, nel voler far valere prassi assurde, quanto esogene, a cui soggiacciono soltanto coloro che non sono all'altezza della situazione concreta e culturale.
Io, da profano, sono favorevole ai vaccini, ma la libera determinazione delle famiglie ed i pareri medici contrari devono essere tutelati dalla legge e confermati dalle sentenze dell'autorità giudiziaria, ultimo possibile baluardo alla frana del rapporto diretto, elettorale e costituzionale, fra una classe di burattini e il popolo che ancora si ostina a votarla a casaccio.
E' un brutto segnale, proveniente da brutta gente.
Bisogna vigilare, denunciare e contrastare, sul piano pratico e su quello legale, le scorciatoie presuntuose del regime minimale di questo miserrimo Paese.
Il 25 Aprile prossimo ( oggi, 21, si è commemorata, con le bandierine sugli autobus, la liberazione di Bologna. Dodici anni fa sfilarono tutte le delegazioni delle truppe alleate che vi entrarono ), la Brigata ebraica, una delle più attive durante la guerra civile, di Liberazione dai fascisti, sfilerà da sola. L'A.N.P.I. l'ha trattata come una delegazione straniera e, conseguentemente, come una"setta" particolare del popolo in armi. Ha deciso bene, anche perché che cosa c'entrino i palestinesi in un corteo celebrativo di un evento nazionale, qualcuno dovrebbe spiegarmelo.
Sempre il 25, a Milano, al campo n. 10 del cimitero monumentale, dove sono sepolti i caduti della R.S.I., i fascisti ereditari - il fascismo non è stato mai rimosso dall'intelaiatura della società italiana ed è stato rimesso pubblicamente in circolo dopo la fine del comunismo - celebreranno la loro contro-commemorazione, o meglio la celebrazione del fascismo e dei suoi caduti repubblichini.
Niente da dire sui riti, ai quali non credo ed ai quali non partecipo. Non è questo che mi intriga, ma non posso fare a meno di notare come, sotto i paludamenti della destra e di una sinistra anemica, continuino a pulsare, invariati, i sentimenti più dicotomici e anti-dialogici della nostra settaria ed inconciliabile società (in)civile. 

Miseria e ruffianeria.

Un uomo, in provincia di Latina, ha riempito di botte la sua convivente rumena, perche costei, nell'apprestarsi a fare le fettuccine a mano, voleva produrle con un numero di uova, che l'esperto consumatore riteneva inadeguate. Caparbia, la rumena tirava dritto e, constata l'impossibilità di "correggerla" con la persuasione, ha trovato adeguato massacrarla  di botte, come lui stesso ha detto.
In molte parti del mondo, ogni volta che un immigrato arabo o un residente di seconda o terza generazione, compie atti di violenza improvvisi, pubblici e gratuiti, riscopre il senso sacrificale dei suoi gesti e li conclude con la perentoria profferta: Dio è il più grande.
In questi casi, il terrorismo non c'entra, ma la "revanche" islamica si è coniugata con quella personale, che non trova sbocchi, né integrazione, in un razzismo alla rovescia.
Un ragazzo, lungo i carruggi, a Genova, è stato sorpreso da una ronda di carabinieri, mentre urinava contro una parete, in un luogo privo di servizi.
Senza indulgere alle battute, si deve rimarcare come, a Genova, lungo i carruggi si sia sempre urinato, ci sia sempre prostituite sedute sui gradini della propria abitazione o di quella d'esercizio, senza che nessuno ne facesse un dramma.
I carruggi furono la casbah dei combattenti partigiani contro i nazi-fascisti, meritando a Genova la medaglia d'oro della Resistenza.
Ancor oggi, lungo i suoi dedali, insieme a pochssimi palazzi signorili che sembrano scavati nella roccia dei muri popolari, insieme a ottimi ristorantini, prelibati ed a basso costo, comunità di giovani della sinistra assorbita e defecata, vivono una loro militanza, che con i Centri sociali non ha attinenze, ma con una testimonianza politica autenticamente popolare, sì. Ci sono, senza che ne paralizzino la vita e senza che i nativi se ne spaventino, agguerrite bande di ragazzi sud americani, che, di solito, quando non sono impegnate a selezionarsi fra di loro, rapinano i turisti.
I caruggi sono stati il nascondiglio, il rifornimento e le vedette dei partigiani, ma anche dei contestatori del G8, tranne di quelli che andarono a dormire in una scuola: la Diaz.
Ebbene, il giovane incontinente per troppa birra, secondo le norme importate dalla Unione europea, è stato multato per ben diecimila euro, che suo padre ha saldato entro i trenta giorni, che abbreviano e riducono la sanzione ad un terzo: 3.333 euro.
Diceva De André che spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme...Dev'essere la sensazione conformistica che hanno ritrovato dentro si sé, nell'adeguarsi alle nuove ed assurde norme che vanno a ravanare in tasca ai cittadini, mettendoli ulteriormente in difficoltà
Contestualemnte, sono state depenalizzazte le fornicazioni in auto, primaria e romantica, ancorchè scomoda, alcova di quasi tutti i ragazzi, ma, d'ora innanzi, si rischierà un'ammenda dai cinquemila ai cinquantamila euro.
Le forze dell'ordine, per ora fanno finta di niente, ma in qualche occasione, trovandoseli sotto gli occhi, potrebbero diventare inderogabili, come è accaduto per il pisciatore colto in fallo dalla ronda.
Siccome la prostituzione ingenua ed evidente non sarà mai abolita, si farà come nel resto dell'europa che domina: si (ri)apriranno le "love house", a costo decisamente più contenuto, per i clienti ( usa così, negli attuali frangenti ) ma non per le lavoratrici che, secondo me, devono poter esercitare come meglio credono, senza diventare contribuenti, dipendenti di un'impresa e private di un'attività che, se ben esercitata, si può ben considerare professionale.
Oggi, a Parigi, un agente, facente parte della sezione omosessuale maschile, lesbica e transgender della Gendarmerie francese, è stato ucciso da un arabo, subito ricambiato, che aveva assimilato lo sciovinismo gallico.
Il caduto era sposato con un altro uomo, ma, dice l'articolista, non avevano ancora bambini..in adozione. La polizia tutta e la sua sezione LGBT, celebreranno, genericamente e specificamente, il caduto, come se fare il poliziotto od il soldato non prevedesse, oltre all'uccidere, anche l'essere ucciso.
A dividere le persone sono, assurdamente, le incongruità culturali.
La Francia tutta piange; i turisti temono di essere colpiti, ciascuno pensa di non avere colpe per quanto gli accade: talvolta è così e, se la vittima non si ribella, il cerchio dell'autoreferenzialità egoistica ed ambientale si chiude e lascia fuori il "mutilato". Più spesso, la malvagità e la violenza, più che ritorsive, sono imitative, come la mistificazione e l'inganno.
Se spari nel mucchio dall'alto e uccidi ignoti estranei, per ignobili motivi, mi sembra equilibrato che qualcuno di loro, fra i superstiti, si rivalga, ignobilmente, su di un altro simbolo.
Tutto si tiene.

