venerdì 21 aprile 2017

L'etica è sempre di regime.

Un medico di Treviso è stato radiato dall'ordine e estromesso dalla sua professione, da un Ordine privato, anche da lui finanziato, per comportamento non etico.
La mancata eticità, in un mondo fatto di avidità e carriere massoniche e non solo di conclamate virtù salvifiche, è consistita nel voler negare l'efficacia dei vaccini e l'asserzione della loro entropica azione contraria.
Un Ordine di regime, evidentemente legato al governo, ha messo sul lastrico un medico maturo, nel senso migliore dell'espressione, per aver espresso la sua convinzione contro la prepotente politica d'imposizione delle vaccinazioni, come condizione d'accesso alle scuole materne.
Disprezzando l'autonomia di pensiero scientifico del medico, una persona ed un professionista è stato distrutto da un'entità impropria, zelante nel suo servilismo che dovrà essere ribaltato da una sentenza del Tribunale.
Dovrà, perché se così non fosse, ci troveremmo di fronte ad un abuso, assunto per via politica, nell'ordinamento. Spero e sono convinto che non accadrà.
Il mondo delle deontologie inutili, ipocrite e ben pagate, mostra la sua modestia proprio in questi frangenti, quando cioè si pone al soldo di governanti e politici senza bussola, approssimativi, quanto prepotenti, nel voler far valere prassi assurde, quanto esogene, a cui soggiacciono soltanto coloro che non sono all'altezza della situazione concreta e culturale.
Io, da profano, sono favorevole ai vaccini, ma la libera determinazione delle famiglie ed i pareri medici contrari devono essere tutelati dalla legge e confermati dalle sentenze dell'autorità giudiziaria, ultimo possibile baluardo alla frana del rapporto diretto, elettorale e costituzionale, fra una classe di burattini e il popolo che ancora si ostina a votarla a casaccio.
E' un brutto segnale, proveniente da brutta gente.
Bisogna vigilare, denunciare e contrastare, sul piano pratico e su quello legale, le scorciatoie presuntuose del regime minimale di questo miserrimo Paese.
Il 25 Aprile prossimo ( oggi, 21, si è commemorata, con le bandierine sugli autobus, la liberazione di Bologna. Dodici anni fa sfilarono tutte le delegazioni delle truppe alleate che vi entrarono ), la Brigata ebraica, una delle più attive durante la guerra civile, di Liberazione dai fascisti, sfilerà da sola. L'A.N.P.I. l'ha trattata come una delegazione straniera e, conseguentemente, come una"setta" particolare del popolo in armi. Ha deciso bene, anche perché che cosa c'entrino i palestinesi in un corteo celebrativo di un evento nazionale, qualcuno dovrebbe spiegarmelo.
Sempre il 25, a Milano, al campo n. 10 del cimitero monumentale, dove sono sepolti i caduti della R.S.I., i fascisti ereditari - il fascismo non è stato mai rimosso dall'intelaiatura della società italiana ed è stato rimesso pubblicamente in circolo dopo la fine del comunismo - celebreranno la loro contro-commemorazione, o meglio la celebrazione del fascismo e dei suoi caduti repubblichini.
Niente da dire sui riti, ai quali non credo ed ai quali non partecipo. Non è questo che mi intriga, ma non posso fare a meno di notare come, sotto i paludamenti della destra e di una sinistra anemica, continuino a pulsare, invariati, i sentimenti più dicotomici e anti-dialogici della nostra settaria ed inconciliabile società (in)civile. 

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