Il brulichio del lavoro
deresponsabilizzato, della vendita della propria dignità insieme a
strumenti di accumulazione solo per le striminzite compagini azionarie,
tradisce la fiducia inconsapevole, ma speranzosamente speculativa, delle
famiglie e dei risparmiatori, la irride, ne fa la condizione del budget
e, da subito, ne trascura la gestione, tranne che per implemetarla,
lascia cadere e si nega ad ogni richiesta di spiegazioni e di
condivisione.
Nell'affannosa
ricerca di investimenti per la minuscola o univoca compagine azionaria,
le azienducole di collocamento sono sempre in caccia delle prede
ferite, o isolate; come i licaoni e le iene, sinergizzano le dedicate e
mirate risorse, tenendole sotto pressione e subordinandole ad
un'organizzazione che aspira solo al profitto, che ha la stessa
consistenza della panna montata. Si smonta e va rimontata.
La
concorrenza si esplicita nella sottrazione della stessa clientela in
un'opera a saldo zero, fra disdette e acquisizioni per sottrazione.
Questa
squilibratura, potenzialmente infinita, attenta subdolamente alla
sicurezza, alla pace e all'onestà: nei non individuabili calderoni dei
"fondi", si mescola, si nasconde e si ricicla qualsiasi genere di
capitali a business incrociato secondo l'occhio per occhio, dente per
dente, soldo per soldo.
La mafia raccoglitrice ed accumulatrice ha un ruolo fondamentale, come in tutte le vicende italiane, non solo meridionali.
In
questo modello sociale non riconosciuto, l'induzione e la vendita,
rapidamente sostituenda, si esercita in qualsiasi ambito e per qualsiasi
genere di prodotto, con le stesse metodiche organizzative, di marketing
e di adattamento ad ogni esigenza ipnotica in grado di sostituire la
necessità con la divagazione e la narcosi, in senso figurato ed anche
proprio.
Fra
filosofia dell'inconsistenza e vuoto propositivo per una vendita
surrogatoria, si conducono battaglie legislative di anticipazione e
adattamento, con la logica del giorno per giorno, a pesi crescenti,
sollecitanti doti di prestigiatore, di mago Othelma, di truffatore, di
primo ignorante circa la chimica del prodotto.
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