giovedì 20 aprile 2017

Marcia trionfale.

Dopo troppi anni di ininterrotte rielezioni, sulla scia di una riscoperta strumentalmente confessionale, osteggiata da tutta la società civile acculturata, ma non da tutta quella imprenditoriale, Recep Tayyip Erdogan ha sovvertito il "ghota", politicamente filo occidentale della società turca ed ha portato il suo paese sulla soglia dell'autoritarismo ottomano. Lo ha fatto cavalcando i sentimenti plebei dei turchi poco o per nulla coinvolti, che sono ai margini dell'evoluto sistema economico e che si sono così rivalsi, conferendo un potere abnorme ad un uomo ed alla sua famiglia, che se ne servirà per veicolare interessi, denari e influenze nel suo raggio affaristico, dal quale tutta l'economia e la nazione turche dipenderanno.
Mentre si depenalizzano i rapporti sessuali degli adulti con i minori, purché abbiano compiuto dodici anni, si sta per indire un referendum per reintrodurre la pena di morte, che costituirà un ulteriore strumento di repressione ed eliminazione di qualsiasi avversario impegnativo. 
Il separatismo dall'Unione europea - che non li ha mai voluti - non segna il ritorno, molto tardivo, dell'orgoglio ottomano, ma l'appartarsi del fortilizio erdoganiano da un ambiente che non gli avrebbe permesso di dominare, come potrà o potrebbe fare d'ora innanzi. E' corretta l'affermazione per la quale "sono cinquantaquattro anni che ci prendono in giro", ma potevano accorgersene prima. Il senso recondito della frase è però capzioso, non analizza i trascorsi storici recenti, non dà ragione dell'atteggiamento attendista della Turchia, ma è bensì riaffermativo di un potere dinastico e affaristico, sull'abbrivio del richiamo alle radici sottostanti dell'islamismo..moderato, perché, in una versione più radicale, potrebbe alterare i traffici degli oligarchi, quelli vecchi e disponibili e di quelli nuovi. 
La tigre cavalcata si correda di affermazioni tipo: "spirito da crociati", riferito ai paesi dell'U.E.  
La Turchia, dove vige, dall'abortito colpo di Stato, lo stato di emergenza, cioè il diritto di guerra, ha portato a compimento la sistematica opera di criminalizzazione dell'opinione libera. Sul suo territorio, non solo l'espressione delle opinioni e dell'opposizione sono stati inibiti, ma anche la documentazione giornalistica internazionale è stata repressa, soprattutto quella dei blogger e dei reporter "free lance". L'ultimo caso, del nostro connazionale Del Grande, verso il quale non vengono autorizzate neanche le visite consolari, è rivelatore dello stato di dittatura sulla penisola anatolica.
La Turchia, poco tempo fa acerrima nemica della Russia, si trova ora nella situazione di esserne un'imitatrice...per puri scopi affaristici, di appropriazione affaristica.
Da tempo, con la Russia di Putin, altro autarca falso-democratico e l'ultimo dittatore senza infingimenti dell'ex Unione sovietica, il presidente dell'Azerbaijan, Aliyev, con il quale, a suo tempo, anche Berlusconi aspirava a fare affari per l'Italia, il neo despota turco Erdogan, con la sua coorte familiare e la cerchia degli imprenditori ( che non sono mai persone eminenti, ma sfruttatori di situazioni ) ha costituito una holding, una Triplice Alleanza per la realizzaizone e lo sfruttamento privato del Tap, il gasdotto dei tre regimi.
Durante la Prima Repubblica, in Italia e segnatamente nel triveneto, si irinizzava ed ironizzava  sul tratto autostradale Pi.Ru.Bi.. a cui mancava soltanto una "U": la super via che passava per i feudi di Flaminio Piccoli. Mariano Rumor e Antonio Bisaglia. Piccole assonanze di una poltica domestica e non imperialistica, ma affine alla "ratio" della politica, spiegazione delle guerre diplomatiche e poi in armi. 
Per realizzare la "grande opera" bizzantina non bastano i tre "ingegneri"; il serpentone si alimenta e viene gestito da un altro rettile lombricoforme, fatto di connessioni societarie. 
Il Tap è, per noi, la parte finale di una conduttura, che transita dalla Grecia ( ricordate l'avvicinamento greco alla Russia, quando non accettava ancora le sanzioni ? )  all'Italia, di un gasdotto di quattromila chilometri che origina dall'Azerbaijan e attraversa tutta la Turchia. Gli uliveti che si volevano abbattere in Puglia, dovevano far posto al terminale d'arrivo.
Il processo di accumulazione gassosa e societaria si è dipanato almeno dal 2006 e vede la Socar, società azera, quale mosca cocchiera di interessi che si sono via via ingigantiti. 
Il gasdotto, perché passa attraverso la Turchia, si arricchisce, a quelle latitudini, di un intreccio di società costituite ad hoc, pari per numero a quelle della casa madre. 
Numerose società "di passaggio" sono riconducibili ad Erdogan e sono dirette da suoi familiari, uno dei quali, il cognato, è anche ministro e dal cerchio magico degli imprenditori sultaneschi.
Il progetto di portare il gas dell'Azerbaijan in Puglia interseca manager in affari con le cosche, oligarchi russi e capitali offshore.
La matriosca societaria vede ai suoi apici il cognato di Erdogan e, scendendo per li rami, una "salsiccia" di imprenditori riconvertiti o di facciata. Costoro sono detti i bancomat di Erdogan e famiglia. 
Da qui, si dipana una minuziosa tela di connessione che ben altri divulgatori investigativi hanno rivelato, che disegna alla perfezione il meccanismo degli interessi veicolati in casseforti private e sicure dei denari realizzati, attraverso l'eterodirezione delle imprese, almeno di quelle strategiche, e la corte di profittatori di regime che ne puntella le connessioni.
Chiaramente, anche la stampa consentita è di regime.
Ecco le ragioni sottostanti alla dittatura referendaria e alle "pipelines" affaristiche, filtrate dalla mafia mediatrice, in Italia, copia di una mafia regional-federalista istituzionale, con assoluti margini di licenza, in generale e soprattutto nello specifico.
Di questo si felicitava il presidente egemone, ma il suo cammino è ancora contrastato più all'interno che fuori. 
Si tratterà di vedere quale sarà la capacità di influenzare gli eventi dell'Unione europea e degli Stati Uniti, se sarà coordinata o meno, se i poveri Curdi, in attesa di una loro nazione, serviranno ancora da pretesto per un gioco di spostamenti bradisistici, mentre combattono, per nostro conto, contro l'Isis. 

mercoledì 19 aprile 2017

Reportage.

