lunedì 17 aprile 2017

Sfilate nel vuoto.

Ieri, si sono tenute alcune sfilate e rappresentazioni nei Paesi cattolici.
Si è rinverdito un rituale che, stavolta, non ha omogeneizzato i commenti e i tempi di diffusione.
Molti erano al mare, altri in convivi.
Al di fuori del mondo cattolico non c'è stato alcun evento pubblico a ricordare la mitologia della resurrezione.
Di mala voglia, gli empori cumulativi hanno osservato la chiusura; oggi sono di nuovo aperti: lo svago marino dei suoi dipendenti è stato breve, ha solo beneficiato di un traffico ridotto al rientro.
La Chiesa - ma solo quella bergogliana - continua a denunciare le crescenti diseguaglianze sociali ed i metodi usati per contenerle, cioè la guerra, la repressione e l'incremento della vendita di armi.
Dal fronte gesuitico, strettamente politico nell'ambito delle gerarchie ecclesiastiche, vengono sempre più di frequente, prese di posizione dialettiche, ma in fondo prudenti, rivedibili, su di una riforma radicale dell'interpretazione degli insegnamenti attribuiti a Gesù Cristo, per adeguarli alla realtà statistica del mondo, a cominciare da quello di tradizione cattolica.
Sul fronte opposto, ci sono i padri della Chiesa e il folto stuolo di cardinali , espressi nel tempo da una prassi politica completamente opposta, timorosa del comunismo ed oggi non ancora pienamente consapevole della minaccia per la pratica della fede - sempre ambigua e traditrice in molti dei suoi officianti - dei multicentenari consolidamenti della dottrina, tanto che alcuni hanno sentito di essere chiamati a Dio nel rispetto, pur peccaminoso, di tesi atemporali, mentre altri si sono sentiti sempre esclusi - drammaticamente, per chi credeva - e sono morti invocando comprensione per la loro vita, peccaminosa alla pari, solo con maggior costanza, ma deprivata della ostentazione o del possesso dei principi di derivazione ecclesiastica ed ecclesiale; se non lo fossero, come potrebbero apparentemente contestarli oggi?
Comunque, vige, nei confronti di questo Papa, alternativo al quello ratzingeriano, che è prevalso numericamente e forse politicamente, dopo l'abbandono del severo teologo, la stessa "tolleranza, che vigeva nei confronti dell'autarca della Corea del nord, sperando, in quest'ultimo caso che, data l'età, tolga il disturbo da solo.
Tutte le manifestazioni che quotidianamente, o più simbolicamente, si svolgono sull'orbe terracqueo, rivelano quanto un tempo era nascosto: l'agitarsi in un vuoto pneumatico, in un'assenza di reazioni partecipi, che non siano settarie e pervase da un disagio scoperto.
La perdita di orizzonti di questa medievale epoca, scombina anche la percezione dell'esito finale, dell'immutabilità del Verbo, della prospettiva salvifica eterna, perchè le medesime declinazioni contingenti si sono perse e questa generazione non le vive più.
La politica che i gesuiti hanno messo in campo, servirà a traghettare, in un mare limaccioso, fino ad un'altra riva, la barca di Cristo: solo allora i milioni di poveri potranno essere richiamati solamente di tanto in tanto e, con il potere ristabilito, ci si potà riadagiare sui tradizionali fasti.
La Chiesa è saggia e conserva dinamicamnete la sua influenza e il suo potere politico, non deve e non può forzare le situazioni, non delega ad un sovrano assoluto la sua sopravvivenza ed il suo futuro: lo utilizza per muoversi nel mondo profano e per il suo ordine interno che, in queste more, è molto scombussolato come il contesto in cui si trova.
Il mondo si muove a senso e la terza guerra mondiale si combatte da diversi anni, su fronti mobili e reazioni scalze, rifiutando ogni analisi che vada al di là di specifici e circoscritti interessi.
Sulla violenza insopprimibile dell'uomo sorvolerà, per atterrare temporaneamente, una dottrina che si alimenta da se stessa e, filosoficamente, non si ferma al contingente.
Quanto agli effetti pratici, li rimanda, ancora più in là, in un'alta dimensione, in un'altra vita.

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