lunedì 24 aprile 2017

Coerentemente?.

Il pampa-papa sfilerà per Il Cairo dentro un'auto normale, senza blindature: si è dovuto imporre per superare l'accerchiamento degli apparati di sicurezza. Allo stadio, entrerà su una macchinetta di quelle usate per spostarsi sui campi di golf.
la Gendarmeria vaticana ha effettuato il sopralluogo sui percorsi, la terribile polizia segreta egiziana,  il  Mukhābarāt,vigilerà fra la folla, anche attraverso i suoi infiltrati. Speriamo che sia in grado di viglilare anche al suo interno: vorrebbe dire che quando si verificano obbrobri come quello di Giulio Regeni, è l'apparato stesso a volerli e a dirigerli.
Sembrerebbe l'ennesima, coerente testimonianza di Papa Bergoglio, all'interno di un paese che ha visto, anche recentemente, il massacro di cristiani sul sagrato di una chiesa, ad opera di falangi ancor più radicali dei Fratelli musulmani, ma da questi ultimi non separate.
L'attuale dittatore ha giustificato il suo colpo di Stato nei confronti di un Presidente democraticamente eletto, con una presunta "affiliazione implicita" con il sopracitato movimento, di quest'ultimo.
Francesco I è stato invitato da un sanguinario dittatore ed ha subito aderito, Il dittatore ha garantito con sicumera che il viaggio di Bergoglio sarà sicuro.
E' chiaro il tentativo di legittimazione reciproca dell'alleato mondo"crociato" che rappresenta, ma metterà ancor più in astiosa agitazione i radicali, anche politici, da lui rimossi con un colpo di Stato eterodiretto, che ha posto fine alle "primavere arabe", perché avevano portato al successo elettorale della cultura tradizionale, casomai artatamente rappresentata, con uno strumento mai sperimentato ( le elezioni ), che da sole non inducono ad uniformarsi ad un modello esogeno; almeno non è avvenuto in nazioni con una cultura popolare fortemente condizionata dal potere religioso, che non fa dell'amore la sua prima prerogativa.
Bergoglio, recandosi dai "fratelli" immersi nel mondo arabo, vuole testimoniare una vicinanza di fede e rivendicare - è storicamente molto paradossale - la libertà per i discepoli delle chiese cristiane "in partibus infidelium", ma si espone e ci espone ad una sicura strumentalizzazione della maggioranza tenuta sotto tallone, nei paesi islamici.
Non se ne cura, non si fa distrarre da ragionamenti opportunistici, porta il suo messaggio che è fatto "per dividere" - se lo ricordi anche lui - dove è possibile e necessario, a qualunque condizione.
Fa bene, le speculazioni si involvono su loro stesse e sembrano l'unico criterio a cui ispirarsi conformisticamente.
Gli interesserà anche riaffermare le ragioni di chi si oppone alla dittatura del generale e per questo viene umiliato, torturato ed ucciso, come il ricercatore italiano Giulio Regeni o, lo riterrà incongruo con la sua missione in terra d'Egitto.
Su questo si misurerà l'aderenza al reale - tanto invocata e tanto contestata - del pontefice.
L'Egitto, per un leader religioso, rappresenta ancora una possibile osmosi tossica, se accetterà di pascere solo il suo gregge, come da mandato implicito del dittatore Al Sisi, manutengolo degli americani del nord.
La politica, se di politica si tratta, non conosce coerenza. 

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