Report, da quando Milena Gabanelli lo ha lasciato ai suoi collaboratori di tanti anni, da lei ringraziati per l'applicazione e la professioanlità dimostrata ed acquisita nel tempo, non ha perso il suo smalto, anzi: lo ha accentuato.
Non ha fatto altro, nel caso del vaccino contro il "papilloma virus" che rendere pubbliche le risultanze contrarie di un accreditato ente sanitario internazionale ed ha suscitato, per questo, le reazioni del mondo sanitario percipiente e della politica bipartisan. Come se ne sapessero qualcosa e, a torto o a ragione, non ne traessero dei benefici economici e lobbystici.
Il papilloma virus è una concausa - una delle principali - del tumore al collo dell'utero ed è prodotto ed indotto dalla mancanza di igiene di maschi frettolosi e di femmine infoiate o troppo condiscendenti.
Le prostitute, che dell'arnese si nutrono, non omettevano mai di lavarlo personalmente prima dell'uso.
I maschi non circoncisi e poco puliti, producono, fra il glande ed il prepuzio, una sostanza lattiginosa, lo smegma, che, se non rimosso frequentemente e con cura, può nel tempo provocare un cancro al pene e, introdotto in una indifesa vagina, lascia tracce ad accumulo, a loro volta apportatrici di tumore.
Il segreto sta, dunque, nella pulizia e nella consapevolezza dei danni che il sesso da fogna può apportare, se non lo si deterge accuratamente prima della messa in opera.
Il tocca e sana, da molti anni è il vaccino  anti HPV,con il quale le madri premurose immunizzano le loro figlie fin dalla prima adolescenza, non contando, a ragione, sulla cavalleria sanitaria dei fantini nel destino di siffatte indifferenziate pulzelle.  
"E' stato un attentato anti propagandistico, portato dalla TV pubblica alla campagna sulle vaccinazioni"; per la fecondità premiale da Opera nazionale maternità e infanzia, non ce n'è stato neppure bisogno.
I giornalisti di Report informano sulle opzioni e fanno bene a farlo, se parte del pubblico non ci arriva, non deve essere una remora per attapetarsi al verbo di regime, mal che vada alle convinzioni indotte se ne contrapporranno altre e si stimolerà la ricerca meno approssimativa possibile, anche in considerazione del fatto che sul vaccino in uso si sono già costruite ricchezze farmaceutiche e baronali.
Non passa una puntata e Report mette in piazza le scorribande imprenditoriali del "maremmano" della politica cinematografica di sinistra ( quello noiosamente curiale è Nanni Moretti ) e di sua moglie, sulle orme della consolidata coppia di "amici" Maurizio Costanzo e Maria De Filippi. Se in quest'ultimo caso si è trattato di un passaggio di proprietà comportante per la signora un reddito di milioni e milioni di euro all'anno, l'accoppiata Benigni-Braschi, nella costituenda Cinecittà umbra non ha rimediato che rovesci, indebitamento e la concreta prospettiva di rimetterci, di tasca propria, cinque milioni di euro. 
Ecco che il cinepanettonaro De Laurentiis, lo scarpaio mediatico onnipresente Della Valle e l'ex presidente di Confindustria, il cartaio Abete, già esclusivo fornitore di risme per la Banca di Roma, come il quinto cavalleggeri, accorre sulle note di una vindice fanfara .  
Insomma, Cinecittà Studios compra i teatri di posa di Benigni e signora, gli stessi dove aveva girato "La vita è bella", che dal fallimento annunciato, passano alla rendita locataria per produzioni che, in realtà, non vengono effettuate. 
Il concorso salvifico rischia però di trasferirsi sullo Stato, dato che il Comune di Terni reclama la restituzione dei locali, che, se avvenisse, resterebbe gravata dei cinque milioni di euro in negativo che l'imprenditorialità del premio Oscar e consorte, hanno messo a contributo. 
Italian style, di destra e di sinistra..pretestuose, lobbysmo d'occasione e la consueta discarica dello Stato.
Intimazione di non procedere alla messa in onda del servizio e successiva querela.. forse a "recuperare" un po' della perdita non pagata, stesso atteggiamento e comportamento di affiliazione per il quale chi ficca il naso negli affari "privati" dei vessilliferi dell'imbecillità di massa, non può campare cent'anni.
Il giornalismo è diffusione dei fatti, va incontro ad ogni sorta di censura, ma ogni volta deve ripartire da dove è stato osteggiato. 
Aveva ragione la Gabanelli circa i suoi ex collaboratori. Continuano a dare un senso al servizio pubblico.
Avanti così! 

martedì 18 aprile 2017

Gli intrecci societari, politici, familiari, lobbystici e clientelari.

