mercoledì 12 aprile 2017

La vita all'incontrario.

La vita all'incontrario è "necessaria". Se non ci fosse, perderebbe di valore anche la vita retta: senza il diavolo, non potrebbe esistere dio.
Igor, alias Ezechiele, si mimetizza nell'ecosistema paludoso delle congiunzioni bolognesi, ferraresi e ravennati, poco distanti dal delta del Po.
Qualche decennio fa, agli atolli, fra i canneti, erano ancora destinatia taluni ergastolani rimessi in libertà "precoce" - si faceva anche allora -  ma costretti al confino in zone isolatissime: ebbene, non ci crederete, su quegli isolotti ci vivevano effettivamente, come agricoltori e allevatori primitivi e, dentro le case diroccate che abitavano, spesso si intravedeva anche una donna, con i lunghi abiti neri in uso nelle campagne di quei tempi.
Ebbi modo di vederli/e di persona durante un tour in canotto, durato per un'intera giornata.
Chissà se lo stupratore di una "minore", al termine di una rapina, ha o ha avuto compagnia femminile.
Non si hanno notizie di stupri in Italia. L'altro fu serbo.
Se effettivamente si tratta di un soldato speciale, destinato ai lavori sporchi ed alla scuola di sopravvivenza o di un contractor rimasto, da reduce, senza lavoro, alla ferocia indifferenziata avrà senz'altro coniugato anche la violenza sessuale, come da sempre accade nell'anarchia delle guerre, soprattutto in quelle delle milizie informali e prevalentemente effettuate con raid ed agguati.
Il premio del soldato c'è sempre stato ed è sempre stato negato. Anche i furti o le appropriazioni indebite, lungo i percorsi di guerra, sono sempre state all'ordine del giorno: anche la Resistenza si valse dei beni - soprattutto alimentari e di rifugio - di chi poteva prestarli, lungo i sentieri montuosi o pianeggianti.
Igor, dopo la guerra, ha continuato a vivere in un'ambivalenza e in una trasformazione delle sue identità, perfettamente interpretate, perché addestratovi, ma anche perchè il vuoto pneumatico in cui è probabilmente sempre vissuto e nel quale è stato specializzato, gli hanno "consentito" di imparare a travisarsi come le circostanze richiedono.
In carcere divenne il più assiduo al coro ed al catechismo, si pubblicizzò poi su Facebook con il suo cappellano; si faceva i selfie in varie fogge e positure.
Poi, non avendo stretto e non avendo l'abitudine di stringere nulla, si era dedicato alla mera sopravvivenza con tecniche da soldato di ventura. Una nullità, un'entità non riconosciuta, una specie di "diavolo" condannato per sempre, ma sempre in grado di reggere la sua parte anche contro forze soverchianti, pubblicitariamente sproporzionate ad un caso di omicidio plurimo ( due ), dopo che per cinque o sei anni, Igor aveva vagato in bicicletta, con un fucile a tracolla, facendosi scambiare per un cacciatore.
Quando rapinava i contadini, da solo o in team, era sempre a volto coperto e agghindato come per il Carnevale.
Il mimetismo, l'arte di sopravvivere, il mestiere nello scaturire dal sottobosco e nel rientrarvi, la capacità di tenere in scacco poliziotti, carabinieri e ben tre nuclei militari specializzati, ne attestano la scuola alla solitudine operativa che è diventata la sua seconda, ma prevalente natura.
E' un delinquente e, insieme, inestricabilmente un povero diavolo, ma non è un povero diavolo mite, rassegnato. Nel suo bozzolo insensibile, nel suo ghetto assoluto, continua a vivere come un predone e come un reietto; per questo non si cura della caccia all'uomo, cioè a lui, essendo completamente intonso dal contagio dei valori e dall'influenza dei sentimenti conformistici, popolari ed istituzionali, che dalla neutralizzazione di uno scarto, che anziché chiedere - casomai organizzato in bande - l'elemosina, se la procura, vogliono riconfermarsi: in questa e poi in infinite simili occasioni. In altrettante, i suoi cacciatori deleganti, ci sono invischiati fino al collo, ma si tengono la parte, fino a che gli assetti non si squlibrano. Insomma, hanno sempre ragione loro: sono miti positivi.
Anche Igor, per qualcuno è un mito - come Rambo -. Io non credo ai e non coltivo miti, dietro ai quali si cela una purtroppo ordinaria declinazione del vivere all'incontrario. 

Nessun commento:

Posta un commento