venerdì 7 aprile 2017

Avanti i prossimi.

Le schermaglie diplomatiche e belliche si svolgono come sempre, si ripetono nelle variabili composizioni degli interessi e , talvolta, precipitano in un lavacro, attraverso il quale emendarsi per sempre: quando va bene, si e non per una generazione, che, al termine della sua maturazione, non crede più a questa infantile retorica ed è assuefatta a quell'altra peudo scientifica e pseudo razionale, all'origine dei disastri degli ultimi due secoli, nella quale smania per subentrare, per raggiungere quel potere immaginato negli adulti, da bambini.
La cultura, funzionale al potere tradizionale, non serve ad emendare gli usi, bensì a giustificarli, ad avvalorarli pretestuosamente, facendo della parola lo strumento dell'inganno, decrittabilissimo; a questo punto entra iln gioco il potere che si disvela spudoratamente.
La recitazione a copione baciato è andata in scena con noi anziani protagonisti, altri, più giovani, ne stanno interpretando fasi da noi già vissute, in una ripetitività insensata, secondo partiture specifiche.
La morale che noi conosciamo è ostativa alla realizzazione sociale e, per questo, è professata superficialmente, senza nessuna attinenza alla prassi vitalistica e sopravvive intatta nel nucleo vuoto della sua contraddittorietà intrinseca e totale.
Insomma, una mascherata, un rivolgimento per il quale è proprio l'etica contingente a rischiarare il metodo del successo e della gratificazione, per contrappasso, eppure assurdamente, prima che ipocritamente e opportunisticamente, coincidenti.
L'etica, in verità, è un principio astratto assoluto, riducibile a qualsiasi civiltà; diversi gli "imprimatur" o "imprinting", simbolicamente ed etologicamente coincidenti, come tutte le autoattribuzioni emblematiche, già presenti in altre culture ed in altre civiltà.
Una minestra riscaldata nell'esibizione di gagliardetti al valore celebrativo locale, di un'identità che non esiste.
Ciascuno vive, in una ridotta teatrale, la rappresentazione della sua vita, che sarebbe opportuno ridurre in un film, celebrativo o realistico ( io preferirei, per me, il secondo ), a documentazione dell'uniformità dell'esistenza, nelle sue limitate ed identificative declinazioni.
Avanti la replica del Living Theatre.

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