La crisi del giornalismo scritto ha indotto alcune testate storiche a costituirsi in una holding investigativa, che si vale di corrispondenti coperti negli anfratti degli interessi nascosti e nei paesi non più democratici, ma ancora interessati da un'economia di mercato re-diretto sui suoi maggiorenti di governo.
La guerra informativa sulla mafia, "lato sensu", attiva la parte delle istituzioni ancora disponibile, ma cerca anche di favorire la parte esclusa dal business affaristico che, per lievitare, ha bisogno di saldi appoggi, in cambio di cointeressenze, a livello governativo.
Per questo, la democrazia è messa a rischio sistematicamente ed abolita in Stati evolutisi non in virtù del loro liberalismo.
Il mercato arginato serve a famiglie, despoti e presidenzialisti-presidenti, per focalizzare gli introiti nei loro portafogli, attraverso la designazione di parenti ed amici ai vertici di società, finanziate da imprenditori privilegiati.
E' quanto è sistematicamente stato tentato, in italia, da Bettino Craxi e dai suoi due amici del CAF - Craxi, Andreotti, Forlani - sull'abbrivio del referendum costituzionale sul maggioritario, voluto reiteratamente da Mario Segni e, dopo più di trent'anni, sconfessato, rimediato dal voto popolare del 4 Dicembre scorso.
Toccò poi a Silvio Berlusconi farsi carico, per le sue già favorite aziende, del tentativo di suggestionare le plebi in senso presidenzialistico, anticipando, nelle intenzioni, quanto sta riuscendo ad Erdogan, in Turchia.
L'intreccio degli affari, degli interessi e delle suggestioni popolari verso un miserabile beneficio clientelare, rende coeso il pastrocchio: provvederanno gli interessi forti a disgregarlo quando non sarà più per loro conveniente, per rilanciare subito dopo un'altra campagna volta ad ottenere un consenso di copertura ai loro traffici.
Quando la democrazia "partecipe" va in crisi, ecco che si sollecitano, con tutti i mezzi, non solo mediatici, ma anche terroristici, l'instaurazione di una Stato autoritario "di copertura".
Questo e solo questo sono le istituzioni: democratiche e non.
E' chiaro che le inchieste giornalistiche, spesso veritiere sulle pagine dei periodici più accreditati, vagolano in universi spesso alieni, anche se capaci di coinvolgerci per la transnazionalità del generone profittatorio, colpendo di rado, con nome e cognome. i vandali criminali di casa nostra, se non quando la loro stella declina e il loro potere va sostituito.
Con questi limiti, l'opera è divulgativamente meritoria.
Anche le magistrature si attivano quando le circostanze lo consentono, quando il processo va solo formalizzato, se e quando hanno rivendicazioni di status economico e normativo da confermare, attraverso una correntizia corporatività, che negoziano con successo. Quando le condizioni non lo consentono, ridivengono le sentinelle ben remunerate del sistema autoritario o dittatoriale.
Fra democrazia economica e impositività privata e privatistica il crinale è sottilissimo, se manca una classe lavoratrice e  un contraddittore sociale, l'una si trasforma nell'altra e convince gli ipnotizzati ad approvarla comunque, nell'errato convincimento che tanto la dovrebbero subire lo stesso.
Chi subisce le situazioni non è moralmente migliore di chi le impone, non è questo il punto e non deve essere l'equivoco: la dicotomia reale fra l'una e l'altra sensibilità, frutto dei fatti e delle sue reali conseguenze, deve rimanere sociologicamente non confusa, delusa e rassegnata, perché è il percorso sobbalzante, non soddisfacente, ma inevitabilmente concreto e senza ingannevoli scorciatoie, dell'agone sociale.

Sul greto del fiume.

Ieri una chiesa ha chiuso per mancanza di domanda. L'offerta è andata deserta. Molte parrocchie vengono accorpate per lo stesso motivo, al quale consegue una caduta delle vocazioni.
Eppure la condizione economica media si è impoverita e, come avveniva qualche decennio fa, la relegazione monastica sta ridiventando l'unica opzione praticabile per conseguire un'istruzione di livello; eppure l'impoverimento, in tutti i sensi, delle opzioni lavorative, potrebbe riattrarre a quel mestiere cerimoniale, fra molti ozi o impegni istituzionali, con ampi margini per solitudine, non compensata dalla stanchezza.
L'incessante campagna laicizzatrice della società ha comportato dapprima una compensazione consumistica e gratificatoria ( soprattutto dell'impresa commerciale e turistica ), un'apertura molto superficiale all'internazionalità turistica, un cedimento inavvertito alle speculazioni commerciali ed oggi finanziarie, tutte quelle, cioè, che non richiedono un particolare sforzo, ma inducono una nevrosi da contabilità minuziosa e da fretta, istantaneità, risultato.
Tutto è stato emulsionato in grandi e confondibili network, i grandi empori sono diventati, nei giorni festivi ed alla domenica, il punto di ritrovo più frequentato, per alcuni necessitato. Si è detto che hanno sostituito le cattedrali.
Le vicende "gialle" e sociologicamente aliene, che leggevamo sui giornali - ora sostituiti dalla fulminante informazione on-line - sono diventate le nostre. erano, per altri, conseguenza dei modelli dispersivi del consumo diffuso, ma low-cost, sono diventati la nostra condanna, a breve distanza da che li abbiamo importati, preceduti da una subliminale pubblicità.
Un uomo, nella bassa, è oggetto di una sproporzionata caccia all'uomo, nella quale l'organizzazione metodica degli apparati preposti, ma ingabbiati nei loro protocolli, è insufficiente a ridurre all'impotenza un singolo soggetto, dotato solo delle sue risorse o di qualche ambientale supporto.
Quante cacce all'uomo ci sono state proposte, fin dal primo film di una lunga serie, che portava proprio questa definizione per titolo?
Cinematograficamente, anche Igor è diventato un mito, lui, un assassino senza identità, almeno per gli altri.
Sul greto del fiume, tutti coloro che sono stati posti negli angoli di un altro modello autoalimentantesi, aspettano il ritorno del gregge disperso - per ricominciare a tosarlo anche loro, sia ben chiaro - attendono che le condizioni di progresso rinculino, che il medesimo principio si riveli disgregatore ed illusorio, quando la coesione  ritornerà ad essere, in forza delle cose, necessaria.
Intanto, per il mondo alieno e, in parte anche in casa nostra, crescono i profittatori autoritari, con il tradizionale suffragio popolare: oggi, in Turchia, un despota potenziale è stato plebiscitariamente insignito dai lazzari, messi a contributo dagli slogans. Il 51% è un risultato inequivocabile; non si può rovesciare, anche se è stato ottenuto attraverso una ultradecennale opera di repressione dell'opinione evoluta, dopo aver resistito, nell'ambito dirigenziale della società, ad un tentativo di colpo di Stato, che ha rivelato l'assuefazione, o meglio la scelta opportunistica a favore di un potere già consolidato ed in attesa solamente di legittimazione e di formalizzazione.
Nel nostro mondo, la democrazia è stata messa in naftalina...o in formalina? altri, inconsapevoveli dei vaneggiamenti contemporanei, vivranno.
Noi non sapremo più.

lunedì 17 aprile 2017

Sfilate nel vuoto.

Ieri, si sono tenute alcune sfilate e rappresentazioni nei Paesi cattolici.
Si è rinverdito un rituale che, stavolta, non ha omogeneizzato i commenti e i tempi di diffusione.
Molti erano al mare, altri in convivi.
Al di fuori del mondo cattolico non c'è stato alcun evento pubblico a ricordare la mitologia della resurrezione.
Di mala voglia, gli empori cumulativi hanno osservato la chiusura; oggi sono di nuovo aperti: lo svago marino dei suoi dipendenti è stato breve, ha solo beneficiato di un traffico ridotto al rientro.
La Chiesa - ma solo quella bergogliana - continua a denunciare le crescenti diseguaglianze sociali ed i metodi usati per contenerle, cioè la guerra, la repressione e l'incremento della vendita di armi.
Dal fronte gesuitico, strettamente politico nell'ambito delle gerarchie ecclesiastiche, vengono sempre più di frequente, prese di posizione dialettiche, ma in fondo prudenti, rivedibili, su di una riforma radicale dell'interpretazione degli insegnamenti attribuiti a Gesù Cristo, per adeguarli alla realtà statistica del mondo, a cominciare da quello di tradizione cattolica.
Sul fronte opposto, ci sono i padri della Chiesa e il folto stuolo di cardinali , espressi nel tempo da una prassi politica completamente opposta, timorosa del comunismo ed oggi non ancora pienamente consapevole della minaccia per la pratica della fede - sempre ambigua e traditrice in molti dei suoi officianti - dei multicentenari consolidamenti della dottrina, tanto che alcuni hanno sentito di essere chiamati a Dio nel rispetto, pur peccaminoso, di tesi atemporali, mentre altri si sono sentiti sempre esclusi - drammaticamente, per chi credeva - e sono morti invocando comprensione per la loro vita, peccaminosa alla pari, solo con maggior costanza, ma deprivata della ostentazione o del possesso dei principi di derivazione ecclesiastica ed ecclesiale; se non lo fossero, come potrebbero apparentemente contestarli oggi?
Comunque, vige, nei confronti di questo Papa, alternativo al quello ratzingeriano, che è prevalso numericamente e forse politicamente, dopo l'abbandono del severo teologo, la stessa "tolleranza, che vigeva nei confronti dell'autarca della Corea del nord, sperando, in quest'ultimo caso che, data l'età, tolga il disturbo da solo.
Tutte le manifestazioni che quotidianamente, o più simbolicamente, si svolgono sull'orbe terracqueo, rivelano quanto un tempo era nascosto: l'agitarsi in un vuoto pneumatico, in un'assenza di reazioni partecipi, che non siano settarie e pervase da un disagio scoperto.
La perdita di orizzonti di questa medievale epoca, scombina anche la percezione dell'esito finale, dell'immutabilità del Verbo, della prospettiva salvifica eterna, perchè le medesime declinazioni contingenti si sono perse e questa generazione non le vive più.
La politica che i gesuiti hanno messo in campo, servirà a traghettare, in un mare limaccioso, fino ad un'altra riva, la barca di Cristo: solo allora i milioni di poveri potranno essere richiamati solamente di tanto in tanto e, con il potere ristabilito, ci si potà riadagiare sui tradizionali fasti.
La Chiesa è saggia e conserva dinamicamnete la sua influenza e il suo potere politico, non deve e non può forzare le situazioni, non delega ad un sovrano assoluto la sua sopravvivenza ed il suo futuro: lo utilizza per muoversi nel mondo profano e per il suo ordine interno che, in queste more, è molto scombussolato come il contesto in cui si trova.
Il mondo si muove a senso e la terza guerra mondiale si combatte da diversi anni, su fronti mobili e reazioni scalze, rifiutando ogni analisi che vada al di là di specifici e circoscritti interessi.
Sulla violenza insopprimibile dell'uomo sorvolerà, per atterrare temporaneamente, una dottrina che si alimenta da se stessa e, filosoficamente, non si ferma al contingente.
Quanto agli effetti pratici, li rimanda, ancora più in là, in un'alta dimensione, in un'altra vita.

domenica 16 aprile 2017

Mentre si volta pagina, fra comprimari e protagonisti.

Il tempo implacabile sostituisce i suoi attori: se ne vanno Piero Ottone e Gianni Boncompagni, la stampa ne riporta le biografie superficiali. In ogni parte del mondo, ogni ora, migliaia di persone muoiono, anche nei pressi di casa nostra; nel meditterraneo, per esempio e, poco più in là in Siria sotto le bombe dal cielo e quelle mimetizzate negli autoveicoli.
Mentre si celebra la vita, si amministra la morte ( Donald Trump ), gli interessi politici preponderanti, trattano come molloschi gli anonimi civili e poi si meravigliano che anche Assad faccia lo stesso "con il suo popolo".
Palesi incongruenze.
Il pampa-papa continua a predicare la sinistra evangelica: fin'ora lo hanno ignorato, ma adesso cominciano a infastidirsi. Prima si erano infastiditi, senza esito, molti prelati.
L'aggiornamento bergogliano aprirà la strada all'accomodamento con la borghesia cattolica ormai invischiata in matrimoni plurimi, in concubinati endemici o avrà "pietà" solo delle situazioni più sfortunate, normalmente le più misere?
Su questa linea si misurerà la coerenza con quanto predicato: la storia è piena delle ambiguità morali ed ideologiche della Chiesa, come di ogni altro potentato umano. La prova che di questo si sarebbe trattato era riposta, in un mio vecchio precettore in tonaca, nell'accettazione del costume corrente, conseguenza del peccato originale: "se sentissi predicare in questi termini, abbandona la Chiesa, è solo una delle tante istituzioni umane".
C'ero arrivato prima e da solo, ma è indubbio che se la dogmatica di una organizzaizone  di tale spessore ed importanza, viene messa a disposizione delle approssimazioni e delle consuetudini "sociali" di gente superficiale ed ignorante ( anche, se non soprattutto, nella borghesia delle raccomandazioni reciproche ), la Chiesa franerebbe nella convenzionalità, anche a livello culturale e sarebbe un'autentica abdicazione.
Nel 105° anniversario della nascita del nonno del pupone nord coreano, un missile si è levato in volo sulel acque dell'oceano, ma è stato eterodiretto all'autodistruzione dai sistemi informatizzati di una delle portaerei alla fonda al largo di quelle coste.
Ecco spiegata la sicumera di Trump: gli americani sono in grado di entrare nei sistemi di guida dei missili del velleitario dittatore e possono distruggerli in volo o farli ripiegare sulla testa di chi li ha lanciati. La "terribile risposta" è dunque un altro bluff di una recita a soggetto.
Pare che in Turchia, il popolo bove abbia scelto la dittaura di Erdogan al liberale ed estraneo sistema parlamentare, avvalorando il sistematico avvicinamento al potere incontrastato del corrotto sultano.
La laicità, imposta con la forza da Kemal Ataturk, regredisce nel plebiscito reazionario.
Si spera che questo masochistico evento allontani ancora di più la Turchia, a suo tempo, in parte colonizzatrice della aree meridionali dell'europa, da adesioni improponibili all'Unione europea. 
Nel gran disordine di uno squilibrato contesto, solo il via vai e il cicaleggio, possono sentirsi a loro agio. Ci starebbero comunque.

La muliebre sollecitudine.

Chi aiuta Igor alla macchia?
Chi gli ha procurato i medicinali, le garze e i viveri, lungo gli itinerari del labirinto paludoso?
Secondo me è stata una donna.
Queste attenzioni e complicità, in questa forma, da un uomo non si ricevono.
D'altra parte, Igor, da sei anni in zona, qualche relazione emotiva e sessuale deve averla avuta, altrimenti la sua stanzialità non avrebbe avuto senso.
La sentimentalità al femminile potrebbe essere scaturita da una condizione condivisa di esule, senza e con dimora, che negli anfratti della solitudine e della autoctona marginalità, sono endemici e costituiscono la base per qualsiasi, chiusa o circoscritta relazione.
Una relazione clandestina dunque, forte e rischiosa, non incline al moralismo, per aver condiviso situazioni e circostanze e, in quell'ambito, suscitato un affetto.
Igor non ha certamente goduto di quelle salvifiche attenzioni, ottenendole con un'ascia.
Se sul delta del Po anche gli ergastolani al confino trovavano una compagna, confinata come loro, perché non avrebbe potuto trovarla, fra quelle paludi, Igor?
Quell'uomo esule da se stesso non poteva allacciare una relazione stabile, perché priva di un progetto, ma un sentimento di conforto ed aiuto, una ragione allucinatoria per evadere da quel pantano, probabilmente e senza troppa difficoltà, l'ha trovata.
Fra le condizionate declinazioni dell'amare ( quale donna non ama o non asserisce di amare? ) è una delle tante, fa parte di un mondo per il quale, una donna, almeno al buio, è uguale a tutte le altre, nel quale l'improbabile bellezza affinabile, da generazioni, attraverso incroci comodi e accomodanti non può che prevedere il principe azzurro confermatorio o acquisitivo, non trova posto, né potrebbe, neppure incidentalmente, eppure trova gratificazione nel donarsi a un uomo senza paramenti, per lei non insidioso, eventualmente non diversamente dai tanti mariti omicidi che monopolizzano le cronache.
A lei, Igor non ha fatto del male, forse qualcun altro in circostanze convenzionali, sì.
Per questo continua ad aiutarlo. 

Non sono il Presidente del mondo..come Obama e come sarebbe stata Hillary.

Improvvisamente, una piccola e trascurata parte della penisola coreana, è stata posta al centro dell'attenzione, non ostante che, geograficamente, sia, a tanta parte del mondo, estranea perchè lontana.
Nel contempo, quella particola insignificante dell'orbe terracqueo, per stringere la morsa di un sistema dinastico, sotto la forma di un comunismo subordinatamente omogeneizzatore, ha puntato sull'autodifesa spartana e, poi, per l'accentuarsi della sua anormalità in un'area strategica per l'imperialismo nard americano, di contenimento ed espansione - come all'epoca del confronto con il comunismo - ha destinato tutte le sue scarse risorse all'evoluzione nucleare del suo armamento, godendo dell'appoggio della Cina.
Per altro, da quest' ultima non si è mai fatta, apparentemente, condizionare: il suo arroccamento e la sua "force de frappe" sono aumentate esponenzialmente.
Oggi, abbandonata la politica del coinvolgimento, diretto od indiretto, nelle trame finanziarie statunitensi & Co., un Presidente di vecchio stampo, di derivazione imprenditoriale - altro che conflitto di interessi - vuole dirimere i cento contenziosi indotti per il mondo, con metodi essenziali, anche se non è affatto detto che non siano forieri di nuova instabilità.
Se così fosse, il presidente autoelettosi continuerebbe a regolare il gioco con la sua "armada", come lui stesso l'ha definita, omettendo di definirla "invincibile".
Sta di fatto che, anche i molluschi, qundo diventano troppo aggressivi e spingono la loro "audacia" fino a porsi come diretto sovvertitore del potere etologico, ecco che la altre "forze della natura" od alcune fra di esse, si coalizzano dietro la loro avanguardia, sempre pronte, però, a regredire e a lasciarla nelle peste, in caso di sopravvenute difficoltà.
Con chi se la prenderebbe il grasso leader asiatico - al confronto con una magrissima popolazione - se venisse "convenzionalmente" attaccato?
I vicini, alleati degli Stati Uniti, compresa la parte meridionale della penisola, non hanno mai agito direttamente contro di lui; si sono limitati a fare affari sotto la protezione non gratuita dei bianchi antropologicamente esogeni. 
Attaccato, il dittatore dinastico potrebbe essere sovvertito da una modernizzazione imposta, da qualche figura sotto traccia ed ugualmente burattinesca di quanto sia oggi, all'interno della sceneggiata del regime, nel quale ha, "rebus sic stantibus"  un ruolo di privilegio.
Come sempre, nella storia degli ultimi cento anni, la guerra degli americani sarà, se ci sarà, sempre preventiva, se verrà superata la linea rossa del potenziale attacco alle sue coste.
Sì, perchè se non avessero raggiunto questa convinzione, attraverso il lavoro di intelligence, non avrebbero fatto avvicinare due partaerei alle acque territoriali nord coreane, portaerei comunque sempre in giro per il mare, per presidiarne le acque ed essere prontamente impiegate su qualsiasi scenario di guerra ...portata, come è avvenuto in Siria.
Non sono il Presidente del mondo, faccio gli affari miei e, subordinatamente, quelli dell'America del nord, ma, per farli, devo tenere tutti sotto capella.
tradizionale politica isolazionista, mutatis mutandis, come quella di Kim Jong-un.
Queste mosse sono propedeutiche ad un ritorno agli squilibri, ma gerachici, fra gli Stati, non più selezionati, attraverso l'emulsione dei derivati finanziari. Si passerebbe agli squilibri degli algoritmi. 
Se così sarà, regrediranno le enfasi europeiste eurocentriche o ne cambieranno la natura e gli scopi.
C'è chi, chiuso in se stesso ed impossibilitato a proiettare il suo potere verso l'esterno, ma temendo un'influenza preponderante e un coinvolgimento sottile nel suo, accentua troppo le sue facoltà di difesa e, non rendendosi conquistabile, non essendo più sufficente emarginarlo, deve essere distrutto.
Questa volta il popolo non piangerà.